BEAUTY – Alta Moda Parigi, i Make-up design per la stagione autunno-inverno 2016-17

BEAUTY – Il 6 Luglio sale in passerella l’alta moda per l’Autunno-Inverno 2016-17. In queste sfilate come protagonisti non vedremo solo gli abiti, ma anche il make-up.
In questo articolo troverete anche frammenti di backstage dell’haute couture show, con tutti i rispettivi close-up dei make-up scelti. Il trucco e’ stato affidato al team della L’Oreal Paris e Mac Cosmetics. I capo truccatori sono dei professionisti nel settore da piu’ di vent’anni, che , ad ogni stagione ci stupiscono con il loro estro creativo, ispirando intere generazioni di truccatori, beauty blogger, fashion victims e semplici amatori.
A seguire i capolavori di Tom Pecheaux, Val Garlard, Romi Soleimani e Pat Mcgraph. Tutti considerati Guru del make-up del ventunesimo secolo.


CHANEL COUTURE
Key Make-up artist: Tom Pecheaux
Tom, sceglie un look drammatico composto da una base tipica Chanel, ovvero molto leggera ma blushy, e sugli occhi, piu’ precisamente sulla rima ciliare inferiore, usa delle ciglia finte tagliate in modo triangolare verso il basso per dare un effetto grafico al make-up e dona un carattere deciso a chi lo indossa.


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Makeup executed by Chiara Guizzetti




Giambattista Valli
Key make-up artist: Val Garland
Per questa sfilata, Val dirige il team Mac Cosmetics, scegliendo di applicare l’effetto dewy, ovvero pelle cosi luminosa da sembrare bagnata, come focus per tutto il make-up.


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Makeup executed by Chiara Guizzetti




J-MENDEL
Key Make-up artist: Romy Soleimani
Romy adopera l’oro come colore base sugli occhi, aggiungendo il gloss come dettaglio, per far risplendere ancor di piu’ il colore. La base, come la maggior parte dei truccatori hanno utilizzato, e’ una base molto naturale, fresca e luminosa.


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Makeup executed by Chiara Guizzetti




VALENTINO COUTURE
Key Make-up artist: Pat Mcgrath
Premettendo che Valentino ha creato una collezione da un’atmosfera punk-principesca, ed anche un po’ pirata. Pat ha dunque rispettato il mood degli abiti ricreando un make-up fiabesco, dall’atteggiamento ribelle. L’hairstyling e’ stato l’elemento che ha caratterizzato il lato piratesco della collezione.


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Atelier Versace
Key Make-up Artist: Pat Mcgraph
Per la sfilata di Versace, Pat ha realizzato due diversi make-up look, per poter far si che il trucco si sposi armoniosamente con gli ambiti.
Innanzitutto facciamo una piccola premessa, la Mcgraph utilizza ad ogni catwalk la sua linea personale di makeu-up, prodotti difficile da reperire, ma puntualmente, lei li elenca su instagram per rendere pubblica la scelta dei prodotti utilizzati.
Nel primo trucco ha applicato al centro della palpebra il suo pigmento oro (#phantom00), resa ancor piu’ luminosa dall’eye gloss aggiunto sopra. Labbra rosse e glittery, che donano eleganza ma allo stesso tempo modernita’.


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Come secondo make-up ha mantenuto una base nude, lavorando esclusivamente sugli occhi disegnando una fantastica maschera color blu pastello.


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Instagram, Pat Mcgraph

Paris Haute Couture. Lusso senza tempo per Armani Privè

Per Armani, l’eleganza non ha tempo: si insinua nell’alta sartorialità dei suoi capi e nella maestosa semplicità dell’idea creativa.

La collezione Haute Couture di Armani Privè, non ha certamente bisogno di presentazione né tantomeno di elogi estremi per poterla commentare.

Il garbo non fa sconti a nessuno è questo Giorgio Armani lo sa bene. E’ sofisticata e forse anche moralista. Ha un allure d’altri tempi, quella verve dimenticata da tutti.

 

(fonte immagine WWD)

 

 

Il defilé presentato a Parigi, dimostra la compostezza della donna bellissima e ricercata di Armani.

Il pied de poule, è il fil rouge che lega il progetto creativo, che sia esso utilizzato per spezzare la monotonia del nero sugli abiti o per creare movimento visivo sui pantaloni tailleur.

Gli abiti da sera, sono fascianti, monospalla e decorati con cristalli o con maxi fiocchi. La lunghezza è totale, spesso spezzata da delicati spacchi centrali.

La scollatura rappresenta l’unico tocco di audacia: di rado profonda, per di più netta.

 

(fonte immagine WWD)

 

 

Segue uno stile a cavallo di fine anni ottanta/inizi anni novanta, la collezione Armani Privé a dimostrazione che lo stile non conosce periodi.

Si legge una certa nostalgia nel progetto creativo di re Giorgio: una missiva triste al mondo del fashion biz, di chi sostiene che la moda non ha bisogno di eccessi perché, la provocazione non diventerà mai stile.

 

 

 

 

 

 

Fonte immagini Madame Figaro

Haute Couture 2016, Giambattista Valli incanta anche Céline Dion

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La settimana dell’alta moda a Parigi è il territorio dell’impossibile: abiti unici sfilano sotto lo sguardo incantato degli happy few che possono ammirarli dal vivo. Alla sfilata di Giambattista Valli la spettatrice più appassionata è Céline Dion. Seduta in prima fila con uno splendido abito a fiori dello stilista, la cantante canadese non sa nascondere il proprio stupore davanti alle creazioni magistrali di tulle, velluto e taffetà di seta che scorrono in passerella. Due pollici in su e un urlo “BRAVO!” alla fine della sfilata danno voce al pensiero di tutti: Giambattista Valli è un mago dell’haute couture, terreno in cui si muove con grazia di stagione in stagione.


La collezione presentata alla settimana dell’alta moda di Parigi conferma l’amore del designer per i tessuti preziosi, i volumi esagerati e le applicazioni. L’ispirazione sembra arrivare dall’imperatrice Giuseppina, la moglie di Napoleone famosa (anche) per il suo immenso guardaroba. Le maniche a sbuffo dai volumi esagerati, il taglio sotto il seno e le gorgiere donano un tocco regale agli splendidi abiti di Valli impreziositi da delicate stampe floreali e cristalli brillanti. Probabilmente l’imperatrice non avrebbe indossato gonne così corte né top off-shoulders che lasciano intravedere l’ombelico, ma avrebbe apprezzato gli abiti lunghi di tulle dal taglio a impero, le opulente cappe in organza e i capispalla di pelliccia in colori pastello. Chiudono la sfilata di Giambattista Valli tre abiti che sono ormai una costante in ogni sua collezione haute couture: nuvole di tulle che sembrano inghiottire le modelle e fluttuare da sole in passerella. E la signora Dion rimane incantata.


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Francesco Scognamiglio debutta a Parigi con l’Haute Couture

Francesco Scognamiglio debutterà nel calendario ufficiale dell’Alta Moda di Parigi, in qualità di membre invité della Chambre Syndicale de la Haute Couture francese.

Lo stilista napoletano, che ha vestito celebs dal calibro di Lady Gaga, Beyoncé, Rihanna e Madonna, dopo diciott’anni di duro lavoro, vede avverarsi il suo più grande sogno: sfilare con una collezione Haute Couture a Parigi.

 

Abito in pizzo dentelle con rouches in satin di seta, impreziosito da un gilet in mourmanski nera con maniche imbottite di cristalli Swarovski, pezzo unico della collezione pre fall AI 2011-12 (fonte blogosfere)
Abito in pizzo con rouches in satin di seta, gilet in mourmanski  e cristalli Swarovski, pezzo unico della collezione pre fall AI 2011-12 (fonte blogosfere)

 

 

Abito bianco a più strati indossato  in occasione dei BRIT Awards 2010 (fonte mydiamondblog)
Abito bianco a più strati indossato in occasione dei BRIT Awards 2010 da Lady Gaga (fonte mydiamondblog)

 

 

Il défilé è previsto per il 3 luglio, primo giorno ufficiale di apertura della kermesse. In passerella sfileranno 15 look, ispirati dall’Alta Moda del passato.

La notizia è stata lanciata dallo stesso couturier sul profilo Instagram maisonfrancescoscognamiglio: “Cari tutti, sono qui ad annunciare ufficialmente che un sogno durato 18 anni oggi diventa realtà. Dopo aver superato tanti ostacoli, con mille sacrifici e vissuto e condiviso molti silenzi, sono felice di annunciare che questo prossimo luglio la mia prima collezione di Alta Moda sfilerà a Parigi. Questo è il profilo di un sognatore. Di un uomo semplice ed umile che non ha mai chiesto nulla a nessuno e ha sempre portato con sé, i veri affetti di coloro che lo hanno sostenuto emotivamente, da sempre. La moda vive di figure costruite dietro il nulla o magari supportate da una politica che oramai non ha più alcun potere .

 

Backstage collezione Francesco Scognamiglio FW 16 (redmilkmagazine)
Backstage collezione Francesco Scognamiglio FW 16 (redmilkmagazine)

 

 

Collezione  Primavera/Estate 2016
Collezione prêt-à-porter Primavera/Estate 2016

 

 

Orgoglioso delle sue origini, ha poi aggiunto: “Io sono qui, napoletano ed orgoglioso di esserlo e di portare per la prima volta nella storia, la mia tradizione sartoriale a Parigi. Quella verità che mi ha portato a realizzare solo con il mio amore e il mio credere… Il sogno della mia vita. Grazie a tutti i miei amici e alla mia famiglia, per essermi vicino e grazie anche a coloro che con il silenzio hanno sorriso a questa mia gioia.”

 

Lindsay Lohan in abito Francesco Scognamiglio (fonte vanitifair)
Lindsay Lohan in abito Francesco Scognamiglio (fonte vanityfair)

 

 

Francesco Scognamiglio Autunno/Inverno-2015 (fonte i-d.vice)
Francesco Scognamiglio Autunno/Inverno-2015 (fonte i-d.vice)

 

 

Un messaggio, questo, che sa molto di rivalsa.

Francesco, sfilerà per la prima volta a Parigi e, soprattutto, accanto a nomi illustri come Chanel, Valentino, Dior, Schiapparelli e Giambattista Valli.

 

 

 

Fonte cover i-d.vice

 

La Family Couture di Gattinoni

Ha sfilato fuori dal calendario ufficiale di Altaroma la collezione Primavera/Estate 2016 di Gattinoni. Cosa succede se il Settecento francese, con le sue crinoline e i merletti, si unisce al rock degli anni Settanta, tra borchie e suggestioni metal? Ce lo insegna Guillermo Mariotto, che mette a segno un altro successo per la storica maison dell’alta moda italiana.

Gattinoni presenta la sua RocKcocò collection, intrisa di elementi boho-chic che si sposano mirabilmente a suggestioni francesi. La collezione ha sfilato presso lo Studio Orizzonte, in via Barberini, storico studio fotografico di Antonio Barrella, vincitore del Premio Internazionale della Fotografia 2015: la location si è trasformata per l’occasione in un immaginario giardino delle meraviglie, che ricorda Versailles. In una scenografia fiabesca ha sfilato la donna Gattinoni, in un gioco psichedelico di specchi e rami d’albero stilizzati, tra suggestioni rococò ed elementi pop.

Una collezione che il direttore creativo di Gattinoni ha dedicato, in modo deliberatamente provocatorio, al Family Day, che sfilava contemporaneamente nella Capitale. Ma Mariotto è avanti anni luce rispetto alle polemiche che si susseguivano in piazza, e ha sdoganato in passerella la sua Family Couture, che strizza l’occhio alle coppie gay. Una famiglia tutta al femminile, in un tributo alla donna e ai sentimenti più autentici: le due mamme che stringono tra le braccia la figlia appena nata e coccolano il cagnolino, sono aplomb nelle loro mise in pizzo, tra velate trasparenze, giochi di alta sartoria, intarsi e ricami.

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La donna Gattinoni è una reincarnazione delle dame del Settecento francese, che animavano i salotti, tra eccessi e scandali di corte, tra risate e piume, chiffon e leggera voluttà. Il rococò rivive declinato in chiave rock, per una moda che si schiera politicamente a favore delle coppie gay e delle unioni civili. Sensuale e irraggiungibile, l’austera nobildonna cede al fascino bohémien degli anni Settanta, e scende in piazza a manifestare, perfetta figlia dei fiori direttamente uscita dalla contestazione giovanile e dagli anni di piombo. La palette cromatica predilige le tinte pastello, in primis il rosa cipria. Tripudio di pizzo bianco, chiffon, organza e gazar, tra tanti ricami e punti croce, spalle arrotondate per abiti dalla vita impero e linee fluide e morbide. Ma l’anima rock emerge nei jeans scampanati, nelle frange e nelle paillettes, nei pantaloni ampi e drappeggiati, nei gilet e nelle t-shirt. Nel parterre della sfilata evento spiccano la neo presidente Rai Monica Maggioni, il presidente onorario della Camera della Moda Mario Boselli, ma anche nomi del mondo dello spettacolo, come Milly Carlucci, Massimo Giletti e Gloria Guida.

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“Una collezione dal sound profondo come la chitarra di Jimi Hendrix, sensualissima come la musica di Mozart, Vivaldi, Albinoni”: così Mariotto descrive il mood della collezione. La sfilata è stata mandata in diretta sul web, segno di apertura della storica maison alle nuove tecnologie. Aperta contestazione rispetto alla stessa manifestazione dell’alta moda capitolina, di cui Gattinoni, nella veste del Presidente della maison Stefano Dominella, dichiara di non condividere più l’essenza, ma anche moda interreligiosa e pacifista, come si evince dai gioielli che hanno accompagnato la collezione: Gianni De Benedittis di FuturoRemoto dedica un pensiero a tutte le religioni del mondo e alle diverse civiltà, per una moda che si apre al diverso. Croci gioiello si alternano sulla passerella a bracciali e anelli in radici di rubino e zaffiro, che impreziosiscono il pizzo onnipresente sui capi indossati dalle mannequin. Spicca l’anello-burqa, in oro e diamanti neri, accanto a piccole croci in filigrana.

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Il giardino di Raffaella Curiel incanta Altaroma

Il giardino di Raffaella Curiel incanta Altaroma

L’ultima edizione dell’alta moda capitolina si è aperta con la sfilata di Raffaella Curiel. Un tripudio di fiori e suggestioni botticelliane hanno caratterizzato il défilé, per una collezione all’insegna della delicatezza. La couturier milanese apre la porta del suo giardino segreto, riscoprendo l’innocenza.

In un mondo in cui la violenza sembra essere all’ordine del giorno, la sfilata alta moda Primavera/Estate 2016 di Raffaella Curiel sembra volersi porre come un monito, per osservare il mondo attraverso gli occhi di un bambino: ingenuità e candore, virginale eleganza e leggiadra bellezza calcano la passerella tra delicato chiffon e sete preziose.

Joie de vivre per il miracolo della natura, che si rinnova ad ogni stagione: sfilano ricami e lavorazioni artigianali, passamanerie di antica tradizione sartoriale italiana e fiori all over. Ortensie, rose, nontiscordardime, papaveri, ranuncoli, iris, peonie, viole diventano stampe preziose per capi delicati dall’antica eleganza. Gonne-bocciolo e abiti-tulipano, ma anche abiti da cocktail, gonne a ruota, tailleur e corpetti ricamati. Suggestioni Fifties enfatizzano il punto vita, stretto in cinture e fusciacche, tra ricami artigianali che rappresentano boccioli di rosa e lo stelo di un anemone. Il défilé ricorda un garden party in cui inneggia un messaggio di pace e speranza. La sfilata Curiel è un inno alla vita e alla bellezza della natura, in una full immersion tra i roseti in fiore: le 45 uscite che si alternano rappresentano la rinascita, tra sete plissettate, gonne lunghe fluide, gonne di petali.

La palette cromatica abbraccia la natura che germoglia, dal verde prato al ciclamino, all’azzurro e rosa, al lilla, fucsia e rosso papavero. Nel front row della sfilata spiccano nomi storici della politica italiana, tra cui Donna Assunta Almirante, Lella Bertinotti e Isabella Rauti, l’ambasciatore americano in Italia John Phillips, Fabiana Balestra, la Presidente di Alta Roma Silvia Venturini Fendi, il Presidente Onorario di Camera Moda Beppe Modenese, lo scrittore Cesare Cunaccia. La couturier si presenta abbracciata alla figlia Gigliola e al figlio Gaetano, alla fine di una sfilata iniziata all’insegna delle polemiche: Raffaella Curiel è stata infatti vittima di una vera e propria aggressione ad opera di un gruppo di animalisti, che hanno manifestato davanti ai cancelli dell’ex Dogana di Roma, nuova sede di Altaroma. «Quando entravo mi hanno aggredita e spintonata – racconta Lella Curiel – e mi sono impaurita fino alle lacrime. Però ho detto ai manifestanti: guardate che io do da lavorare a gente che le pellicce non se le può proprio permettere!».

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L’alta moda di Dolce & Gabbana omaggia la Scala

Per la prima volta nella storia il Teatro alla Scala si è trasformato nella location di una sfilata di moda: nella giornata di ieri l’alta moda di Dolce & Gabbana ha sfilato nel tempio della lirica.

Sono stati i primi a raccogliere molte sfide, indomiti ribelli, fieramente anticonformisti, spesso anticipatori dei tempi: con un défilé interamente dedicato all’arte del ben canto, Domenico Dolce e Stefano Gabbana hanno portato l’haute couture italiana alla Scala, luogo pregno di storia e tradizioni. Un omaggio al Bel Paese e a Giacomo Puccini, le cui musiche hanno accompagnato le uscite delle modelle. Dalle struggenti atmosfere della Turandot, fino a Madama Butterfly, dalla Bohème alla Tosca: il patrimonio musicale italiano viene omaggiato dai due stilisti, da poco divenuti sostenitori del teatro, che considerano un'”istituzione simbolo della cultura italiana in tutto il mondo”.

Una sfilata evento conclusasi con una standing ovation di cinque minuti e con il duo di stilisti in lacrime, tra gli applausi degli ospiti, affascinati dalla sublime arte che ha calcato l’insolita passerella, in primis Alexander Pereira, sovrintendente alla Scala. Dopo la sfilata ha avuto luogo un’esibizione degli studenti dell’Accademia.

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Gli stilisti hanno commentato la sfilata come “la realizzazione di un sogno”. Ottantotto uscite emozionanti, tra le musiche di Puccini. Astenersi detrattori: il tempio della lirica non è stato in alcun modo profanato, ma si è viceversa aperto ad abbracciare una delle arti italiane più importanti a livello mondiale, quale è la moda.

Una donna casta e raffinata ha calcato la passerella: nessuna scollatura, bandite le trasparenze ed ogni tocco eccentrico. Una collezione all’insegna della sobrietà e dello stile più sofisticato. Trionfo barocco nei broccati di seta, tra LBD d’ordinanza e tailleur in tweed e cachemire. Infine, eccola, quasi una visione onirica, la donna di Puccini, che sfila maestosa tra corpetti e abiti ricchi di fascinazioni storiche e regale sontuosità. Come un ballo, tra paillettes, pietre e ricami preziosi, tra le crinoline e i velluti trova nuova vita la sublime incarnazione dell’eroina pucciniana, tragica e appassionata, che sfoggia smoking maschili rubati alla linea uomo. Tripudio di barocca eleganza negli orecchini chandelier e nelle pietre preziose che scintillano addosso alle mannequin. Un omaggio al teatro stesso, ma anche a Milano, con le sue bellezze, dal Castello Sforzesco al Duomo, che vengono rappresentati sui cappelli.

Ispirazione bizantina per l’Alta Moda firmata Valentino

Le dee di Valentino incedono sicure e a piedi nudi, leggiadre e su petali di rosa e ranuncoli, su una passerella che racconta un passato fastoso e mai dimenticato.

Pierpaolo Piccioli e Maria Grazia Chiuri si lasciano suggestionare dalle danzatrici predilette dallo stilista Mariano Fortuny y Mazadro (noto come Mariano Fortuny, figlio del celebre pittore catalano Mariano Fortuny y Marsal) per celebrare una donna che prende le sembianze di una straordinaria divinità greca. Dello stilista recuperano non solo l’estetica, ma anche le fogge di alcune eterei vestiti adorati dallo stilista spagnolo. Rivive così l’abito Delphos disegnato per la prima volta da Fortuny: leggero, dalla lunghezza totale e, soprattutto, plissettato.

La ricchezza dei ricami, una firma ormai certa nelle collezioni di Valentino, crea un ponte creativo tra l’Occidente moderno e l’Oriente bizantino; ed ecco come mirabili tuniche si fregiano di trame d’oro rivedendo in chiave odierna sfarzosi pannelli desunti, presumibilmente, dalla pittura parietale di “Teodora e il suo seguito” presenti all’interno della chiesa di San Vitale, a Ravenna.

Il broccato, recuperato dall’archivio Fortuny e lavorato sapientemente dalle mani abili degli artigiani in atelier, viene esaltato attraverso l’applicazione di effetti in 3D ottenuti da farfalle in volo e fiori sbocciati, che esaltano a loro volta la tramatura originale del tessuto.

Il fluttuare di abiti che librano nell’aria, trame di fili orditi con dovizia che appesantiscono i broccati delle tuniche, eleganti velluti che costruiscono affascinanti abiti peplo e i pavoni (simbolo di vita eterna nell’arte bizantina), conferiscono alla collezione un viaggio intrinseco di arte, sapere e lusso.

E mentre propizianti serpenti scivolano sui capi delle modelle, lussuosi calzari ci ricordano che l’Oriente e il suo folklore non sono mai stati così vicini come nella collezione Haute Couture primavera/estate 2016 di Chiuri e Piccioli per Valentino.

 

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La trasgressione in chiave couture di Jean Paul Gaultier

Il fumo di una sigaretta offusca l’aria di una gelida notte parigina; due mani si sfiorano, tra risate sommesse e sguardi furtivi, che fanno capolino sotto il make up pesante. Lo smoking lascia intravedere la linea gentile del punto vita, mentre il tacco dodici reclama la sua parte in questo gioco seduttivo; gli occhi di lui sembrano spogliare quei fisici scultorei nascosti sotto veli di chiffon; occhi a mandorla dalle lunghe ciglia sembrano tremare mentre le mani bramano carezze sempre più audaci. La mente vaga senza fermarsi, e l’inaspettato ménage à trois apre la porta a giochi proibiti e segreti inconfessabili. Quella è la notte giusta, la notte in cui osare, in cui la Ville Lumière riserva dolci sorprese e promesse d’amore. Basta un’occhiata complice, e le due donne entrano insieme nel locale dall’aria invecchiata, mentre l’insegna al neon recita un nome indimenticabile.

La collezione haute couture Primavera/Estate 2016 di Jean Paul Gaultier inizia così, con un tributo alla libertà sessuale e allo stile degli indimenticabili anni Settanta, incarnati in Edwige Belmore, regina del punk scomparsa lo scorso anno, protagonista indiscussa della nightlife parigina fino agli anni Ottanta. Le atmosfere audaci rivendicano una voglia di perdizione in chiave patinata, in bilico tra le paillettes e i lustrini di un cabaret e le suggestioni sadomaso di un club privé.

E quale migliore location iconografica se non Le Palace, tempio della musica e della vita notturna parigina, dove, a cavallo tra gli anni Settanta e gli Ottanta, si potevano trovare tutti: da monsieur Yves Saint Laurent, fedelmente accompagnato dalle sue muse Loulou de la Falaise e Betty Catroux, a Paloma Picasso; lì dove Bianca Jagger ballava sui tavoli e Grace Jones improvvisava striptease. Un’intera generazione che non temeva gli eccessi, ricordata come Generation Palace. Jean Paul Gaultier ripropone sulla passerella la stessa atmosfera di promiscuità sessuale, rigorosamente in chiave chic, che si respirava in quella che era la versione francese del celeberrimo Studio 54.

Le mannequin che calcano la passerella aspirano il fumo da sigarette e bocchini anni Trenta, e, tra baci saffici e risate, sorseggiano flûte di champagne. Ambigua e androgina, la donna Jean Paul Gaultier è perfettamente a suo agio nell’atmosfera dei nightclub; un vero animale notturno, ricorda una Katherine Hepburn fasciata in smoking nero impreziosito da fusciacca rigida chiusa da nappine in seta, che diviene quasi una sorta di corsetto ad alto tasso erotico. Misteriosa come le dive dei film anni Quaranta, eccentrica ed iconica, si muove sinuosa tra cristalli e abiti paillettati, che esibisce distrattamente sotto blazer dal taglio sartoriale distrattamente appoggiati sulle spalle. Trionfo di glitter tra jumpsuit e pigiami da sera metallizzati, da indossare sotto trench che ricordano vestaglie. I leggings vengono sdoganati praticamente ad ogni uscita, sia in pelle nera che in fantasie a righe, mentre sono nude le gambe sotto alle piume di marabù bianco; il pinstripe diviene la fantasia prevalente, per capispalla in raso di seta, più simili ad un négligé, mise perfetta per questa diva dell’avanspettacolo in chemisier dorate, strizzata in corsetti e tute in lurex, tra elementi circensi e chinoiserie da bordello cinese.

Polvere di stelle nelle tuniche preziose indossate sotto al biker d’ordinanza dalle suggestioni punk e trompe-l’oeil che fa capolino tra gli omaggi a David Bowie e al glam rock: la donna Jean Paul Gaultier indossa abiti a sirena tempestati di paillettes sotto boleri dai colori fluo e dal piglio ribelle. Nel front row spiccano Fergie, Christian Louboutin, Farida Khelfa e Amanda Lear, che si esibisce alla fine del défilé.

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Armani Privé: l’Haute Couture di Giorgio Armani si tinge di malva

Ho sempre amato vestire le persone con un solo colore [..] Ieri era il caso del grigio, del blu, del greige. Oggi è la volta del malva. È un tono idilliaco, dolce, che sta bene quasi a tutte. Ha un’aria rassicurante e allo stesso tempo molto ricercata”, riferisce re Giorgio Armani per commentare la nuova tonalità presentata durante la sfilata Haute Couture esibita presso Palais De Tokyo a Parigi.

La collezione Armani Privé Haute Couture primavera/estate 2016, dedicata alle brunediventa un tributo al color malva e a tutte le sue sfumature.

La semplicità delle linee essenziali si arricchisce di sfarzosi ma delicati ricami. Perline, baguette e paillette conferisco ai capi una texture di esclusiva meraviglia. Top, blouson, abiti e perfino semplici dettagli appaiono come un complesso di micro specchi studiato accuratamente per catturare la luce e rifletterla dappertutto.

Le onde delle macro ruches, si adagiano delicatamente su giacche e shorts dalla linea midi, creando un movimento sinuoso e gradevole.

Gli abiti da sera regalano tutto l’eleganza che solo il savoir-faire di Giorgio Armani può realizzare. Possiedono una delicata linea ad A impalpabile, quasi vaporosa e in forte contrasto con i corpetti, rigidi o duttili, senza spalline o con scollatura profonda.

Sotto gli occhi di Charlotte Rampling, Isabelle Huppert, del sindaco di Milano Giuliano Pisapia e Juliette Binoche, scorre lentamente la leggerezza: qualità sempre apprezzata dallo stilista che ama vestire il corpo delle donne con tessuti leggeri come la seta e lo chiffon, da sempre sinonimo di eleganza femminile per Giorgio Armani.

 

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Fascino scandinavo per l’haute couture di Chanel

Una immensa distesa di prati verdi su cui si erge solitaria una costruzione astratta in legno scandinavo, che sembra attrarre i raggi di un pallido sole del Nord: si presenta così il Grand Palais di Parigi, per accogliere il défilé Haute Couture di Chanel. Una collezione Primavera/Estate 2016 ricca di suggestioni, in bilico tra opulenza e minimalismo. La luce tenue dei paesaggi nordici si unisce al lusso tipico della maison francese, tra ricami preziosi, gioielli, chiffon e ruches. Ad aprire la sfilata è Mica Arganaraz, la nuova musa di Kaiser Karl, seguita da top model del calibro di Kendall Jenner, Mariacarla Boscono, la burrosa Gigi Hadid con la sorella Bella.

Il tradizionale tailleur in tweed, emblema della maison, si coniuga ad abiti insolitamente minimal, dall’appeal quasi monacale, tra inediti colletti da educanda e maniche balloon: semplicità e pulizia si arricchiscono dell’unico vezzo costituito da un fiocco bon ton. Si continua con bluse e gonne in seta: torna prepotentemente in auge la gonna longuette, con caviglie scoperte, mentre per la sera il mood è sparkling, tra cascate di cristalli, frange, gonne plissettate e oro all over. L’opulenza sembra essere la parola chiave, per un’eleganza che attinge molto dal Sol Levante. Certi capi drappeggiati ricordano i kimono, mentre le linee sembrano ispirarsi ai costumi delle imperatrici orientali. Anche il make up delle mannequin omaggia il Giappone: i capelli vengono raccolti in uno chignon basso con riga centrale, mentre profuma di Oriente il trucco degli occhi, evidenziati da due linee nere parallele.

Neutrale e sobria è la palette cromatica, che predilige avorio, paglia, nude e beige, insieme al bianco, al nero e al blu navy, mentre piccoli guizzi di colore si ottengono con azzurro e rosa shocking che qua e là fanno capolino su tailleur e abiti. Zeppe in sughero sembrano omaggiare la magia dei paesaggi scandinavi, per una moda eco-friendly, che usa materiali quali la rafia.

La donna Chanel è austera come le donne orientali, rispettosa della natura e dei suoi elementi, ma capace di ostentare un lusso quasi barocco, come l’abito da sposa con strascico, che chiude il défilé. Suggestiva e come sempre teatrale la conclusione della sfilata, con le modelle che si raccolgono nella costruzione in legno su due livelli, quasi una casa di bambole dal sapore scandinavo, dove fa capolino anche Karl Lagerfeld.

Ospiti della sfilata Cara Delevingne, una prorompente Monica Bellucci strizzata in inediti leggings, Gwyneth Paltrow, Anna Wintour, l’italianissima Alessandra Mastronardi e la sempreverde Inès de la Fressange, musa storica di Lagerfeld.

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