La valchiria di Atelier Versace conquista Parigi

Una valchiria in abito da sera è la protagonista della sfilata Atelier Versace, che ha inaugurato l’Haute Couture parigina. Donatella Versace riporta la maison ai vecchi fasti, proponendo una collezione Primavera/Estate 2016 sofisticata e grintosa.

Atletica, sinuosa, sicura di sé, la donna Versace calca la passerella esibendo una self-confidence fuori dal comune: come una dea, tra drappeggi, spacchi vertiginosi e nude look mozzafiato, esibisce fieramente la propria femminilità e le curve. L’intero défilé è un tributo alla bellezza femminile. E tante sono le bellezze che si alternano sulla passerella, da Irina Shayk a Rosie Huntington Whiteley, da Mariacarla Boscono a Gigi Hadid a Joan Smalls. Testimonial della sfilata è Rita Ora, strizzata in un mini abito arancione, che enfatizza il suo fisico scolpito.

Atelier Versace restituisce alla donna il potere derivante dalla seduzione: la femme fatale che sfila in passerella sfoggia colori vitaminici che esaltano le curve vertiginose. La palette cromatica indugia in nuance fluo, dal giallo fluorescente all’arancio al blu cobalto, alternati al bianco e nero optical. Nude look enfatizzano il corpo attraverso sapienti cuciture e intrecci strategici: i virtuosismi non si contano, tra reti traspiranti e lacci bondage, per capi ad alto tasso di seduzione. Come una ragnatela, piccoli spiragli di pelle vengono lasciati sapientemente in vista, mentre lunghi abiti da sera in georgette di seta svolazzante conferiscono alla donna un’allure da diva. Colori accesi anche per i mini dress, mentre i bustier enfatizzano le curve femminili. Una haute couture che si ispira all’atletica e alle uniformi degli sportivi, riuscendo contemporaneamente ad enfatizzare la femminilità. Tra i materiali usati spicca su tutti il silicone, tra micropaillettes e giochi cromatici.

Nel front row della sfilata spiccano illustri colleghi designer, da Alexander Wang ad Anthony Vaccarello, che cura la linea Versus, fino a Riccardo Tisci, che ha recentemente scelto Donatella Versace come testimonial Givenchy.

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Da Schiaparelli il pranzo è haute couture

Tavole imbandite, tovaglie, piatti e porcellane, e, ancora, ortaggi e vivande di ogni tipo fanno capolino da lunghi abiti da sera in impalpabile chiffon di seta. Gusci di uova decorano tailleur bianchi dalle proporzioni a trapezio, in pieno stile anni Swinging Sixties, tra shift dress e stivali. La collezione haute couture Primavera/Estate 2016 di Schiaparelli incanta Parigi, tra ironia e suggestioni surrealiste.

Una sfilata all’insegna dell’originalità, che ha visto un inedito mix di spunti variegati. Il risultato sfiora la genialità, tra fiori e piante che sbucano da tailleurini bon ton, ed altri elementi floreali che decorano lunghi abiti da dea, in cui farfalle volano tra drappeggi e ricami. Eleganza nelle maxi gonne plissettate che completano bluse con fiocco, e dolcezza quasi infantile nelle stampe. Ricami traforati e crochet avvolgono abiti da gran soirée, mentre sul candido bianco di tailleur e lunghi abiti compaiono posate e servizi di argenteria. Il direttore creativo della celebre maison di alta moda, Betrand Guyot, celebra la gioia e l’eleganza dell’atto del nutrirsi, tra uova a la coque e teiere.

Un mood di ispirazione vagamente provenzale, nei tessuti che ricordano le tovaglie, si arricchisce di elementi surrealisti, quali aragoste, conchiglie, cuori e labbra. Colpisce la ricercatezza di ogni dettaglio, fino alle scarpe, i cui tacchi rappresentano i baccelli dei piselli, ma in chiave 3D. Ironia protagonista assoluta di questa sfilata, insieme alla gioia di vivere insita nel cibo, come la stessa Elsa Schiaparelli affermava nel lontano 1954. Un ricettario illustrato di sofisticata eleganza, nelle stampe caleidoscopiche ispirate a Louise Bourgeois, mentre le aragoste omaggiano la celebre collaborazione tra la couturier e Salvador Dalí, che risale al lontano 1937.

Nel front row dell’apprezzatissimo défilé spiccano nomi del calibro di Carla Bruni Sarkozy, Michelle Yeoh, Christian Louboutin, Olivia Palermo, Kate Bosworth e Daphne Guinness, ma anche Pier Paolo Piccioli e Maria Grazia Chiuri, i direttori creativi di Valentino. La palette cromatica predilige tanto bianco, ma anche i toni del giallo e dell’arancio, che vengono sublimati in stampe e fantasie di ispirazione culinaria, per una sfilata tra le più apprezzate.

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Giambattista Valli incanta l’Alta Moda parigina

Applicazioni di ruches, fiori che si animano, abiti principeschi che ci invitano a sognare ancora, perché non è mai troppo tardi per farlo.

Giambattista Valli deve tanto a Parigi e a questa città dedica la collezione Haute Couture primavera/estate 2016. Risveglia la sua creatività come i fiori dei favolosi giardini de La Ville Lumière, in primavera. Si lascia guidare dai suoi germogli colorati e turgidi e noi quasi ne percepiamo i loro profumi.

Così occorre lasciarsi avvolgere dall’aurea romantica e misteriosa dei  giardini di Bagatelle, Palais Royal, Luxemburg e Tuileries  per “raccontare quelle fioriture impressioniste che hanno ispirato tanta arte”, spiega il designer.

Valli è il virtuoso dell’Haute Couture. È generoso nel donare agli altri, attimi di pura magia. Le sue creazioni sono teatrali, imponenti ma leggere come nuvole al contempo. Metri e metri di organza imbastita e cucita sapientemente, cristalli lucenti che riflettono la preziosità delle sue creazioni.

Mantelle con chiusura gioiello, pizzi generosi, maniche sbuffo impreziosite da mughetti, peonie e margherite. Abiti cocktails con rose che scivolano a tutta altezza e reti fantasiose che imprigionano i boccioli. Lo stile impero rivive nell’abito in seta e organza rivestito completamente da corolle da mille colori.

L’abilità creativa del designer romano esplode negli abiti da ballo in organza che disegnano una naturale  linea ad A e che riflettono l’incontrovertibile bellezza di questa collezione.

Tanto di cappello, “Giaba”.

 

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Pitti 89, le nuove tendenze

Firenze, PITTI IMMAGINE 89, Gennaio 2016 – Modernità ed eleganza sono le parole chiave della collezione A/I uomo 2016-17 Cruciani, presentata dalla maison umbra nel quartier generale della moda maschile, a Pitti Immagine 89.


La nuova collezione di pregiatissimi filati è pura celebrazione dell’uomo metropolitano contemporaneo, che unisce praticità e gusto e ama l’abbigliamento haute de gamme, sofisticato ma confortevole, a volte persino cocoon.


La prossima stagione Cruciani si declina in forme classiche e senza tempo come lo scollo a V e il collo alto, ma tornano protagoniste anche le giacche in maglia, scivolate e destrutturate, simbolo della maison: un vero passe par tout adatto al business e al tempo libero, per chi ama la praticità ma non vuole rinunciare all’eleganza. Le vestibilità sono slim e ultra leggere, i maglioni peso piuma e sembrano lavorati ai ferri ma vestono il corpo come un velo.


Grande importanza è riservata anche ai capispalla, preziosi parka di cashmere con inserti borchiati, montoni e piumini che accontentano anche gli stili più moderni. Nella filosofia contemporanea del prossimo Autunno-Inverno Cruciani trovano infine spazio anche unicità e originalità, che passano attraverso i pantaloni realizzati con tessuti tinti in capo e camice a fiori tono su tono.


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La collezione è realizzata con i materiali più preziosi, cashmere, cashmere seta, merinos, fino a Baby alpaca e Davos, un filato esclusivo composto di lana e cotone ma leggermente elastico, caratteristica che rende il capo di maglieria assolutamente inalterabile e quasi eterno, un vero patrimonio di eleganza e lusso da tramandare.


Cruciani, punta di diamante della moda 100% Made in Italy, si distingue per le lavorazioni esclusive come punto cravatta, jacquard, lussuose e complicatissime trecce, e per la sua filosofia eco-sostenibile, un percorso iniziato negli scorsi anni e che la maison porta avanti con convinzione e consapevolezza, utilizzando in prevalenza tinture naturali.


La palette di colori varia dalle tonalità classiche ed eleganti del blu, del nero e del grigio fino a tocchi inaspettati e chic di bordeaux e ottanio, oltre che ad un esclusiva sfumatura di grigio-verde, una cromia discreta ma sorprendente, che saprà rendersi protagonista di ogni look.


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Florence, PITTI IMMAGINE 89, January 2016 – Modernity and elegance are the keywords for the Cruciani men’s A/W 2016-17 collection, presented by the Umbrian maison at Pitti Immagine 89, the mecca of men’s fashion.


With its highly prized yarns, this new collection is a supreme celebration of the contemporary metropolitan male, who combines practicality and fine taste and loves haute de gamme clothing that’s sophisticated but comfortable, even cocoon-like at times.


Next season, Cruciani opts for classic, timeless forms such as V-necks and high necks, but also back in a big way is the knitted jacket, loose fitting and destructured, a hallmark of the maison, a veritable passe-partout that’s ideal for both work and leisure, for men who love practical clothes but won’t compromise on elegance. Slim and ultra-lightweight, the sweaters are feathery and look hand-knitted and drape the body like a veil.


The outerwear plays a key role. Exquisite cashmere parkas with studded inserts, sheepskins and quilts go perfectly with even the most modern styles. The contemporary philosophy of Cruciani’s next Autumn-Winter collection also embraces uniqueness and originality, as in the trousers made of garment-dyed fabrics and
tone-on-tone floral pattern shirts.


The collection uses highly precious materials like cashmere, cashmere-silk, merinos, and even Baby alpaca and Davos, an exclusive wool-cotton yarn that’s slightly elastic and makes knitwear items absolutely unalterable, almost eternal, a veritable heritage of elegance and luxury to hand down the generations.


On the cutting edge of 100% Made in Italy fashion, Cruciani is renowned for its exclusive patterns, such as tie stitch, jacquards and luxurious, highly intricate cable stitch, and for its eco-sustainable philosophy, which the maison adopted years ago and has been applying with deep conviction and coherence, as in its use of prevalently natural dyes.


The colour palette explores the classic, elegant tones of blue, black and grey but also delights in surprising flashes of chic bordeaux and teal, and an exclusive grey-green nuance, a discreet but unexpected hue that fits beautifully in any look.

C’era una volta lo spettacolo spettacolare di John Galliano per Christian Dior

Vi trasportiamo nella teatralità di cinque sfilate di Haute Couture che, grazie all’estro di Galliano, resteranno per sempre impresse nella Storia della Maison.

Mentre nel 2015 si annuncia la fine dello stile normcore, l’avvento del genderless e un vago ricordo della tendenza hipster, a suon di condivisioni su Instagram e estemporanei video su Snapchat, il ricordo vola all’enfasi e all’aura che circondavano l’universo moda appena qualche decennio fa.
La democratizzazione è in atto e la visualizzazione delle sfilate in HD rende la virtualità un effettivo passepartout per il sistema.
Facendo un passo indietro nel tempo riaccendiamo insieme la tv sintonizzata sui notiziari che ci trasportavano nel fantasmagorico mondo delle sfilate di Haute Couture parigine, legate indissolubilmente all’immaginario iconico di John Galliano per Christian Dior.
Misticismo teatrale e coinvolgimento dei sensi, davanti allo schermo si veniva trasportati in un mondo parallelo fatto di mirabolanti creature in passerella, talvolta grottesche, senza riuscire a distinguere la linea di confine tra effettiva realtà e finzione. Sin dalla produzione scolastica , presso la Central Saint Martins School di Londra, il designer si è ispirato alle arti e alla storia, tanto da ideare, come progetto di tesi, una collezione dedicata agli Incroyables, passata oramai agli annali.
Un imprinting fatto di amore per il costume trasmesso dalla madre, insegnante di flamenco, che amava fargli indossare gli abiti più stravaganti.
Tradizione che Galliano non ha perso nel corso degli anni, infatti, la ciliegina sulla torta di ogni fashion show era la sua uscita in abito da scena.
Annoverato più volte tra i migliori designer britannici, espatriato da Londra a Parigi, prima di approdare a Dior, dal 1997 al 2012, ebbe un’esperienza da Givenchy. La fine della sua carriera presso la Maison francese venne segnata da un video in cui rivelava affinità con l’antisemitismo. Collaborazione troncata e ritorno sulle passerelle solo nel gennaio di quest’anno, con la firma delle nuove collezioni Martin Margiela.
Per rivivere le emozioni epidermiche, di quelle che configureranno per l’eternità come memorabili passerelle di Alta Moda, ecco un excursus esplicativo da portare impresso nella mente:

Il Dior Express attraversa la Cina e il Giappone per un viaggio attraverso le meraviglie dell’Asia e i suoi broccati.

Ispirato dall’ Antico Egitto il couturier porta in passerella il lusso estremo della Valle dei Re estrapolato dai geroglifici e dagli affreschi tombali.

In un giardino in cui rivive l’era edoardiana, tra ricami e trasparenze, si racconta la storia del centenario di Christian Dior reincarnato nella sensualità di suadenti dive.

Trasportati in un feudo medievale, con tanto di labirinto nel castello, Galliano si perde tra moderne Giovanna d’Arco e Carmina Burana.

Un salto in Oriente per raccontare la triste storia d’amore tra Madame Butterfly e il Capitano Pinkerton. Così il New Look di Christian Dior si incastra perfettamente alla tradizione giapponese fatta di origami.