Firenze come Royal Ascot: arriva la gara di cappelli per beneficenza

Piume, fiori, nastri e velette: Firenze si prepara all’invasione di cappelli da signora come Royal Ascot. Esattamente come il famoso ippodromo inglese, in cui dal 1711 si sfoggiano copricapo esagerati durante le corse dei cavalli, anche nel capoluogo toscano la Corsa dell’Arno vedrà sfilare signore e ragazze in sgargianti ed eccentrici cappellini. Il concorso “Il cappello più bello per Corri la Vita” è un’iniziativa benefica organizzata dal consorzio Il Cappello di Firenze, che invita tutti i fiorentini a presentarsi alla storica corsa di cavalli del 25 aprile con un copricapo degno della Famiglia Reale inglese. Le signore che accetteranno la sfida potranno recarsi in un atelier dedicato presso un’azienda associata al consorzio, la Memar. Qui dal 17 al 24 aprile potranno scegliere forme, colori, nastri e decorazioni per creare un cappello personalizzato che stupisca tutti. In alternativa, durante la gara all’Ippodromo del Visarno alle Cascine, un chiosco allestito dal consorzio fornirà altri cappelli da acquistare sul momento.


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Le signore dotate di copricapo sfileranno durante la Corsa dell’Arno e una giuria le osserverà attentamente per decretare il più bel cappello in tre categorie: eleganza, creatività e promising designer. Quest’ultima categoria sarà dedicata alle proposte dei giovani studenti delle scuole di moda. Le vincitrici del concorso riceveranno dei viaggi in varie città d’Italia, ma tutti i partecipanti avranno la gioia di aver contribuito a un’iniziativa a fin di bene. Il consorzio Il Cappello, infatti, donerà parte del ricavato dell’evento all’Associazione Corri la Vita Onlus. Si tratta di un’organizzazione no-profit che realizza progetti specializzati nella cura, nell’assistenza e nella riabilitazione psico-fisica di donne malate di tumore al seno. Un’iniziativa divertente, che trasformerà l’ippodromo del Visarno alle Cascine in un’elegante e stravagante succursale del Royal Ascot e che permetterà alle signore di sfoggiare le creazioni più fantasiose, con la certezza di aver fatto del bene ad altre donne.


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Eike Schmidt annuncia cambiamenti agli Uffizi di Firenze: basta sfilate di moda

Eike Schmidt, direttore della galleria degli Uffizi da un anno, comunica una serie di cambiamenti per il museo fiorentino in un’intervista all’Ansa. Molti sono i provvedimenti che modificheranno la fruizione delle gallerie: dalla creazione di un piano interamente dedicato al Rinascimento fiorentino alla divisione della galleria degli Uffizi in aree tematiche con biglietti separati, allo stop a sfilate di moda ed eventi privati nelle sale del museo. “Non solo le sale, che è più che ovvio, ma nemmeno i corridoi sono a mio parere luoghi adatti per la presenza di statue – ha dichiarato Eike Schmidt – Per principio dirotterei un’eventuale richiesta di questo genere su Palazzo Pitti e il giardino di Boboli, che hanno moda e costume tra le loro vocazioni“. Non si tratta di un divieto assoluto, precisa il direttore degli Uffizi. “Cene e iniziative speciali continueranno è così dal 1994 con la legge Ronchey. L’importante è che abbiano una componente culturale e includa una visita nelle gallerie“. Anche Palazzo Pitti vedrà ridursi il numero delle sale adibite a sfilate di moda ed eventi mondani. Escluse, per esempio, le sale di San Giovanni, per preservarne i fragili e delicati affreschi.


La decisione di limitare gli spazi disponibili per le sfilate di moda che animano la città in occasione di Pitti si inserisce in un quadro generale di rivoluzione degli Uffizi di Firenze attuata da Eike Schmidt. Il direttore del museo fiorentino ha già diffuso una lista di opere d’arte inamovibili, tra cui l’Annunciazione di Leonardo da Vinci e il Tondo Doni di Michelangelo, e sta lavorando a un’altra lista di “quasi inamovibili”, pezzi conservati a Palazzo Pitti e alla galleria degli Uffizi i cui spostamenti e prestiti saranno strettamente limitati. Schmidt sta inoltre lavorando alla creazione di un intero piano dedicato solo al Rinascimento italiano, in cui saranno riunite le opere di Leonardo da Vinci, Michelangelo, Botticelli e Raffaello, con biglietto e ingresso separato dal resto del museo degli Uffizi. L’idea è quella di creare diverse zone tematiche visitabili separatamente, così che il singolo visitatore possa costruire la propria esperienza agli Uffizi in base a gusti e interessi personali. Sono previste inoltre, a partire dal prossimo 8 marzo, delle mostre personali dedicate ogni anno a una diversa artista in occasione della Festa della Donna. “Per il 2017 abbiamo scelto Plautilla Nelli, religiosa e artista fiorentina del ‘500, ha spiegato SchmidtEd ogni anno, per questa ricorrenza, allestiremo una mostra su una differente protagonista dell’arte nel corso dei secoli, a testimonianza dell’importanza fondamentale che hanno rivestito e rivestono le donne in questo campo”.

Pitti Uomo 89: Seletti wears ToiletPaper primo design brand presente in fiera

Il sarcasmo tinto di rosa e le irriverenti immagini, note per il loro stile provocatorio, sono oramai must have tra gli appassionati di arte che di sicuro non disdegneranno le ultime novità.


Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari, l’eclettico duo artistico contemporaneo che si cela dietro al fenomeno visivo, nonché cult-magazine, ToiletPaper, in connubio con Seletti, sbarcano al Pitti in qualità di prima realtà non appartenente al settore moda invitata alla manifestazione.
Forti di tale primato, la fiera è stata scelta per presentare, in anteprima assoluta , la Tote bag, unica connessione del brand con il mondo della moda, le candele e i tappeti, lanciati lo scorso dicembre presso la Miami Art Week.


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Le quattro diverse grafiche delle Tote Bag, Teeth, Pony, Lipstick e Deers, personalizzano la semplicità delle linee. Dotate di una comoda tasca interna sono adatte all’utilizzo giornaliero nel segno dell’eccentricità.
Le candele sono contenute in speciali tazze sulle quali sono riprodotte otto illustrazioni firmate Toiletpaper: Cat, Teeth, Lipstick, Pony, Two of Spades, Toad, Roses e Deers. La profumazione non poteva che essere particolare, infatti essa si differenzia in base all’ immagine rappresentata.
Mentre i tappeti, esposti in anteprima europea a Firenze, sono vere e proprie opere d’arte. Eyes, Toad, Parrot, BMW, Fingers, Insects, Sausages, Teeth, Phones, Roses, Two of Spades, Legs sono le varianti stampate sul tessuto trattato termicamente per garantire la massima resistenza e intensità dei colori.


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Per festeggiare l’importante traguardo pochi selezionatissimi ospiti sono stati invitati ad un party presso la balera La Perla. Cult anni ’80 e ’90 e esperti ballerini di liscio, oltre agli storici proprietari, Romano e Lina, hanno reso la presenza del design brand, in linea con il suo stile, davvero indimenticabile.

La famiglia Landi presenta al Pitti Immagine Uomo, l’Impermeabile

La famiglia Landi presenta al Pitti Immagine Uomo, l’Impermeabile

Certa che in versione classica il trench regga l’usura degli anni, l’azienda e’ orgogliosa di andare a riproporlo in versione tradizionale, aggiornandolo solo per quel poco che occorre. Vengono emulate le stesse tecniche di lavorazione, la medesima cura nei particolari, e con la stessa dedizione e lo stesso amore di allora si procede alla produzione di capi, senza tempo.

Convinta che quella versione rigorosa ed audace che in 100 anni ha fatto incetta di ammiratori, Landi è sicura di incontrare i gusti ed i sogni di un consumatore attento e raffinato che non rinuncia al culto della propria immagine. Un personaggio che sa osare e vuole distinguersi in una società globalizzata.

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Nel linguaggio internazionale l’ impermeabile è riconosciuto con la parola inglese “trench coat”, cappotto di trincea. Le sue origini sono piuttosto moderne e risalgono al primo Novecento, durante la prima Guerra mondiale, quando il Ministero della guerra inglese fece una grossa commessa al sig.Thomas Burberry, di un modello che fosse a metà strada fra un impermeabile d’ordinanza ed un cappotto. Un capo che risultasse pratico e che proteggesse dalla pioggia.

Allacciatura a doppiopetto, spalline, sottogola per evitare che l’acqua entrasse dal colletto, mantella corta sulle spalle per ripararle ulteriormente, tasche di sicurezza e maniche stringibili con cinturino per frenare il vento, il tutto color Kakhi.

Indossato da grandi star hollywoodiane quali Humprey Bogard, Greta Garbo e Marlene Dietrich, l’impermeabile si afferma come capo iconico e trasversale, anche nelle sue declinazioni più commerciali. Un capo severo ed androgino che esalta il fascino di chi lo indossa.

Proprio basandosi su questa tradizione, l’azienda empolese crea un capo dal taglio classico e riconoscibile nella nuance e nel tessuto, versatile, compatto e leggermente lucido, ideale per la mezza stagione.

La città di Empoli ha una storia importante nella produzione del capo in questione, che risale al 1907 fino al 1943, prima dei bombardamenti, quando il distretto empolese era una così grande realta’ che contava 66 ditte ed impiegava ben 20.000 addetti, superando di gran lunga le produzioni inglesi.

Proprio in questi anni anche l’azienda Landi inizia ad affermarsi nelle confezioni.

Tramandata gelosamente di padre in figlio, Landi rimane oggi una fra le ditte tradizionalmente specializzate nella creazione di autentici impermeabili empolesi che hanno fatto la storia del Made in Italy nel mondo.

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YOUTH CULTURE. UN FILM SUI MARLENE KUNTZ AL FESTIVAL DEI POPOLI A FIRENZE

YOUTH CULTURE. UN FILM SUI MARLENE KUNTZ AL FESTIVAL DEI POPOLI A FIRENZE

Il Festival dei Popoli, a Firenze dal 27 novembre al 4 dicembre, è arrivato alla sua 56ima edizione quest’anno, punto di riferimento per gli appassionati di cinema “di ricerca”.
“Complimenti per la festa”, un docu-film sulla band italiana di rock alternativo Marlene Kuntz, sarà presentato martedì 1 dicembre al festival.

Complimenti per la festa - (c) Simone Cargnoni:Jump Cut - L1004338

Lo scorso anno il regista Sebastiano Luca Insinga ha proposto a Cristiano Godano, cantante della band, di celebrare il ventesimo anniversario del lancio dell’album Catartica con un film.
La band aveva già deciso di fare un tour per il compleanno dell’EP in Italia, annunciando dieci date ( che divennero 30). La crew del fim ha seguito la band durante questo viaggio.
I Marlene Kuntz durante la loro carriera hanno collaborato con artisti internazionali come Skin, Patti Smith, Rob Ellis e Nick Cave.

“Complimenti per la festa” ha rappresentato un occasione per vedere allo stesso tempo la band di venti anni fa e la band di adesso. Hanno conservato la stessa buona musica e lo stesso spirito, anche se allora erano solo giovani ragazzi di provincia e adesso sono acclamati artisti e padri.

Se siete a Firenze martedì primo dicembre non perdete la premiere del film al Cinema Odeon alle 21.30.

Complimenti per la festa - (c) Simone Cargnoni:Jump Cut - L1002485

 
ENGLISH VERSION

YOUTH CULTURE. A MOVIE ABOUT MARLENE KUNTZ AT FESTIVAL DEI POPOLI IN FLORENCE

Festival dei Popoli, in Florence from the 27th of november to the 4th of december, has arrived to its 56th edition this years, landmark for the lovers of “search” cinema.
“Complimenti per la festa”, a documentary movie about italian alternative rock band Marlene Kuntz, will be presented tuesday 1st december at the festival.

Last year director Sebastiano Luca Insinga proposed to Cristiano Godano, lead singer of the band, to celebrate the 20th anniversary of the release of the album Catartica with a movie.
The band had already decided to make a tour for the EP’s birthday in Italy, announcing ten dates (which became 30). The movie crew followed the band during this trip.
Marlene Kuntz during their career have collaborated with International artists like Skin, Patti Smith, Rob Ellis and Nick Cave.
“Complimenti per la festa” has represented an occasion of seeing at the same time
the band of twenty years ago and the band now. They saved the same good music and the same spirit: even if at the time they were only young province guys and now they are acclaimed artists and fathers.

If you are in Florence on Tuesday 1st december don’t miss the movie premiere at Odeon Cinema (9.30 pm).

 

“Firenze e gli Uffizi 3D/4K”, al cinema si viaggia nel cuore del Rinascimento

Da oggi al 5 novembre arriva al cinema Firenze e gli Uffizi 3D/4KViaggio nel Cuore del Rinascimento, un film in cui la tecnologia di ultima generazione e le tecniche di modeling e dimensionalizzazione più evolute vengono messe al servizio del patrimonio artistico nazionale per valorizzarlo ed esportarlo in tutto il mondo.

 

(foto di Alberto Blasetti)
(foto di Alberto Blasetti)

 

Gli spettatori saranno coinvolti da una visione con punti di vista inediti e riprese sorprendenti. Il film attraversa i luoghi simbolo del museo a cielo aperto che è la città di Firenze con oltre 10 location museali e 150 opere d’arte mostrate su grande schermo. Dalla Cappella Brancacci (con gli affreschi di Masolino e Masaccio, emblema del passaggio da Medioevo a Rinascimento) al Museo del Bargello che ospita il David di Donatello; da S. Maria del Fiore con le sue sfavillanti vetrate e la Cupola del Brunelleschi a Palazzo Medici; da Piazza della Signoria a Palazzo Vecchio sino alla Galleria dell’Accademia, che custodisce il David di Michelangelo.

 

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Cuore del film è naturalmente la Galleria degli Uffizi: gli spettatori potranno accedere all’interno della Tribuna (luogo visibile al pubblico solo da tre punti esterni) e Antonio Natali (direttore della Galleria dal 2006 al 2015) ci accompagnerà tra le opere con “l’auspicio che si entri agli Uffizi con l’idea di conoscere e non di sbalordire. Conoscere un’opera d’arte vuol dire leggerla come si fa con un testo poetico, come un componimento letterario”.

 

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L’excursus narrativo all’interno della Galleria va da Giotto a Gentile da Fabriano e Piero della Francesca, a Raffaello e Tiziano, dall’Annunciazione di Leonardo al Tondo Doni di Michelangelo, senza tralasciare le opere simbolo quali la Primavera e la Nascita di Venere di Botticelli e lo Scudo di Medusa di Caravaggio, quest’ultima inserita all’interno di un capitolo dedicato alle opere ‘mostruose’ della Galleria, tra cui la Madonna della Arpie di Andrea del Sarto, la Calunnia di Botticelli e Giuditta che decapita Oloferne di Artemisia Gentileschi. Una perla di Firenze e gli Uffizi 3D/4K sarà costituita dallo svelamento del restauro in corso dell’Adorazione dei Magi di Leonardo, assente dagli Uffizi dal 2011.

 

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Il soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure, Marco Ciatti, racconterà i risultati delle analisi e fornirà inediti approfondimenti su elementi comparsi durante il restauro oltre che interessanti dettagli sulle tecniche utilizzate. Ad arricchire il film, spettacolari immagini aeree della città, realizzate grazie all’utilizzo di un elicottero e un drone e riprese esclusive in luoghi o punti di vista inediti, come la Cupola del Brunelleschi e Piazza della Signoria ripresa all’alba, deserta, in tutta la sua magnificenza. E ancora il David di Michelangelo, con esclusive riprese frontali e da distanza ravvicinata.

 

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Ulteriore aspetto inedito del film, che contribuisce all’efficacia ed esclusività della narrazione e dell’esperienza visiva, è rappresentato dalle più evolute tecniche di modeling e dimensionalizzazione che consentono letteralmente di ‘entrare’ nei dipinti e dalle ricostruzioni grafiche 3D della Galleria degli Uffizi e della Cupola del Brunelleschi, quest’ultima a partire dai disegni originali custoditi nel Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi .

 

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La narrazione emotiva, ambientata all’interno di un limbo atemporale, sarà affidata a Simon Merrells che, nel ruolo di Lorenzo il Magnifico, ci condurrà attraverso i ricordi della ‘sua’ Firenze, in un incessante dialogo tra passato e presente.  La colonna sonora originale composta sulle immagini del film rappresenta un ulteriore elemento chiave della narrazione.

Emilio Pucci, il principe delle stampe

Ci sono nomi che, oltre ad aver reso la moda italiana famosa in tutto il mondo, le hanno conferito una magia ed uno charme talmente unici ed irripetibili da essere ricordati in eterno. La storia di Emilio Pucci è ricca di nobiltà e di avventura, sullo sfondo di una Firenze patrizia fino alla conquista degli States e all’affermazione della maison italiana nel mondo.

Emilio Pucci, marchese di Barsento, nacque a Napoli il 20 novembre 1914 dalla nobile famiglia fiorentina dei Pucci. Provetto sciatore, nel 1934 viene selezionato dalla squadra nazionale olimpica italiana di sci e partecipa alle Olimpiadi invernali del 1936.

Il giovane Emilio coltiva la passione per lo sci e per la pittura. Dopo aver vinto una borsa di studio presso il Reed College, nell’Oregon, dove avrebbe dovuto continuare i suoi allenamenti nello sci, sorprende tutti disegnando l’uniforme della squadra. I suoi primi bozzetti nascono così, in modo del tutto spontaneo e casuale, ma rivelano un genio ed un estro sorprendenti.

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Mirella Petteni in turbante, tunica e pantaloni di seta Emilio Pucci, fotografata da Gian Paolo Barbieri, Primavera/Estate 1967
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Diana in pigiama palazzo Emilio Pucci, foto di Gian Paolo Barbieri, 1967
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Emilio Pucci, marchese di Barsento, nacque a Napoli il 20 novembre 1914 dalla nobile famiglia fiorentina dei Pucci


Dopo aver concluso un master in scienze sociali negli States, l’eclettico aristocratico non torna in Italia ma si imbarca su una vecchia nave e parte per un improvvisato giro del mondo, impresa che paga cara al suo rientro in patria, dove viene accusato dalle autorità militari di renitenza alla leva.

Prima di avvicinarsi alla moda il marchese fu un grande sportivo: dopo essersi arruolato nella Regia Aeronautica nel 1938, lavorò come istruttore di sci al Sestriere. Rientrato nella sua Firenze, avviene l’incontro che segna la sua vita, con la moda, di cui l’inconsapevole designer cambierà il corso. Anche in questo campo, la fortuna di Emilio Pucci proviene ancora una volta dal mondo dello sport, oltre che da un indescrivibile talento come disegnatore di bozzetti: dopo aver creato, quasi per gioco, una tenuta da sci per un’amica, nel 1947, viene immortalato con quest’ultima dalla fotografa di moda Toni Frissell sul numero di dicembre di Harper’s Bazaar. Quella tuta da sci improvvisata dai colori fluo colpisce l’attenzione dei media e diventa must have ante litteram della moda invernale.

L’aristocratico dal gusto innato viene incoraggiato dall’inaspettato successo a proseguire sulla strada della moda: è Capri la location scelta per aprire la sua prima boutique, nel 1950. La personalità e l’originalità pagano sempre, e quei colori brillanti su stampe dai motivi così particolari rappresentano fin da subito qualcosa di assolutamente inedito nel panorama della moda italiana e mondiale. Pioniere della moda italiana e perspicace trendsetter, il marchese partecipa l’anno seguente, nel febbraio del 1951, alla prima sfilata di moda mai organizzata in Italia, realizzata grazie a Giovanni Battista Giorgini a Firenze, nella mirabile location di Villa Torrigiani.

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Diane in Emilio Pucci Primavera/Estate 1968, foto di Gian Paolo Barbieri
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Diane in Emilio Pucci Primavera/Estate 1968, foto di Gian Paolo Barbieri
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Diane in Emilio Pucci Primavera/Estate 1968, foto di Gian Paolo Barbieri
Pigiama palazzo Emilio Pucci, foto di Henry Clarke, 1965
Pigiama palazzo Emilio Pucci, foto di Henry Clarke, 1965
Astrid Heeren in tuta da sci Emilio Pucci fotografata da Peter Beard per Vogue, 1964
Astrid Heeren in tuta da sci Emilio Pucci fotografata da Peter Beard per Vogue, 1964

Emilio Pucci sul set di uno shooting, foto di David Lees, 1964
Emilio Pucci sul set di uno shooting, foto di David Lees, 1964


Emilio Pucci si impone in brevissimo tempo come uno dei protagonisti più amati delle passerelle fiorentine. Le sue creazioni, dalle fantasie optical e dalle cromie esplosive, unite alla cura nella scelta di tessuti pregiati, sdoganano in breve lo stilista anche all’estero: “The Prince of Prints”, il principe delle stampe, è il nome assegnatogli dalla stampa anglosassone. Nel 1954 avviene una prima consacrazione ufficiale in America, con l’assegnazione del prestigioso Neiman-Marcus Award. Mentre la moda guarda sempre più a Parigi, all’Haute Couture di nomi come Christian Dior e al suo New Look dal gusto classico, Emilio Pucci crea una nuova concezione dello stile, che privilegia la comodità e le stampe.

Capostipite di quello che oggi viene chiamato Sportswear, la libertà sembra essere ciò che più gli preme, per capi drappeggiati e morbidi in tessuti come la seta, l’organza, la gabardine e la mussoline. Definito da Giovanni Sartori “un grande cavaliere antico”, Pucci scglie come suo quartier generale per la sua casa di moda Palazzo Pucci in via de’ Pucci: è la sua Firenze ad ispirarlo, e l’antico palazzo nobiliare è ancora oggi sede della maison. Suggestive e pregne di un gusto indimenticabile, le foto scattate sul tetto del palazzo di famiglia, forse simbolo per antonomasia del gusto del marchese e della sua visione dell’eleganza. Innumerevoli saranno le modelle ad indossare capi Emilio Pucci: celebri le foto scattate da Henry Clarke e Gian Paolo Barbieri, con modelle del calibro di Marisa Berenson e Benedetta Barzini, solo per citarne alcune. Tute dal sapore etnico, pigiama palazzo che ricordano l’Oriente, e ancora turbanti e dettagli che profumano di terre lontane: lo stile Emilio Pucci affascina con un mix di storia e ricercatezza, per capi sofisticati come pochi.

Turbante Emilio Pucci, foto di Gian Paolo Barbieri, 1969
Turbante Emilio Pucci, foto di Gian Paolo Barbieri, 1969
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Cappa Emilio Pucci, 1964, The Kyoto Costume Institute, Giappone
Modelle sul tetto di Palazzo Pucci indossano capi della collezione Primavera/Estate 1967
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Modelle in Emilio Pucci posano a Piazzale Michelangelo, Firenze, 1966

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Marisa Berenson in Emilio Pucci, foto di Henry Clarke, 1968


Dopo aver brevettato nel 1960 “emilioform”, un tessuto leggero composto da helanca mixata a shantung di seta, nel 1966 Pucci lanciò il suo primo profumo, Vivara. Nel 1956 creò una delle sue collezioni più celebri, ispirata alla Sicilia, rappresentata mirabilmente da indimenticabili scatti ambientati a Monreale; l’anno seguente fu il Palio di Siena ad ispirarlo, e nel 1959 le opere del Botticelli. Nel 1967 portò le sue sfilate nel palazzo di famiglia, e nello stesso periodo disegnò le uniformi per le hostess della Braniff International Airways. Avanti rispetto ai tempi, la collezione, denominata Gemini 4, vede un mood da space oddity, ed è seguita dalla creazione del logo per la missione speciale della NASA denominata Apollo 15. In Italia disegnò le divise dei Vigli urbani, con i fatidici elmetti ovali sulla divisa blu dai lunghi guanti bianchi: inoltre si dilettò con la moda maschile, con la creazione di fragranze e con la produzione di ceramiche per la casa.

Emilio Pucci ritratto da David Lees, 1959
Emilio Pucci ritratto da David Lees, 1959
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Uniformi firmate Emilio Pucci, Braniff International Airline, 1966-1968
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Foto di Henry Clarke
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Benedetta Barzini in Emilio Pucci, 1968
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Gaby Wagner in Emilio Pucci ritratta da Gian Paolo Barbieri, Vogue Paris 1975

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Mood space oddity per il casco firmato Emilio Pucci per le uniformi Braniff Airlines


I capi colorati di Emilio Pucci andarono letteralmente a ruba nei grandi magazzini Saks, dando origine ad una vera e propria Puccimania. Un gusto innato per il colore ed una capacità unica come disegnatore, le sue creazioni avevano un quid che le differenziava da tutte le altre: l’allegria ed un approccio artistico alla moda, nella sua ricerca certosina per la creazione di stampe originali.

Durante la Seconda Guerra Mondiale Emilio Pucci fu ufficiale dell’Aviazione, pluridecorato con tre Medaglie d’argento al valor militare, sette di Bronzo e tre Croci di guerra al valor militare. Personalità eclettica, negli Sessanta il marchese decise di entrare in politica, col partito liberale e fu nominato Sottosegretario al Ministero dei Trasporti. Il 4 giugno del 1982 fu nominato Cavaliere del Lavoro. Il 29 novembre del 1992 il marchese si spense nella sua amata Firenze, all’età di 78 anni.

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Linda Evangelista in Emilio Pucci, foto di Irving Penn, Vogue, 1990
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Marisa Berenson con borse Emilio Pucci, foto di Bert Stern, 1965
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Veruschka in tuta da sci Emilio Pucci, foto di Franco Rubartelli, 1969
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Benedetta Barzini in Emilio Pucci, foto di Henry Clarke, 1968
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Mariacarla Boscono per Emilio Pucci, campagna pubblicitaria A/I 2008-09

Stampe Emilio Pucci
Stampe Emilio Pucci


Dopo la sua scomparsa la figlia Laudomia ha ereditato la direzione del marchio, di cui ancora oggi cura l’immagine generale. Nel 1996 una grande mostra in onore del marchese è stata allestita a Pitti, mentre il suo talento così unico è stato al centro di un volume edito da Taschen. Nel 2000 il gruppo francese LVMH (Louis Vuitton) ha acquistato i diritti sul logo Emilio Pucci e sulle creazioni storiche, rendendosi protagonista di un rilancio del brand gestito in modo sapiente: è solo dalla celebrazione del glorioso passato della maison che si può ripartire, rivisitandone modelli e motivi per declinarli in collezioni nuove facendo rivivere la magnificenza dello stile Pucci nella contemporaneità. La storica maison ha visto alternarsi alla sua direzione creativa numerosi designer, da Stephan Janson e Julio Espada a Christian Lacroix, da Matthew Williamson a Peter Dundas, fino all’attuale direttore creativo Massimo Giorgetti. Con oltre 50 boutique nelle località più esclusive del mondo e un fatturato calcolato tra Italia, Stati Uniti e Giappone, la maison è ancora oggi simbolo di un’incomparabile eleganza.

(Foto copertina Gian Paolo Barbieri, 1967 circa)


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“CAPRI” BY PASSAVINTI, UN MARE DI FASCINO

La trasparenza di un mare blu cristallino, il “giallo” calore di un raggio di sole, riflettono uno scenario paradisiaco ricco di stupore e di emozione.
Capri è Capri.
Un luogo dove il tempo si è fermato alla magia di effetti luminosi ricolmi di cultura, arte, storia e… paesaggio.

Qualcosa di unico e di speciale, ritratto a meraviglia nell’esclusiva collezione con dedica speciale realizzata da Passavinti.
Un gioiello di creatività e un prezioso made in Italy che fonde ad arte tradizione e innovazione, in un geniale mix di forme classiche e materiali di tendenza.
Braccialetti, ciondoli, collane e pendenti della favolosa linea “Capri” raccontano il tributo nella perfezione dei tratti, nell’impressione dei colori, nel sentimento dei bagliori.
A disegnare quella femminilità estrosa che raccoglie la grande eredità di un passato nobile e la trasforma “per incantesimo” nello chic fresco e metropolitano dei nostri giorni.
La firma è Passavinti, Firenze.

Pendenti, anelli, ciondoli, sautoir della più grande tradizione orafa fiorentina sono il cast d’autore di “Tartan“, collezione gioiello griffata Passavinti 1970.
Una “trama” icona di classe ed eleganza, tra forme accattivanti e design esclusivi, accarezza bronzo e galvaniche in oro 18kt con la preziosa e minuziosa tecnica della microfusione e smalti a fuoco madreperlati.
Il risultato finale è una miscela sorprendente di emozioni e sentimenti che assumono i contorni di una nuova femminilità, ricca di charme e naturalezza.

Un esercizio di quello stile artigianale “Made in Italy” di cui Passavinti Firenze 1970 è massima espressione, in quelle sue creazioni uniche e inimitabili, simbolo di un fascino che non ha tempo e non ha età.



PASSAVINTI FIRENZE 1970, RITORNO… AL FUTURO

Non esistono arti più importanti di altre, se mai esistono artigiani più bravi di altri.
In questa sintesi si racchiude il succo del “Made in Italy”, firma d’autore in cima ai desideri di chi ci guarda oltre confine.
Lungi dal sottrarsi a questo nobile dna Passavinti 1970, storico marchio fiorentino di quell’arte orafa riconosciutaci come massima espressione nel mondo del lusso.
Un sogno, quello del brand toscano, concretizzatosi grazie al suo fondatore, Romano Passavinti, mirabile maestro nel dare forma a un gioiello ricco di stile, carattere, creatività e manifattura.
Una tradizione raccolta nel 2011 da Reali srl, società costituita da tre giovani imprenditori, Mirco Zoppini, Danilo Caccetta, Mauro Di Mario.

Personalità che hanno saputo rispettare i canoni straordinari di un attento e prezioso lavoro, proiettandoli in un affascinante “terzo millennio” del gioiello.

Una brillante miscela di ieri, oggi, domani che forgia collezioni sorprendenti, uniche ed esclusive, ricche di classico e di tendenza.

OROLOGI CALAMAI A PITTI UOMO 88

OROLOGI CALAMAI FA LA SUA PRESENZA A PITTI UOMO 88 E RACCONTA LA SUA STORIA

E’ un’idea romantica ed audace dare nuova vita, nuova spinta ad un motore che proiettava uomini ben oltre la velocità del suono, per trasformarlo, oggi, in Motore del Tempo e compagno di vita.

Orologi Calamai” nasce dal desiderio di Francesco Calamai di realizzare un sogno : fabbricare orologi unici al mondo. Orologi che abbiano una storia vera da raccontare e la qualità indescrivibile del lavoro dell’uomo. Orologi nei quali la qualità di ogni singolo componente sia la migliore raggiungibile. Orologi dedicati a tutte quelle persone che non desiderano apparire, ma che fanno della ricerca personale un’espressione della loro individualità!

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Il protagonista di questa storia, raccontata e mai dimenticata, e’ Giosuè Calamai, pilota di Caccia della Regia Areonautica Militare Italiana. Una vita vissuta con personalità, professionalità e coraggio. La forza e la poesia di questa storia, raccontata da un papà, hanno guidato Francesco Calamai ad intraprendere una nuova avventura , a scegliere un simbolo, il mitico e selvaggio Caccia F104, conosciuto come “starfighter” ed a trasformarlo in un particolare orologio, il G50. La cassa dell’orologio G50 e’ stata forgiata fondendo l’acciaio della turbina General Electric n. assy212111013b che equipaggiava un F104 dell’Areonautica Militare Italiana!



Racconta Francesco Calamai

Per fare ciò che ci piace bisogna seguire le proprie passioni; ed è proprio quello che ho fatto, combinandone due: la passione per il volo, che praticamente fa parte del DNA di ciascun Calamai e quella per gli orologi, da sempre fedeli compagni di ogni pilota. Per questo ho deciso di far “vivere” questi orologi dandogli un cuore, l’acciaio della turbina di un F104.”

La qualità di ogni componente OROLOGI CALAMAI è ai massimi livelli:
Movimento Svizzero meccanico preciso e robusto, tutti i singoli movimenti sono certificati COSC
L’assemblaggio è eseguito da un solo maestro orologiaio.
La cassa è stata ricavata tramite la tecnologia dell’ elettroerosione, che consente la migliore precisione di realizzazione.
Successivamente la cassa è stata satinata a mano.

Gli orologi Calamai non sono frutto di uno sterile processo industriale, ogni componente – dai cinturini, alle fibbie , alle scatole, sono frutto del lavoro, dell’esperienza e della passione delle persone che partecipano a questo progetto e che lo fanno con l’obbiettivo di realizzare una macchina unica, fatta a mano, che durerà nel tempo.

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E IL CALZINO DIVENTA LA NUOVA POCHETTE, DA PORTARE NELLA TASCA POSTERIORE DEI JEANS Denim & Socks

Sono le stampe balinesi uno dei temi della collezione Roy Roger’s SS16, monocromatiche su fondo mattone o in tre colori.
Ma quelle autentiche, che Roy Roger’s ha fatto realizzare da un’impresa artigiana di Bali – secondo l’antico metodo block print che utilizza matrici in legno – per poi produrre in Italia alcuni capi della nuova stagione estiva.
L’effetto finale presenta qualche preziosa imperfezione che rende camicie, polo, pantaloni, bermuda, costumi da bagno mai uguali tra loro. Sono da indossare su pantaloni beige o verdi militari, dai lavaggi aggressivi, in canvas e gabardine.

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E’ questa per me la vera eccellenza”, spiega Guido Biondi direttore creativo del Gruppo Sevenbell. “Ricercare tradizioni del “saper fare” radicate nei territori, valorizzarle e promuoverne la conoscenza trasferendo produzioni originali ed autentiche in capi realizzati in Italia”.

La collezione nautical memories è pensata per un uomo dallo stile tradizionale con una patina second hand. Stampe di antiche Carte Geografiche arricchiscono polo, t-shirt, costumi, camicie e si alternano alle stampe di pesci monocromatici o, per le camicie, alle nuove righe recuperate dall’intimo di una volta.

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Nel tema del nautical i Blazer mono o doppio petto, con bottoni in corno e la spilla RR nell’asola, sono in denim, denim/cotone/lino, Chambray giapponese, sottoposti a lavaggi diversi, studiati per un effetto second hand.
Completano la collezione, la linea di bomber double reversibile dove il denim blue intenso si doppia al nylon; o il nylon jacquard a quadri si accosta a quello monocromatico. I colori vanno dal blue indaco, al mastice e al corallo.

Sul fronte del denim, prosegue il progetto eco-jeans con una capsule collection numerata realizzata con un processo produttivo a impatto zero con spruzzi di ghiaccio e senza additivi.

Denim & Socks è la pochette del jeans
Do not forget to roll up your pants!
I calzini colorati con micro fantasie di ancore e barche a vela, diventano la nuova proposta di pochette inseriti nella tasca posteriore dei jeans della linea Denim & Socks.

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BEACHWEAR

Si rinnova di sei foto d’Autore la linea “Around the world”  dove il tema del viaggio è declinato attraverso la stampa in digitale dell’immagine, riprodotta a vivo su tutta la superficie del costume.

Ogni scatto ricorda una località nota ai surfisti e, per la SS16, sono a firma di Guido Biondi, Alex S. Maclean, Jeremy Tan, Nigel Noyes, Alvis Upitis; oltre a una foto storica BN degli anni 40 proveniente dall’archivio Hulton.
Completano la collezione i costumi con stampe nautiche o fantasie balinesi in nylon tinto capo per un effetto stropicciato; e il modello a 5 tasche monocromatico.

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KAWECO per ROY ROGER’S

E’ il risultato della collaborazione con la storica azienda tedesca Kaweco (fondata nel 1883) la sfera e la stilo in alluminio blu indaco che, sottoposto ad un lavaggio stone washed, dona un aspetto usurato dal tempo. Così si incontrano due aziende unite da una lunga tradizione familiare, profondo know-how nel proprio settore e grande attenzione alle innovazioni.

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VULCANIZED SHOES

La linea Vulcanized shoes propone un modello realizzato con uno speciale tessuto Limonta dall’effetto cordato. Ma anche nei tessuti della collezione, riuscendo a sottoporre la scarpa ad alcuni trattamenti stone washed e tinto capo, abitualmente adottati nei capi di abbigliamento.
Tra le novità l’effetto “sporcata” della striscia in gomma che unisce la tomaia alla suola.

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(foto Miriam De Nicolo’)

Invicta a Pitti Uomo 88

Caratterizzata dal binomio di colore tono su tono e funzionalità, la collezione Primavera-Estate 2016 Uomo e Donna di Invicta punta su capi morbidi e leggeri, performanti e confortevoli nella vestibilità.

La collezione è caratterizzata da una forte energia e dalla dinamicità tipiche del marchio.

Per questa collezione il colore è stato abbinato tono su tono e non più in contrasto, come nelle precedenti collezioni, quasi a creare una sfumatura unita Invicta. E, proseguendo nel concetto tono su tono sono stati sviluppati capi sia imbottiti che sfoderati, in tinto capo.

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Invicta


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capo Invicta colore


Ai basici trapuntati si sono poi aggiunti i capi SUPER COMPACT, lisci.

Nella linea donna si distinguono i trapunti a cm. 3, mixati con patì lisce , non trapuntate.

Grazie all’utilizzo di un’ovatta compressa i capi risultano morbidi e leggeri, inoltre è stato inserito sia nell’uomo che nella donna un nylon stretch che li rende performanti e confortevoli nella vestibilità dove alle tradizionali linee asciutte si affianca un concetto fashion di vestibilità OVER.

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stand Invicta a Pitti Uomo 88


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il marchio Invicta a Pitti Uomo 88


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