Nicolas Ghesquière starebbe lasciando Louis Vuitton?

Potrebbe essere vicino, l’addio di Nicolas Ghesquière da maison Louis Vuitton.

La notizia, attualmente smentita dai diretti interessati, è stata lanciata dall’agenzia di stampa Reteurs, che annuncia la dipartita lavorativa dello stilista, prevista per il prossimo ottobre e cioè subito dopo la presentazione della collezione ready to wear primavera/estate 2017.

Ancora ignote le cause del divorzio (semmai venisse confermato in seguito dai diretti interessati), ma sembrerebbe che Bernard Armault (imprenditore francese e proprietario di LVMH), sempre secondo Reteurs, abbia già deciso il nome del successore che figurerebbe nella persona di Jonathan Anderson, attualmente legato a maison Loewe.

Per conoscere l’evoluzione della storia, dovremmo attendere, dunque, ancora un paio di mesi ma visto il grande successo che Nicolas Ghesquière ha conquistato in Louis Vuitton, tutto porterebbe a credere che si tratti di una news inesatta.

Scopri la collezione autunno/inverno 16-17 cliccando qui di Nicolas Ghesquiére cliccando qui.

 

 

Fonte cover louisvuitton.com

 

 

Peter Copping lascia Oscar de la Renta

Il marchio Oscar de la Renta, resta orfano del designer Peter Copping.

In una nota emessa dalla stessa azienda, si comunica, infatti, che lo stilista inglese ha abbandonato la sua poltrona (occupata dal 2014 dopo la scomparsa del fondatore della griffe n.d.r.), per motivi personali, attualmente non specificati. “Dopo due anni meravigliosi”- ha fatto sapere Copping – “ lascio Oscar de la Renta e ritorno in Europa per ragioni meramente personali”.

 

(Fonte immagine vogue.co.uk)
(Fonte immagine vogue.co.uk)

 

(Fonte immagine vogue.co.uk)
(Fonte immagine vogue.co.uk)

 

 

Copping, che al suo esordio in Oscar de la Renta si disse emozionato per questo nuovo ruolo, promettendo agli estimatori della maison di proseguire l’essenza estetica del marchio, lavorò precedentemente per Lousi Vuitton con Marc Jacobs, Sonia Rykiel e  Nina Ricci, maison di cui divenne direttore creativo.

 

(Fonte immagine vogue.co.uk)
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(Fonte immagine vogue.co.uk)
(Fonte immagine vogue.co.uk)

 

 

Le sue creazioni, iper femminili e garbate, seguivano il lascito di Oscar de la Renta: abiti sartoriali e sofisticati, creati per una donna altrettanto raffinata.

Solo per il momento, sarà il team interno a creare la prossima collezione e si attende, perciò, la nomina del nuovo direttore creativo che verrà eletto fino a data da destinarsi.

 

 

 

Fonte cover fashionista.com

Lo stile di Bianca Brandolini D’Adda

Bionda, bella e blasonata, Bianca Brandolini D’Adda è una delle it girl più amate. Classe 1987, esperienze da modella in curriculum, grazie al suo stile sofisticato e fresco la giovane socialite si è imposta come una delle icone d’eleganza contemporanee. Nelle sue vene scorre sangue blu, dal momento che Bianca è figlia della Principessa Georgina de Faucigny-Lucinge et Coligny e nipote dell’indimenticabile avvocato Gianni Agnelli.

Balzata agli onori delle cronache per la sua storia d’amore con Lapo Elkann, è poi stata scelta come musa da Dolce & Gabbana, prestando il volto a numerose campagne pubblicitarie del brand. Successivamente la sua carriera da modella è decollata, e tante sono state le collaborazioni illustri, da Sergio Rossi a Cartier.

Il suo stile eclettico e moderno coniuga l’eleganza effortlessy-chic della giovane rampolla ad un tocco di modernità. Attrice e designer (ha firmato una linea di costumi da bagno per Osklen), Bianca Brandolini D’Adda non smette di incantare per la sua bellezza.

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La socialite è nata nel 1987 da una famiglia aristocratica


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Bianca Brandolini D’Adda in Dolce & Gabbana, di cui è stata testimonial (Foto: Cosmopolitan)


Altezza svettante su un fisico atletico, lunghi capelli biondi e sorriso da copertina, il suo stile è versatile e accattivante. Influencer ed icona contemporanea, la vediamo nei front row delle sfilate più importanti e negli eventi più esclusivi. Tante le cover ottenute, grazie ad una fotogenia unica.


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Animalier e tocchi couture nello stile della it girl


Bianca Brandolini D'Adda attends the Costume Institute Benefit at The Metropolitan Museum of Art May 7, 2012, celebrating the opening of Schiaparelli and Prada: Impossible Conversations.  AFP PHOTO /  TIMOTHY A. CLARY        (Photo credit should read TIMOTHY A. CLARY/AFP/GettyImages)
Sfarzo e opulenza nell’outfit sfoggiato da Bianca Brandolini D’Adda (Photo: TIMOTHY A. CLARY/AFP/GettyImages)


Compongono il suo guardaroba camicie fluide e pantaloni skinny, ma anche capi da gran soirée: quando non veste Dolce & Gabbana, la bionda socialite apprezza le stampe patchwork e le sovrapposizioni. Largo ad un animalier rivisitato e a maxi gonne dal mood Seventies, che la bella Bianca indossa con sandali flat. Bellissima ed acqua e sapone in total white, la giovane it girl alterna sapientemente un’eleganza gipsy a suggestioni couture. La classe non è acqua, ça va sans dire.


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Lo stile di Kate Middleton

Calvin Klein. Raf Simons sempre più vicino alla griffe

Potrebbe essere Raf Simons, il nuovo direttore creativo di Calvin Klein.

Le voci oramai si rincorrevano da tempo e pare, da prime indiscrezioni, che il designer belga stia attendendo i termini di scadenza del contratto di non concorrenza che lo vede legato a maison Dior fino alla fine di luglio, per approdare come stilista per la griffe statunitense.

 

Raf Simons lasciò la poltrona di Dior nell'ottobre 2015 (fonte immagine vogue.co.uk)
Raf Simons lasciò la poltrona di Dior nell’ottobre 2015 (fonte immagine vogue.co.uk)

 

 

La news è giunta dal sito wwd.com che riporta come fonte attendibile lo stesso fondatore del marchio, Calvin Klein, che ha rilasciato un’intervista telefonica annunciando l’ingresso di un nuovo direttore creativo a partire da agosto 2016.

Il fortunato erede dell’ambitissima poltrona lasciata vacante dopo l’addio di Francisco Costa e Italo Zucchelli, curerà le linee uomo e donna, gli accessori, le fragranze, l’intimo e il jeans.

Sempre secondo il sito, l’ingaggio di Raf Simons si aggirerebbe intorno ai 20 milioni l’anno.

 

 

Fonte cover justfashionmagazine.com

 

Swarovski Collective 2017: annunciati i nomi degli 11 finalisti

Rosie Assoulin, Faustine Steinmetz, Emilia WicksteadSadie Williams, Tome, Wanda Nylon, Creatures of the Wind, Anne Sofie Madsen, AaltoArthur Arbesser e  Vivetta, sono gli undici designer che Nadja Swarovski  e la giuria presente, ha selezionato per il programma Swarovski Collective 2017 (fondato nel 1999 da Alexander McQueen, Nadja Swarovski e Isabella Blow n.d.r.), di Swarovski.

Ai finalisti, verrà concesso il supporto di un programma di mentoring di 12 mesi, un aiuto finanziario ed, infine, i cristalli Swarovski da utilizzare esclusivamente per le loro personali collezioni primavera/estate 2017 (che verranno presentate in occasione delle settimane della moda di Milano, New York, Parigi e Londra) e autunno/inverno 17-18.

Inoltre, nel giugno 2017, uno tra i designers selezionati riceverà un premio pari alla somma di 25.000 euro, da utilizzare per lo sviluppo del proprio brand.

Quella di Swarovski, è una nobile iniziativa concepita per supportare i giovani marchi che si apprestano ad affermarsi nel mondo della moda.

Con Swarovski Collective, infatti, i talenti del fashion trovano terreno fertile per coltivare la loro creatività.

 

 

 

Fonte cover wwd.com

Karl Lagerfeld ti customizza le sneakers

Tutte le fashioniste sono chiamate all’ordine da Karl Lagerfeld.

L’eclettico designer tedesco, sfida le clienti del suo omonimo brand e le invita a customizzare (o kustommizzare come riporta il sito karl.com) le sneakers che saranno poi trattate entro sei settimane, dal team creativo di Kaiser Karl.

 

Un esempio di customizzazione del servizio Karl Kustomize
Un esempio di customizzazione del servizio Karl Kustomize

 

 

Un disegno Karl Lagerfeld  (fonte teejnepomuceno.com)
Un disegno Karl Lagerfeld (fonte teejnepomuceno.com)

 

 

La scarpa, da un valore iniziale di 350,00 euro, potrà essere personalizzata in soli pochi “passi”. E’ possibile, infatti, modificare i merletti o la suola oppure i pannelli laterali o le decorazioni. Scelto il tipo di materiale (per i pannelli laterali, ad esempio, è possibile scegliere tra croco, glitter, metallico, nappa, vernice, pitone velluto e watersnake), si passa infine alle iniziali da inserire sulla linguetta e alla scelta del numero.

La vostra customizzazione  potrebbe far lievitare il prezzo fino a 3.500 euro, ma chi potrebbe mai sottrarsi ad una Karl Lagerfeld personalizzata?

 

 

 

Fonte cover grazia.fr

A. I.: l’artigianalità è di scena ad Altaroma

Si è conclusa nei giorni scorsi Altaroma. Come di consueto occhi puntati su A.I., Artisanal Intelligence, da anni tappa fondamentale ed imperdibile nell’ambito dell’haute couture capitolina. La manifestazione, nata allo scopo di promuovere la creatività contemporanea, unisce mirabilmente arte, artigianato e moda, con particolare attenzione al made in Italy ma aprendosi anche ai talenti internazionali. Fucina di talenti e crocevia culturale, A.I. è un progetto unico nel panorama del fashion biz contemporaneo, che, attraverso un itinerario che abbraccia gallerie, luoghi d’arte e atelier d’autore, sottolinea la bellezza imperitura della Città Eterna andando a scoprirne vicoli inusitati in cui la vocazione alla manualità è ancora fortemente radicata.

È un Grand Tour quello che è stato presentato nell’edizione appena conclusasi: a 200 anni dalla pubblicazione di “Viaggio in Italia” di J.W. Goethe designer, artigiani ed artisti si sono confrontati interpretando lo stesso tema attraverso visioni oniriche e stili multiformi. Il topos del viaggio in Italia è stato sviluppato attraverso mostre ed installazioni in cui l’arte è stata protagonista indiscussa. Presente e passato si intersecano in giochi caleidoscopici, mixando la tecnologia dei pixel alle tessere di un micromosaico dal gusto classico. Tema cardine nella letteratura, il Bildungsreise costituisce da sempre esperienza fondamentale per la costruzione del proprio Io: impossibile non fare tappa nel Bel Paese, con le vestigia romane, le ville palladiane o gli scavi di Pompei: la bellezza italiana rivive nelle testimonianze lasciateci da H. C. Andersen, Goethe, il barone di Montesquieu e Charles Dickens, fino al cinema, che trova illustri esponenti in Rossellini, James Ivory e la sua “Camera con vista” e Peter Greenway. Il Grand Tour come ricerca intima dentro di sé è il tema su cui si sono misurati artisti viaggiatori, per una moda errante e vagabonda, pregna di un suggestioni etniche e di elementi che creano un melting pot culturale. Esplorazione e cronaca si snodano attraverso un percorso affascinante ed intenso che unisce accessori, gioielli e collezioni di designer provenienti da tutto il mondo, uniti dal comune denominatore dell’amore per l’Italia.

Tra i designer esposti l’ungherese Boglàrka, formatosi all’Accademia di Belle Arti di Roma e alla Moholy Nagy di Art and Design di Budapest con una tesi su Roma; Celeste Pisenti e Stefano Russo, autori della “Chimica Romantica”, un progetto composto da abiti, accessori e immagini che uniscono la moda a discipline quali la scienza e la filosofia. Non sono mancati nomi dell’eccellenza del Made in Italy, come lo storico Lanificio Cesare Gatti. I tesori di Roma sono stati al centro dell’opera di Gergei Erdei, che le ha riprodotte attraverso nuance e giochi cromatici per riprodurre il guardaroba ideale di un viaggiatore dandy del XIX secolo.

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Gergei Erdei protagonista dell’ultima edizione di A.I.


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Il topos del viaggio è stato al centro di A. I.


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L’installazione firmata Maria Sole Ferragamo


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La gorgiera rivisitata attraverso lo stile di Maria Sole Ferragamo


Geniale la creatività di Haetts, cappellai olandesi che hanno sposato la filosofia eco-friendly utilizzando per i loro copricapi crochet e fibre naturali, riproducendo fedelmente alcuni modelli settecenteschi. Lusso e femminilità allo stato puro nelle scarpe di Manfredi Manara. Nato a Monaco nel 1990 da madre argentina e padre italiano, formatosi al London College of Fashion, il suo universo femminile riporta in auge un lusso evergreen che rivendica l’artigianalità attraverso l’uso di elementi inusuali quali le passamanerie. È stata poi la volta di Maria Sole Ferragamo, protagonista di “Eppur si muove”, un progetto fortemente voluto dalla giovane creativa laureata in Architettura ed erede di una delle famiglie più importanti della storia della moda italiana. I suoi accessori ricalcano fedelmente elementi rinascimentali, come gorgiere e crinoline, ma anche gabbie naturali che, attraverso un sapiente gioco di intrecci e geometrie in pelle, circondano ed esaltano il collo ed i fianchi.

Period Features Brand nasce dall’estro dello stilista giapponese Masakatsu Tsumura, artista e designer rimasto fortemente affascinato dall’arte della tessitura a mano, che ha conosciuto durante un viaggio in India. Anche qui largo ad un uso massiccio di materiali ecosostenibili per forme contemporanee. La cappa, celebre capo passepartout nel guardaroba di ogni viaggiatore che si rispetti, viene rielaborata da Maria Federica Bacchiddu di Theodora Bak. La creatività artigiana si snoda poi attraverso i micromosaici e nelle installazioni di Ophelia Finke Art Catlin, artista ed antropologa che traduce i ricordi psicologici in grandi “disastri onirici” fatti di assemblaggi completamente bianchi di cose.

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Le suggestioni etniche di Boglàrka


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Le vestigia romane rivivono in Roman Micromosaic


A.I. Artisanal Intelligence nasce da un progetto firmato Clara Tosi Pamphili ed Alessio de Navasques. Laureatasi in Architettura a Roma con Giorgio Muratore, storica della moda e del costume, Clara Tosi Pamphili ha al suo attivo numerose mostre e pubblicazioni. Da anni svolge attività di ricerca delle arti applicate alla moda, vantando collaborazioni con le più importanti sartorie teatrali e di moda italiane e internazionali. Dopo aver diretto didatticamente l’Accademia di Costume e di Moda dal 2005 al 2007, ha insegnato Storia del Design di Moda e Tecniche di Ricerca all’Accademia di Costume e di Moda e alla Facoltà di Architettura di Roma Ludovico Quaroni fino al 2011. Attualmente lavora con Altaroma e collabora con il Maxxi e altre istituzioni per la creazione di eventi culturali sulla moda. Alessio de Navasques nasce a Brindisi il 10 maggio 1985. Dopo aver conseguito la maturità classica inizia subito la sua attività di scouting, partendo dallo showroom di famiglia ed appassionandosi a tematiche quali il recycling e il vintage. Amante della contaminazione tra le arti, in particolare Arte e Moda, si trasferisce a Roma, dove studia architettura e diviene curatore indipendente di mostre che riscuotono enorme successo, a partire dalla creazione del museo D’Annunzio Segreto, che raccoglie il guardaroba del famoso scrittore. Il duo continua a macinare successi.

(Tutte le foto sono di Andrea Buccella)


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Prova costume: è scoppiata l’ab crack mania

Come ogni anno è arrivata la fatidica prova costume, il momento per cui ci prepariamo da tempo allenando il fisico. Dimenticate la “tartaruga” e gli addominali scolpiti a cui eravamo abituati: l’estate 2016 verrà infatti ricordata per l’ab crack, il nuovo trend sfoggiato sui social da modelle e starlette.

Ma di cosa si tratta esattamente? L’ab crack è la linea verticale che divide la muscolatura addominale, dalla parte inferiore del décolleté fino al ventre, ottenuta solo dopo ore ed ore di intenso allenamento in palestra.

Ed è ancora una volta la splendida Emily Ratajkowski ad inaugurare la nuova tendenza, sfoggiando sul suo profilo Instagram nuove foto in cui la bellezza mozzafiato della top model viene messa in risalto dai suoi addominali perfetti.

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La bellissima Emily Ratajkoswki sfoggia l’ab crack sul suo account Instagram


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La top model immortalata l’anno scorso nella Costiera Amalfitana (Foto: Instagram)


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La Ratajkowski è stata apripista del nuovo trend estivo (Foto: Instagram)


Già lo scorso anno la modella era apparsa in alcuni scatti hot sulla costiera amalfitana sfoggiando la moda fitness che vuole l’addome con la riga. Ma quest’anno non sarà la sola: tantissime sono infatti le modelle che hanno sfoggiato il nuovo trend, da Stella Maxwell a Jourdan Dunn, da Bella Hadid alla svedese Nina Agdal, la nuova fiamma di Leonardo Di Caprio.

Non solo un regime alimentare sano dietro l’ab crack ma ore di duro allenamento sono necessarie per ottenere quella linea verticale tra l’ombelico e il seno, che divide quasi simmetricamente i due quadranti dell’addome. Un’ulteriore celebrazione della magrezza più estrema, per la nuova moda sfoggiata dalle star. Sembrano ormai assai lontani i tempi in cui la burrosa Marilyn incarnava l’ideale di perfezione femminile, sfoggiando orgogliosamente in spiaggia le sue curve prorompenti. Resta da chiedersi se cavalcare o meno la nuova tendenza.

(Foto cover Elle.com)

Apre in Italia Climber B.C., nel cuore di Milano

Nel cuore di Milano Via Borgonuovo al 12 in un palazzo prestigioso ha aperto il nuovo show-room CLIMBER B.C. –  luogo ideale per presentare ai clienti le collezioni CLIMBER B.C.. Uno spazio per avvicinarsi al cliente, per organizzare incontri a tema, per le presentazioni e gli incontri con la stampa.

CLIMBER B.C. è un marchio che fa parte del Gruppo CUNO, una holding Turca;I fondatori del marchio sono i quattro fratelli Samsama, che nel 1985 hanno iniziato la loro attività in un piccolo Atelier partendo da Adiyaman, antica città Turca percorsa dalle rotte de La via della seta e ora patrimonio mondiale dell’Unesco, per eredità culturale.
La contaminazione storica, la loro capacità creativa unita a quella imprenditoriale ha permesso loro di creare il marchio CLIMBER B.C. nel 1995.
Il più visionario dei fratelli, Mithat Samsama, ha presentato il marchio a Pitti Uomo 5 anni fa come azione di consolidamento del marchio nel mercato Europeo.

Ora la direzione artistica delle linee CLIMBER B.C e CLIMBER B.C. SARTORIAL Made in Itay, sono curate da Erkan Çoruh, talentuoso creativo che dopo essere stato premiato a Who is on next nel 2010, ha intrapreso , oltre al percorso personale con la linea che porta il suo nome, anche diverse collaborazioni con brand internazionali.
MIGRATION è il tema delle nuove collezioni, un mix di capi di contaminazioni culturali e artigianali, l’unione tra oriente e occidente.

Le linee CLIMBER B.C. sono vendute in oltre 30 paesi, sia in monomarca oltre che nei multibrands.

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“War, Capitalism & Liberty”: la mostra a Roma dedicata a Bansky

E’ l’artista senza volto. L’anonimo della Street Art.

Di Bansky le uniche informazioni frammentarie sul suo conto, riguardano il luogo e la data di nascita, Bristol (Inghilterra), 1974.

Le sue opere sono dissacratorie, pure; raccontano di guerra e di libertà e nascondo un messaggio positivo, colmo di speranze.

 

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La strada, è il suo habitat naturale ed è proprio sui muri delle grandi metropoli (i suoi murales sono apparsi anche in città della Cisgiordania) che molte delle sue opere sono state compiute.

A Bansky, Roma dedica un’esposizione dal titolo “War, Capitalism & Liberty“: una raccolta di 150 opere proveniente da privati, in mostra dal 24 maggio al 4 settembre 2016, presso Palazzo Cipolla nella città capitolina.

La mostra, rivela esponenzialmente, le doti artistiche dell’autore, risaltando il messaggio di stampo politico-sociale che l’artista intende diffondere.

Tra le sue opere più celebri, la seriografia di alcune scimmie che dichiarano: “Laugh Now But One Day I’ll Be in Charge” (Ridete adesso ma un giorno saremo noi a comandare).

La mostra è curata da Stefano Antonelli, Francesca Mezzano e Acoris Andipa.

 

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Per maggiori informazioni:

www.warcapitalismandliberty.org

La collezione di scarpe Rose’s Roses

Originali come i personaggi che le indossano: le scarpe “Rose’s Roses” sono frutto del lavoro di chi la calzatura la conosce bene. Ed è proprio un attore di fama internazionale, con quell’allure stramba e bizzarra, che ordina decine di “pantofole da passeggio” di tutti i colori : parliamo dell’attore statunitense John Malkovich !

E’ Rosa Aiuto la fondatrice del marchio “Rose’s Roses”, con alle spalle una serie di collaborazioni importanti, tra cui spiccano Alberta Ferretti, Jil Sander, Comme de Garcons, Marni

Un background che la porta, nel 1998, a lanciare la sua prima collezione ispirata ai colori che rimangono nella memoria dei suoi viaggi; prodotti rigorosamente made in Italy, curati nei minimi dettagli, per tutti i gusti ma soprattutto che raccontano epoche diverse.

Stivaletti in stile vittoriano, Mary Jane in velluto, tronchetti moderni dal tacco comodo, ogni modello è il frutto di un complesso assemblamento fatto a mano nei laboratori a conduzione familiare.  E quando si mette amore nel proprio mestiere, il risultato si vede !

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