Giovani e liberi attraverso gli occhi di Pierpaolo Piccioli: dopo 25 anni il designer lascia la maison Valentino

Giovani e liberi attraverso gli occhi di Pierpaolo Piccioli: dopo 25 anni il designer lascia la maison Valentino

Dopo circa 25 anni di collaborazione, Pier Paolo Piccioli lascia la maison Valentino.  Un’esperienza iniziata nel 1999 quando il designer è approdato alla casa di moda fondata da Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti. Inizialmente con l’incarico di realizzare la linea gioielli, passa poi alla direzione creativa del brand, prima in coppia con Maria Grazia Chiuri e infine nel 2008 da solista. Il contatto prolungato con l’artigianato italiano di questo lungo excursus gli ha permesso di apprendere quel ‘savoir faire che è alla base del mestiere di un designer’.

Pierpaolo Piccioli

Carattere poco avvezzo ai lati commerciali del settore, ritiene che ‘non si ha bisogno di nuovi oggetti, ma di sogni ed emozioni‘. Nel momento in cui scopre attraverso i grandi fotografi, come David Bailey, il potere narrativo della moda, decide di voler intraprendere la carriera come designer. La capacità che apprezza maggiormente di questi artisti è quella di saper raccontare le persone e coglierne la bellezza, ‘che non risiede negli attributi fisici ma in una grazia intrinseca‘. La realizzazione della sua prima collezione infatti non parte da un’idea di vestito, ma di bellezza. E il contrasto è palese visto che la moda è effimera mentre la bellezza è eterna.

Ma è la tensione del contrasto stesso, come nei due poli opposti di una pila, a creare l’energia che rende accattivanti le sua creazioni. La stessa tensione che si manifesta ad esempio nel dover conciliare il suo motto no rules is my rule con la tradizione ben consolidata della maison. In quest’ultimo caso Piccioli risolve l’apparente paradosso sostenendo che ‘non esiste innovazione senza conoscenza del passato e il limite stesso dà la possibilità di pensare a come superarlo‘.

La tendenza alla sovversione di un sistema consolidato, utilizzando la tradizione stessa, emerge da alcune delle sue collezioni più iconiche. E nel processo di cambiamento ritiene particolarmente fertili i momenti di transizione, quando menti libere possono dire qualcosa di nuovo e ‘mostrare il sentiero del futuro‘. Una delle collezioni manifesto di questa poetica della transizione come periodo di fertilità è la sua prima sfilata in solo per la la ss2017. 

In quell’occasione Piccioli unì all’arte rinascimentale le stampe fatte a mano della stilista Zandra Rodhes. È con quest’ultima infatti che sono stati realizzati gli abiti diafani con temi che richiamavano l’opera di Hieronymus Bosch The Garden of Earthly Delights. 

Un’altra sfida abbracciata dal designer è stata inoltre quella di modellare il significato che solitamente viene attribuito ai colori. ‘I colori sono in definitiva parte del messaggio che vuoi trasmettere‘, e in una sua celebre collezione ha voluto stravolgere in particolare il significato del pink. La fall-winter 2022-23 ha infatti reso il colore signature del brand con la collaborazione di Pantone: nasce così il PP Pink, un rosa super saturo che poco ha dei tratti dolci e femminili attribuiti solitamente a questa tonalità.

La stessa carica innovativa caratterizza la sfilata Black Tie, applicata ad un classico indumento corporate maschile. L’idea della sfilata gli è arrivata guardando la figlia quindicenne scegliere una cravatta dal suo armadio per un outfit serale, rimodellando inconsapevolmente il significato dell’accessorio. La cravatta così diventa simbolo della creatività individuale e non più del potere costrittivo maschile, un modo con il quale fare emergere la propria personalità.

È con collezioni come queste che Piccioli si è aggiudicato premi come il Designer of the Year nel 2022 ed è stato inserito dal Time tra le cento persone più influenti al mondo. Ma soprattuto ha creato un immaginario che ci ha regalato la sua visione, i suoi occhi, per ‘guardarci come lui ci vede’ e come egli stesso si sente, giovane e libero.

Valentino haute couture 2017: il fascino dell’essenzialità

«Il sogno accomuna tutti, perché è senza tempo, come la couture del resto» racconta Pierpaolo Piccioli, per la prima volta solista nella creazione dell’alta moda firmata Valentino. Lo stilista è partito proprio dall’idea del sogno, non inteso come onirica fantasia irrealizzabile ma come espressione del sentimento individuale, parte più vera e autentica del proprio io. Così è stato inevitabile guardare al mondo antico, alla Grecia dei miti, perché «lì si è cominciato a dare un nome ai sentimenti umani». Per Valentino l’haute couture abbandona le estetiche virginee e romantiche del Rinascimento a cui la coppia Chiuri – Piccioli aveva dedicato metri e metri di velluto e chiffon, per regalarci silhouette essenziali, linee pulite e architetture classiche.


Pierpaolo Piccioli fa della sfilata Valentino haute couture 2017 un inno all’essenzialità. Sfilano in passerella dee greche avvolte in abiti-colonna che lasciano scoperte le spalle, pantaloni fluidi e lunghe bluse trasparenti. Il lato onirico dell’alta moda vive di un’atemporalità terribilmente chic. Senza fronzoli né eccentricità, l’alta moda Valentino gioca con colori tenui e lavorazioni estremamente raffinate, che raccontano tutta la maestria dei sarti nell’atelier romano. La purezza degli abiti lunghi, dalle linee essenziali, nasconde intricate lavorazioni plissé di seta e jersey e intrecci di tulle, organza e chiffon. L’apparente naturalezza del pizzo rivela tre diversi ricami floreali che si avvicendano su lunghe tuniche dall’effetto tridimensionale. La semplicità delle silhouette da dea, dei sandali alla schiava, dei lunghi veli trasparenti e dei mantelli fruscianti crea una collezione Valentino haute couture che è la quintessenza della raffinatezza: ogni look sembra creato con estrema naturalezza, invece è frutto di ore e ore di complicatissimo lavoro sartoriale. «La couture è fatta di momenti speciali, di rituali che la rendono unica» continua Pierpaolo Piccioli. Gesti rituali che si svolgono nel segreto degli atelier e che creano sogni pronti per essere indossati.


Maria Grazia Chiuri è la prima designer donna di Dior

Trasferta importantissima quella di Maria Grazia Chiuri, è la prima donna a ricoprire il ruolo di direttore creativo di maison Dior.

53 anni, 17 dei quali trascorsi al servizio della casa di moda Valentino, Maria Grazia ha convinto i vertici della griffe parigina per la visione sensuale e al contempo poetica che ha della donna, in sintonia con quella di monsieur Christian Dior.

Ma chi è Maria Grazia Chiuri?

Maria Grazia ha ereditato la passione della moda dalla madre, un’ abile sarta. Dopo aver appreso le prime nozioni di moda, decide di iscriversi all’Istituto Europeo di Design di Roma. Al completamento degli studi, le viene offerta la prima ed importante collaborazione in casa Fendi, dove è chiamata a disegnare la linea di accessori.

 

© Maripol
© Maripol

 

 

E’ nel 1990, che i destini di Chiuri e Piccioli, s’intrecciano. Fu infatti la designer a proporre Pierpaolo alla maison romana e da quel momento, la loro armonia creativa è in forte ascesa. Il loro sodalizio, partorisce una delle celebri it bag di maison Fendi, la Baguette, nata nel 1997.

Nel 1999, i due designer vengono chiamati alla corte di Valentino, nella quale disegnano, allo stesso modo, la linea degli accessori.

Nel 2009, avviene la grande svolta. Due anni prima (era il 2007) Valentino Garavani si ritira dalla scena e nomina direttore creativo della maison, Francesca Facchinetti che abbandona dopo solo due stagioni.

Alla sua dipartita lavorativa, subentrano proprio i due amici che ricoprono il ruolo di stilisti sia per la Haute Couture che per la linea prêt-àporter; continuando, peraltro, a disegnare la linea degli accessori siglando i modelli Rockstud che si estendono non solo alle borse, ma anche alle scarpe e agli accessori.

In questi otto anni, Maria Grazia e Pierpaolo creano collezioni eteree, lussuose, sartoriali. Raccontano, con estrema eleganza, la filosofia del marchio, mantenendo lo charme della maison, fondata da Garavani nel 1962.

L’unione che pareva salda, ora si è dissolta. L’ambizione della Chiuri, l’ha portata fino a Granville dove firmerà la sua prima collezione prêt-à-porter che verrà presentata a Parigi il prossimo 30 settembre 2016.

“È una grande responsabilità essere la prima donna a dirigere la creazione di una Maison così profondamente legata all’espressione della femminilità” ha dichiarato Maria Grazia Chiuri.“L’infinita ricchezza del suo patrimonio è una fonte di ispirazione costante per la moda di oggi e sono felice di esprimerne la mia visione.”

Il suo nome comparirà negli annuali della maison dopo quelli di Christian Dior, Marc Bohan, Yves Saint Laurent, Gianfranco Ferrè, John Galliano e Raf Simons.

Auguri, madame Chiuri.

 

 

 

Fonte cover fashiontimes.it

 

 

 

 

Valentino Haute Couture: si ispira a Shakespeare l’ultima collezione Piccioli-Chiuri

Ha chiuso la settimana dell’haute couture parigina la sfilata Valentino. È tempo di addii per la storica maison italiana: la collezione Autunno/Inverno 2016-2017 chiude infatti il sipario sul prolifico sodalizio artistico tra Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli.

Sono confermate le voci secondo le quali la stilista sta per abbandonare la direzione artistica del brand italiano per ricoprire- prima donna nella storia- lo stesso ruolo in casa Dior. I due stilisti -diplomati presso l’Istituto Europeo del Design di Roma- si separano dopo ben 26 anni di sodalizio artistico: correva l’anno 1990 quando i due iniziavano la loro carriera da Fendi, per poi passare a Valentino, dove hanno trascorso insieme ben 18 anni.

Ma quello che è andato in scena nella mirabile cornice dell’Hôtel Salomon de Rothschild di Parigi è stato uno spettacolo emozionante, direttamente ispirato al teatro elisabettiano. In tempi in cui i social media divengono palcoscenico digitale delle relazioni umane, l’omaggio a William Shakespeare e al palcoscenico della vita diventa fonte d’ispirazione originale e quantomai suggestiva.

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In passerella si alternano ben 40 outfit, con cui Chiuri e Piccioli omaggiano Shakespeare in occasione del quarto centenario dalla sua morte. Tra gorgiere elisabettiane e corazze, sfila un Amleto in gonnella dall’animo ribelle e dal portamento fiero. Ogni outfit diviene un’allegoria dei sentimenti umani: Onore, Invidia, Fiducia, Regalità, Segretezza, Magnanimità, Innocenza, Eccentricità ecc. sono quasi ancelle di un disegno più grande che coinvolge la natura umana e la sua anima multiforme.

La donna Valentino Haute Couture è una valorosa combattente che sfoggia calzamaglia e corazza: austera ed enigmatica, ma anche moderna, alterna maxi dress dal piglio solenne e teatrale a pantaloni da indossare rigorosamente con stivali al ginocchio in cuoio nero e suola carrarmato uniti a blazer aderenti. Non mancano suggestioni punk, tra intarsi di pelle e tulle e nero all over, ma anche borchie. Gotica e ribelle, la collezione alterna linee monastiche allo sfarzo di una couture che torna ad emozionare.

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La camicia bianca ritorna in auge come capo passepartout. Prevalgono colori neutrali, ma anche viola, oro e bronzo. Sul finale tripudio di rosso cardinalizio per mantelli solenni da papessa: a metà tra Anna Bolena ed Elisabetta I, lirica e animo dark si mixano in un gioco di ispirazioni e rimandi. Largo anche a nude look e capispalla preziosi decorati con patchwork di stoffe antiche e pregiate e ricamati con motivi fantastici, che ricordano i bestiari medievali ma anche creature mitico-leggendarie come draghi e unicorni. In passerella largo a lana e velluto e perle e jais, per abiti preziosi, la cui complessa realizzazione è maturata in migliaia di ore di laboriosa tecnica artigianale. L’alta sartoria diviene anche per Valentino, come già accaduto per Chanel Haute Couture, protagonista assoluta nonché deus ex machina per realizzare giochi e passamanerie preziose. Tra i nomi dei capi Thanatos, che ricorda una corazza, e la Valorosa, a cui il duo di stilisti è particolarmente legato. Cinquecento e anche mille ore di lavorazione sono state necessarie per confezionare questi capi.

Citazioni shakespeariane impreziosiscono lunghi abiti scuri, che si alternano a mantelli ove prevale il black & white, tra insoliti maxi pois e decorazioni; broccati preziosi omaggiano l’età elisabettiana, tra ricami e giochi di organza e taffetà.
Al collo l’Amleto in gonnella sfoggia ricchi gioielli e medaglioni d’oro, realizzati con la collaborazione di Alessandro Gaggio. Superbo il make up firmato Pat Mcgrath con pettinature realizzate da Guido Palau.

(Tutte le foto sono tratte da Madame Figaro)


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Pierpaolo Piccioli nominato unico stilista di Valentino

 

Breaking News: maison Valentino, ha appena annunciato via Twitter, la nomina di Pierpaolo Piccoli, unico designer della griffe italiana.

Dopo 25 anni di sodalizio creativo e di soddisfazioni professionali ci siamo dati l’opportunità di proseguire il nostro cammino artistico in modo individuale con l’augurio reciproco di ulteriori grandi successi” hanno dichiarato i due designer.

 

Portrait by Pier Even
Portrait by Pier Even

 

 

Da tempo, ormai, si rincorrevano le voci di una possibilità chiamata di Maria Grazia Chiuri, alla direzione creativa di maison Dior, attualmente non ancora confermata. “Ringrazio il Sig. Valentino Garavani e il Sig. Giammetti per il sostegno avuto in questi anni e per quanto ho imparato da loro. Ringrazio il Dott. Sassi e tutte le persone che lavorano nell’azienda Valentino per il sostegno avuto in questi anni. Ho condiviso con Pierpaolo gran parte della mia vita lavorativa ed è stata un’esperienza di molti successi creativi insieme. Sono pronta a rimettermi in gioco”, ha commentato la designer in una nota ufficiale.

Dopo otto anni di successi accanto a Pierpaolo, la strade lavorative dei due designer, si dividono.

L’ultima collezione Haute Couture presentata il 6 luglio scorso, è stata l’ultima prova artistica che la superba designer ha affrontato in maison Valentino; ora spetta a Pierpaolo l’onore e l’onere di mantenere alti, gli standard qualitativi ed estetici della griffe.

Stefano Sassi, CEO di Valentino S.P.A. ha così commentato il nuovo percorso che si appresta ad affrontare il marchio: Tutto quello che abbiamo fatto in questi anni di rilevante sarebbe stato impossibile senza il talento, la determinazione e la visione di Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli che insieme hanno contribuito a fare di Valentino una delle aziende di moda di maggiore successo. Si apre una nuova entusiasmante fase per il brand sotto la leadership creativa di Pierpaolo Piccioli. L’azienda è fortemente determinata a continuare il processo di affermazione e sviluppo realizzato negli ultimi anni”.

 

 

Fonte cover Harper’s Bazaar

 

A Parigi sfila l’uomo Valentino

Ha sfilato ieri alla Paris Fashion Week la Primavera/Estate 2017 firmata Valentino. Non fatevi ingannare dalla sobrietà e dalla rassicurante eleganza minimal che sembra inaugurare la prossima stagione primaverile: è proprio dalla mancanza di un coup de théâtre che rinasce uno stile sofisticato ed evergreen, lo stesso che ha reso grande la maison.

L’uomo immaginato da Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli è un ragazzo dal viso pulito che si districa nella vita quotidiana, assumendo quasi il ruolo di un eroe ante litteram. Poesia e delicatezza dominano la collezione, suggestioni urban nei capi che si alternano sulla passerella: l’uomo Valentino adotta una sorta di uniforme con cui affrontare la vita metropolitana. Numerosi sono i dettagli army-chic, specie nei capispalla con tanto di marsine e gradi appuntati sul bavero: e se non esistono più le mezze stagioni, in passerella sfilano quattro cappotti dalle suggestioni couture. Denim all over su tute intere da lavoro si alternano a trench, parka e bomber, fino a sahariane e caban.

Ma protagonista assoluto del défilé è il camouflage. La pantera torna a dominare su capispalla, felpe, parka ma anche sulle borse. Non un mero ricorso alle stampe mimetiche: trattasi invece di grafismi military-chic che profumano di antico. È infatti dagli archivi storici della maison che il duo di stilisti ha ripescato, quasi dall’album dei ricordi, il disegno originale della pantera, creato nel lontano 1967 e sdoganato poi da Veruschka in scatti entrati di diritto nella Storia del costume. Il mood è nostalgico, in una riscoperta dei codici più autentici della maison.

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La collezione è stata ispirata dalla mostra «Unfinished: thoughts left visible» che ha avuto luogo al Met Breuer di New York: così hanno dichiarato Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli, direttori creativi del brand: «Volevamo raccontare la couture, elemento che ci appartiene, da un lato non glamour. Ma più legato al processo, al non finito come scelta». E la sfilata riesce pienamente nell’intento. Suggestioni couture predominano su un minimal-chic sapientemente tessuto nella tela della ricerca stilistica. Largo a ricami ed applicazioni: ma i capi appaiono quasi in allestimento, come imbastiti e lasciati lì, in un autentico effortlessy-chic che tanto ha da insegnare ai fanatici dell’overdressing. Efebico e quasi timido, l’uomo Valentino avanza indossando dettagli dall’allure femminile, come le collane di catene e i dettagli metallici che impreziosiscono anche gli accessori. Niente è lasciato al caso, in una cura quasi maniacale per il particolare.

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Spiccano tra gli accessori, le borse per lui: tote bag ma anche shopper e postina, mentre lo zaino rivive in chiave rivisitata. Tra i materiali usati il vitello traforato. Nel front row del salone dell’Hȏtel Salomon de Rotschild tante celebrities, a partire dagli attori Yang Yang e Benjamin Walker.

(Tutte le foto sono tratte da Madame Figaro)


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“La Traviata” Di Valentino e Coppola

Ieri, 24 maggio 2016, è andata in scena al Teatro dell’Opera di Roma, “La Traviata”: l’opera del maestro Giuseppe Verdi, rielaborata da Jader Bignamini sotto la regia di Sofia Coppola.

Presentata in anteprima ad un parterre selezionato il 22 maggio scorso, “La Traviata” si è aggiudicata il favore del pubblico, ma non ha convinto alcuni critici che vedono, secondo il loro punto di vista, un dramma depurato dalla sua natura sentimentalista.

 

Violetta Valery indossa un abito rosso disegnato da Valentino Garavani (® Yasuko Kageyama / Teatro dell'Opera di Roma)
Violetta Valery indossa un abito rosso disegnato da Valentino Garavani (® Yasuko Kageyama / Teatro dell’Opera di Roma)

 

Bozzetto disegnato da Valentino Garavani per "La Traviata"
Bozzetto disegnato da Valentino Garavani per “La Traviata”

 

Valentino Garavani, Pierpaolo Piccioli e Maria Grazia Chiuri (fonte www.telegraph.co.uk)
Valentino Garavani, Pierpaolo Piccioli e Maria Grazia Chiuri (fonte www.telegraph.co.uk)

 

 

Si apre il sipario: un lungo scalone bianco in primo piano. Sullo sfondo, un salone. Violetta, scende dall’alto e giunge sul pavimento e accende due candele posate su un tavolo: la sala viene rischiarata da una fioca luce. Inizia la festa.

Tutto è curato nei dettagli. L’ambiente è raffinato ed elegante, così come costumi di scena. Gli uomini, indossano una cravatta nera e le donne, lunghe vesti leggiadre. Violetta, interpretata magistralmente da Francesca Dotto, apre le porte della sua dimora parigina ai suoi invitati e ad Alfred Germont, interpretato da Antonio Poli. I tre atti, vengono interpretati fedelmente, ma forse la storia perde in parte il suo dramma.

 

Bozzetto abiti coro disegnati da Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli
Bozzetto abiti coro disegnati da Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli

 

Una scena de "La Traviata" (fonte d.repubblica.it)
Una scena de “La Traviata” (fonte d.repubblica.it)

 

 

La sofferenza di Violetta, che sussurra “Addio, del passato bei sogni ridenti” negli ultimi istanti della sua vita, è appena accennata. “La Traviata” di Sofia Coppola stride per alcuni versi con il libretto di Francesco Maria Piave, trascende dai sentimenti, quelli puri, raccontati una sera di domenica 6 marzo 1853, con la prima nel Gran Teatro La Fenice.

Che tanto clamore sia dovuto per gli abiti di scena Haute Couture firmati da Valentino Garavani e dagli stilisti Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli?

Violetta Valery indossa abiti di Alta Moda, lontani dai tradizionali costumi adottati per ogni pièce teatrale, solitamente confezionati con tessuti di bassa qualità.

 

Primo manifesta de "La Traviata" presentata al Teatro la Fenice di Venezia, domenica 6 marzo 1853 (fonte wikipedia)
Primo manifesta de “La Traviata” presentata al Teatro la Fenice di Venezia, domenica 6 marzo 1853 (fonte wikipedia)

 

Manifesto de "La Traviata" in scena al Teatro dell'Opera di Roma dal 24 maggio al 30 giugno (fonte Teatro dell'Opera)
Manifesto de “La Traviata” in scena al Teatro dell’Opera di Roma dal 24 maggio al 30 giugno (fonte Teatro dell’Opera)

 

 

Straordinario, l’abito nero con strascico verde petrolio del primo atto, come il vestito bianco con una liseuse de voile che Violetta indossa in campagna.  Esplosione di  rosso nella festa a casa di Flora nel secondo atto, con scollo abbondante chiuso da una spilla gioiello.

Il palcoscenico diventa una passerella di delicate ed eleganti creazioni. Di magnificenze sartoriali, create non solo dall’estro creativo degli stilisti, ma anche dalle mani laboriose delle sarte del Teatro dell’Opera.

Con un investimento di circa 1,8 milioni di euro, “La Traviata” ha segnato il suo primo record. Il sovraintendente del Costanzi, Carlo Fuortes ha dichiarato che già dal 20 maggio, il Teatro ha incassato 1,2 milioni di euro ricavati dalle prevendite.

Lo spettacolo sarà presentato con 15 repliche, fino al 30 giugno prossimo.

 

 

 

Fonte  cover ® Yasuko Kageyama / Teatro dell’Opera di Roma

Valentino presenta “Wonder Woman Valentino”

Cos’hanno in comune Valentino, maison storica della moda italiana, la street art e i supereroi dei fumetti? Ce lo spiegano Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli, che hanno appena sfornato un’inedita collaborazione con lo street artist romano SOLO. Nasce così un’esclusiva capsule collection dal nome altamente evocativo: Wonder Woman Valentino. Ispirazione principale è la celebre eroina della DC Comics, Wonder Woman.

Lunghi capelli scuri e fisico scultoreo, forse non tutti sanno che l’impavida Wonder Woman nacque nel 1941 dalla mente dello psicologo William Moulton Marston come stimolo per le donne, affinché si affermassero nella vita con le proprie idee e la propria personalità. Con la collezione a lei dedicata, i due direttori creativi di Valentino intendono celebrare l’universo femminile in toto, con le sue innumerevoli sfaccettature, in una collezione che si preannuncia già come un evento.

È durante il Salone del Mobile 2016 che verrà presentata a Milano l’installazione con cui si inaugura la nuova collezione del brand. Stelle impreziosiscono lunghi abiti dal mood etereo, sapientemente abbinati a giacche biker in pelle e micro borchie e bustier recanti la figura della celebre eroina: la capsule collection mantiene lo stile Valentino in un riuscito esperimento dalle suggestioni Pop Art. Il contributo di SOLO non tarderà a coinvolgere i clienti: classe 1982, l’artista romano inizia la sua produzione di street art nella seconda metà degli anni Novanta. Protagonisti delle sue opere i supereroi dei fumetti. Dopo varie mostre nelle maggiori gallerie europee ed americane, e dopo aver firmato collaborazioni eccellenti con brand del calibro di Nike, ora SOLO sarà protagonista dell’installazione firmata Valentino. L’artista saluterà i clienti delle boutique di Milano, Roma e New York con un’opera di street art.

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La Wonder Woman Valentino (Foto Elle.it)

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Stelle e bustier omaggiano la celebre eroina dei fumetti (Foto Elle.it)

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La nuova capsule collection verrà presentata con un’installazione dell’artista SOLO (Foto Elle.it)


La live perfomance prevederà dei murales all’interno degli store che vedranno la versione di Wonder Woman firmata SOLO: una live painting unica, che vedrà murales diversi per ognuna delle boutique del celebre marchio di moda famoso in tutto il mondo. Dopo il successo riscontrato a Milano, lo scorso 10 aprile 2016, dal 14 al 16 aprile 2016 sarà la volta di Roma, che ospiterà l’evento e la live perfomance di SOLO nell’esclusiva boutique di Piazza di Spagna; infine, dal 20 al 22 aprile 2016, appuntamento a New York, sulla celebre Fifth Avenue.

(Foto cover Elle.it)

Valentino Garavani torna “in scena” con La Traviata

Un grande sogno che si avvera quello di Valentino Garavani  che, da sempre grande estimatore di opere liriche, dal 24 maggio al 30 giugno 2016 andrà in scena con gli abiti da lui disegnati per una nuova edizione de La Traviata. Fiancheggiato da Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli per la realizzazioni dei costumi di scena e dalla regista Sofia Coppola per la prima volta agli esordi alla regia di un’opera lirica, disegnerà gli abiti di Violetta, realizzati negli atelier della maison.

 

Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli durante la sfilata Haute Couture A/I 15-16
Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli durante la sfilata Haute Couture A/I 15-16

 

 

Piccioli e Chiuri, attuali direttori creativi della maison Valentino, vestiranno Flora e il coro, servendosi di una stretta ed importante collaborazione con la sartoria del Teatro dell’Opera.

Divisa in tre atti, l’opera rielaborata dal libretto di Francesco Maria Piave ed ispirata da La Dame aux camélias di Alexandre Dumas, sembra una pura reminiscenza cinematografica molto probabilmente influenzata dalla vocazione artistica dello scenografo Nathan Crowley (noto per aver elaborato le scene per i film Batman Begins e Il Cavaliere Oscuro) e dalla stessa Sofia Coppola, scelta da Valentino dopo esser rimasto ammaliato dal film  Marie Antoinette.

 

Sofia Coppola
Sofia Coppola

 

 

A curare le musiche di scena, il maestro cremonese Jader Bignamini (direttore associato dell’Orchestra Verdi di Milano) che dirigerà le voci di Francesca Dotto e Maria Grazia Schiavo entrambe nel ruolo di Violetta Valery e Antonio Poli e Arturo Chacón-Cruz nel ruolo di Alfredo Germont.

Ad annunciare la rivisitazione de La Traviata resa possibile dalla Fondazione Garavani-Giammetti è stato Carlos Fuentes, Sovrintendente della Fondazione Teatro dell’Opera di Roma.

I biglietti sono già disponibili presso il botteghino del Teatro dell’Opera e sul sito.

Ispirazione bizantina per l’Alta Moda firmata Valentino

Le dee di Valentino incedono sicure e a piedi nudi, leggiadre e su petali di rosa e ranuncoli, su una passerella che racconta un passato fastoso e mai dimenticato.

Pierpaolo Piccioli e Maria Grazia Chiuri si lasciano suggestionare dalle danzatrici predilette dallo stilista Mariano Fortuny y Mazadro (noto come Mariano Fortuny, figlio del celebre pittore catalano Mariano Fortuny y Marsal) per celebrare una donna che prende le sembianze di una straordinaria divinità greca. Dello stilista recuperano non solo l’estetica, ma anche le fogge di alcune eterei vestiti adorati dallo stilista spagnolo. Rivive così l’abito Delphos disegnato per la prima volta da Fortuny: leggero, dalla lunghezza totale e, soprattutto, plissettato.

La ricchezza dei ricami, una firma ormai certa nelle collezioni di Valentino, crea un ponte creativo tra l’Occidente moderno e l’Oriente bizantino; ed ecco come mirabili tuniche si fregiano di trame d’oro rivedendo in chiave odierna sfarzosi pannelli desunti, presumibilmente, dalla pittura parietale di “Teodora e il suo seguito” presenti all’interno della chiesa di San Vitale, a Ravenna.

Il broccato, recuperato dall’archivio Fortuny e lavorato sapientemente dalle mani abili degli artigiani in atelier, viene esaltato attraverso l’applicazione di effetti in 3D ottenuti da farfalle in volo e fiori sbocciati, che esaltano a loro volta la tramatura originale del tessuto.

Il fluttuare di abiti che librano nell’aria, trame di fili orditi con dovizia che appesantiscono i broccati delle tuniche, eleganti velluti che costruiscono affascinanti abiti peplo e i pavoni (simbolo di vita eterna nell’arte bizantina), conferiscono alla collezione un viaggio intrinseco di arte, sapere e lusso.

E mentre propizianti serpenti scivolano sui capi delle modelle, lussuosi calzari ci ricordano che l’Oriente e il suo folklore non sono mai stati così vicini come nella collezione Haute Couture primavera/estate 2016 di Chiuri e Piccioli per Valentino.

 

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Sfila a Parigi l’esistenzialista bohémien di Valentino

Si è appena conclusa a Parigi la settimana della moda maschile, che ha visto sfilare le proposte moda per il prossimo autunno/inverno. Una collezione all’insegna della libertà, quella presentata da Valentino. Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli si confermano ancora una volta indiscussi maestri di stile, in un défilé caratterizzato da tendenze eterogenee. Dettagli etnici si sposano al grunge anni Novanta, fino a sfiorare il folk tipicamente Seventies.

Un po’ metropolitano e un po’ bohémien l’uomo Valentino per l’Autunno/Inverno 2016/2017: dal classico vestito nero con cappotto dal taglio sartoriale e dagli ampi revers si passa al denim, per giubbotti impreziositi da decorazioni. Le prime uscite rasentano lo stile gotico: nero all over per capispalla dal respiro classico, per un uomo che sembra incarnare il dandy più autentico. Si continua con loden e giubbotti biker, impreziositi da borchie e decorazioni.

Ma l’uomo che ha calcato la passerella ha un animo folk, è fiero della propria libertà e non teme il contatto con la natura, fosse anche un viaggio on the road, sulla falsariga di Jack Kerouac. Il denim e il tartan ricordano un cowboy, come anche le camicie. Una full immersion tra i nativi americani per le mantelle stampate con motivi aztechi. Stampe simili a coperte Navajo si alternano sulla passerella a giubbotti borchiati, mentre viene sdoganato il poncho come capo principe del guardaroba maschile per la prossima stagione invernale. Suggestioni etniche nei dettagli piumati e nel patchwork di fantasie tribali. La precarietà e l’incertezza che caratterizza i tempi odierni sono state le principali fonti di ispirazione di una collezione che i due stilisti hanno definito esistenzialista. Il mix di stili e tendenze diverse rispecchierebbero infatti un nuovo stimolo per rinnovarsi e trasformarsi. Tra i materiali usati spiccano il cashmere e il camoscio, ma anche la seta e la pelle la fanno da padrone, in una collezione variegata e ricca di fascino. Per un uomo dalle mille sfaccettature.

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