Nuovo look per il packaging Louis Vuitton

Cambio di look in casa Louis Vuitton: la maison francese ha appena presentato il nuovo packaging che dal prossimo 16 agosto troveremo nelle boutique di tutto il mondo. Ritorno al passato per lo storico brand, che rispolvera uno dei passepartout dei suoi archivi: il colore scelto per il nuovo packaging è infatti il fatidico Imperial Saffron, una particolare sfumatura di ocra che nel lontano 1923 veniva scelta da André Citroen per equipaggiare le automobili che avrebbero partecipato alla Crosière Noire, con un esclusivo set di 150 bauli firmati Gaston Vuitton declinati nella medesima nuance.

La storia ci tramanda di un viaggio avventuroso che, dall’Algeria, sarebbe poi giunto in Madagascar nel 1925: cinque veicoli a bordo dei quali vi erano ricercatori, medici e professionisti, mentre i bauli col logo della maison contenevano farmaci, munizioni e generi di prima necessità.

Il nuovo packaging in Imperial Saffron sarà contraddistinto da dettagli blu elettrico: anche qui la maison fa un tuffo nel suo glorioso passato, riportando in auge gli storici motivi che accompagnavano un modello di Cabin Trunk risalente al 1928, anch’esso nella medesima tonalità di giallo, contraddistinto da un’elegante banda blu elettrico. Eleganza allo stato puro per uno dei marchi storici tra i più amati di sempre per borse e bagagli.

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Il nuovo packaging Louis Vuitton, disponibile da fine agosto nelle boutique del celebre marchio


lv 2 The original Citroen Trunk, commissioned in 1924. Courtesy Louis Vuitton
Il baule commissionato nel 1924 da Citroen. (Courtesy: Louis Vuitton)

D’ASY, la start up delle borse

Due socie – Silvana Soffitta e Alessandra Ferraro, due borse per iniziare – LEI e YULIA – due doti in comune – il piglio imprenditoriale e la passione per la moda – un unico obiettivo: far parlare di sé.

Da questa ricetta nasce D’ASY Milano, la start up che entra nel mercato della pelletteria con una collezione di borse.

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Le forme sono classiche, i materiali di pregio e sono totalmente prodotte in Italia; D’ASY Milano propone un prodotto dedicato alle donne attente al dettaglio – tutti i pellami sono trattati al vegetale e le minuterie metalliche in ottone palladiato o dorato sono realizzate con tecniche artigianali.

Non solo made in Italy, gli interni delle borse D’ASY sono composti da sete pregiate che provengono dalle storiche seterie comasche, tessuti introvabili sul mercato perché parte di antichi archivi, ed è questo che rende le borse degli oggetti unici nel loro genere.

Qui i modelli D’ASY Milano e dettagli:

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EX MODELLA CREA I SEXY BIKINI DELL’ESTATE

Mito nel Mito: Steve McQueen

Non lo trovate su Instagram, non è un fashion Blogger, ma se volete una vera icona di stile da seguire è lui: Steve McQueen, anche detto “the king of cool”.


Moda uomo: siete alla ricerca di ispirazioni per l’estate? Lasciate perdere tutte le presunte icone di stile di oggi e puntate tutto su uno che purtroppo è morto a soli 50 anni, nel 1980, ben 35 anni fa: l’attore americano Steven Mcqueen, detto Steve. Interprete di film indimenticabili (La grande fuga, Bullit, Papillon, solo per citarne alcuni), personaggio carismatico, maledetto, trasgressivo, noto per la sua passione per le corse, in auto e in moto, ma soprattutto icona di stile. A 35 anni dalla sua morte basta guardare le vecchie fotografie per rendersi conto che potrebbero essere state scattate oggi, o domani. Non alla moda, ma fuori dalla moda: non aveva un “consulente dell’immagine” che gli diceva come vestirsi o pettinarsi. Era semplicemente così: personalità da vendere, affascinante, non seguiva lo stile ma era lo stile. E i suoi abbinamenti non sfigurano neanche oggi, anzi.


Ispiriamoci quindi a lui per il look dell’estate (e non solo) attraverso alcune fotografie:


Steve McQueen
Steve McQueen



Sneakers di tela senza calze, minimal, colore unico, pantaloni leggeri slim fit, colori chiari, camicia dal taglio leggero, occhiali da sole che potrebbero essere alla moda quest’anno, capelli taglio “come accidenti voglio io”, orologio e… beh, della pistola potete anche farne a meno. Per il resto, un look perfetto anche per l’estate 2016. Ed erano gli anni ’70.


Steve McQueen
Steve McQueen



Pantaloni chiari con risvolto, sandali gladiatore, camicia di cotone. Praticamente le tendenze dell’estate, però 40 anni fa. Che dite, se lo merita o no l’appellativo di King of Cool?


Steve McQueen
Steve McQueen



Sembra una pubblicità di oggi. Scarpe di tela sdrucite (oggi le vendono già così), jeans slim fit, maglietta bianca stile intimo (lanciata da Marlon Brando), abbronzato, rasatura perfetta, sguardo da duro, capelli probabilmente pettinati da una bella corsa in moto e gli immancabili occhiali da sole. Perfezione.


Steve McQueen
Steve McQueen



Qui si nota la sua abilità nel mischiare elementi eleganti con uno stile leggermente trasandato assolutamente irresistibile.


Qualche tips invernale:


Steve McQueen
Steve McQueen



Anno 1966, film “Quelli della San Pablo”, capottone nero “caban”, tutto incredibilmente moderno.


Con lo stile autunnale-invernale McQueen diventava decisamente elegante ma sempre inevitabilmente cool. Qua una celebre immagine tratta dal film “Bullit”:


Steve McQueen
Steve McQueen



Quando poi andava in moto o in macchina (come sappiamo era un amante delle corse) Steve McQueen dava il suo meglio con abbinamenti che ancora oggi fanno storia, qui in una divertente foto in bianco e nero con gli immancabili occhiali da sole Persol:


Steve McQueen
Steve McQueen



Qui invece in una gara motociclistica con il mitico Barbour che fece storia e che, diciamolo, solo lui poteva portare così:


Steve McQueen
Steve McQueen



Ecco, quando sentite parlare di “iconico”, di moderno, di fashion blogger che fanno tendenza eccetera eccetera, ricordatevi di Steve McQueen, The King of Cool. Per i veri fanatici c’è anche il sito tributo con i vestiti, le scarpe e gli accessori usati dall’attore nei film e nella vita privata e altri vestiti-tributo a questa grande icona di stile, si chiama – ovviamente – thekingofcool.com.

BEAUTY – I 5 migliori make-up look di Rihanna

Beauty – Ripercorriamo insieme i 5 Make-up look che ci ricordano Rihanna la quale, oltre ad essere una cantante di successo, e’ una vera e propria trendsetter del Ventunesimo Secolo.

Camaleontica, seducente, sexy e perfetta sotto i riflettori, Rihanna è uno dei personaggi più famosi al mondo e una delle donne più richieste come testimonial per prestigiosi brand, sia di make-up che di abbigliamento. Il 2017 vedrà il lancio della sua prima linea di trucco, mentre quest’anno l’abbiamo vista sulle passerelle della NFW con la collezione Fenty per Puma by Rihanna.

Ai Grammy 2015 , Rih indossava un trucco del tutto naturale, che esalta la sua innata bellezza. Labbra glossy e sopracciglia ben strutturate, acconciatura molto classica ed elegante, il tutto per bilanciare l’abito molto estroso che ha indossato per l’occasione.
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Al suo primo Diamond Ball, Rihanna ha mostrato la donna sexy ed elegante che e’ in lei, sfoggiando un occhio drammatico, un eyeliner stile cat eye, ed ancora una volta , il rossetto rosso che sposa perfettamente il suo vestito.

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Anche se non e’ un look da red carpet, voglio mostrarvelo in quanto rappresenta l’essenza della vera Rihanna. Una donna che viaggia controcorrente, che detta le mode, con una voce senza tempo. Questo scatto e’ parte di un editoriale per il magazine I-D. Riri indossa un dark lipstick, un leggero smokey sugli occhi ed un contouring molto presente per delineare le forme del suo viso.

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Rihanna ha abbinato al suo leggendario abito CFDA uno smokey eyes nero, molto intenso e labbra nude, perché non si ha realmente bisogno di labbra luminose quando si indossa un abito brillante.

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Questo e’ l’ultimo look proposto da Rihanna durante la presentazione della collezione Fenty per Puma by Rihanna a New York. Rih propone il bob come hairstyle, e un make-up anni 90, che prevede l’utilizzo di colori caldi -come il beige- per ricreare un look del tutto naturale. Presta sempre molto attenzione alle labbra : lei stessa ha dichiarato che “usa colori molto forti sulle labbra, perche’ distolgono l’attenzione da alcuni difetti sul viso”.

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#Raiseyourhand. La nuova campagna di Bulgari e Save the Children

45 milioni di euro: è questa la somma raccolta da Bulgari per  Save the Children, negli ultimi anni.

L’associazione, grazie all’apporto della celebre maison romana, ha potuto garantire una vita migliore ai bambini meno fortunati, dislocati in diverse aree del mondo.

Anche quest’anno, con l’hashtag #Raiseyourhand, Bulgari lancia la campagna che vede la partecipazione di Fabrizio Ferri per la sua idealizzazione e creazione.

 

Il bracciale solidale ideato da Bulgari per Save the Children 8fonte immagine harpersbazaar)
Il bracciale solidale ideato da Bulgari per Save the Children (fonte immagine harpersbazaar)

 

 

Il marchio di lusso, ha ideato un bracciale in argento e ceramica nero, che va ad incrementare la collezione concepita appositamente per il progetto composta, inizialmente, da un anello e un ciondolo di chiara ispirazione della linea B.zero1 della griffe. Il costo del monile è di 480 euro, 75 dei quali, viene destinato direttamente a Save the Children.

 

 

Sfoglia la gallery per scoprire chi sono le celebs che hanno aderito alla campagna

 

Pokémon Go. Ecco come fare soldi

E’ quasi del tutto impossibile, calcolare il successo che l’app Pokémon Go sta riscuotendo worldwide.

E’ diventata una mania, un’ossessione: chiunque vuole “catturare” i Pokémon nel mondo reale, rischiando, oltremodo, di rasentare il ridicolo.

Pensate che, in una sola settimana, l’applicazione è stata scaricata da ben 65 milioni di utenti. A tenere il primato dell’uomo che ha catturato più Pokémon per questa nuova edizione, è stato il newyorkese ftb_hodor (questo è solo il suo nickname, il nome reale è tutt’ora sconosciuto n.d.r.) che ha catturato ben 142 pupazzetti.

Non tutti sanno, però, che Pokémon Go sta cambiando le abitudini delle persone. Uscire dal proprio nido, per imprigionare questi mostriciattoli, sta spingendo la gente ad uscire di casa, muovendo, nemmeno a dirlo, l’economia locale.

Ha dello straordinario, infatti, ciò che è accaduto giorni fa ad Orlando, Florida. Una ristoratrice, nota un gruppo di persone che fissavano il suo ristorante, allorché, meravigliata, scopre che il suo locale era stato scelto come Pokéstop e cioè, una stazione di rifornimento per i giocatori, che piazzano le esche per  catturare i Pokémon. E’ inutile sottolineare come la donna ne abbia tratto beneficio economico.

 

Julia Voth (R) and April O'Neil (C) look at their phones while playing Pokemon Go on July 13, 2016 at Pershing Square in Los Angeles, California, one of a number of landmark locations across communities in southern California which serving as gathering point for people playing the game.   The location-based augmented reality mobile game was released on July 6th. / AFP / Frederic J. BROWN        (Photo credit should read FREDERIC J. BROWN/AFP/Getty Images)
(fonte FREDERIC J. BROWN/AFP/Getty Images)

 

 

Pensate che questa manovra, ha fatto lievitare i profitti del 75% a Sean Benedetti, manager di una pizzeria a New York.

Visto il successo dell’applicazione, gli sviluppatori della stessa, hanno pensato di “vendere” i Pokéstop al prezzo di 1,17 euro l’ora.

Ma in Italia, costa sta succedendo?

Loris Pagano, ventisettenne della provincia di Ravenna impiegato in un fast food ha trovato, forse, un’occupazione più appagante.

Il suo lavoro, attualmente, è catturare Pokémon per conto di altri e per farlo, chi lo ingaggia deve retribuirlo con 15 euro l’ora. Si, avete letto bene.

Loris, infatti, figura sul sito ProntoPro.it come allenatore di Pokémon. Con 30 euro, si può acquistare tutto il pacchetto che prevede tutti i servizi di un allenatore che dovrà, per altro, covare le uova e conquistare palestre nemiche.

Insomma, un giro di affari vero e proprio che aiuta, specie i ragazzini, ad arrotondare le proprie entrate economiche; ma chi ci guadagna veramente, e c’è da aspettarselo, sono i creatori dell’applicazione e cioè Nintendo e Niantic ed anche Apple che, nell’arco di 2 anni, percepirà da questa manovra ben 3 miliardi di dollari grazie agli acquisti in app che faranno i suoi utenti.

 

 

Fonte cover youtube.com

Ex modella crea i sexy bikini dell’estate

Da modella a designer, Patricia Bedoya crea questo giovane brand di costumi super sexy: PATYMUA.

Linee decise e provocanti, tra bikini, trikini e costumi interi, la nuova linea Patymua ha un design curato nei minimi dettagli e ricco di modelli per soddisfare tutte le esigenze: si chiama Forbidden Kiss.

La collezione si compone di costumi dalle scollature profonde e incroci decisi, bikini con slip a vita alta, con dei richiami fifties, laccetti che avvolgono la vita, volant per i top che regalano volume al seno.

Forbidden Kiss di Patymua verrà presentata alla Fiera Internazionale del beachwear Maredamare 2016, dal 23 al 25 Luglio presso Fortezza da Basso a Firenze.

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Sfoglia la gallery con i modelli di costumi Patymua:




 

 

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Zara nella bufera. L’illustratrice Tuesday Bassen denuncia il marchio

 

Bufera non solo mediatica in quel di Zara.

Il colosso spagnolo della moda, è infatti accusato di rubare, per così dire, le illustrazioni altrui, trasmigrandole con fugace velocità nelle sue collezioni.

A lanciare questo monito/accusa, è l’illustratrice americana Tuesday Bassen che utilizza la piattaforma Instagram per “sbugiardare” il marchio.

Come ha dichiarato la ventisettenne illustratrice californiana, il presunto caso di plagio ai danni del suo lavoro, è stato reso noto ad un legale che provvederà a richiamare Zara.

 

 

Il post di denuncia di Tuesday Bassen apparso sul suo profilo Instagram. Fonte immagine Tuesday Bassen IG)
Il post di denuncia di Tuesday Bassen apparso sul suo profilo Instagram. Fonte immagine Tuesday Bassen IG)

 

 

La risposta del marchio, però, non si è fatta attendere: “La mancanza di tratti distintivi, rende molto difficile quantificare la parte di popolazione che associa i disegni in questione a quelli di Tuesday Bassen”, hanno fatto sapere dall’ufficio stampa.

Ma un’assomiglianza, come tutti potranno notare, c’è è come e non solo associando i disegni di Tuesday con quelli proposti dalla griffe low cost.

Sbirciando in rete, infatti, diverse sono le analogie che legano i disegni di Zara, con marchi oramai affermati nel fashion biz ma, come tutti ben sapranno, basta anche solo un tratto modificato, per non incorrere alle accuse infamanti di fake e uscirne indenni da ogni calunnia.

Come terminerà la bagarre tra le due parti, non possiamo ancora saperlo, ma se è vero che l’ispirazione percorre una strada lunga per essere rielaborata, in questa occasione, il percorso è stato, molto probabilmente, “accorciato”.

 

 

Fonte cover Twitter

 

 

Christian Louboutin veste gli atleti della nazionale cubana a Rio

Cosa  lega  Christian Louboutin alla moda? Certamente  il color rosso! che esso sia legato alla sua celeberrima suola o ad un capo d’abbigliamento,la firma del noto stilista di scarpe, si tinge di tonalità scarlatta.

 

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E’ notizia, infatti, che Louboutin disegnerà per l’e-commerce sportyenri.com, le uniformi della squadra olimpica di Cuba, in occasione delle Olimpiadi che si terranno a partire dal 5 agosto prossimo a Rio de Janiero.

I capi, che verranno indossati dagli atleti durante l’evento solo per alcune occasioni (una di queste, durante la  cerimonia finale), rivisitano l’heritage cubano, ponendo l’attenzione sull’eleganza e sul lusso, ben conciliati a loro modo, con l’idea di un’uniforme sportiva.

 

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Le calzature, semplici sneakers o le meglio conosciute slip on modello Naza Star, sono state create per abbinarsi ai capi, quest’ultimi confezionati in un atelier di Parigi, che presentano una linea ben strutturata, che definisce, shorts, pantaloni e blazer multi tasche, con l’effige della bandiera cubana.

 

 

Fonte immagini christianlouboutin.com

L’arte visionaria di Carla Mura

Visionaria, eclettica, creatrice di un’arte primordiale e moderna, intensa e affascinante: nell’opera di Carla Mura innumerevoli sono le suggestioni e i riferimenti ad un mondo interiore ricco di pathos. Rimandi onirici nei pattern cromatici, virtuosismi e visioni sfocate e cesellate in una realtà ricostruita attraverso percezioni visive.

Lunghi capelli biondi su un viso pulito e su uno sguardo trasparente, la sensibilità dell’artista Carla Mura ci porta in astrazioni caleidoscopiche attraverso mondi sommersi e intarsi che tradiscono un mondo interiore pregno di spunti. Autentica, spontanea, libera da ogni forma di costrizione, la tecnica dell’artista l’ha resa illustre rappresentante dell’arte moderna, esponente di spicco della corrente aniconica contemporanea e artefice di opere versatili e poliedriche.

Nata a Cagliari nel 1973, Carla Mura inizia a dipingere nel 1998, dopo avere mosso i primi passi nell’ambito pubblicitario. Dopo appena pochi anni di attività arrivano le prime mostre ed esposizioni, dapprima nella sua terra d’origine, la Sardegna, e poi nel resto d’Italia e all’estero, dove la sua arte ottiene numerosissimi riconoscimenti. Nomi illustri tra i curatori, da Luca Beatrice ad Alessandro Riva. Non si contano gli attestati di ammirazione alla sua opera, apprezzata da Achille Bonito Oliva, Enzo Cucchi, Alberto Biasi, Ferruccio Gard, Giosetta Fioroni. Successivamente la giovane artista si trasferisce a Roma, dove vive e produce opere per dieci anni, per poi spostarsi in Veneto, sua residenza attuale.

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Un ritratto di Carla Mura


carla mura olà fucsia serie metropoli, filo di cotone su legno cm 80 per 80
Olà fucsia, serie Metropoli, filo di cotone su legno, cm 80 x 80


carlamura I-pappagalli filo di cotone su tela 50 x 50
I pappagalli- filo di cotone su tela, cm 50 x 50


carlamura container filo di cotone su legno cm 60 per 60
Container- Filo di cotone su legno, cm 60 x 60


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Politica- Filo di cotone su tela, cm 50 x 50


Audacia, sensibilità e sperimentazione costituiscono il fil rouge del suo lavoro, a partire dall’uso di materiali innovativi, tra cui il filo di cotone. L’amore per questo materiale nasce nel 2001, quando Carla si trova a Roma e il suo occhio vinne catturato da una rocca di filo ecru, trovata per caso in un mercato di antiquariato. L’artista si avvicina istintivamente alle nuove possibilità offerte dall’inedito materiale, mixandolo dapprima con acrilico, per poi prediligerlo ed ergerlo quasi a sua controfigura: l’artista si riconosce pienamente nel nuovo strumento, al contempo delicato e resistente. Carla Mura fiuta immediatamente le immense potenzialità del nuovo materiale, che si pone al centro della tecnica spontanea che sta alla base delle sue opere, insieme a supporti che variano dalla tela al legno, dal marmo alle pietre, dal travertino fino al plexiglass. Incroci, intarsi, nodi e grovigli ineluttabili, ghirigori estetici e ardite geometrie per composizioni astratte e libere da ogni schema, sequenze delineate solo dall’istinto dell’artista; caleidoscopiche trame di un disegno di cui solo lei, indomita e ribelle, sa tessere le trame e detiene la verità ultima. Libere interpretazioni di un disegno astratto ed indecifrabile, che si aprono talvolta in suggestioni metropolitane: è da scorci come finestre socchiuse che si intravede l’infinito, astrazioni grazie alle quali lasciare a briglia sciolta la fantasia per spiccare in voli pindarici che solo l’artista, deus ex machina della situazione, può controllare, forte del suo genio, iconoclasta della pittura e vestale di una mistica fatta di codici segreti e primigeni.

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Ponte- filo di cotone su tela, cm 70 x 70


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Entourage- filo di cotone su tela, cm 60 x 60


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Carla Mura nasce a Cagliari nel 1973 (Foto: Facebook)


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L’innovazione e la sperimentazione della sua arte, grazie a materiali poveri come il filo di cotone (Foto: Facebook)


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Tantissimi i riconoscimenti ottenuti a livello nazionale ed internazionale per Carla Mura (Foto: Facebook)


Visionaria e sperimentatrice, la sua arte travalica l’uso dei tradizionali mezzi pittorici per avvalersi magistralmente di materiali poveri: ed è proprio grazie al pregiato filo di cotone, cifra stilistica delle sue opere, che l’artista Carla Mura si è imposta sulla scena artistica internazionale grazie alla grande riconoscibilità delle sue opere, che costituiscono un unicum stilistico intriso di suggestioni arcaiche e di una sensualità primordiale. Carla Mura tesse le trame di un canto antico che sembra risuonare nei meandri della psiche, un’eco misteriosa e affascinante che attraverso percezioni tattili ci prende per mano riuscendo a vincere il caos della retorica e della realtà.

Ma nelle sue opere non c’è solo questo: attraverso una sapiente opera di creazione, il genio artistico forgia una nuova visione del mondo. Gli stessi titoli di molte delle sue opere rimandano sovente al mondo dell’architettura – Windows, Light, Margine, Il palo, Container, La casa azzurra, Metropoli ecc. Il colore gioca altresì un ruolo fondamentale nella metamorfosi di codici tradizionali che vengono radicalmente rivoluzionati dai fili di tessuto di cotone, i cui riflessi cangianti creano caleidoscopici giochi di luce.
Corde e sfumature che trascendono quasi in pittura: ricorda quasi una tela espressionista il colore che si deposita a sprazzi. Visioni istintive ed immaginazione, ma anche un velo di sofferenza dietro la sua opera. Tante le combinazioni di colori, dal bianco e nero iniziale l’eclettica artista si è aperta ad un uso generoso della tavolozza, per opere uniche.

I colori vivi dell’Africa e la maestria della sartorialità italiana in una capsule: Roberto Botticelli by Defustel

L’unione fa la forza, dice un vecchio proverbio italiano – lo crede anche Roberto Botticelli, leader nella storia delle calzature made in Italy, che decide di continuare la sua collaborazione con il blogger Ndjoko Defustel.

Nasce così una collezione che mixa con equilibrio la classe del marchio Roberto Botticelli con l’estro del brand ambassador Defustel: un tripudio di colore e modernità, delle calzature per un businessman che non vuole rinunciare alla freschezza e alle nuove mode.

La collezione si compone di 5 modelli differenti per materiali, forme, stampe e colori.
Per i modelli sportivi l’attenzione cromatica si è concentrata sui toni del rosso e vermiglio.

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Per l’universo casual chic, Defustel ha pensato all’uomo elegante che predilige forme classiche ma che non rinuncia a materiali e colori sviluppati in modo unconventional ed ha scelto l’intramontabile mocassino con rivisitazioni contemporanee.

Una “frangetta” importante, in contrasto colore, personalizza la calzatura evergreen, modello simbolo della maison marchigiana.

Questa calzatura –  dichiara Ndjoko Defustel – “ rappresenta l’emblema della sartorialità italiana, dei gentlemans che sperimentano le contaminazioni della moda senza mai perdere il loro stile” .

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Colore, colore e ancora colore, nella collezione di un grande sodalizio: Roberto Botticelli e Defustel.
Il blogger internazionale ha portato tutta l’energia e i colori della sua terra, si è lasciato ispirare dalla sua grande passione: la musica. Pop, jazz, gospel ed africana, danzano insieme e prendono forma in un elemento importantissimo per l’outfit maschile: la scarpa.

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L’esperienza indiscussa del brand marchigiano e la forza e la determinatezza di idee innovative, ci dicono quanto, in questo momento storico, moda e canali di comunicazione hanno quasi necessità di unirsi.

I social network sono il nuovo specchio dove leggere gli interessi delle masse e aiutano i marchi a comprendere dove virare, in quale fetta di mercato.

La capsule Defustel è stata presentata alla settimana della moda milanese presso la prestigiosa show-room in Via Senato 45.

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