Fashion Trend Autunno/Inverno 2015: Venere in pelliccia

La stagione fredda è ormai alle porte. Quello che si preannuncia come il più freddo inverno nella storia è facilmente gestibile se si indossano i capi giusti.

Le passerelle Autunno/Inverno 2015-2016 parlano chiaro: largo alle pellicce, che siano ecologiche o meno. La tendenza protagonista delle sfilate A/I vede infatti la pelliccia protagonista assoluta.

Tanti sono i brand che hanno portato in passerella il nuovo trend, dai modelli declinati in colori fluo, protagonisti delle collezioni di Moschino, Philosophy by Lorenzo Serafini, fino alle proporzioni oversize viste in passerella da Louis Vuitton. Fur coat da indossare praticamente su tutto, dai maxi abiti ai jeans con cuissardes o stivali fino alle minigonne o agli abiti da gran soirée. La pelliccia diventa capo passepartout, che aggiunge un tocco sofisticato a qualsiasi mise.

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Carolyn Murphy in pelliccia Gucci, foto di Patrick Demarchelier per Tatler Russia, settembre 2014
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Natasha Poly indossa una pelliccia colorata
Philosophy by Lorenzo Serafini
Philosophy by Lorenzo Serafini
Moschino
Moschino

Louis Vuitton
Louis Vuitton


Eleganza classica ed evergreen in passerella da Giorgio Armani, che propone colori inediti, come il blu elettrico, per le sue pellicce lavorate. Un tocco retrò e colori neutri visti invece da Blugirl, che propone anche pellicce multicolor, in linea con le tendenze attuali. Da Fendi sfila l’opulenza tipica della maison, da sempre amante dei fur coats. Il mitico brand porta in passerella anche dei dettagli in pelliccia, come negli originalissimi stivaletti, quasi dei calzari, ricoperti interamente di pelo. E se gli animalisti avranno certamente da obiettare, tante sono le varianti ecologiche: perché si può essere altrettanto eleganti anche nel pieno rispetto dei nostri amici animali.

Il brand inglese Missguided (https://www.missguided.co.uk) propone per l’Autunno/Inverno 2015-2016 sfiziose versioni in pelliccia sintetica in nuance delicate e assolutamente imperdibili, come il rosa nude. Warehouse ( http://www.warehouse.co.uk) propone invece colori come il grigio, su un modello a pelo lungo, rigorosamente in pelliccia sintetica. Perfetto su tutto, dai jeans ai capi più femminili, faux fur è sinonimo di must have incontrastato per la stagione invernale.

Blugirl
Blugirl
Fendi
Fendi
Giorgio Armani
Giorgio Armani
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Kate Upton per Vogue Italia, novembre 2012
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Eniko Mihalik fotografata da Terry Richardson per Harper’s Bazaar US, novembre 2011
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Charme e posa da diva per Carolyn Murphy, ritratta da Patrick Demarchelier per Tatler

Come una diva, in pelliccia rosa baby: Carolyn Murphy per Tatler Russia, settembre 2014


Colori glossy e proporzioni oversize caratterizzano il brand Tzarina Furs (http://www.houseoftzarina.com/): il lusso si mixa ad un amore incontrastato per lo stile e le tendenze: vastissima la scelta, dai modelli classici ai faux fur coats coloratissimi, declinati in sfiziose tinte pastello, assolutamente imperdibili.

La pelliccia, capo principe del guardaroba femminile, ha visto negli ultimi anni una nuova vita, grazie a modelli che l’hanno resa un capo adatto alle più svariate occasioni. Per uno styling perfetto, si può seguire l’esempio di un’autentica icona di stile, quale è Kate Moss, e abbinare la pelliccia (meglio se ecologica!) ad un semplice maxi dress in lana e a stivali. Un capo che dona subito una nuova allure, sulle orme delle dive del passato.

Tzarina Fur
Colori pastello e charme nei modelli proposti da Tzarina Furs
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Un modello Warehouse
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Rosa nude per la pelliccia sintetica di Missguided
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Kate Moss
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Nancy Berg fotografata da Erwin Blumenfeld per Vogue, novembre 1954

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Must have incontrastato di stagione, la pelliccia dona a tutte un tocco di classe



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Madame Carven: basse è bello

Se pensate che la moda sia ad esclusivo appannaggio di donne alte 1.80 m, dovrete clamorosamente ricredervi. Essere piccole di statura può essere un valore aggiunto, e a sdoganarlo per prima, nei lontani anni Cinquanta, è stata una donna il cui nome è ancora oggi tra le firme più apprezzate della moda francese ed internazionale.

Marie-Louise Carven-Grog, all’anagrafe Carmen de Tommaso, della sua altezza aveva fatto un complesso: alta 1.55 m, minuta ma proporzionata, come d’altronde prevedeva la bellezza dell’epoca, madame Carven si diceva “alta quanto un gambo di cavolo” e sembrava soffrire profondamente per quei centimetri in più che Madre Natura le aveva negato.

Ma, forte della propria personalità, si rimboccò le maniche e promise a se stessa che la statura piccola non avrebbe mai più dovuto rappresentare un problema per nessuna donna. Fu così che creò una moda a misura di donne petite, entrando di diritto nell’Olimpo dello stile. Il suo marchio, Carven, ancora oggi è uno dei più seguiti, nell’ambito della settimana della moda di Parigi.

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Marie-Louise Carven-Grog, all’anagrafe Carmen de Tommaso, nacque il 31 agosto 1909 a Châtellerault
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Abito da ballo, 1951
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Mme Carven con Martine Laroche, 1961

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Una creazione Carven, 1963


La couturière francese nacque il 31 agosto 1909 a Châtellerault dall’editore di origine italiana Tommaso Carmen. Studiò Architettura ed Interior Design presso l’École des beaux-arts de Paris ed iniziò la sua carriera di designer di moda da autodidatta, confezionando abiti su misura per se stessa e per le sue amiche. Nel 1945 fondò la sua casa di moda sotto lo pseudonimo di Mme Carven, contrazione del suo cognome e del nome di una zia da lei prediletta, che la introdusse alla passione per la moda.

Figlia di una generazione che sfornò talenti del calibro di Elsa Schiaparelli, Coco Chanel, Christian Dior e Pierre Balmain, il successo per lei arrivò appena quattro anni più tardi, nel 1949, quando venne citata nel testo della canzone “Mademoiselle de Paris”, di Jacqueline François.

Ampie gonne a ruota, punto vita segnato e decolleté in vista, in perfetto stile Fifties: questo è il modello Carven, per un abito verde che diviene emblema dello stile della maison. Uno stile all’insegna della leggerezza e del colore, per suggestioni provenzali. Semplicità, pulizia e consigli strategici per donne piccole di statura: evitare il nero, in primis, come anche le maniche a sbuffo e le stampe troppo ampie, ed evidenziare il seno, per accentuare le forme burrose tipiche degli anni Cinquanta.

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Un modello del 1953
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L’Officiel De La Mode, 1957
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Punto vita in evidenza e colori vivaci: questo era lo stile Carven
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Una moda pensata per le donne minute degli anni Cinquanta

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La couturière sdoganò la bellezza petite e mise a punto il primo prototipo di reggiseno push-up


Madame Carven non viene cambiata dal successo: ottimista, il suo buonumore è proverbiale come anche la sua simpatia, che la rende vicina alla gente comune. I suoi capi colorati ricordano le uniformi delle hostess, e lei, grande viaggiatrice, adora trarre ispirazione da terre lontane. Tra le sue clienti ci sono nomi del calibro di Martine Carol, Leslie Caron, Michèle Morgan ed Édith Piaf. Realizzò l’abito da sposa di Mme Valéry Giscard d’Estaing e si rivelò brillante manager ante litteram: Madame Carven fu infatti tra i primi designer ad esportare le proprie creazioni all’estero, in particolare in Brasile, Portogallo, Egitto ed Iran. Inoltre fu una vera e propria trendsetter, essendo tra i primi couturier ad arricchire i propri capi di suggestioni etniche, introducendo elementi e materiali tipici di altri Paesi, come le stampe batik e la rafia. Le sue collezioni ottennero un successo incredibile in Giappone, dove le donne sono per antonomasia piccole di statura

Grande rivoluzionaria, madame Carven fu la prima a realizzare collezioni di prêt-à porter e dobbiamo a lei il primo prototipo di reggiseno push-up. Tanti sono i tabù infranti da questa piccola donna dall’enorme personalità, come l’aver fatto indossare una colonia maschile alle donne e l’aver accompagnato in giro per il mondo le sue modelle globetrotter.

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Madame Carven era alta appena 1.55 m e fu questo suo complesso ad ispirarne il lavoro
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Tailleur Madame Carven, 1951
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Tanti i tabù infranti da Madame Carven: fu la prima a fare indossare alle donne la colonia maschile
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Madame Carven trasse ispirazione dai Paesi dell’Africa e del Medio Oriente

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La designer si è spenta l’8 giugno del 2015, all’età di 105 anni


Secondo l’ex ministro francese della cultura Renaud Donnedieu de Vabres madame Carven ha contribuito largamente ad imporre l’eleganza francese come punto di riferimento internazionale. Amante dell’arte, numerosissime sono state le sue donazioni al Museo del Louvre, che nel 1997 ha aperto una sala in suo onore, intitolata Grog-Carven. Madame Carven si ritira dalla scena nel 1993, all’età di 84 anni. Due anni più tardi, nell’ottobre del 1995, ottiene la Legion d’onore. La piccola grande donna si è spenta l’8 giugno del 2015, all’età di 105 anni. Le donne piccole di statura le devono molto.


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Winter fashion trends 2016: ritorno al Puritanesimo

Tra le tendenze per l’Autunno/Inverno 2015-2016 troviamo un mood che sembra trarre ispirazione dal passato, da un tempo remoto pregno di credenze religiose e testimonianze artistiche. Un tempo in cui arte e religione si incontrano, dando vita ad emozioni uniche.

Suggestioni che ricordano i dipinti dei pittori fiamminghi del Diciassettesimo secolo si mixano ad uno stile noir, tratto dal Puritanesimo di ispirazione vittoriana: la moda ci impone un ritorno alla sobrietà e l’uso di note dark, ai limiti del gotico.

Le passerelle per la stagione Autunno/inverno 2015-2016 propongono abiti castigati e virginali ornati da candidi colletti bianchi spesso accompagnati da capispalla neri, di imprinting gotico, che costituiranno un vero e proprio must-have.

Il nero si conferma passepartout, che si tratti di lunghi abiti rigorosamente accollati, come quelli proposti da Valentino, o di mantelle portate sopra camicie in seta legate al collo con grandi fiocchi.

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Suggestioni fiamminghe nello Still Life di Josh Olins
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La moda Autunno/Inverno 2015-2016 ci riporta all’età Vittoriana e al Puritanesimo

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Scarlett Johansson nel film “La ragazza con l’orecchio di perla”, ispirato al celebre dipinto di Vermeer


Severità, rigore e la riscoperta di un low profile, gradito evergreen: unici vezzi consentiti sono pizzi e merletti bon ton di fanciullesca memoria. Il candore di Scarlett Johansson nel film “La ragazza con l’orecchino di perla”, ispirato al celebre dipinto di Johannes Vermeer, sembra essere tornato in auge, in tempi in cui un esasperato sex appeal , vissuto quasi come un’esigenza, ha costretto la femminilità ad abbrutirsi.

Largo adesso a donne monacali, dal sottile fascino ambiguo, come nel servizio firmato Giampaolo Sgura per Vogue Giappone di ottobre 2015, con protagonista Caroline Trentini, splendida interprete di scatti pieni di pathos e dal grande impatto scenografico: “Caroline’s Symphony” -questo il titolo dello shooting- propone un mood di netta ispirazione fiamminga, e il mirabile styling curato da Anna Dello Russo completa l’ispirazione. Veli bianchi presi in prestito ai Puritani, coroncine che ricordano le principesse protagoniste dei ritratti del Rinascimento italiano, e ancora una citazione tratta dalla “Dama con l’ermellino” di Leonardo da Vinci. La moda a volte è una tra le più eloquenti forme d’arte, è proprio il caso di ricordarlo.

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Caroline Trentini fotografata da Giampaolo Sgura per Vogue Giappone, ottobre 2015
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Ricorda i dipinti dei pittori fiamminghi del Diciassettesimo secolo, lo shoot firmato Giampaolo Sgura per Vogue Giappone 2015
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Lo styling curato da Anna Dello Russo rievoca i dipinti più famosi, dal Rinascimento in poi
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Valentino

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Emilio Pucci


Valentino è stato iniziatore della tendenza di ispirazione fiamminga, già due anni or sono: continua il mood virginale con lunghi abiti da sera romantici e casti. Mantelli decorati da applicazioni gioiello sono state proposte da Emilio Pucci; colletti virginali hanno sfilato da Chanel e Alberta Ferretti, che ha proposto una collezione dal forte impatto scenografico. Pizzo nero, trasparenze e un mood che ricorda il celebre romanzo “Cime tempestose” di Emily Brontë.

Suggestioni vittoriane anche da Giles, nei colletti bianchi su scamiciati neri e nelle mantelle di ispirazione gotica. Tripudio di bianco da Philosophy di Lorenzo Serafini, in una collezione bon ton in cui non mancano le suggestioni vittoriane.

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Vlada Roslyakova, foto di Pierluigi Maco per Vogue Cina, gennaio 2007
Chanel
Chanel
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Alberta Ferretti
Alberta Ferretti
Alberta Ferretti
Philosophy by Lorenzo Serafini
Philosophy by Lorenzo Serafini
Alexander McQueen
Alexander McQueen
Giles
Giles
Ann Demeulemeester
Ann Demeulemeester
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Givenchy
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Freja Beha Erichen fotografata da Mario Testino per Vogue UK settembre 2011

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Arizona Muse per Vogue UK settembre 2011, foto di Mario Testino


Da Ann Demeulemeester sfila una collezione gotica, in cui il nero prevale su tutto; da Alexander McQueen fitte trame di pizzo e merletti si incontrano con una teatralità degna della maison. Givenchy propone una collezione dark, in cui abbondano i velluti e la seta: un patchwork di tessuti per abiti impalpabili in un fitto gioco di trasparenze.

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Tanga Moreau in “Infanta is Style”, foto di Paolo Roversi per Vogue Italia Settembre 1997
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Ymre Stiekema fotografata da Erwin Olaf per Vogue Netherlands, ottobre 2013

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Shoot firmato Patrick Demarchelier, Vogue UK febbraio 2015



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Trend A/I: Bohemian Rhapsody

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La stagione A/I 2015/2016 ci riporta indietro nel tempo, fino agli indimenticabili anni Settanta. Un trend che non è mai stato così amato, tanto da divenire ora protagonista assoluto delle passerelle per la prossima stagione invernale.

Un tripudio di stampe paisley, su lunghi abiti in impalpabile chiffon dalle suggestioni boho-chic. Lo stile bohémien conquista sempre più imponendosi come trend incontrastato per l’inverno 2016. Uno stile che piace perché sta bene a tutte e perché dona uno charme particolare.

La donna proposta dagli stilisti nelle collezioni A/I è una moderna hippie chic che indossa pantaloni a zampa d’elefante, monili etnici e outfit in pieno stile festival. Largo a caftani da giorno e da sera, da indossare con gilet o giacche in montone, stivali in camoscio o sandali da schiava. Fiori intrecciati tra i capelli o foulard usati alla stregua di turbanti completano il look gipsy.

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Oggi come ieri. Pantaloni e blusa di seta Mohanjeet, colbacco in pelliccia Gelot, foto di di Peter Knapp per Elle France, 1970.
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Edita Vikeviciute posa come una gitana extra lusso per Roe Ethridge, W Magazine Giugno-Luglio 2015
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La moda A/I 2015/’16 trae spunto dagli anni Settanta
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Andreea Diaconu per Mario Sorrenti, Vogue Paris marzo 2015
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Ispirazione boho-chic per Yves Saint Laurent, nella sua Russian Collection, 1976
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Veruschka per Artisans du Liban et d’Orient, Vogue Paris Settembre 1969
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Marisa Berenson fotografata da Gian Paolo Barbieri, 1969
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Meng Zheng per Vogue Cina, maggio 2015

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Veruschka in gipsy style, Vogue aprile 1969


Trionfa su tutto il caftano, capo simbolo della cultura hippie, da indossare con gioielli antichi dal sapore etnico, frange e accessori di ispirazione folk: questo autunno dimenticatevi di essere nel 2015, la moda parla inequivocabilmente Seventies.

Armate di flower power ci aggingiamo a vivere una stagione all’insegna di suggestioni antiche ma mai dimenticate. Erano gli anni dell’amore libero, della fratellanza universale e delle maxi gonne che tutte, da bambine, abbiamo visto nel guardaroba della mamma. Una moda fresca e colorata, capace di dare vita anche al più grigio degli inverni.

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Angela e Audrey Lindvall fotografate da Mikael Jansson per Vogue Italia, Ottobre 2001
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Raquel Zimmermann in stile bohémien per Vanity Fair
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Frida Gustavsson fotografata da Magnus Magnusson per Elle Svezia novembre 2010
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Sasha Pivovarova per Mikael Jansson, Vogue US febbraio 2014

L'Officiel, Teatro Greco di Taormina
Fashion shoot al Teatro Antico di Taormina, Sicilia, L’Officiel #567, tuta Yves Saint Laurent, P/E 1969


È una luxury hippie quella proposta da Burberry Prorsum, tra maxi poncho e dettagli shabby-chic. Pregiati velluti e broccati di seta sono stati i protagonisti assoluti della sfilata di Alberta Ferretti, in una collezione in cui notevoli sono i rimandi folk ed etnici, quasi un tributo alla famosa Russian Collection proposta da monsieur Yves Saint Laurent nel lontano 1976.

Richiami etno chic anche da Dries van Noten, in cui si respira piena atmosfera boho-chic. Valentino propone un excursus attraverso gli anni Sessanta e Settanta, spaziando dal mood optical alle suggestioni quasi fatate di abiti che ricordano la magia di Ossie Clark e Thea Porter. Note floreali da Giambattista Valli, sebbene prevalga anche qui un mood swinging che rimanda al decennio precedente.

Giambattista Valli
Giambattista Valli
Valentino
Valentino
Isa Stoppi in Valentino
Isa Stoppi e Janette Christensen in Valentino Haute Couture 1971, foto di Chris von Wangenheim
Burberry Prorsum
Burberry Prorsum
Dries Van Noten
Dries Van Noten

Mood folk da Alberta Ferretti
Mood folk da Alberta Ferretti


Protagonista delle passerelle è uno stile wild, che predilige lunghezze maxi e tessuti svolazzanti come lo chiffon di seta. Largo alle stampe, in primis cachemire e paisley, rivisitate nei toni più caldi e nei colori più accesi. E se Dsquared ripropone il mood andino di un genio della moda quale è stato Giorgio di Sant’Angelo, la donna vista da Anna Sui è una santona di lusso direttamente presa in prestito alle comuni anni Settanta.

Veruschka wearing Giorgio Di Sant' Angelo for “The Magnificent Mirage” by Franco Rubartelli, 1968.
Veruschka in Giorgio Di Sant’ Angelo per lo shoot ricordato come “The Magnificent Mirage”, foto Franco Rubartelli, 1968.
Dsquared2
Dsquared2
Natasha Poly, foto di Mert Alas & Marcus Piggott, Vogue Paris settembre 2015
Natasha Poly, foto di Mert Alas & Marcus Piggott, Vogue Paris settembre 2015
Stampe batik da Anna Sui
Caftani in stampe batik da Anna Sui

Karen Elson fotografata da Tim Walker, Vogue UK maggio 2015
Karen Elson fotografata da Tim Walker, Vogue UK maggio 2015


Il bohémien trova come sempre un valido rappresentante in Roberto Cavalli, che propone dettagli in pieno stile gipsy. Di netta ispirazione etno-chic anche Paul & Joe e Chloé, che propongono capispalla in montone, poncho patchwork e gilet portati sopra abiti svolazzanti dalle proporzioni Seventies.

Anima gipsy da Roberto Cavalli
Anima gipsy da Roberto Cavalli
Full immersion nei Seventies da Chloé
Full immersion nei Seventies da Chloé
Il boho-chic di Paul & Joe
Il boho-chic di Paul & Joe
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Isabeli Fontana fotografata da Jacques Dequeker per Vogue Brasile dicembre 2012
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Carmen Kass fotografata da Yelena Yemchuk per Vogue Giappone ottobre 2005

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Sienna Miller, grande amante del look boho-chic


Il “festival” è un trend che ha preso piede già dal 2014: sdoganato da eventi come il Coachella e il Glastonbury Festival, adorato da icone del jet set internazionale come Sienna Miller e Kate Moss, lo stile boho-chic ha rivoluzionato il guardaroba femminile. Colori accesi, rimandi ad altre culture, evidenti ad esempio nelle stampe batik, la moda anni Settanta è un crogiolo di idee e suggestioni che si mixano mirabilmente, lasciando anche spazio per fornire un’interpretazione personale del mood prevalente.

Jeans scampanati indossati sotto un cardigan a motivi aztechi e un maxi poncho, fino a completare il look con un cappello a tesa larga in feltro di lana, che conferisce un tono intellettuale, e una borsa con le frange: tutto ci parla di Seventies. Anni di piombo vissuti sempre col sorriso, anni che hanno cambiato per sempre il corso della moda e che rappresentano come poche altre tendenze un vero e proprio evergreen dello stile.

Stampe floreali da Gucci
Stampe floreali da Gucci
Patchwork visto da Etro
Patchwork visto da Etro
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Kate Moss per Etro A/I 2015/2016

Stella Jean
Stella Jean


Stampe patchwork e ancora montoni visti da Stella Jean. Delicate e romantiche le stampe floreali proposte invece da Gucci, mentre il patchwork è protagonista della collezione Etro, che fa sfilare abiti in tessuti preziosi che sanno di Oriente, e arruola come testimonial un guru dello stile bohémien come Kate Moss.

Che dire, peace & love.


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