Il boho-chic di Etro sfila a Milano

Suggestioni anni Settanta sono state protagoniste della collezione firmata Veronica Etro per la prossima stagione invernale, che ha sfilato oggi nell’ambito della Milano Moda Donna. Indomito spirito bohémien negli impalpabili abiti in chiffon, caratterizzati da stampe paisley e cachemire, simbolo della maison. L’Autunno/Inverno 2016-2017 di Etro supera la barriera stagionale e propone capi leggeri, capispalla reversibili e inedite stampe patchwork.

Il tartan sposa il paisley, tra sovrapposizioni e giochi mix & match che strizzano l’occhio al grunge anni Novanta. La donna Etro è una ninfa urban che indossa anfibi e parka di canvas che si trasformano in kimono di raso di seta da indossare sopra lunghi abiti stampati, e, ancora, chiodi di pelle impreziositi da revers in broccato.

Tra capispalla in tartan e maglie ricamate dai bordi sdruciti, tessuti devoré e stampe floreali fanno capolino elementi punk e dettagli orientali di raffinata eleganza; il minimalismo si unisce al romanticismo e a suggestioni vittoriane rubate alle atmosfere londinesi. Profumano di Londra anche certe giacche decorate di ispirazione militare, tra oro all over e cosmopolitismo. Alla base della collezione vi è una ricerca stilistica che ripercorre diversi decenni e tendenze eterogenee, dalla fine degli anni Sessanta fino agli anni Novanta.

e1
(Fonte Madame Figaro)
e3
(Fonte Madame Figaro)
e4
(Fonte Madame Figaro)
e5
(Fonte Madame Figaro)
e6
(Fonte Madame Figaro)
e8
(Fonte Madame Figaro)
e11
(Fonte Madame Figaro)

e12
(Fonte Madame Figaro)


Le linee sono fluide, tra cardigan oversize e accostamenti arditi che rivelano grande nonchalance. Tra le stampe floreali spiccano elementi delicati come il pizzo, la cui dolcezza viene sapientemente smitizzata da suggestioni punk, righe e anfibi dal piglio aggressivo. Gli accostamenti rivelano maestria e disinvolta eleganza, per una collezione femminile e sofisticata.


Potrebbe interessarti anche:
Prada: estetica globetrotter in passerella a Milano

Stampe: tra storia e curiosità

Paisley, pois, righe, pied de poule: sono le stampe più comuni dei capi del nostro guardaroba, ormai entrate di diritto nel vocabolario della moda. Ma da dove vengono e qual è la storia di queste fantasie che da tempo immemore abbelliscono i nostri capi? È la domanda che si è posta la giornalista Jude Stewart, che ha ricostruito fedelmente la storia dei tessuti stampati, partendo da documenti antichissimi: Patternalia è il risultato di questa inedita inchiesta. Il volume, appena pubblicato, traccia la storia delle più comuni stampe, dai pois al paisley.

Scopriamo così che i pois erano poco usati in epoca medievale, in quanto ricordavano i rush cutanei tipici delle malattie esantematiche, mentre il pied de poule deve il suo successo ai cappotti inglesi da caccia. Le righe, oggi considerate chic, erano invece prerogativa di carcerati e prostitute, almeno durante il Medioevo. Nel XIII secolo era in voga addirittura un codice, le lex sumptuaria, che regolamentava l’uso delle righe: facilmente visibili, esse si addicevano a prostitute e carcerati perché li avrebbero resi facilmente riconoscibili e controllabili ai fini della sicurezza pubblica. Un sottobosco di emarginati che già nell’iconografia medievale era raffigurato vestito a righe; considerate volgari e abominevoli, venivano usate per umiliare chi le indossava, secondo quanto ricostruito anche da Mark Hampshire e Keith Stephenson nel loro libro Communicating with pattern.

Appeal sofisticato per il giglio, altro pattern molto diffuso. Tradizionalmente associato agli antichi blasoni nobiliari, spesso prerogativa dell’aristocrazia francese, il giglio veniva utilizzato invece per marchiare criminali e schiavi, e chiunque fosse assoggettato allo stato francese. Il verbo francese fleurdeliser (giglio in francese si dice “fleur-de-lis”) indicava la pratica di «marchiare con il giglio»: il Code noir promulgato nel 1685 da Luigi XIV di Francia -che regolamentava la vita degli schiavi neri nelle colonie francesi- rese il giglio simbolo di tortura: gli schiavi che cercavano di fuggire sarebbero stati marchiati a fuoco col simbolo di un giglio, prima di essere mutilati e uccisi, ad eventuali ulteriori tentativi di fuga.





Tanti sono i testi che trattano dell’insolito tema dei tessuti stampati: Steven Connor, professore di storia culturale all’Universita di Cambridge, ha ricostruito la storia dei pois. Considerata la difficoltà di tracciare in modo equidistante i pallini senza l’aiuto di macchine, la fantasia era scarsamente utilizzata in epoca medievale. I pois irregolari venivano infatti accuratamente evitati perché considerati di cattivo auspicio, dal momento che la loro forma ricordava malattie mortali, come la lebbra, la peste bubbonica, il vaiolo.

Amata dai figli dei fiori e dai nostalgici dei Seventies, il paisley o cachemire è emblema del boho-chic: una storia antichissima sarebbe all’origine della fantasia, che si sarebbe diffusa migliaia di anni fa nel territorio a cavallo tra India e Pakistan, corrispondente agli attuali Iran e Kashmir. Originariamente chiamato būtā o boteh, che significa fiori, la stampa ricorda in effetti un fior di loto, anche se molti vi vedono una corrispondenza con le più svariate immagini. Gli antichi babilonesi paragonavano la figura ai datteri, simbolo di prosperità e abbondanza. Paisley è anche il nome di una città scozzese specializzata nella produzione di scialli con questo motivo, da qui il nome della fantasia.

Tradizionalmente associato allo stile più sofisticato, dopo avere attraversato indenne più di mezzo secolo, dagli anni Cinquanta ai favolosi Swinging Sixties, arrivando incolume fino ai giorni nostri, il pied de poule è forse il tessuto più amato. Il suo nome in francese significa letteralmente “zampa di gallina” e le sue origini sono alquanto misteriose: pare che derivi dalle mise utilizzate dai pastori scozzesi delle Highlands, la regione montuosa della Scozia. La stampa avrebbe avuto come fine quello di camuffare gli schizzi di fango. Il termine inglese per indicare il pied de poule è houndstooth, dai molari dei cani da caccia. Tradizionalmente associato all’aristocrazia terriera inglese, il tessuto veniva considerato consono alla caccia, ma senza perdere il glamour. Sdoganato da Edoardo VII di Inghilterra, a inizio Novecento, il pied de poule è arrivato fino ai giorni nostri, ed è ancora amatissimo.


Potrebbe interessarti anche:
Addio a Krizia

MILANO FASHION WEEK: ETRO, IL NUOVO LIBERTY

Romanticismo e suggestioni Liberty protagonisti della sfilata Etro, nell’ambito della Milan Fashion Week.

Un défilé caratterizzato da note dolci e delicate, per lunghi abiti a stampa floreale, nelle tonalità del rosa e del cipria. Margherite, le note profumate del mughetto e deliziose stampe bucoliche per capi che evocano suggestioni retrò.

Spunti botticelliani e mood folk per una collezione Primavera/Estate 2016 che prende spunto, per quanto concerne la palette cromatica, da certa tappezzeria pregiata di ispirazione Liberty: poesia, candore e memorie fanciullesche si coniugano in un mix di grande suggestione, per una collezione che ci riporta indietro nei nostri ricordi infantili.

image

image

image

Abiti come tutù, nastri e scarpette da ballerina per lunghe gonne dal tessuto impalpabile e leggero. Mood bohemien per gli abiti lunghi di ispirazione Seventies, con il paisley che la fa da padrone. Ma è un Seventies rivisitato in chiave romantica, con tulle e lustrini, per una donna iperfemminile, quasi una ninfa silvestre dalle suggestioni Preraffaellite.

image

image

image

Toni dégradé, maniche a kimono e nastri che impreziosiscono pantaloni leggeri. Etro riscopre la propria tradizione riuscendo mirabilmente a rinnovarsi. La sua donna è una principessa balcanica, con gioielli vintage e ruches, gilet e sovrapposizioni inedite di grande impatto stilistico. Il mood fiabesco si rivela vincente, per una Venere contemporanea.

(Foto Madame Figaro)


Potrebbe interessarti anche:
MILANO FASHION WEEK: PRADA E IL BON TON 2.0

Fashion trends A/I 2015-2016

Le passerelle per l’Autunno/Inverno 2015-2016 ci hanno fatto sognare, proponendo tanti stili e tendenze diverse da cui trarre ispirazione nella scelta del nostro guardaroba.

Tanti sono i look da imitare e a volte ci si può riuscire anche senza avere un enorme budget a disposizione. Inoltrandoci nei trend per la stagione A/I, protagonista è il mood boho-chic, brillantemente proposto da Burberry Prorsum, in una collezione di netta ispirazione Seventies. Largo a maxi abiti a stampe floreali e paisley, come il lungo abito rosso in stampa patchwork.

Un look simile si può ottenere anche con un mini budget: tanti sono i brand che hanno abbracciato la tendenza bohémien, a partire da Band of Gypsies, che propone un lungo chemisier a listini patchwork con inserti paisley mixati a stampa floreale. Un look di grande impatto, perfetto per il giorno e per la sera, a seconda degli accessori da abbinare. Che si tratti di sandali rasoterra o tacchi alti a listini, si può ultimare lo styling con un cappello a tesa larga e una borsa con le frange, in perfetto mood gipsy.

Burberry Prorsum
Burberry Prorsum

Band of Gypsies
Band of Gypsies


Ironiche, divertenti e colorate sono le stampe cartoon, portate alla ribalta da Moschino, in una collezione all’insegna dell’ironia: full immersion nel colore, intriso di suggestioni Eighties, tra maxi bomber a colori fluo. Le felpe con i personaggi dei cartoon sono un nuovo fashion trend, che si può facilmente imitare. Ci si può sbizzarrire nella scelta, che si tratti dei Loonie Tunes o dei personaggi Disney. Da abbinare a jeans e sneakers o ad una gonna di paillettes, per un look ancora più eclettico.

Moschino
Moschino

Vans Disney
Vans Disney


Ritorna il mood boho-chic da Roberto Cavalli, che propone maxi dress stile caftano, da abbinare a gioielli ed accessori etnici. Bellissimo e low budget l’abito giallo proposto da ASOS. Il brand inglese Missguided propone diversi look in stile Festival, perfettamente in linea con le tendenze attuali. Per un look da gitane di lusso.

Roberto Cavalli
Roberto Cavalli
ASOS
ASOS
Chloé
Chloé

Missguided
Missguided


Incontrastato must have di stagione per l’autunno/inverno è il poncho, declinato in tutte le varianti: sofisticato e caldo, per contrastare le rigide temperature invernali, il poncho è un capo irrinunciabile del guardaroba femminile. Motivi aztechi o stampe floreali hanno calcato le passerelle e sono state riproposte da diversi brand.

Anna Sui
Anna Sui
Paisie
Paisie
DAKS
DAKS

Missguided
Missguided


Un tuffo negli anni Sessanta ha caratterizzato le collezioni di diversi designer, che hanno proposto deliziosi shift dresses, in stampe optical. Suggestioni tratte dalla Swinging London nel modello DAKS. Un capo irrinunciabile del guardaroba invernale è il fur coat o pelliccia, che dir si voglia. La moda impone proporzioni oversize e bicromie, come visto da Emilio Pucci. Un evergreen irrinunciabile.

Emilio Pucci
Emilio Pucci
Story of Lola
Story of Lola

Kate Moss nuovo volto di Etro

È Kate Moss il volto scelto da Etro per la nuova campagna A/I 2015-2016.

Una collezione ricca di suggestioni orientali: stoffe pregiate, in primis broccato di seta e tessuti damascati, rendono prezioso e opulento l’inverno della maison. Un mirabile patchwork di stampe etniche e giochi di arabeschi su fantasie tapestry dal grande impatto visivo.

La collezione Autunno/Inverno 2015-2016 firmata Etro ha scelto come testimonial Kate Moss. Icona d’eleganza, amante dello stile bohémien, la modella viene immortalata come una dea gipsy per degli scatti dal sapore orientale. Quasi un bazar ton sur ton per immortalare l’anima della nuova collezione.

image

image

image

Scattata a Roma da Mario Testino, la nuova campagna Etro vede il ritorno della top model che appare ancora una volta a suo agio nel mood boho-chic.

Ritorna il motivo paisley, cifra stilistica del brand fondato nel lontano 1968 da Gimmo Etro. La maison, gioiello del Made in Italy, non sbaglia un colpo.


Potrebbero interessarti anche:
Trend A/I: Bohemian Rhapsody

Trend A/I: Bohemian Rhapsody

La stagione A/I 2015/2016 ci riporta indietro nel tempo, fino agli indimenticabili anni Settanta. Un trend che non è mai stato così amato, tanto da divenire ora protagonista assoluto delle passerelle per la prossima stagione invernale.

Un tripudio di stampe paisley, su lunghi abiti in impalpabile chiffon dalle suggestioni boho-chic. Lo stile bohémien conquista sempre più imponendosi come trend incontrastato per l’inverno 2016. Uno stile che piace perché sta bene a tutte e perché dona uno charme particolare.

La donna proposta dagli stilisti nelle collezioni A/I è una moderna hippie chic che indossa pantaloni a zampa d’elefante, monili etnici e outfit in pieno stile festival. Largo a caftani da giorno e da sera, da indossare con gilet o giacche in montone, stivali in camoscio o sandali da schiava. Fiori intrecciati tra i capelli o foulard usati alla stregua di turbanti completano il look gipsy.

image
Oggi come ieri. Pantaloni e blusa di seta Mohanjeet, colbacco in pelliccia Gelot, foto di di Peter Knapp per Elle France, 1970.
image
Edita Vikeviciute posa come una gitana extra lusso per Roe Ethridge, W Magazine Giugno-Luglio 2015
image
La moda A/I 2015/’16 trae spunto dagli anni Settanta
image
Andreea Diaconu per Mario Sorrenti, Vogue Paris marzo 2015
image
Ispirazione boho-chic per Yves Saint Laurent, nella sua Russian Collection, 1976
image
Veruschka per Artisans du Liban et d’Orient, Vogue Paris Settembre 1969
image
Marisa Berenson fotografata da Gian Paolo Barbieri, 1969
image
Meng Zheng per Vogue Cina, maggio 2015

image
Veruschka in gipsy style, Vogue aprile 1969


Trionfa su tutto il caftano, capo simbolo della cultura hippie, da indossare con gioielli antichi dal sapore etnico, frange e accessori di ispirazione folk: questo autunno dimenticatevi di essere nel 2015, la moda parla inequivocabilmente Seventies.

Armate di flower power ci aggingiamo a vivere una stagione all’insegna di suggestioni antiche ma mai dimenticate. Erano gli anni dell’amore libero, della fratellanza universale e delle maxi gonne che tutte, da bambine, abbiamo visto nel guardaroba della mamma. Una moda fresca e colorata, capace di dare vita anche al più grigio degli inverni.

tale3
Angela e Audrey Lindvall fotografate da Mikael Jansson per Vogue Italia, Ottobre 2001
image
Raquel Zimmermann in stile bohémien per Vanity Fair
image
Frida Gustavsson fotografata da Magnus Magnusson per Elle Svezia novembre 2010
image
Sasha Pivovarova per Mikael Jansson, Vogue US febbraio 2014

L'Officiel, Teatro Greco di Taormina
Fashion shoot al Teatro Antico di Taormina, Sicilia, L’Officiel #567, tuta Yves Saint Laurent, P/E 1969


È una luxury hippie quella proposta da Burberry Prorsum, tra maxi poncho e dettagli shabby-chic. Pregiati velluti e broccati di seta sono stati i protagonisti assoluti della sfilata di Alberta Ferretti, in una collezione in cui notevoli sono i rimandi folk ed etnici, quasi un tributo alla famosa Russian Collection proposta da monsieur Yves Saint Laurent nel lontano 1976.

Richiami etno chic anche da Dries van Noten, in cui si respira piena atmosfera boho-chic. Valentino propone un excursus attraverso gli anni Sessanta e Settanta, spaziando dal mood optical alle suggestioni quasi fatate di abiti che ricordano la magia di Ossie Clark e Thea Porter. Note floreali da Giambattista Valli, sebbene prevalga anche qui un mood swinging che rimanda al decennio precedente.

Giambattista Valli
Giambattista Valli
Valentino
Valentino
Isa Stoppi in Valentino
Isa Stoppi e Janette Christensen in Valentino Haute Couture 1971, foto di Chris von Wangenheim
Burberry Prorsum
Burberry Prorsum
Dries Van Noten
Dries Van Noten

Mood folk da Alberta Ferretti
Mood folk da Alberta Ferretti


Protagonista delle passerelle è uno stile wild, che predilige lunghezze maxi e tessuti svolazzanti come lo chiffon di seta. Largo alle stampe, in primis cachemire e paisley, rivisitate nei toni più caldi e nei colori più accesi. E se Dsquared ripropone il mood andino di un genio della moda quale è stato Giorgio di Sant’Angelo, la donna vista da Anna Sui è una santona di lusso direttamente presa in prestito alle comuni anni Settanta.

Veruschka wearing Giorgio Di Sant' Angelo for “The Magnificent Mirage” by Franco Rubartelli, 1968.
Veruschka in Giorgio Di Sant’ Angelo per lo shoot ricordato come “The Magnificent Mirage”, foto Franco Rubartelli, 1968.
Dsquared2
Dsquared2
Natasha Poly, foto di Mert Alas & Marcus Piggott, Vogue Paris settembre 2015
Natasha Poly, foto di Mert Alas & Marcus Piggott, Vogue Paris settembre 2015
Stampe batik da Anna Sui
Caftani in stampe batik da Anna Sui

Karen Elson fotografata da Tim Walker, Vogue UK maggio 2015
Karen Elson fotografata da Tim Walker, Vogue UK maggio 2015


Il bohémien trova come sempre un valido rappresentante in Roberto Cavalli, che propone dettagli in pieno stile gipsy. Di netta ispirazione etno-chic anche Paul & Joe e Chloé, che propongono capispalla in montone, poncho patchwork e gilet portati sopra abiti svolazzanti dalle proporzioni Seventies.

Anima gipsy da Roberto Cavalli
Anima gipsy da Roberto Cavalli
Full immersion nei Seventies da Chloé
Full immersion nei Seventies da Chloé
Il boho-chic di Paul & Joe
Il boho-chic di Paul & Joe
image
Isabeli Fontana fotografata da Jacques Dequeker per Vogue Brasile dicembre 2012
image
Carmen Kass fotografata da Yelena Yemchuk per Vogue Giappone ottobre 2005

image
Sienna Miller, grande amante del look boho-chic


Il “festival” è un trend che ha preso piede già dal 2014: sdoganato da eventi come il Coachella e il Glastonbury Festival, adorato da icone del jet set internazionale come Sienna Miller e Kate Moss, lo stile boho-chic ha rivoluzionato il guardaroba femminile. Colori accesi, rimandi ad altre culture, evidenti ad esempio nelle stampe batik, la moda anni Settanta è un crogiolo di idee e suggestioni che si mixano mirabilmente, lasciando anche spazio per fornire un’interpretazione personale del mood prevalente.

Jeans scampanati indossati sotto un cardigan a motivi aztechi e un maxi poncho, fino a completare il look con un cappello a tesa larga in feltro di lana, che conferisce un tono intellettuale, e una borsa con le frange: tutto ci parla di Seventies. Anni di piombo vissuti sempre col sorriso, anni che hanno cambiato per sempre il corso della moda e che rappresentano come poche altre tendenze un vero e proprio evergreen dello stile.

Stampe floreali da Gucci
Stampe floreali da Gucci
Patchwork visto da Etro
Patchwork visto da Etro
image
Kate Moss per Etro A/I 2015/2016

Stella Jean
Stella Jean


Stampe patchwork e ancora montoni visti da Stella Jean. Delicate e romantiche le stampe floreali proposte invece da Gucci, mentre il patchwork è protagonista della collezione Etro, che fa sfilare abiti in tessuti preziosi che sanno di Oriente, e arruola come testimonial un guru dello stile bohémien come Kate Moss.

Che dire, peace & love.


Potrebbe interessarti anche:
Thea Porter: la nascita del boho-chic