Rani Zakhem torna a sfilare sulle passerelle di AltaRoma all’insegna delloStudio 54, dei colori, dei ricami e della audacia. La palette è una costante mutazione di colori, dal giallo al bluette, che si susseguono negli abiti in organza di seta, chiffon, tulle o raso prezioso.
La donna di Rani Zakhem è una donna coraggiosa che si mette in mostra senza mai essere volgare.
Dopo le sfilate di alta moda autunno-inverno 2017 /2018 della Haute Couture di Parigi, Antonio Grimaldi apre le porte del suo nuovo atelier, presentando la sua collezione nella suggestiva scenografia di Palazzo Besso a Largo di Torre Argentina. la sua proposta è quella di sottolineare forme e pregi della donna.
“Vivo e lavoro a Roma, Palazzo Besso è la mia seconda casa e sono felice di festeggiare l’apertura del nuovo atelier nella Capitale. In questa città sono nato professionalmente e qui ho imparato l’arte della Couture e i segreti dell’alta moda” dichiara Antonio Grimaldi.
L’Accademia Koefia ha presentato una collezione realizzata dai 46 studenti del terzo anno ispirata alla “STRADA”: ai suoi stili, ai suoi ritmi e i suoi artisti circensi di Felliniana memoria. Tema dominante è il Denim che, personalizzato, ricamato, dipinto e mixato con altri materiali, crea un filo conduttore tra le storie raccontate in passerella.
I blue jeans vengono contaminati da preziosi dettagli, accostamenti di tessuti come il tulle, la seta oltre a molteplici trattamenti.
La strada narra, anche oggi, il grande circo della vita e del quotidiano, come quello di Roma: città eterna, amata e maledetta. Un racconto che parla di lei, dei suoi usi e costumi perché, in fondo si sa, tutte le strade portano a Roma.
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ALTAROMA 2017 – NON SOLO ALTA MODA
Continuano le sfilate nella capitale…
Sylvio Giardina presenta la sua collezione autunno / inverno 2018 ispirata allo sconosciuto mondo degli insetti. I tessuti della collezione sono stati disegnatI partendo da una ispirazione geometrica Art Deco con preziosi ricami a filo. Particolare attenzione ai singoli dettagli di ogni abito che richiamavano ali di insetti immaginari, per questo capolavoro Sylvio ha saputo osare ed usare benissimo l’accostammo di tessuti e colori come il velluto, broccato, tulle e organza.
Dopo alcuni anni lontano dalle passerelle Renato Balestra fa il suo ritorno raggiante, nel suo splendido giardino del suo atelier a Roma, presentando la collezione Autunno/inverno 17/18 l’alta moda che gioca sulle trasparenze e sulla sensualità femminile, facendo sentire le donne come delle vere regine.
Per la collezione REWIND autunno / inverno 2018 di Sabrina Persechino, è stato il movimento dell’acqua ad ispirarla, illustrando e interpretando questo fenomeno fisico sulle sue creazioni tramite colori e forme. Collezione che risalta la silhouette femminile in maniera delicata ed elegante.
Figlio di Antonio Marras, Efisio Rocco Marras diventato direttore creativo della linea nel 2007, lancia nello stesso anno come alternativa una collezione più accessibile alla linea del suo fondatore, I’M ISOLA MARRAS la linea contemporary della famiglia. Efisio Marras racconta: “la nuova I’M Isola Marras rappresenterà per le giovani generazioni uno spazio illimitato dove creatività e nuove idee si incontrano”.
La collezione primavera / estate è ispirata a Mathilda Lindo, l’eroina del film Lèeon di Luc Besson e ai manga di Masamune Shirow, presentando diversi pezzi contrastanti e all’avanguardia, creando un mondo dove gli ideali romantici della gioventù incontrano l’estetica punk underground.
Dolce & Gabbana: sfila a Tokyo l’alta artigianalità
Dolce & Gabbana scelgono Tokyo per la loro sfilata dedicata alle Alte Artigianalità: un evento esclusivo, che unisce Italia e Giappone in un affascinante sincretismo culturale, che celebra le rispettive culture e tradizioni. Irriverenti e geniali come sempre, i due stilisti scelgono la futuristica location giapponese per ambientare la sfilata dedicata alle collezioni d’alta moda e alta sartoria: il Giappone diviene set di una serata-evento che ha avuto luogo nella cornice del Tokyo National Museum.
La facciata decorata in un rosa che richiama i ciliegi in fiore, impreziosisce l’evento: in passerella sfilano modelli giapponesi, a celebrare la bellezza del Sol Levante. Domenico Dolce e Stefano Gabbana tornano in Giappone dopo 25 anni di assenza: una tappa obbligata per loro, protagonisti di un tour internazionale che li vedrà presto a Pechino, dove sfilerà una collezione couture creata per l’occasione. In Giappone si celebra la natura, che impreziosisce i capi attraverso ricami, dipinti e fiori veri, indossati nei capelli. Largo ad abiti fluttuanti, sapientemente decorati con cristalli e drappeggi: suggestivo e prezioso il tapestry floreale dal piglio rétro, che si alterna al pizzo evergreen di capi stretti in vita da cinture obi. Pellicce all over si alternano a suggestioni tailoring nella moda uomo: lui indossa gioielli preziosi e stampe botaniche, accanto a capi dalle note sporty-chic.
La collezione, definita dal duo di stilisti “un tributo alla cultura nipponica e alla tradizione italiana”, sfila sulle note di O sole mio, interpretato dalla voce di Luciano Pavarotti. In un tripudio di mandorli in fiore si alternano sul catwalk rimandi alla pittura rinascimentale ed incisioni orientali, opulenza barocca e leggerezza orientale, in un ponte ideale tra Italia e Giappone. “Siamo qui per celebrare la cultura giapponese. Non ci muoviamo da coloni, non dobbiamo insegnare niente a nessuno. Ciò che ci appassiona è mettere la nostra creatività e la nostra fantasia dentro i mondi che scopriamo. È come gettare un ponte che unisce bellezze diverse e lontane. Un dialogo che ci arricchisce a ogni capitolo”, queste le parole dei due designer.
“Stiamo vivendo un momento molto particolare nel nostro mestiere e forse, più in generale, nel mondo della moda”, hanno continuato i due. “Ci sembra di essere tornati indietro, all’inizio della nostra carriera, all’epoca della nascita del prêt-à-porter italiano. In un momento di grande accelerazione e di rivoluzione come quello che stiamo vivendo, però, occorre fermarsi e considerare due fatti. Il primo è che dopo decenni di marketing e finanza, finalmente ci si rende conto che la moda è soprattutto creatività e invenzione. Per questo oggi noi stiamo tornando a investire tutto sul rischio, sulla creatività, sulla nostra autenticità. Sono le conditio sine qua non senza le quali non si va da nessuna parte. La seconda considerazione riguarda la chimera del fenomeno della globalità. Oggi, al contrario, bisogna pensare in modo locale, non globale. Lo scorso anno abbiamo iniziato un cambiamento delle nostre boutique trasformandole in luoghi unici che uniscano l’estetica e la cultura della città dove nascono con le caratteristiche, le storie e le suggestioni del nostro marchio. La standardizzazione, i format tutti uguali non funzionano più. Sta davvero iniziando una nuova fase per la moda e, più in generale, per il mondo intero.”.
Rani Zakhem dedica la sua alta moda a Dalida
Occhi da cerbiatto, grande fascino e una vita tormentata: la cantante italo-francese Dalida, che negli anni ’70 e ’80 ha conquistato i cuori e il titolo di regina di stile, è scomparsa esattamente trent’anni fa. In questo tragico anniversario, Rani Zakhem la celebra regalando ad Altaroma una collezione haute couture dedicata a questa icona di bellezza. Non è la malinconia né il dolore di Dalida ad ispirare lo stilista libanese, ma la creatività, il fascino e i decenni variopinti in cui è stata protagonista dello Studio 54. «Un omaggio agli anni ’70, a Bianca Jagger, allo Studio 54, a Dalida, icona di stile e di eleganza – così Rani Zakhem racconta la sua sfilata haute couture ad Altaroma – Da bambino ascoltavo le sue canzoni. Ho sempre amato la sua voce, la sua gestualità, il modo di muoversi, di stare in scena. E’ strano, eppure quei brani, che ascolto ancor oggi, mi hanno sempre messo di buon umore».
Filtrate attraverso lo sguardo sensibile e creativo del couturier libanese, sulla passerella dell’alta moda primavera estate 2017 di Rani Zakhem arrivano le suggestioni dei party anni ’70, i colori vivaci, le tute da dancing queen, i luccichii di pietre preziose. Lavorazioni plisseé, pizzo sensuale, sontuosi abiti dalle silhouette a sirena si alternano a minidress mozzafiato e tute fluide, perfette per andare a ballare allo Studio 54. Eleganza e sensualità trovano un equilibrio proprio come il fascino della cantante che legava due diverse culture: richiami all’Egitto percorrono la sfilata di Altaroma nei preziosi ricami e ciondoli di ispirazione araba. La palette degli abiti in passerella esplora tonalità pastello, bianco, nero, rosso e tantissimo oro a testimoniare la regalità della donna celebrata da Rani Zakhem. L’alta moda primavera estate 2017 dello stilista è però «una collezione ispirata anche ad un’idea di leggerezza infinita perché oggi ne abbiamo un disperato bisogno, forse per contrastare tutto quello che avviene intorno a noi. Leggerezza, ma anche poesia, tenerezza».
Fuochi d’artificio e silhouette anni ’80 nell’alta moda di Zuhair Murad
Il Festival di fuochi d’artificio sull’isola di Miyajima, in Giappone, sono la suggestione perfetta per una sfilata haute couture. Gli spettacolari scoppi di scintille colorate che illuminano il cielo notturno si trasformano facilmente in ricami di cristallo, applicazioni tridimensionali, preziosi punti luce su splendidi abiti da sera. Per Zuhair Murad questa è stata la miccia che ha acceso la collezione d’alta moda primavera estate 2017. Una sfilata pirotecnica in cui non sono mancati i coup de théâtre di cui lo stilista libanese è maestro. Se l’ispirazione viene dal Giappone, infatti, il design della collezione sembra rubato a una puntata di Dynasty: elegantissimi abiti a sirena e minidress mozzafiato hanno larghe spalline e abbondano in ruches e glitter, come comanda la moda anni ’80 dell’iconica serie tv statunitense.
I fiocchi oversize su ampie gonne in raso duchesse, i voluminosi volant, le linee eccessive di spalle e corpetti, i glitter all over non possono che ricordare la moda anni ’80, i cui dettami sono abilmente mescolati alle luminose visioni dei fuochi d’artificio. Scintille di tulle sulle spalle di una tuta, accenti di cristallo su abiti ampi da principessa e colorate stampe sui ball gown accendono la sfilata d’alta moda firmata Zuhair Murad, per finire nello scoppiettante diadema dell’abito da sposa che conclude lo show. Lo sfarzo è protagonista della collezione ma non è eccessivo, sempre equilibrato dall’ironico riferimento alle signore dell’alta società di Dynasty. Zuhair Murad ha dichiarato, come in altre occasioni, di non essersi presentato alle sfilate di Parigi con un’haute couture pensata per il red carpet. Eppure è facile immaginare questi preziosi abiti a sirena, i fascianti minidress e gli abiti da ballo aggiungere un tocco di drammatica eleganza al tappeto rosso degli Oscar. La collezione d’alta moda Zuhair Murad 2017 riporta agli antichi fasti un decennio forse un po’ snobbato dal fashion system, illuminando gli anni ’80 con la preziosa luce dell’haute couture.
Valentino haute couture 2017: il fascino dell’essenzialità
«Il sogno accomuna tutti, perché è senza tempo, come la couture del resto» racconta Pierpaolo Piccioli, per la prima volta solista nella creazione dell’alta moda firmata Valentino. Lo stilista è partito proprio dall’idea del sogno, non inteso come onirica fantasia irrealizzabile ma come espressione del sentimento individuale, parte più vera e autentica del proprio io. Così è stato inevitabile guardare al mondo antico, alla Grecia dei miti, perché «lì si è cominciato a dare un nome ai sentimenti umani». Per Valentino l’haute couture abbandona le estetiche virginee e romantiche del Rinascimento a cui la coppia Chiuri – Piccioli aveva dedicato metri e metri di velluto e chiffon, per regalarci silhouette essenziali, linee pulite e architetture classiche.
Pierpaolo Piccioli fa della sfilata Valentino haute couture 2017 un inno all’essenzialità. Sfilano in passerella dee greche avvolte in abiti-colonna che lasciano scoperte le spalle, pantaloni fluidi e lunghe bluse trasparenti. Il lato onirico dell’alta moda vive di un’atemporalità terribilmente chic. Senza fronzoli né eccentricità, l’alta moda Valentino gioca con colori tenui e lavorazioni estremamente raffinate, che raccontano tutta la maestria dei sarti nell’atelier romano. La purezza degli abiti lunghi, dalle linee essenziali, nasconde intricate lavorazioni plissé di seta e jersey e intrecci di tulle, organza e chiffon. L’apparente naturalezza del pizzo rivela tre diversi ricami floreali che si avvicendano su lunghe tuniche dall’effetto tridimensionale. La semplicità delle silhouette da dea, dei sandali alla schiava, dei lunghi veli trasparenti e dei mantelli fruscianti crea una collezione Valentino haute couture che è la quintessenza della raffinatezza: ogni look sembra creato con estrema naturalezza, invece è frutto di ore e ore di complicatissimo lavoro sartoriale. «La couture è fatta di momenti speciali, di rituali che la rendono unica» continua Pierpaolo Piccioli. Gesti rituali che si svolgono nel segreto degli atelier e che creano sogni pronti per essere indossati.
Armani Privé, nell’alta moda orange is the new black
Chissà se davvero l’arancione diventerà il nuovo nero, come Giorgio Armani ha predetto nella sua collezione d’alta moda primavera estate 2017. Il re della moda italiana ha voluto affrancarsi da quelle tonalità che troppo spesso identificano la sua griffe – grigio, beige, lilla, colori tenui – e per la sfilata del suo brand di haute couture Armani Privé ha scelto calde sfumature d’arancio. Dal mandarino al curry, dalle romantiche atmosfere dei tramonti in riva al mare alla vibrante energia degli agrumi di Sicilia, l’arancio è un colore che esprime positività e ottimismo. Ecco il motivo che ha spinto Re Giorgio a sceglierlo come tono dominante della sua sfilata d’alta moda, abbinato al nero. «Mi piace l’ottimismo che ispirano i colori arancio e mandarino che non hanno nulla a che fare con i languori del tramonto – ha spiegato Armani, senza indugiare nel sentimentalismo – Qui il colore che ho scelto per il mio total look significa energia e positività, niente di esotico però, piuttosto un sentire vitaminico profondo».
Certo non si tratta di cromie facili da indossare, ma nella mente creativa di Giorgio Armani si sono trasformate in meravigliosi abiti e preziose decorazioni in un equilibrio perfetto con il classico nero. Giacche dalle sfumature cangianti si abbinano a pantaloni asciutti, capispalla in coccodrillo di un vivace arancione si sposano a cascate di paillettes, esotiche gonne e raffinate tute creano un gioco di temi in cui il comun denominatore è proprio il colore. La sera è illuminata da lunghi abiti scintillanti alla vecchia Hollywood, maxigonne dai ricami etnici e stravaganti boa. In prima fila ad assistere alla sfilata d’alta moda ci sono Nicole Kidman e Isabelle Huppert, Olga Kurylenko, Ben Cura, Annabelle Wallis, Lola Le Lann, Amira Casar, Lauren Santo Domingo e Paola Caovilla. Tutte alla ricerca dell’abito Armani Privé perfetto per il red carpet degli Oscar o per altri eventi di simile portata. Si convertiranno all’arancione o resteranno fedeli al nero?
A Parigi sfila l’haute couture di Giambattista Valli, tra tagli moderni e nuvole di tulle
Giambattista Valli compie una sorta di sacrilegio nella sua sfilata alla Paris Haute Couture 2017: inserire la vita vera nel sogno dell’alta moda. Mondi separati, che non sono fatti per incontrarsi. Lo stilista immagina una donna viaggiatrice, che riempie i suoi bagagli di abiti di duchesse, pizzo, organza, faille di seta, per poi scoprire all’arrivo che i delicatissimi tessuti sono stati compromessi dal viaggio e gli abiti sono tutti spiegazzati. Una visione surreale, che però in qualche modo risulta raffinata. Abitini a trapezio e lunghe tuniche aprono la sfilata d’alta moda primavera estate 2017, con pieghe ben in vista. Già visto sulle passerelle del prêt-à-porter, questo espediente è nuovo in una collezione haute couture e stupisce senza però mettere in ombra quei meravigliosi abiti da sera che sono la firma di Giambattista Valli.
Ecco arrivare infatti, sulla passerella dell’alta moda primavera estate 2017, abiti lunghi da mozzare il fiato. Silhouette a sirena drappeggiate con maestria si alternano ad abiti corti ma dallo strascico interminabile, modelli lunghi e fluidi e grandi gonne a ruota. Si tratta di linee classiche per Giambattista Valli, che ha abituato il suo pubblico ad aspettarsi qualcosa di grandioso dalle sue collezioni haute couture, ma per la prossima stagione i tagli si fanno più decisi, giovani e ancora più sofisticati. Sempre presenti i fiori, in piccoli ricami sul tulle e preziose applicazioni sui corpetti, che devono però contendersi la passerella con vaporose piume di struzzo e scenografiche ruches. I colori scelti per la primavera estate 2017 sono i preferiti da Giambattista Valli: delicate tonalità floreali come giallo mimosa, lilla, mandarino, rosa e lime, intervallati da look bianco ghiaccio. Lo show alla Paris Haute Couture 2017 si conclude, come sempre, con abiti che sono nuvole di tulle. Gigantesche gonne che sembrano fatte di zucchero filato invadono la passerella, e la vita reale torna ad essere lontanissima dall’alta moda.
Haute Couture 2017: Francesco Scognamiglio celebra la principessa Diana e la sua Napoli
Per la seconda volta ospite della Chambre Syndicale de la Haute Couture, Francesco Scognamiglio è grato a Parigi per avergli permesso di presentare la sua collezione d’alta moda, ma non intende piegare il suo stile per adattarsi alle altre maison. La collezione haute couture primavera estate 2017 firmata dallo stilista napoletano è un inno alla sua città e una dedica alla principessa Diana, e di entrambe coglie sia la bellezza che la grinta. Le roselline e le applicazioni floreali sono quasi un obbligo nelle creazioni d’alta moda, ma Francesco Scognamiglio le inserisce su minigonne di pelle, sexy bustier e striminziti abiti sottoveste. Capi sensuali e ammiccanti come è nel dna della sua griffe, ma anche abiti scultura e preziose decorazioni che lasciano a bocca aperta.
I fiori con cui Francesco Scognamiglio ha cosparso i suoi tailleur dal gusto rock, i lunghi abiti trasparenti e i capispalla ricamati si ispirano alle porcellane del Museo di Capodimonte, fiore all’occhiello della sua Napoli. Fragili germogli che «rappresentano la fragilità interiore di una donna», come lo stesso designer ha dichiarato dietro le quinte della sfilata d’alta moda, e che ripropone anche nel delicato abito da sposa in una tenue sfumatura di rosa. E ancora fiori di chiffon sull’abito lungo in pizzo dai riflessi cangianti che, insieme ai cristalli sparsi sul tulle, alle cinture di Swarovski e all’uso della maglia metallica, accendono la collezione haute couture primavera estate 2017 firmata Francesco Scognamiglio. Lo stilista ha poi raccontato con una certa emozione di aver dedicato lo show di Parigi alla compianta principessa Diana, che la scorsa estate avrebbe compiuto 56 anni. Scognamiglio ha raccontato di averla incontrata nel 1994, quando lavorava da Versace. E non è difficile immaginare Diana con indosso la blusa bianca dal design anni ’80, cosparsa di pietre e cristalli e irrimediabilmente chic. L’alta moda incontra la grinta della principessa e il calore della città partenopea, alla quale lo stilista è grato tanto quanto a Parigi.
Dolce & Gabbana alla conquista della Cina
Dolce & Gabbana sbarcano in Cina: è Hong Kong la location scelta per la sfilata di Alta Moda del duo di stilisti. L’evento, seguitissimo sui social, ha visto la costruzione di un ponte ideale tra Cina e Italia, che, secondo Domenico Dolce e Stefano Gabbana non sarebbero poi così lontane. Tripudio di opulenza e suggestioni imperiali nel défilé, che ha visto sfilare modelle rigorosamente asiatiche, vestite come principesse.
Si apre con il dovuto omaggio al Bel Paese, sulle note di “O sole mio” una sfilata destinata ad entrare nella storia: nella hall del Peninsula Hotel sfila per la prima volta l’Alta Moda fuori dall’Italia. Tra i 200 selezionatissimi ospiti l’intero jet-set asiatico, tra sedie d’oro, grappoli di rose e le gigantografie di Leonardo e Tiziano. vogliamo far entrare tutti nel nostro mondo
Si alternano sulla passerella più di cento abiti che omaggiano l’alta artigianalità italiana: virtuosismi e maestria ni ricami dorati che impreziosiscono la prima uscita, con un lungo abito in tulle nero con tanto di lunghi guanti e corona da imperatrice. Tripudio di broccati, pietre preziose e conchiglie che decorano bustier e copricapi pregiati; largo a cappe di seta e pellicce di astrakan, tubini in pizzo e lamè, per re e regine di un ideale regno in cui a dominare è lo stile e il Made in Italy. L’uomo sfila in vestaglia e colbacco, sfoggia blazer interamente ricamati e sfarzosi completi in broccato.
Opulenza è la parola chiave di un fashion show suggestivo, organizzato in appena un mese e che inizialmente doveva sfilare a Milano. “Perchè qui? -risponde Domenico Dolce- È stato il nostro primo amore cinese. E poi è al centro di tutti, anche di altri mercati come Russia o Australia, tanto è vero che sono venute clienti da ovunque”. I due stilisti si rivolgono ad una “giovane tosta che sa quello che vuole e oggi conosce molto bene le cose e apprezza la qualità. Non la intorti con i falsi, no. Anzi. Vuole cose sempre più vere e originali”. La dichiarazione d’amore per la Cina campeggia sui social con l’hashtag «dgloveshongkong». Dolce & Gabbana ribadiscono l’importanza dei nuovi media come principale veicolo per portare la loro moda alla gente. «Questo è il nostro modo oggi di concepire la moda, andare verso la gente e non importa se non tutti possono acquistare questo o quel capo, ci piace l’idea di farli entrare nel nostro mondo. Di fare vedere a tutti cosa è il nostro lavoro».
Altaroma 2016: Addy van den Krommenacker e il suo giardino delle delizie
Altaroma 2016 si è rivelata il teatro di un incontro tra culture nel fertile campo della moda e dell’arte. Tra i numerosi eventi di respiro internazionale, nell’ambasciata olandese sabato pomeriggio lo stilista Addy van den Krommenacker ha fatto sfilare i suoi abiti d’alta moda. I primi modelli erano stati presentati poco prima al sovrano dei Paesi Bassi, Re Guglielmo Alessandro, in anteprima assoluta. La collezione omaggia il 500° anniversario della morte del pittore olandese Hieronimus Bosch riproducendo le sue tele su abiti da sera in chiffon e organza, pizzo e broccato, gonne plisseé soleil e tessuti stampati. Addy van der Krommenacker ha tratto ispirazione soprattutto dal Giardino delle Delizie, forse il più grande quadro del pittore suo conterraneo, che però non si trova in Olanda. “Con le mie creazioni, intendo riportare il capolavoro a casa” ha dichiarato.
Per la sfilata di Altaroma, il designer ha scelto di suddividere la collezione in tre sezioni rifacendosi al trittico di Bosch: Foresta, Cielo e Essential. La prima parte della sfilata d’alta moda, Foresta, simboleggia la parte naturale delle donne. Dominano il colore verde e il broccato, realizzato con una nuova tecnica brevettata da van den Krommenacker insieme ai tessuti stampati. La sezione Cielo rappresenta il romanticismo femminile, interpretato da eterei abiti da sera in chiffon ed organza arricchiti con pizzo e dai colori pastello, contrapposti al rosso fuoco simbolo di passione e desiderio. Infine l’ultima parte, Essential, racchiude appunto l’essenza del genere femminile, rappresentata da colori ancora più chiari, tessuti ariosi e leggerissime trasparenze. Ad Altaroma Addy van den Krommenacker ha presentato anche tre scialli in prezioso chiffon di seta italiana legati ai tre temi della sfilata Foresta, Cielo ed Essential, già sold out in Olanda.