Valentino Haute Couture: si ispira a Shakespeare l’ultima collezione Piccioli-Chiuri

Ha chiuso la settimana dell’haute couture parigina la sfilata Valentino. È tempo di addii per la storica maison italiana: la collezione Autunno/Inverno 2016-2017 chiude infatti il sipario sul prolifico sodalizio artistico tra Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli.

Sono confermate le voci secondo le quali la stilista sta per abbandonare la direzione artistica del brand italiano per ricoprire- prima donna nella storia- lo stesso ruolo in casa Dior. I due stilisti -diplomati presso l’Istituto Europeo del Design di Roma- si separano dopo ben 26 anni di sodalizio artistico: correva l’anno 1990 quando i due iniziavano la loro carriera da Fendi, per poi passare a Valentino, dove hanno trascorso insieme ben 18 anni.

Ma quello che è andato in scena nella mirabile cornice dell’Hôtel Salomon de Rothschild di Parigi è stato uno spettacolo emozionante, direttamente ispirato al teatro elisabettiano. In tempi in cui i social media divengono palcoscenico digitale delle relazioni umane, l’omaggio a William Shakespeare e al palcoscenico della vita diventa fonte d’ispirazione originale e quantomai suggestiva.

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In passerella si alternano ben 40 outfit, con cui Chiuri e Piccioli omaggiano Shakespeare in occasione del quarto centenario dalla sua morte. Tra gorgiere elisabettiane e corazze, sfila un Amleto in gonnella dall’animo ribelle e dal portamento fiero. Ogni outfit diviene un’allegoria dei sentimenti umani: Onore, Invidia, Fiducia, Regalità, Segretezza, Magnanimità, Innocenza, Eccentricità ecc. sono quasi ancelle di un disegno più grande che coinvolge la natura umana e la sua anima multiforme.

La donna Valentino Haute Couture è una valorosa combattente che sfoggia calzamaglia e corazza: austera ed enigmatica, ma anche moderna, alterna maxi dress dal piglio solenne e teatrale a pantaloni da indossare rigorosamente con stivali al ginocchio in cuoio nero e suola carrarmato uniti a blazer aderenti. Non mancano suggestioni punk, tra intarsi di pelle e tulle e nero all over, ma anche borchie. Gotica e ribelle, la collezione alterna linee monastiche allo sfarzo di una couture che torna ad emozionare.

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La camicia bianca ritorna in auge come capo passepartout. Prevalgono colori neutrali, ma anche viola, oro e bronzo. Sul finale tripudio di rosso cardinalizio per mantelli solenni da papessa: a metà tra Anna Bolena ed Elisabetta I, lirica e animo dark si mixano in un gioco di ispirazioni e rimandi. Largo anche a nude look e capispalla preziosi decorati con patchwork di stoffe antiche e pregiate e ricamati con motivi fantastici, che ricordano i bestiari medievali ma anche creature mitico-leggendarie come draghi e unicorni. In passerella largo a lana e velluto e perle e jais, per abiti preziosi, la cui complessa realizzazione è maturata in migliaia di ore di laboriosa tecnica artigianale. L’alta sartoria diviene anche per Valentino, come già accaduto per Chanel Haute Couture, protagonista assoluta nonché deus ex machina per realizzare giochi e passamanerie preziose. Tra i nomi dei capi Thanatos, che ricorda una corazza, e la Valorosa, a cui il duo di stilisti è particolarmente legato. Cinquecento e anche mille ore di lavorazione sono state necessarie per confezionare questi capi.

Citazioni shakespeariane impreziosiscono lunghi abiti scuri, che si alternano a mantelli ove prevale il black & white, tra insoliti maxi pois e decorazioni; broccati preziosi omaggiano l’età elisabettiana, tra ricami e giochi di organza e taffetà.
Al collo l’Amleto in gonnella sfoggia ricchi gioielli e medaglioni d’oro, realizzati con la collaborazione di Alessandro Gaggio. Superbo il make up firmato Pat Mcgrath con pettinature realizzate da Guido Palau.

(Tutte le foto sono tratte da Madame Figaro)


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Sfila a Parigi la dark lady di Jean Paul Gaultier

Sfila a Parigi l’haute couture firmata Jean Paul Gaultier: non si sono fatti attendere, come di consueto, emozioni e colpi di scena sulla passerella, per una collezione Autunno/Inverno 2016-2017 ricca di charme. Opulenza è la parola chiave per capi altamente scenografici e sofisticati.

Pellicce e maxi dress aprono il défilé: tripudio di eleganza declinata in chiave retrò. Le modelle indossano copricapi dalle suggestioni esotiche. La palette cromatica attinge alla natura, puntando sui toni scuri e nuance tipicamente autunnali: kaki, verde oliva, ruggine, marrone predominano in una collezione che si ispira all’Oriente e ai suoi giardini ricchi di colori. Il legno rivive sulle stampe che caratterizzano le prime uscite: mogano e ispirazioni zen impreziosiscono jumsuit e capispalla.

La donna Jean Paul Gaultier è una femme fatale dal retrogusto dark: i lunghi abiti in satin impalpabile e colori cangianti le conferiscono un’allure da diva d’altri tempi che anela però a recuperare un contatto primigenio con la natura. I dettagli piumati incantano, per una couture che qua e là ci dedica ancora inaspettati exploit: il corsetto, capo che rese celebre Gaultier, impreziosisce lunghi abiti da gran soirée, tra pellicce e trasparenze audaci. Largo a geometrie e lampi di luce glitter che attinge alla disco music anni Ottanta, di cui in sottofondo risuonano le note. Una sfilata teatrale, per una diva contemporanea.

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(Tutte le foto sono tratte da Madame Figaro)


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Alexandre Vauthier: couture contemporanea

Versatile, grintosa e contemporanea la donna Alexandre Vauthier, che ha sfilato nell’ambito dell’Haute Couture parigina. Suggestioni urban e appeal metropolitano per un Autunno/Inverno 2016-2017 all’insegna del glamour. La donna che calca la passerella sfoggia self-confidence da vendere ed eleganza felina: una femme fatale che alterna tailleur impeccabili a trench dal piglio sartoriale.

Grandi fiocchi impreziosiscono jumpsuit e minidress: sopra largo a giacche sartoriali e capispalla profilati di pelliccia. Il trench diventa quasi un abito da sera, arricchito da cinture borchiate che strizzano le curve e da spalle oversize. Sensualità allo stato puro negli abiti da sera interamente ricoperti di paillettes, che non lesinano in scollature e spacchi hot.

Strass e satin dominano la passerella, per una couture contemporanea che gioca con pochi pezzi reinventandoli in modo istrionico e sorprendente. La palette cromatica vede nero all over, kaki, beige e toni argentati. In passerella Jourdan Dunn e Bella Hadid, che chiude la sfilata indossando un lungo abito nude look impreziosito da ricami e paillettes. Nel front row spiccano Emmanuelle Seigner e Cécile Cassel, Carine Roitfeld e Laeticia Hallyday.

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(Tutte le foto sono tratte da Madame Figaro)


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Ha sfilato a Parigi nell’ambito della haute couture l’Autunno/Inverno 2016-2017 firmato Chanel. Nessun coup de théâtre, non c’è spazio per indugiare in istrionismi: ago e filo, manichini, cartamodelli e macchine da cucire divengono protagonisti assoluti di una sfilata che trascende i confini della mera passerella per entrare nel laboratorio.

L’atelier di Coco Chanel rivive in diretta sul défilé e la passerella viene invasa dai sarti e dagli artigiani, coloro che, con lavoro certosino, confezionano le stesse collezioni. È così che le quattro sarte première accompagnano kaiser Karl sulla passerella: le sarte divengono principali interpreti di una sfilata che intende omaggiare l’essenza stessa del concetto di haute couture.

Trionfo di tweed e lana bouclé per le prime uscite: giacche in primo piano, capo evergreen della maison. Couture (poca) si unisce al refrain nel segno della tradizione. Beige e marrone ma anche nero, rosa e azzurro dominano la palette cromatica. Seguono a ruota abiti ricamati. Stoffe pesanti per gonne longuette, pantaloni larghi alla caviglia, boleri, ricami. Banditi i gioielli e le borse, che pure costituiscono da sempre una delle maggiori eredità di mademoiselle Coco.

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Sfila al Gran Palais una collezione all’insegna dell’austerity. Rigore e sobrietà nei tailleur in tweed con spalle oversize che si alternano sulla passerella. Poche le citazioni alla maison di rue Cambon, solo qua e là sbuca qualche spilla raffigurante la celebre camelia. Le mannequin indossano stivali neri aderenti come calze, guanti a mezze dita e capelli raccolti in uno chignon. La femminilità è appesantita dalle proporzioni, pochi accenni alla dolcezza oltre ai cerchietti con fiocchetto bon ton tra i capelli delle modelle. Gli abiti da sera sono declinati in un black & white dalle suggestioni optical: largo a tulle e organza per mantelli che sovrastano i capi da gran soirée.

In passerella sfila Mariacarla Boscono, mentre il front-row è invaso da vip, a partire da Willow Smith, nuova musa di Karl Lagerfeld, Caroline de Maigret, Milla Jovovich, Jessica Chastain, Vanessa Paradis. La sfilata ha visto inoltre il lancio del profumo “Boy”, dedicato a Boy Capel, grande amore di Coco Chanel, morto nel 1919 in un incidente automobilistico.

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(Tutte le foto sono tratte da Madame Figaro)


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Eterea eleganza in passerella da Iris van Herpen

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Il suo è uno dei nomi più controversi della moda. La designer olandese Iris van Herpen non ha deluso neanche stavolta le aspettative. Ha sfilato nella suggestiva cornice della chiesa dell’Oratoire du Louvre, il tempio protestante sito in rue Saint-Honoré, la collezione haute couture Autunno/Inverno 2016-2017. A dominare la scena è uno strutturalismo in chiave 3D declinato in abiti eterei, quasi luminescenti.

Nella location scelta occhi puntati sull’installazione zen dell’artista giapponese Kazuya Nagaya: le modelle sembrano statue animate, quasi creature di un altro mondo. E attraverso il “seijaku”, concetto nipponico che indica il trovare la serenità nel caos della vita, veniamo proiettati in una nuova dimensione. La meditazione zen abbraccia la couture in un défilé che trae ispirazione dalla cinematica: le vibrazioni sonore divengono il tramite per accedere ad una dimensione onirica.

Eterea, sognante, la donna che sfila sulla passerella di Iris van Herpen è una creatura fluttuante, quasi una silfide, ninfa dell’immaginario poetico: ieratica ed affascinante, ipnotizza e cattura l’occhio la sua eleganza ibrida, fatta di abiti leggeri e quasi impalpabili. La silhouette futurista abbraccia la fantomatica silfide conferendole un’aura quasi divina: largo ad abiti-scultura tagliati al laser, silicone trasparente, plissé d’organza e tulle, ma anche cristalli, che avvolgono l’eterea creatura.

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La palette cromatica abbraccia i colori neutrali, che si alternano al nero e ai toni metallici, per capi dall’allure onirico. Motivi a spirale quasi a ricordare i giochi creati sul bagnasciuga dal rincorrersi delle onde del mare, ma anche dettagli naturalistici, per cocktail dress translucidi. Le scarpe, platform che sembrano sospese a mezz’aria, completano il mood della sfilata. Poesia e futurismo si mixano in una collezione altamente evocativa.

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(Foto cover: Rémy Artiges per Libération)


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Schiaparelli: un tuffo nel passato

Ha sfilato nell’ambito dell’Haute Couture parigina Schiaparelli. Un défilé ricco di suggestioni antiche ma evergreen, con un tuffo nel glorioso passato della maison: è infatti alla celebre collezione Circus del 1938 che Bertrand Guyon si è ispirato per l’Autunno/Inverno 2016-2017.

Dall’aprile scorso alla direzione artistica delle collezioni Haute Couture e Prêt-à-couture, lo stilista riporta in auge il surrealismo che rese celebre Elsa Schiaparelli. Un’eredità pesante che però Guyon reinterpreta in modo mirabile, riuscendo nell’arduo compito di traportare l’eccentricità e la poesia della mente creativa di madame Elsa in una collezione che strizza l’occhiolino anche al mondo contemporaneo.

Suggestioni surrealiste sfilano fin dalla prima uscita: occhi e bocche, ma anche profili femminili fanno capolino da abiti asimmetrici. Largo a stampe caleidoscopiche, a partire dalla stessa location, che ricorda essa stessa i tendoni di un circo. Capi intrisi di sobria eleganza rivelano nella lunghezza maxi e nelle proporzioni un inedito ritorno agli anni Trenta. Velluto nero e maniche a sbuffo strizzano l’occhio ad un minimalismo che viene impreziosito dai ricami: è il circo con la sua stravagante eleganza e il suo immaginario ricco di meraviglie ad essere rappresentato sulla passerella. Animali fantastici, elefantini acrobatici, angeli, arabe fenici, costellazioni mitologiche ed esoteriche, e ancora farfalle e arte astratta: queste sono le stampe che sbucano da lunghi abiti scuri ma anche da minidress dall’appeal moderno. Motivi floreali e astrologici si alternano all’ironia di grandi cuori rosa shocking che sbucano da maxi dress da dea. Attenzione quasi maniacale per i dettagli, che diventano istrionici. Pellicce su minigonne audaci vengono decorate con animali fantastici che ricordano i bestiari medievali.

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Infine sfilano pepli in raso caratterizzati da sofisticati drappeggi e lunghi abiti da gran soirée ricoperti di paillettes. Organza e sete preziose per abiti da red carpet, che controbilanciano l’austerità delle giacche sartoriali e dei cappotti in jacquard.
Nel front row spiccano Isabelle Adjani, Marina Hands, Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli di Valentino, che non commentano le ultime news circa il passaggio della Chiuri alla direzione creativa di Dior.

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(Tutte le foto sono tratte da Madame Figaro)


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Trussardi: il lato country dello stile

Le corde di una chitarra risuonano tra i meandri della memoria, a formare una melodia country, le cui note attraversano i decenni. A volte un’ispirazione può venire così, improvvisa ed inaspettata, da una ballata folk impressa nei ricordi. “Jolene, I’m begging of you please don’t take my man“, cantava così nei lontani anni Settanta Dolly Parton, in pantaloni scampanati e riccioli d’ordinanza, descrivendo il più classico dei triangoli amorosi ed implorando la rivale, bella e giovane, di non portarle via il suo uomo, in nome di una solidarietà femminile spesso sottovalutata.

È questo lo spunto primigenio da cui trae ispirazione Gaia Trussardi per la collezione Autunno/Inverno 2016-2017 del brand di famiglia. Una bellissima giovane, ancora acerba e inconsapevole del proprio fascino, dai lunghi capelli castani lasciati selvaggi e dagli occhi verde smeraldo: la immaginiamo così Jolene, il piglio aristocratico nei modi da ragazza perbene e una vita divisa tra la città e la campagna.

La donna Trussardi ricorda una moderna rampolla blasonata, eccentrica e naïf: nessuno snobismo però nelle giacche doppiopetto e nei pantaloni da fantino, che raccontano del suo amore per la campagna e per la natura; solo la classe senza tempo di una personalità che unisce il fascino country al glamour più sofisticato, senza mai perdere di vista la femminilità. È così che troviamo inedite stecche stile guêpiere sulle giacche e nei pantaloni in suede dalla vita altissima, ove spicca una sorta di corsetto ad enfatizzare le curve.

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(Fonte Madame Figaro)


Suggestioni folk anni Settanta si uniscono al bohémien più chic per una collezione ricca di spunti e stili eterogenei. Gaia Trussardi, alla direzione creativa della maison, riporta in auge elementi caratteristici degli archivi del brand, per una donna dandy, che ruba al guardaroba maschile il tre pezzi, sdoganando il gilet come nuovo incontrastato must have per la prossima stagione invernale. Dagli shorts alle gonne, spicca il velluto a coste, a conferire un’allure da lady dell’alta società a questa fanatica country.

Camicie di seta stampata richiamano i pattern delle cravatte Trussardi, mentre jacquard e Principe di Galles dominano nei capispalla, tra cappe e mantelle profilate con asole in camoscio, blazer doppiopetto e velluti a coste. Il giubbotto di jeans viene ora rivisitato con inserti in montone rovesciato e tagli a vivo. Tra le stampe torna in auge il tartan tra frustini e levrieri, simboli della maison, mentre gli impalpabili maxi dress a stampa paisley sono in georgette di seta, tra tocchi delicati di tulle e ruches. Gonne, shorts e pantaloni palazzo stampati conferiscono suggestioni boho-chic stemperate dal cappello da cowboy; si prosegue con cardigan con cintura ad enfatizzare il punto vita e cappotti vestaglia, fino ad abiti in raso che ricordano un négligé, da indossare sotto maxi cardigan. Infine, maxi fur coat ci riportano negli anni Settanta.

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Nel mood country-chic predominante c’è posto per dettagli sofisticati, come il foulard in testa e gli occhiali da diva, a conferire mistero e classe d’altri tempi a questa aristocratica immersa nella natura. La palette cromatica riprende i toni della campagna, tra borgogna, blu scuro, ruggine, cuoio, grigio, lilla e rosso, mentre suede e pelle predominano tra i materiali usati. L’artigianalità e la cura per il dettaglio offre spazio a spunti che profumano di vintage, come le borse postina in coccodrillo e patchwork di pelli montate. Trussardi appare nostalgico, deciso a portare sulla passerella un’eleganza discreta e aristocratica oggi tristemente in disuso. Tutto appare in mirabile equilibrio, in un’intrinseca perfezione. Ad accompagnare il défilé una performance dal vivo di giovani musicisti che intonano le note di Elvis Presley. Il levriero continua a brillare.

(Foto copertina Davide Maestri/WWD)


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Carolina Herrera incanta la New York Fashion Week

In tempi in cui il concetto di eleganza sembra coincidere sempre più spesso con la ribellione e il gusto di scandalizzare a tutti i costi, Carolina Herrera presenta una donna leggiadra e sofisticata.

Protagonista della fashion week newyorkese e nome storico della moda americana, Carolina Herrera non ci sta: la sua donna sfoggia una classe rara nel panorama attuale, tra svolazzanti chiffon, sete plissettate e morbidi capispalla in pelliccia in colori confetto.

La stilista impartisce una lectio magistralis sullo chic, quello più autentico, per proporzioni fluide e linee morbide. La sua collezione Autunno/Inverno 2016-2017 sfila al The Frick in un mood quasi fiabesco. Serenità sembra essere la parola chiave, in una sfilata in cui l’eleganza sembra essere tornata in auge.

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La stilista, che durante l’ultima stagione ha dovuto puntualizzare la sua volontà di guardare al futuro della moda e non al passato, sembra tuttavia attingere inevitabilmente ad un passato glorioso forse oggi sottovalutato.

In un gioco di sovrapposizioni emergono capi dal taglio sartoriale e gonne svolazzanti che invitano la donna a vivere come una diva contemporanea. La semplicità delle linee si sposa al bon ton di una donna proiettata verso il futuro ma che strizza un occhio ai tempi andati.

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La donna che calca la passerella è dolce e delicata, tra lunghi abiti con colletto castigato e gilet in pelliccia nei toni del grigio e dell’azzurro. Quasi una fata, nella palette cromatica iridescente e sobria, la sontuosa eleganza declinata in chiave bon ton la rende pronta per il party più esclusivo.

Gucci Pre-Fall 2016: ironia in chiave vintage

Dolcezza, delicatezza, ironia: sono queste le parole chiave per descrivere al meglio l’atmosfera che ha caratterizzato la presentazione della collezione Pre-Fall 2016 firmata Alessandro Michele per Gucci.

Il classicismo imperiale di una villa pompeiana diviene il set in cui si muove la donna Gucci, tra suggestioni surrealiste e tocchi pop. L’estetica di Alessandro Michele non si smentisce: dopo essere stato accolto con entusiasmo alla direzione creativa del brand italiano, il designer ci anticipa la collezione per il prossimo Autunno/Inverno 2016/2017, che sfilerà a febbraio nell’ambito della Milano Fashion Week. Protagoniste della collezione sono creature piumate, ma anche flora e fauna tropicali: farfalle e serpenti prendono vita su stampe patchwork conferendo un tocco irriverente ad una collezione dal fil rouge bon ton.

Suggestioni Seventies caratterizzano le stampe optical e i maxi dress, tra balze e chiffon, mentre un tocco di eleganza evergreen è dato dai tailleurini da ragazza perbene e dalle gonne plissé laminate. Una fusione di stili diversi, quasi a bilanciare le ispirazioni multiformi che stanno alla base della collezione, per materiali futuristi e stampe iconiche. È romantica e un po’ intellettualoide la donna Gucci, tra ricami, ruches e camicie col fiocco, mentre i grandi occhiali conferiscono un appeal intrigante e un tocco di introspezione a questa donna che gioca con i passerotti e con la propria femminilità.

Infantile, naïf, ma anche sofisticata e aristocratica, tra patchwork di pattern e colori, riscopriamo anche una rivisitazione del logo della maison Gucci, l’inconfondibile doppia G ma anche il nastro tricolore, riproposto quasi timidamente tra la fauna in chiave surrealista che non lesina in tigri, gattini e fiori.

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Alessandro Michele ci propone un’inedita collaborazione con l’artista Ari Marcopoulos, che ha scattato il lookbook che immortala la collezione, in una location dal grande impatto scenografico, quale è la villa pompeiana che fa da sfondo ad ogni outfit. Si respira un’atmosfera idilliaca, in cui il classicismo di italica memoria si mixa mirabilmente a suggestioni tratte dalle nature morte della pittura fiamminga: piccoli dettagli che impreziosiscono ogni scatto sposandosi perfettamente con l’outfit fotografato. Passato e presente si sfidano in un continuum che combina elementi liberty a tocchi eclettici tipici di un’estetica fortemente contemporanea: ecco quindi i bomber su maxi dress metallizzati, e ancora gli stivali in vernice sotto cappe che profumano di antico, i turbanti paillettati e le pellicce con luna e stelle; i guanti rock conferiscono aggressività ai pizzi e merletti di fanciullesca memoria, mentre il denim è corredato da inedite stampe cartoon.

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La collezione si muove tra pellicce in colori fluo, in un mix & match che vede capi profilati con decorazioni di fiori stilizzati e un tartan rivisitato che conferisce un tocco vintage. Si continua tra fiocchi, glitter e paillettes all over mentre il basco alla marinière ci riporta alla contestazione degli anni di piombo. Allure romantico, quasi fiabesco, per i lunghi abiti da sera in tulle, ricamati con stampe patchwork. Jacquard e astrakan predominano, mentre il denim e le proporzioni dei jeans scampanati ci riportano agli anni Settanta. La pelle lavorata diviene luxury grazie agli accenni metallizzati che ritroviamo sulle gonne in seta plissettata. Eccentricità e glamour sono le parole chiave di una collezione altamente evocativa che rivela la grande ricercatezza e la cura per il dettaglio che caratterizzano il talento di un astro nascente della moda italiana.


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