I nuovi pezzi della collezione “LO-VE” di Davide Apolloni al salone satellite 2024

I nuovi pezzi della collezione “LO-VE” di Davide Apolloni al salone satellite 2024.

Potrete incontrare il Designer al Salone Satellite di Rho fiera Milano allo stand C08. Creativo e sensibile verso l’ambiente, curioso delle fasi produttive, il designer Davide Apolloni espande la sua collezione “Lo-Ve” con nuovi pezzi, continuando l’esplorazione col tubolare d’acciaio.

La collezione “Lo-Ve” esposta al Salone Satellite nel 2023 quest’anno si espande con l’aggiunta di sei nuovi prodotti. Ogni pezzo riflette il linguaggio di design di Davide Apolloni, orientato alla semplicità, che si distingue per l’uso di curve dolci.

Tra i nuovi pezzi che verranno presentati quest’anno, spicca il tavolo rettangolare Jamil, la poltrona Yu declinata in divanetto, dimostrando la volontà del designer di creare una famiglia di pezzi che si completano armoniosamente, e la lampada Lancia, acciaio su marmo, elegante e minimalista, che rappresenta il primo approccio di Apolloni al mondo della luce.

Trasformando materiali altrimenti inutilizzati ha creato delle piccole opere d’arte irripetibili: un tappeto fatto con gli scarti della produzione dei tessuti d’arredo e un tavolino realizzato con gli avanzi della produzione del marmo. Frutto del suo interesse per la sostenibilità e l’innovazione.

“La collezione ‘Lo-Ve’ è il risultato di passione per il design ed ispirazione emersa dalle visite aziendali” afferma Davide Apolloni, entusiasta di esporre anche quest’anno. La collezione nasce mentre studiava all’Architectural Association di Londra ai tempi della tesi, per la quale esplorava la produzione del mobile in Italia in relazione al territorio e il cambiamento climatico. Così, visitando le aziende d’arredo, per caso incontra un imprenditore ottuagenario intraprendente, che notando in lui passione e curiosità, lo sprona a trasformare i suoi disegni in realtà.

Progetti che sono stati riconosciuti nella loro bellezza. Il tavolo “Lo-Ve” ha subito conquistato l’attenzione dei curatori de La Rinascente di Milano che lo hanno selezionato, insieme ad altri talenti emergenti, per esporre nel cuore della città.

Il debutto di Davide Apolloni al Salone Satellite coincide con la fondazione del suo studio, Apolloni Design a Milano. Nato a Como e cresciuto a New York, Davide Apolloni ha coltivato una formazione internazionale studiando tra Milano e Londra, laureandosi all’Architectural Association di Londra, prestigiosa università londinese in cui hanno studiato architetti di calibro internazionale.

Oltre il design: l’eredità di Gaetano Pesce nell’arte e architettura contemporanea

Oltre il design: l’eredità di Gaetano Pesce nell’arte e nell’architettura contemporanea

All’età di 84 anni ci lascia Gaetano Pesce. Designer, architetto, scultore, urbanista, una personalità difficilmente inquadrabile in categorie rigide, che ha fatto proprio dell’elisione delle barriere una sua marca identitaria.

Di madre veneziana e padre fiorentino, Pesce studia Architettura all’università di Venezia alla fine degli anni ’50, in pieno periodo modernista. Alimentato da forte curiosità, è stato un ricercatore di novità costante, che ha deciso di esprimersi solo qualora possedesse un messaggio da veicolare, poiché, come egli stesso ha dichiarato,quando si parla troppo il rischio è quello di ripetersi”. 

Ha dimostrato grande capacità visionaria con la realizzazione di strutture come la maestosa Organic Building ad Osaka, ultimata nel 1993, precorritrice dell’architettura eco-compatibile. Come quest’ultima, in generale le sue opere trasmettono un forte valore simbolico e narrativo. Infatti Pesce “non accetta che un oggetto sia muto”, ma ha bisogno che questo parli alla gente. Un oggetto può essere la sua funzione e allo stesso tempo esprimere una posizione ideologica. E questa carica comunicativa è ciò che ha animato le sue idee architettoniche e di design, in tutto il suo percorso.

È esempio di un creare che veicola messaggi, oltre a funzioni, la Bahia House in Brasile: essa racchiude nel suo aspetto le istanze della cultura del luogo in cui è immersa, “una cultura legata al colore, alla danza, al canto”; o la famosa poltrona Up5, realizzata nel 1969, chiamata anche Big Mama e ispirata ad una antica dea della fertilità: assieme ad essa è stato realizzato un poggiapiedi a cui è legata con una catena, simbolo dell’oppressione riservata alla donna nei secoli.

L’importanza dell’innovazione nell’arte è una colonna portante della concezione creativa di Pesce. Egli sosteneva che un grande problema dell’istruzione odierna è che “gli insegnanti educano in base a ciò che hanno imparato quando erano giovani” ignorando ciò che conta nel presente per il futuro. E il futuro “è fatto di diversità. Non a caso Pesce ha vissuto per buona parte della sua vita a New York: questa per lui è una città “fatta di frammenti”, priva di ripetizioni anche nei suoi abitanti, costituiti principalmente da minoranze. Questo amalgama eterogeneo è secondo lui essenziale per comprendere il nostro tempo.

A tal proposito confessa che il suo lavoro consiste proprio “nell’ intuire quello che il tempo sta comunicando oggi e cercare di trasmetterlo attraverso le sue creazioni”. E quello che i nostri giorni ci stanno insegnando è la liquiditàdi un periodo in cui i valori scompaiono e ci si trova a cambiare idea sul mondo quanto mai rapidamente. 

Seppur disorientante “è proprio questa fluidità a costituire la bellezza del nostro presente”, perché una vita statica è orribile, è come morire prima del tempo” e “e se rivivi ogni giorno lo stesso giorno, allora hai vissuto un solo giorno”. 

I suoi lavori sono stati esposti nei maggiori musei di tutto il mondo, dal Louvre di Parigi al Moma di New York in  mostre con le quali ha cercato “un nuovo modo di esporre, un nuovo modo di provocare e suscitare emozioni, perché sono le emozioni che ci aprono verso la novità”. Quello di Gaetano Pesce è stato, ed è, un lavoro ottimistico che cerca per l’avvenire “qualcosa di migliore, di più buono, di più vitale”.

L’evoluzione digitale di Altaroma 2021

Lo splendido palco di Cinecittà sarà il monumentale e scenografico palcoscenico per l’edizione 2021 di Altaroma in una versione completamente digitale innovativa e interattiva


Il fantastico mondo di Cinecittà diventerà nuovamente scenario di moda per l’edizione Febbraio 2021 di Altaroma, immaginate la passerella, gli abiti da sogno, nuove idee e tanta creatività tutto in un unico contenitore, la piattaforma digital inaugurata già a Settembre 2020 e che riscosse grande successo.

A differenza della precedente edizione, quella del nuovo anno sarà completamente in digitale, gli eventi dell’ultimo anno hanno toccato tutti da molto vicino, creando uno stop momentaneo che però non ha fermato la voglia di andare avanti e che porterà sulla passerella circa 90 brand emergenti, protagonisti della più alta forma di espressione dell’artigianato e della sartorialità Made in Italy.

L’obiettivo di Altaroma per promuovere giovani designer, outsider e realtà indipendenti attraverso la settimana della moda, si lega e si rafforza con le altre manifestazioni di Firenze e Milano in un unico calendario continuo con il mondo del fashion italiano, grazie a una strategia di condivisione.

«Nulla ci riempie più di orgoglio quanto il fatto di essere riusciti a essere presenti – dichiara Adriano Franchi, Direttore Generale di Altaroma – garantire un’edizione completa, se pur in forma digitale, è per noi e per i nostri brand importantissimo. Abbiamo lavorato duramente in questi anni per fare sì che la Roma Fashion Week fosse parte integrante del sistema, insieme a Agenzia ICE, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e i nostri soci. Lavoriamo in sinergia con Firenze e Milano, fungendo da veicolo di promozione per tutte quelle giovani realtà indipendenti che iniziano il loro cammino nel Fashion System, e saremo qui per loro».

Rinnovando il sodalizio con l’Istituto Luce – Cinecittà, Altaroma presenterà un’edizione 2021 di grande impatto monumentale e scenografico, grazie agli Studios, simbolo indiscusso del cinema internazionale.

Attraverso la piattaforma digitale – https://digitalrunway.altaroma.it/it/ – si potrà partecipare insieme a tutti gli addetti ai lavori e a coloro che vorranno partecipare, dando così la possibilità di accesso anche a coloro che sognano il mondo luccicante delle sfilate.

Gli eventi dell’ultimo anno legati all’ emergenza sanitaria che stiamo vivendo, hanno dato vita a nuove possibilità di interazione e confronto con i designer.

Sono dodici le sfilate in programma, che vedranno tra l’altro anche i finalisti di Who is on next? 2020, tre talk – uno per ogni giornata – realizzati in collaborazione con la Business School del Sole 24 Ore, performance varie come la settima edizione di Showcase, format dedicato a giovani brand emergenti, una vetrina (seppur virtuale in questa edizione) che dà la possibilità a Buyer e stampa proveniente da ogni angolo del mondo, di scoprire nuovi talenti da far conoscere a livello nazionale e internazionale.

I brand selezionati sono settantotto, alcuni di loro già presenti nel circuito Altaroma: Delirious Eyewear, 0770, 107 Gioielli, Alessandra Balbi, Alldaylong, Amato Daniele, Annagiulia Firenze, Aru Eyewear, Asciari, Asiana, Ballerì Sorrento, Bams, Batog, Bav Tailor, BGBL – bouncing bags, Camera Creativa, Carolina Ravarini, Casa Preti, Chiara Perrot, Chitè, Dejamis, Dellamonica, Delve Artisanal jewelry art, DeRosis, EllemenTi, Eticlò, Face to face style, Ferilli Eyewear, Fili Pari, Francesca Cottone, Francesca Marchisio, Frei und apple, Frida Querida Firenze, Froy, Gaiofatto, Giulia Barela Jewelry, Gretel Z., Habanero, Id.eight, Italo Marseglia, Jajo Made in Italy, Lana Volkov, Lavinia Fuksas, Le Nine’, Les Jeux Du Marquis, Maiorano, Maison Luigi Borbone, Malìa Lab, Marco Trevisan, Maria Sapio, Massimo Melchiorri, Matt Moro, Mich Vasca, MSB Cameos, Of handmade, Officine 904, Paoli, Pomees de Claire, Rifò, Roberto di Stefano, Roberto Lucchi, Sabrina Formica, Sartoria 74, Scilé, SG 83 di Silvia Gatti, Skato’ design, Tepito, The Beatriz, Valentina Poltronieri, Valeria Vezzani, Vanessa Saroni, Verybusy, VillaTrentuno, Vitelli – Maglieria Italiana, Yarden Mitrani, Yekaterina Ivankova, Zerrobarracento, WUULS.

Non ci resta che attendere con trepidazione questa nuova edizione, che di certo resterà nella storia dell’era digitale, simbolo di continuità, innovazione e rinascita, perché niente e nessuno può fermare i sogni e la voglia di farcela!

Photo credit: Altaroma – Laura Gagliano

Aline Oliveira e LSS PARIS – FW 19

La Maison Romana Aline Oliveira Couture in collaborazione con LSS PARIS, scoperta da Fashion Curator Veronica Sheynina, sbarca nella serata opening della Milano Fashion Week Event Savò dedicata ai Designers emergenti.


Il Brand. Per Aline Olivieira, stilista brasiliana naturalizzata romana, la moda è sempre stata un riferimento importante nella vita. Nata in una città nel Nordest del Brasile, da piccola Aline osservava, con ammirazione, le ricamatrici locali che facevano un lavoro scrupoloso, immaginando quei ricami applicati sugli abiti che lei stessa sognava di creare.


Aline Oliveira prendi spunti da un MoodBoard creato durante un suo viaggio in Messico e dal Castel Sant’Angelo di Roma. La sua collezione è dedicata alle donne determinate e di grande personalità, ispirata dai colori caldi e dal famoso vento Messicano, che lì è molto piacevole perché è gentile, ti accarezza, così come accarezza le numerose palme.


“Dedico questa collezione a donne che, come me, portano avanti le loro famiglie, le case, il lavoro, senza mai arrendersi, credo fermamente che le donne abbiano i superpoteri. Questa collezione è creata per migliorarli “.


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Photo by Saverio Chiappalone


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Photo by Saverio Chiappalone


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Photo by Saverio Chiappalone


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Photo by Saverio Chiappalone


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Photo by Saverio Chiappalone


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Photo by Saverio Chiappalone


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ALTAROMA 2017 – NON SOLO ALTA MODA

Continuano le sfilate nella capitale…

Sylvio Giardina presenta la sua collezione autunno / inverno 2018 ispirata allo sconosciuto mondo degli insetti. I tessuti della collezione sono stati disegnatI partendo da una ispirazione geometrica Art Deco con preziosi ricami a filo. Particolare attenzione ai singoli dettagli di ogni abito che richiamavano ali di insetti immaginari, per questo capolavoro Sylvio ha saputo osare ed usare benissimo l’accostammo di tessuti e colori come il velluto, broccato, tulle e organza.


Sylvio Giardina - (ph) A. Luciani - G. Palma / Luca Sorrentino
Sylvio Giardina – (ph) A. Luciani – G. Palma / Luca Sorrentino

Sylvio Giardina - (ph) A. Luciani - G. Palma / Luca Sorrentino
Sylvio Giardina – (ph) A. Luciani – G. Palma / Luca Sorrentino

Sylvio Giardina - (ph) A. Luciani - G. Palma / Luca Sorrentino
Sylvio Giardina – (ph) A. Luciani – G. Palma / Luca Sorrentino

Sylvio Giardina - (ph) A. Luciani - G. Palma / Luca Sorrentino
Sylvio Giardina – (ph) A. Luciani – G. Palma / Luca Sorrentino

Sylvio Giardina - (ph) A. Luciani - G. Palma / Luca Sorrentino
Sylvio Giardina – (ph) A. Luciani – G. Palma / Luca Sorrentino



Dopo alcuni anni lontano dalle passerelle Renato Balestra fa il suo ritorno raggiante, nel suo splendido giardino del suo atelier a Roma, presentando la collezione Autunno/inverno 17/18 l’alta moda che gioca sulle trasparenze e sulla sensualità femminile, facendo sentire le donne come delle vere regine.


Renato Balestra - (ph) S. Dragone / Luca Sorrentino
Renato Balestra – (ph) S. Dragone / Luca Sorrentino

Renato Balestra - (ph) S. Dragone / Luca Sorrentino
Renato Balestra – (ph) S. Dragone / Luca Sorrentino

Renato Balestra - (ph) S. Dragone / Luca Sorrentino
Renato Balestra – (ph) S. Dragone / Luca Sorrentino

Renato Balestra - (ph) S. Dragone / Luca Sorrentino
Renato Balestra – (ph) S. Dragone / Luca Sorrentino

Renato Balestra - (ph) S. Dragone / Luca Sorrentino
Renato Balestra – (ph) S. Dragone / Luca Sorrentino

Renato Balestra - (ph) S. Dragone / Luca Sorrentino
Renato Balestra – (ph) S. Dragone / Luca Sorrentino



Per la collezione REWIND autunno / inverno 2018 di Sabrina Persechino, è stato il movimento dell’acqua ad ispirarla, illustrando e interpretando questo fenomeno fisico sulle sue creazioni tramite colori e forme. Collezione che risalta la silhouette femminile in maniera delicata ed elegante.


Sabrina Persechino - (ph) A. Lucioni - S. Dragone / Luca Sorrentino
Sabrina Persechino – (ph) A. Lucioni – S. Dragone / Luca Sorrentino

Sabrina Persechino - (ph) A. Lucioni - S. Dragone / Luca Sorrentino
Sabrina Persechino – (ph) A. Lucioni – S. Dragone / Luca Sorrentino

Sabrina Persechino - (ph) A. Lucioni - S. Dragone / Luca Sorrentino
Sabrina Persechino – (ph) A. Lucioni – S. Dragone / Luca Sorrentino

Sabrina Persechino - (ph) A. Lucioni - S. Dragone / Luca Sorrentino
Sabrina Persechino – (ph) A. Lucioni – S. Dragone / Luca Sorrentino

Sabrina Persechino - (ph) A. Lucioni - S. Dragone / Luca Sorrentino
Sabrina Persechino – (ph) A. Lucioni – S. Dragone / Luca Sorrentino



Figlio di Antonio Marras, Efisio Rocco Marras diventato direttore creativo della linea nel 2007, lancia nello stesso anno come alternativa una collezione più accessibile alla linea del suo fondatore, I’M ISOLA MARRAS la linea contemporary della famiglia. Efisio Marras racconta: “la nuova I’M Isola Marras rappresenterà per le giovani generazioni uno spazio illimitato dove creatività e nuove idee si incontrano”.


La collezione primavera / estate è ispirata a Mathilda Lindo, l’eroina del film Lèeon di Luc Besson e ai manga di Masamune Shirow, presentando diversi pezzi contrastanti e all’avanguardia, creando un mondo dove gli ideali romantici della gioventù incontrano l’estetica punk underground.


Efisio Marras - (ph) A. Luciani - G. Palma / Luca Sorrentino
Efisio Marras – (ph) A. Luciani – G. Palma / Luca Sorrentino

Efisio Marras - (ph) A. Luciani - G. Palma / Luca Sorrentino
Efisio Marras – (ph) A. Luciani – G. Palma / Luca Sorrentino

Efisio Marras - (ph) A. Luciani - G. Palma / Luca Sorrentino
Efisio Marras – (ph) A. Luciani – G. Palma / Luca Sorrentino

Efisio Marras - (ph) A. Luciani - G. Palma / Luca Sorrentino
Efisio Marras – (ph) A. Luciani – G. Palma / Luca Sorrentino

Efisio Marras - (ph) A. Luciani - G. Palma / Luca Sorrentino
Efisio Marras – (ph) A. Luciani – G. Palma / Luca Sorrentino

Efisio Marras - (ph) A. Luciani - G. Palma / Luca Sorrentino
Efisio Marras – (ph) A. Luciani – G. Palma / Luca Sorrentino

Barbie: 20 designer creano una collezione per Yoox

Collaborazione inedita tra YOOX e Barbie: la bambola più amata dai collezionisti diviene modella d’eccezione per 20 designer internazionali. Barbie Global Beauty è una collezione esclusiva, frutto della collaborazione tra Vogue Talents e Mattel: la bambola, incarnazione del glamour, viene ora vestita da 20 designer che ne hanno curato il look, il make-up e lo styling. I proventi della collezione saranno destinati al FAI (Fondo Ambiente Italiano) per la ricostruzione della chiesa di Arquata del Tronto, colpita dal terremoto dello scorso 24 agosto.

Icona di stile globale, dal 2016 Barbie è disponibile in 4 diverse forme del corpo: original, curvy, petite e tall, (originale, alta, formosa e minuta), in 7 diverse tonalità di pelle, con ben 22 colori degli occhi e 24 acconciature diverse. Il team creativo del Design Centre di Mattel a ElSegundo ha prodotto queste Barbie che saranno disponibili in esclusiva sulla piattaforma Yoox.com.

I venti designer si dividono in dieci nomi già noti e dieci giovani talenti: tra i designer di successo Aquilano•Rimondi, Simone Rocha, Stella Jean, Au Jour Le Jour, MSGM, Paula Cademartori, Gabriele Colangelo, Marco de Vincenzo, Paul Andrew e Max Kibardin. Le dieci promesse vedono invece Coliac, Arthur Arbesser, Giancarlo Petriglia, COMEFORBREAKFAST, Tak.Ori, Leitmotiv, CO|TE, DaizyShely, AngelosBratis e Piccione.Piccione.

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Beth Ditto diventa designer per una linea plus-size

Beth Ditto, frontwoman dei Gossip e icona plus-size, diventa designer: è imminente l’uscita della sua prima collezione di capi dedicati alle curvy. Beth Ditto non è alla sua prima esperienza nel fashion biz: la cantante vanta già numerose collaborazioni con stilisti del calibro di Jean Paul Gaultier, per cui disegnò una t-shirt iconica con un bustier stampato, e Marc Jacobs. Per quest’ultimo la rocker ha persino calcato la passerella improvvisandosi modella.

Beth Ditto (all’anagrafe Mary Beth Patterson) è nata in Arkansans il 19 febbraio 1981, quarta di sette figli. Nel 1999 inizia a collaborare, in qualità di frontwoman, con il gruppo indie rock Gossip. Dichiaratamente lesbica e sostenitrice della causa femminista, nel luglio 2013 la cantante è convolata a nozze. Da sempre fiera delle sue curve generose e per nulla complessata dai chili di troppo, nel 2009 è apparsa senza veli per il primo numero del magazine inglese Love. Numerosi sono stati inoltre i brand per cui ha posato come testimonial.

L’artista nel 2009 e 2010 aveva già creato per l’azienda britannica Evans una linea plus-size. Ora il debutto della sua prima collezione, interamente made in Usa: la linea è pensata per una vasta gamma di pubblico, da chi veste una taglia 50/52 a chi indossa una 62/64. Gonne, pantaloni, vestiti e maglie per enfatizzare le curve senza nascondersi. Interessante la scelta di usare anche delle stampe, da sempre evitate da chi ha qualche chilo di troppo.

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La campagna pubblicitaria della collezione firmata dalla rocker è stata scattata da Hanna Moon con la direzione creativa di Charles Jeffrey: al posto di modelle professioniste sono state scelte ragazze scovate su Instagram, per incentivare la promozione di una nuova estetica, che travalichi gli standard finora accettati e condivisi.

Chiara Ferragni firma una limited edition per Levi’s

È la regina delle fashion blogger e una delle icone di stile più seguite al mondo: ora Chiara Ferragni diventa anche fashion designer per una esclusiva capsule collection per Levi’s. La partnership tra la blogger e il brand ha dato vita a due limited edition: il famoso cinque tasche Levi’s 501, passepartout indiscusso di ogni guardaroba che si rispetti, è stato reinterpretato secondo lo stile dell’influencer.

Il denim incontra il patchwork, per una inedita customizzazione che arricchisce il classico jeans cinque tasche di elementi caratteristici, come il cuore e la bandana. Il risultato è un modello fresco e giovane, da indossare in ogni occasione, caratterizzato da un patchwork con una bandana turchese e un cuore dipinto a mano: gli elementi per cui il jeans Levi’s 501 by Chiara Ferragni diventi un must have ci sono tutti. Una collaborazione salutata con gioia dalla fashion blogger, che ha dichiarato: “Sono davvero felice di questa collaborazione con Levi’s. È un brand che indosso da sempre; è la personificazione dello stile autentico e senza tempo e rappresenta il capo perfetto per creare il proprio outfit”.

E anche in casa Levi’s si guarda con entusiasmo alla nuova partnership: “Chiara Ferragni rispecchia uno stile cool, fonte di ispirazione per molti. Ci piace molto come mixa nei suoi look i pezzi denim” –queste le parole di Karyn Hillman, Levi’s Chief Product Officer. “Lavorare con lei al processo creativo è stato molto divertente, ha una versa passione per il denim e siamo stati tutti entusiasti di collaborare con lei per reinventare il nostro capo iconico, il 501. Amiamo il risultato.”

Ma per acquistare i modelli disegnati dalla blogger dovrete affrettarvi: la limited edition conta solo 5001 pezzi, disponibili presso 10 Corso Como, Colette, Selfridges, Le Bon Marché e levi.com a partire dal 14 ottobre. Prezzo consigliato 130 €.

Addio a Sonia Rykiel: è scomparsa ad 86 anni la celebre stilista

È morta all’alba di stamane, all’età di 86 anni, Sonia Rykiel, celebre stilista francese fondatrice dell’omonima maison. Con lei se ne va un tassello fondamentale della storia del costume. Soprannominata “la regina del tricot”, fashion trend che consacrò nelle sue collezioni, a lei si deve anche la coniazione del termine “démodé”: correva l’anno 1976 e lei incarnava fedelmente il più autentico stile francese. A dare la notizia della dipartita della designer la primogenita Nathalie: Sonia Rykiel è morta stamattina alle 5 nella sua abitazione di Parigi, a causa delle conseguenze del morbo di Parkinson, da cui era affetta da tanti anni.

Sonia Rykiel (all’anagrafe Sonia Flis), era nata a Parigi il 25 maggio 1930 da padre francese e madre romena. La sua carriera nella moda inizia all’età di 17 anni, come vetrinista in un laboratorio tessile parigino. Ma il suo cuore batte per il design: è il 1962 quando comincia a disegnare i suoi celebri bozzetti. La stilista, all’epoca in dolce attesa, non riusciva a trovare abiti comodi e decise pertanto di disegnarseli da sola.

Il marchio che porta il suo nome fu fondato nel maggio 1968, grazie al sostegno economico del marito Sam Rykiel, sposato nel 1953. I coniugi Rykiel, proprietari di una boutique sita nel quattordicesimo arrondissement, intuirono fin da subito l’immenso potenziale della lana, materiale fino ad allora sottovalutato dalla moda. La prima boutique di Sonia Rykiel venne inaugurata a Rue de Grenelle, nelle Galéries Lafayette. In breve la stilista divenne protagonista indiscussa della Rive Gauche.

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Sonia Rykiel era nata a Parigi il 25 maggio 1930


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Sonia Rykiel all’inaugurazione della prima boutique, al numero 6 di Rue de Grenelle, 1968


Sonia Rykiel ritratta da Dominique Issermann, 1980
Sonia Rykiel ritratta da Dominique Issermann, 1980


Indimenticabile il suo stile, intriso di suggestioni marinière e righe: proprio queste ultime divennero la sua cifra stilistica. Largo anche a volumi oversize e maglie morbide, capaci di esaltare le linee e la femminilità di ogni donna, insieme a pantaloni dal taglio maschile e capi fluidi. L’immancabile basco alla marsigliese, i capelli ricci: androgina e misteriosa, la donna Sonia Rykiel reca in sé l’identità e il carisma della designer.


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Folta chioma rosso fuoco e grinta da vendere, in breve Sonia Rykiel conquista la fama mondiale, dopo che la rivista Elle le dedica la prima di una serie infinita di copertine: posa per Andy Warhol, produce linee per uomo e bambino, accessori, profumi e cosmetici, mentre sfilano e posano per lei le top model più famose. La donna che calca la sua passerella non è la fredda mannequin impassibile a cui la moda ci aveva abituati, ma una donna viva, che sorride, partecipa e vive il défilé. “È la donna che anima l’abito. Non può essere il contrario. La provocazione è la donna, mai quello che indossa”, questa la filosofia della stilista. I suoi capi hanno incantato per decenni. Irriverente, carismatica, la ritroviamo nei primi anni Novanta nel celebre film di Robert Altman “Prêt-à-Porter”, dove la stilista interpreta se stessa.

Nel 2001 la direzione creativa del brand passa alla figlia Nathalie, che ha alle spalle un passato da mannequin. Viene inoltre inaugurata una linea di gioielli e nel 2003 è la volta dei sex toys, venduti da Woman, a Parigi: è così che il brand infrange anche l’ultimo dei tabù. Sempre negli anni Duemila arriva la conquista del mercato americano.

Un modello firmato Sonia Rykiel, 1973
Un modello firmato Sonia Rykiel, 1973. La stilista sdoganò la lana tricot


Sonia Rykiel: sfilata Primavera/Estate 1982
Sfilata Sonia Rykiel Primavera/Estate 1982


Modello Sonia Rykiel, foto di Francoise Huguier per Domino Magazine, 1987
Modello Sonia Rykiel, foto di Francoise Huguier per Domino Magazine, 1987


Dopo aver scritto due libri sul mondo della moda (“Et je la voudrais nue…” e “Paris Sur le pas de Sonia Rykiel”) ed una raccolta di favole per bambini (“Tatiana Acacia”, dedicata alla nipote Tatiana), nel 2012 la stilista dichiarò ai media di essere affetta dal morbo di Parkinson da oltre 15 anni. Arrivò quindi un libro autobiografico dal titolo “N’oubliez pas que je joue” (Non dimenticate che è un gioco), in cui la designer trattava a cuore aperto la tematica della sua malattia, non tralasciando anche i particolari più intimi sulla sua sofferenza. Una donna forte e moderna, Sonia Rykiel, perfetta incarnazione della Parigi bohémienne: poliedrica anche nella sua carriera, che l’ha portata ad abbracciare numerose cause, come la collaborazione al piano di restauro dell’Hotel Crillon e anche un’inedita incursione nel mondo della musica, insieme al cantante Malcolm McLaren. Nel 1985 le viene conferita la Legione d’onore. Lei, che considerava la moda alla stregua di un’amante, è stata ricordata oggi dal Presidente francese François Hollande come «una donna libera, una pioniera che ha saputo tracciare il suo percorso».

Kim Williams in Sonia Rykiel, foto di Arthur Elgort per Vogue, 1984

Kim Williams in Sonia Rykiel, foto di Arthur Elgort per Vogue, 1984


Anne Rohart per Sonia Rykiel, foto di Dominique Issermann, Autunno/Inverno 1983
Anne Rohart per Sonia Rykiel, foto di Dominique Issermann, Autunno/Inverno 1983


Linda Evangelista in passerella per Sonia Rykiel, Parigi, ottobre 1985 (Foto © Pierre Vauthey/Sygma/Corbis)
Linda Evangelista in passerella per Sonia Rykiel, Parigi, ottobre 1985 (Foto © Pierre Vauthey/Sygma/Corbis)

Francesca Richiardi. Artigianalità, evoluzione e avanguardia

Classe 1993, la romana Francesca Richiardi è la prima designer italiana ad aver vinto il concorso LVMH Graduate Prize, indetto dal gruppo LVMH.

Dopo gli studi superiori linguistici, frequenta il Corso triennale del Diploma Accademico di 1° livello in Costume e Moda, presso Accademia di Costume e Moda di Roma.

La carriera professionale di Francesca è in forte ascesa. Finalista, nel 2015, alla XXV° edizione del concorso Riccione Moda Italia, l’anno successivo viene selezionata da Vogue Italia/Vogue Talents in collaborazione con Lineapelle, creando una collezione di stivali in pelle e pelliccia.

Nel gennaio 2016, in occasione di Altaroma, presenta la collezione “Overture au sauvage” e a maggio dello stesso anno, inizio lo stage nell’Ufficio Pellicceria di Fendi come junior designer.

 

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Da sinistra Maria di Napoli, Francesca Richiardi, Bernard Arnault e Lupo Lanzara (fonte press office)

 

 

 

I tuoi primi passi nel mondo della moda.

La moda è sempre stata il mio ossigeno naturale, ci sono nata. Ho passato la mia infanzia accanto a mia madre (d’altronde come tutti i bambini), con la differenza che mentre gli altri giocavano al parco, i miei giochi erano le pelli, le pellicce, gli abiti del piccolo laboratorio di mia mamma. Ho assorbito tutto di quegli anni; è stata un’ infanzia meravigliosa e senza di essa probabilmente non sarei arrivata a questo piccolo grande traguardo.

 

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Collezione “Overture au sauvage”

 

 

Il tuo mentore.

Il mio mentore più grande è stata sicuramente mia madre con  il suo lavoro, il suo gusto e la sua passione che mi ha trasmesso fin da piccola, credendo in ogni mia scelta.  Vivendo la mia infanzia nel suo laboratorio di pelle e pellicceria, ho assimilato tutto e Accademia di Costume e Moda di Roma, mi ha dato la forza e la spinta giusta per rendere tangibile le mie idee e i miei sogni.

 

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Collezione “Overture au sauvage”

 

 

La tua fonte d’ispirazione.

Non potrei definire con certezza una fonte d’ispirazione: l’ispirazione viene, ti travolge e devi essere in grado di prenderla finché  è “calda” e farti travolgere da essa. Non è mai un concetto matematico, è naturale. Per la mia collezione “Overture ou sauvage” ho raccontato me stessa, la mia storia e il mio IO più profondo, è una continua metamorfosi ed evoluzione.

 

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Collezione “Overture au sauvage”

 

 

Sei la prima designer italiana ad aver vinto il concorso LVMH Graduate Prize indetto dal gruppo LVMH: quali obiettivi ti sei imposta, dopo la vittoria?

Potrei iniziare con il dire che è stata una vittoria del tutto inaspettata, mi ha travolto completamente. Sono sincera: il mio obiettivo più grande, dopo aver presentato la mia collezione durante AltaRoma a Gennaio 2016, era quella di essere apprezzata da una grande azienda e presentando un progetto di pellicceria, è facile immaginare quale fosse la posizione che ho sempre desiderato in  Maison FENDI; una volta ottenuta, è stata la vittoria più grande prima di vincere LVMH Graduate Prize.

Ora sto vivendo il mio sogno,quello che desideravo davvero; ora voglio solo vivere questo momento, assimilare il più possibile e vivere aspettando cosa mi porterà il futuro.

 

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Collezione “Overture au sauvage”

 

 

La tua creatività in tre aggettivi.

Artigianalità . Evoluzione . Avanguardia.

 

 

 

Il tuo presente.

Sarò ripetitiva, ma sto vivendo un sogno. Lavorare nella Maison Fendi è un’occasione unica; stare accanto a persone  che hanno fatto la storia della moda è un opportunità unica, il mio obiettivo è assimilare la loro esperienza, la loro storia, con la speranza di lasciare anche io qualcosa in loro.

 

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Collezione “Overture au sauvage”

 

 

I tuoi sogni.

L’esperienza del lavoro, della conoscenza vera e della tradizione, perché senza essa non c’è evoluzione.

 

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Collezione “Overture au sauvage”

 

 

Il tuo futuro.

Sono una persona che vive il momento, l’attimo e si fa travolgere totalmente giorno per giorno. Non mi aspetto mai niente perché nulla è scontato, ma senza sogni non si vive. Spero che il futuro mi porti alla realizzazione di me stessa nel lavoro e nella vita.

 

 

Photo courtesy Press Office

 

Roxana Nesfintu presenta la sua collezione a Milano Moda Graduate

La Camera Nazionale della Moda Italiana e Piattaforma Sistema Formativo Moda hanno presentato il 28 e 29 giugno la seconda edizione di Milano Moda Graduate.

Milano Moda Graduate è l’annuale appuntamento nato per celebrare le eccellenze delle scuole di moda italiane e il 29 giugno hanno sfilato i migliori studenti in Fashion Design dell’Accademia Belle Arti di Brera, una vetrina importantissima per dimostrare la crescita del loro percorso formativo ed un trampolino di lancio nel mondo della moda.

Dopo un lungo lavoro di ricerca, spicca tra gli studenti la designer Roxana Nesfintu che, grazie a questa occasione, ha potuto vivere l’atmosfera di una vera e propria sfilata di moda, presentando la sua collezione “Sintesi Sintetica“.

La collezione “Sintesi Sintetica” di Roxana Nesfintu:



La collezione, composta da 6 capi, nasce da un progetto di tesi incentrato sul ritorno alla couture. Una ricerca sperimentale che pone attenzione alla manualità della lavorazione, sono stati infatti utilizzati materiali dal forte “impatto tattile” e visivo, quali il silicone.



Il silicone, materiale abbastanza inconsueto per l’uso in moda, regala al capo una tridimensionalità unica; le lavorazioni a mano e il mix di tessuti leggeri e opachi, quali l’organza, lo chiffon e il tulle, donano agli abiti un’allure originale che lo rendono unico.



E’ questo l’intento della designer Roxana Nesfintu, l’eliminazione del fast fashion, per un ritorno all’esclusività, un messaggio che porta con sé il concetto di qualità e di riduzione dello spreco, in quanto alcuni capi di noti brand low cost risultano essere trendy una stagione, mentre la successiva finiscono nel dimenticatoio o addirittura nel cestino.



L’approccio di Roxana Nesfintu è artistico, le lavorazioni in silicone ricordano la consistenza delle paste o degli acquerelli su una tela, le sfumature monocrome riportano ai dripping di Pollock, all’incresparsi delle onde, le forme sono geometriche e la vestibilità femminile.

Un nuovo modo di interpretare la moda quella di Roxana Nesfintu, fatta di contrasti forti, di bianchi e neri, abiti fragili, tessuti impalpabili ma lavorazioni che ti spingono a toccare, consistente diverse, quasi s’indossasse un’opera d’arte.







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