“Sir” Thomas Sean Connery: l’eleganza di 007

Nasce presso Edimburgo il 25 agosto dell’anno 1930. Thomas Sean Connery è da sempre considerato uno degli attori più affascinanti ed eleganti del grande schermo internazionale. Tra sparatorie e tagli sartoriali di alta qualità, il celebre attore scozzese della Royal Navy, ha coronato la sua fama grazie al ruolo del famoso agente britannico, James Bond. Una fantasmagorica interpretazione che ha elevato la sua figura a icona di eleganza maschile, che incarna l’epitome dello stile classico inglese per eccellenza.


Sean Connery in 007
Sean Connery in 007



Da giovane compie svariati lavori, anche di tipo molto umile, ma negli anni ’50 cambia vita: Connery inizia ad ottenere delle piccole parti in ambito teatrale, televisivo e cinematografico e poco dopo partecipa al musical londinese “South Pacific“. Nel 1962 vince un concorso che gli cambia la vita in tutta la sua totalità, quello indetto dal London Express per James Bond, il celeberrimo agente segreto 007. Grazie a quella parte divenne in brevissimo tempo un famosissimo sex-simbol a livello internazionale ed un’icona di stile. Il James Bond di Connery esprimeva glamour ed eleganza britannica, caratterizzato da abiti d’alta qualità indossati con charme e fiducia, in grado di aumentare il fascino maschile e rendere un uomo irresistibile.


Sean Connery in 007
Sean Connery in 007



Sopracciglio inarcato e irresistibilmente arrogante alla guida della sua Aston Martin. Un’immancabile sigaretta e Vodka Martini agitato, non mescolato d’accompagnamento ai suoi smoking, sono solo alcuni dei tratti distintivi di quest’ affascinante uomo d’azione, un vero gentiluomo con un plotone di donne bellissime e sfacciate femme fatales.


I capi che lo contraddistinguono sono:


– Smoking


– Completi tweed marrone


– Maglioni dolce vita in flanella di lana blu scuro o panna


– Pantaloni in Twill tipicamente inglesi


Sean Connery in 007
Sean Connery in 007



Fiero delle sue origini scozzesiConnery ha sempre professato  l’amore per il proprio paese, sostenendo con vitalità la campagna per una maggior indipendenza della Scozia e supportando il Partito Nazionale Scozzese, economicamente ed attraverso numerose apparizioni pubbliche. Non sono passate inosservate le sue uscite in kilt e il tatuaggio sul braccio “Scotland Forever”.


Il guardaroba di Sean Connery come 007 rappresenta una vera pietra miliare per il menswear contemporaneo, la vittoria della pura britannicità su misura impuntata all’innovazione del presente. Eleganza proveniente da “Savile Row”. Il sarto del Conduit Cut, Anthony Sinclair definì lo stile di Sean dalla prima apparizione in “Dr. No” (1962) a i “Diamanti sono per sempre” (1971).


Mister 007 elargì preziosi spunti in fatto di stile ed abbigliamento: charme, classe e raffinatezza lo contraddistinguerranno nel corso dei decenni:


– papillon di seta e pochette piegate a regola d’arte nel taschino dello smoking


– revers importanti: dai classici a quelli a picco o a scialle per poi spaziare sui dentellati


– i lussuosi accessori: Rolex Submariner categorico e lucidi gemelli


– leggere sfumature di blue navy, per poi arrivare al panna e all’avorio, tinte classiche ed instancabili


Sean Connery in 007
Sean Connery in 007



Chi ha bussato prima al nostro cuore: James o Sean? Interrogativo capzioso, perché per noi non è esistito mai nessun Bond se non quello interpretato, lasciato, ripreso, quindi abbandonato da Connery. Tutti gli altri vengono dopo, come quelle band che si esibiscono facendo cover altrui. Un giorno del 1962 arrivò lui con «Agente 007-Licenza di uccidere», fra l’altro accompagnato dall’indimenticabile bikini di Ursula Andress e ci conquistò proprio come, quelli sono i tempi, i primi dischi e filmati dei Beatles. Ma anche la leggenda Bond-Connery non è nutrita soltanto di nostalgia generazionale: molti figli dei ragazzi di allora conoscono a menadito la musica dei Fab Four così come le trame del padre di tutti gli 007.


Sean Connery e Ursula Andress
Sean Connery e Ursula Andress



Sean Connery col suo famigerato Kilt
Sean Connery col suo famigerato Kilt



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Torino: Operazione Co-branding

All’Hotel Principi di Piemonte, sono state presentate contemporaneamente in un evento unico, la nuova Mercedes-Benz GLC Coupé, uno champagne dell’enoteca Papà Noè ed infine la nuova collezione Autunno/Inverno di Nizza 32, negozio di abbigliamento multibrand di Torino.


Il filo conduttore della presentazione, è stato il prodotto d’eccellenza, unendo l’automotive, il beverage e lo stile italiano.


Hotel Principi di Piemonte - Torino
Hotel Principi di Piemonte – Torino



In una cornice d’eccezione, l’hotel Principi di Piemonte, affascinante ed elegante hotel 5 stelle ubicato nel cuore della città in Via Piero Gobetti proprio di fronte alla rinomata via Roma, nella suite imperiale dell’ottavo piano, si è consumato un aperitivo privato con personaggi illustri della capitale sabauda.
Degustando il prodotto di punta dell’enoteca Papà Noè, lo Champagne, scambio qualche impressione con uno degli organizzatori della serata, Tania Boianelli.


Champagne - Enoteca Papà Noè TORINO
Champagne – Enoteca Papà Noè TORINO



– Tania bellissimo il vostro corner.


“Si noi, come Papà Noè abbiamo partecipato a questa splendida serata come distributori di champagne, facendo degustare agli ospiti il nostro prodotto di punta, con il quale stiamo facendo una marea di eventi molto interessanti e profilati, perché comunque è uno Champagne che si sta imponendo molto bene sul mercato.”


– Quindi questa sera Gusto a 360 gradi: Auto, Abbigliamento ma soprattutto le bollicine.


“Si, siamo in totale sintonia con la tipologia di Brand qui presenti, perché comunque esiste un concept, che è inconfutabile, che è quello del benessere, quindi lo star bene insieme, un mondo che richiede la presenza di eccellenze, in tutti i settori: Automotive, Design, Arte, Fashion, Beverage, Food, questi sono gli elementi indissolubili.”


Champagne - Enoteca Papà Noè TORINO
Champagne – Enoteca Papà Noè TORINO



– Il territorio è comunque una componente molto importante.


“Assolutamente sì, perché io credo che comunque sia doveroso dare una giusta visibilità a quelle che sono le eccellenze territoriali, con l’obbiettivo di esportare la nostra cultura ed il nostro prodotto anche all’esterno, favorendo così il turismo ed un’utenza sia locale che estera. Per me unire il territorio vuol dire creare situazioni di comparto, di Co-Branding, che sono poi le formule commerciali vincenti.”


– Due parole su questo ottimo Champagne?


“E’ un prodotto che abbina la qualità ad una grande resa commerciale se vogliamo tradurla in questi termini, perché ha caratteristiche e peculiarità interessanti in fatto di acidità, di lieviti e tipologia di vitigni, per cui si pone come un prodotto molto leggero a cui si può abbinare un piatto dolce oppure perché no? A delle ostriche, che con lo champagne, sappiamo che è un binomio vincente.”


Mi sposto verso le grandi finestre di questa suite per osservare la vista meravigliosa che propone questo hotel, e riesco ad incrociare Andrea Santarsiero, responsabile vendite della concessionaria AutoCentauro, concessionaria ufficiale Mercedes-Benz e AMG.


Mercedes-Benz GLC Coupé
Mercedes-Benz GLC Coupé



– Andrea parliamo di questo nuovo gioiellino di casa Mercedes.


“E’ una novità assoluta sul mercato dell’automotive, e per Mercedes questa è una new entry, perché parliamo di un SUV intermedio, in versione coupé. La cosa molto bella è che nelle sue dimensioni, 4m e 73 cm, propone quello che è lo style della casa; solitamente quando si rimpicciolisce una vettura si tende a perdere certi particolari dell’auto, cosa che non è avvenuta con GLC Coupé, poiché si riusciti a mantenere l’armonia delle giuste proporzioni.”


– In quanto a caratteristiche tecniche, qualche pro e qualche contro?


“Come tutte le vetture di quel genere, ovviamente i pro sono sicuramente un gran livello di sicurezza e di comfort di guida, caratteristiche che Mercedes predilige come marchio Premium, dotazioni ed allestimenti sono al top, curati nei minimi dettagli. Gli interni sono molto Hi-Tech, chicca assoluta di questa nuova generazione di Mercedes, ed infine direi l’abitabilità, nonostante sia un SUV intermedio, ma in versione coupé, in 4 persone si viaggia davvero comodi. Unica pecca, se proprio vogliamo, che essendo una versione Coupé, la visibilità posteriore è un po’ sacrificata, ma come tutti i coupé d’altronde.”


– Cosa ne pensi del Co-Branding, insomma, come è nata questa serata?


“Come Tania, credo sia una formula vincente, conosco da tempo Maurizio De Luca e Roberto Blokar di Nizza32, e da tantissimo tempo avevamo già pensato a dare forma a questa tipologia di eventi e lo abbiamo già testato diverse volte in altre situazioni simili a questa sera, con un feedback davvero positivo.”


Mercedes-Benz GLC Coupé
Mercedes-Benz GLC Coupé



Concludo la serata degustando ancora uno champagne assieme a Maurizio De Luca, il proprietario di Nizza 32, negozio di abbigliamento multibrand davvero di classe, ormai famoso nella capitale sabauda.


– Maurizio non potevi mancare a questo evento di eccellenze.


“Ebbene sì, questa operazione di Co-branding, assieme a Mercedes-Benz ed a Papà Noè, credo sia un evento davvero riuscito. Tre prodotti di qualità, tutti presentati in una location meravigliosa come il Principi di Piemonte.”


– Ho notato i tuoi corner, ed ho visto capi davvero interessanti.


“Beh, come negozio multibrand di eccellenza, ho voluto presentare qui, in questa serata, la collezione Autunno/Inverno, esponendo pezzi di Isaia, Brunello Cuccinelli, Kiton e De Petrillo. Brand di qualità assoluta, tessuti e lavorazioni d’alta sartoria italiana; quest’anno abbiamo deciso di dare spazio al colore, spezzando il grigiore invernale con capi accesi ed abiti che possono essere indossati davvero da tutti, dai giovani come te, alle persone un po’ più avanti con l’età, ma la parola d’ordine quest’anno è stata il Colore.”


Cappotto Isaia da Nizza32 - TORINO
Cappotto Isaia da Nizza32 – TORINO



Nizza32 - TORINO
Nizza32 – TORINO



Guardando il panorama dalla suite del Principi di Piemonte, finisco il mio champagne, indosso il mio cappotto doppio petto di De Petrillo, saluto… E prenoto subito un test drive da AutoCentauro, toys for boys.














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Sposare il gusto con la disinvoltura, Giovanni Agnelli: “L’Avvocato”

Portava il nome del nonno – Giovanni, fondatore della FIAT – ma tutti in vita lo conoscevano come Gianni, o meglio come l’Avvocato, un soprannome che si era guadagnato con la laurea in legge.
Affascinante, ricco, amante dello sport e dell’arte, è stato il rappresentante di spicco dell’economia italiana nel mondo, il re d’Italia senza corona – come amavano definirlo – e uno degli uomini più ammirati per il suo stile inconfondibile e la sua innata eleganza.
Gianni Agnelli nasce a Torino, il 12 marzo 1921, secondo di sette fratelli.


Giovanni Agnelli
Giovanni Agnelli



Ha conseguito una laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Torino e, giovanissimo, ha preso parte al secondo conflitto mondiale, arruolato nel 1° reggimento “Nizza Cavalleria”, così ora inizia a godersi la giovinezza, compiendo numerosi viaggi, frequentando i luoghi della mondanità e le personalità del jet-set internazionale: attrici, principi, uomini politici .Nel 1953 sposa la principessa Marella Caracciolo di Castagneto, cui rimarrà accanto per tutta la vita, nonostante pettegolezzi e alcune dichiarazioni rilasciate in vita dallo stesso Avvocato lascino pensare a infedeltà coniugali. La coppia ha due figli, Edoardo – morto celibe, probabilmente suicida, a 46 anni nel 2001 – e Margherita, sposata in prime nozze con Alain Elkann, dal quale ha tre figli, John Jacob detto Jaki – erede designato alla guida del gruppo – Lapo e Ginevra, e in seconde nozze con il nobile russo Serge de Pahlen, dal quale ha avuto 5 figli.


Nel 1966 Agnelli assume la guida della FIAT.


Giovanni Agnelli alla FIAT
Giovanni Agnelli alla FIAT



Negli anni ’80 si consolida sempre di più come figura di spicco dell’Italia nel mondo, di re senza corona e di uomo di stile. I suo vezzi, le sue stravaganze in fatto di stile diventano simbolo di eleganza e di raffinatezza: a cominciare dall’imitatissima “erre moscia” fino all’orologio sul polsino.


I capi che lo contraddistinguono sono:


– Piumino sopra al blazer


– Cravatte larghe sopra pullover infilati rigorosamente nei pantaloni


– Scarpe casual sotto l’abito elegante


– Blazer blu sopra ad un paio di jeans scoloriti ed invecchiati


Giovanni Agnelli
Giovanni Agnelli



Chi lo ha conosciuto da molto vicino narra che detestasse l’eleganza troppo curata. Non seguiva le mode, ma creò uno stile proprio lontano dai soliti cliché ed ancor più lontano dalle mode rigide dei nobili dell’epoca, ammirato e apprezzato nel mondo, il suo è uno stile che non portava nessuna etichetta se non quella del suo nome, Gianni Agnelli. Coronato dalla bibbia della moda Vogue come uno degli uomini più eleganti del mondo, il “Re d’Italia“, come una volta lo definì il grande regista Federico Fellini (“Mettigli un elmo in testa, mettilo a cavallo. Ha la faccia del re”) amava la praticità ed il comfort nel vestire, che trovava nei negozi di Milano, Londra, Parigi e New York, sapeva benissimo quello che voleva o non voleva indossare. Il tutto con un approccio netto e molto sincero.


Elargì delle regole rigide in fatto di stile:


Mai calzini corti


Niente occhiali da vista in pubblico


Capelli leggermente piu’ lunghi dei soliti tagli squadrati e puliti


Mai scarpe a punta


Giovanni Agnelli
Giovanni Agnelli



Giovanni Agnelli e Luca Cordero di Montezemolo allo Stadio
Giovanni Agnelli e Luca Cordero di Montezemolo allo Stadio



Icona di un’eleganza autentica che sposava il gusto con la disinvoltura, emulato per mezzo secolo da chiunque volesse darsi un tono nella vita, L’Avvocato è forse uno degli uomini che al meglio rappresenta quel concetto espresso agli inizi del ‘500 da Baldassarre Castiglione ne “Il cortigiano” e poi tornato in gran voga qualche anno fa, e che va sotto il nome di Sprezzatura.


Di cosa si tratta? Di quella sottile arte di apparire il più possibile naturali e spontanei. Un’inclinazione disinvolta, senza sforzi, garbata che conduce con nonchalance alla grazia. Uomini diversi, potenti e molto ricchi, più ricchi di lui, hanno sempre riconosciuto la supremazia dell’Avvocato, «The King of Italy», come lo chiamava il suo amico Jack Kennedy, Presidente degli Stati Uniti. Henry Ford, Stavros Niarchos, Ari Onassis dicevano che l’Avvocato gli aveva insegnato a vivere, a vestirsi, ad arredare una casa, una barca, un aereo, e perfino a corteggiare una donna. Lo stile Agnelli non fu mai considerato quello di un padrone. Gli italiani lo hanno sempre visto come un adorabile amico, simpatico, intelligente, molto chic, un po’ dandy, colto, elegante, di gran gusto, anche nel cibo e nelle frequentazioni, da Kissinger a papa Giovanni Paolo II, da Ugo La Malfa a Federico Fellini. Apprezzarono perfino lo champagne prediletto, il Philipponnat millesimato, meno caro del Dom Perignon.  L’unico suo dramma, come tutti sanno, fu la noia.


Giovanni Agnelli
Giovanni Agnelli



Fu «molto amato, tanto imitato ma mai eguagliato» come ha detto Benno Graziani. A lui si deve un aneddoto che fa capire il suo stile e la sua passione per la vita.


«In barca, alle cinque del mattino, aspettavamo l’alba. Io mi appisolavo e lui mi diceva: svegliati, goditi il bello della vita. Avrai tempo di dormire quando sarai morto».


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Costruire il perfetto Guardaroba maschile

Il Guardaroba Intelligente



Quando si costruisce una casa si deve partire dalle fondamenta, creare un guardaroba che duri nel tempo non è molto diverso.
L’uomo in generale ha bisogno di capi di abbigliamento base che lo aiutino ad apparire al meglio, che siano adeguati ai contesti che vive e che non passino mai di moda.
Bisogna entrare nell’ottica che l’abbigliamento è un investimento; in una società consumistica abituata all’usa e getta, è davvero molto facile acquistare capi cheap che dopo averli indossati un paio di volte finiranno a prendere polvere nell’armadio o peggio ancora gettati via. La cosa peggiore è che si è buttato via denaro, e che quest’ultimo verrà nuovamente investito in altri capi cheap di anno in anno.





La qualità si paga, ok. Quando dico di “investire nell’abbigliamento”, intendo acquistare capi che durino nel tempo, che possono essere riparati con una spesa inferiore del prezzo che spendereste per acquistarli nuovi. Il percorso da intraprendere è quello di acquistare quei capi che sono “intercambiabili” e che vi vestano sempre al meglio, da questi capi base potrete creare numerosi outfit senza impazzire e sentirvi sempre a vostro agio in tutte le situazioni che vi si presenteranno.
Un uomo avrà un guardaroba intelligente, semplicemente quando il suo campionario di opzioni sarà composto da capi intercambiabili, ovvero ogni suo pezzo del guardaroba si abbinerà ad un grande numero di capi complementari.





Una camicia azzurra che si abbina bene a 7 paia di pantaloni su 9, è intercambiabile; una camicia rossa che si abbina ad un solo paio di pantaloni su 9, non è un capo intercambiabile. Un abito blu che può essere indossato con 13 camicie delle vostre 15, è un abito intercambiabile; l’abito gessato grigio chiaro con righina rosa che sta bene solamente con due camicie su 15, non è intercambiabile.
Il vostro guardaroba dovrà essere costruito su capi classici intercambiabili che possono essere abbinati a circa il 60% del resto, man mano che la percentuale si alza, maggiormente sarà positivo il risultato.


Ecco spiegato il perché:


2 Paia di scarpe + 3 Giacche + 10 Camicie + 5 Pantaloni = 300 Opzioni


In questo esempio, presumiamo il 100% di compatibilità fra i capi citati, ma il numero comunque rimane molto verosimile.
Quindi da soli 20 capi di abbigliamento, possiamo ottenere 300 outfits.
Senza includere tutti gli accessori che potrebbero far innalzare questo numero, come le cravatte, le pochettes, cappotti, gilet ecc…





I tre vantaggi del guardaroba intercambiabile


Il primo: Meno capi nel vostro armadio.
Mettiamo che abbiate 28 camicie ma ne indossiate solamente 8. Ora pensate invece di possederne 15 e di utilizzarle tutte. Il 15 su 15 aumenta del 50% lo spazio in più nel vostro armadio e vi permette maggiori opzioni per indossare qualcosa di diverso ogni giorno; in sostanza, meno capi di abbigliamento, meno disordine, più opzioni: TOP


Il Secondo: Minor spesa per l’Abbigliamento.
La chiave per spendere meno nell’abbigliamento è quella di essere sicuri di acquistare un capo che indosserete. Nulla è più costoso di un capo che non metterete mai! Mi spiego, qual’è l’abito più costoso? Un abito da 300,00 euro in poliestere che non è del vostro fitting o un abito da 1000,00 euro che vi sta perfettamente ed innalza la vostra sicurezza perché vi sentite valorizzati ogni volta che lo indossate? Sono certo che indosserete il primo abito solo quando costretti, ed invece troverete 1000 buone scuse per indossare l’altro che vi fa stare meglio.
Quindi l’abito a buon mercato diventerà uno straccio dopo 3 volte che lo avrete usato e vi costerà 100,00 euro ogni volta che lo indosserete (dividete 300,00 euro x le 3 volte). L’abito di qualità superiore probabilmente si distruggerà dopo 10 anni di onorato servizio, lo avrete indossato almeno 10 volte all’anno e vi sarà costato solo 10,00 euro ad utilizzo (dividete 1000,00 euro x 100). Incredibile vero?


Il Terzo: Meno tempo per vestirvi.
Avere un guardaroba intercambiabile e quindi intelligente, significa anche perdere meno tempo a pensare che cosa mettere al mattino. Ogni combinazione funzionerà in quanto ogni capo verrà acquistato pensando ai vari abbinamenti con ciò che avete già nell’armadio; così quando avrete solo 10 minuti per prepararvi per andare al lavoro, non sprecherete un secondo di più a cercare abbinamenti vari o improbabili, vestendovi quasi ad occhi chiusi. Ehm ho detto quasi eh!





Impariamo a costruire un guardaroba intelligente in tre Step:


Selezionare


Costruire


Espandere


Ogni uomo che inizia questo percorso, probabilmente inizia con pochi capi. Due paia di scarpe, qualche camicia, qualche paio di pantaloni, 3 o 4 cravatte e forse 2 abiti.
Molti di questi capi sono stati acquistati senza averne la reale necessità, magari perché non si è riusciti a resistere ad un’occasione in saldo e sicuramente una grande percentuale di questi, non sarà ideale in quanto a intercambiabilità. Quindi il primo step sarà identificare e selezionare quei capi da cui poter iniziare a costruire un guardaroba più funzionale, individuando infine, quali capi indossate raramente e quali dovrebbero finire fuori dall’armadio.





Successivamente il secondo step sarà l’acquisto dei capi nucleo cominciando la costruzione, tenendo conto di diversi fattori: la qualità della fattura, il tessuto, il modello, la vestibilità ed il prezzo.
Sebbene il prezzo sia il fattore più importante per molti di noi, non lasciatevi influenzare troppo da questo; accontentarsi di qualcosa di meno caro non è una buona strategia, meglio acquistare il capo di qualità superiore che desiderate, piuttosto che comprare un’alternativa che ci somigli ma che non vi convince appieno solo per una questione di risparmio, inevitabilmente il contentino finirà in un angolo abbandonato del vostro armadio ed avrete buttato via il denaro.
Per la maggior parte degli uomini i capi nucleo saranno composti da un abito scuro, un blazer o una giacca sportiva scura, una derby scura, una varietà di camicie tinta unita, pantaloni in lana ed in fresco lana, un jeans nel classico lavaggio denim ed infine a seconda del luogo di residenza, capi necessari per le temperature calde o fredde.





I colori neutri, così come le tinte unite, saranno più pratici per molti tipi di carnagioni e bisogni. Classici come il blu navy, giacche nei toni del marrone e pantaloni grigi permetteranno di effettuare diversi abbinamenti e combinazioni con il piacere di creare una gradevole immagine. Quindi consiglio vivamente che le vostre prime 10 camicie siano per il 70% in tinte unite classiche o con qualche riga sottile, niente fantasie sgargianti o che risultino cheap.
Quando inizierete ad acquistare i capi nucleo che comporranno il vostro nuovo guardaroba intelligente, scegliete tessuti di medio peso; per esempio un cashmere di medio peso ( leggi il mio articolo su Doriani Cashmere: Doriani Cashmere al Pitti Uomo 90 ) sarà maggiormente intercambiabile e maggiormente sfruttabile di uno troppo pesante che non potrà essere indossato sotto ad altri capi in modo appropriato.
I modelli classici non sono da considerarsi noiosi o troppo old: classico vuol dire semplicemente utilizzare linee e forme che hanno fatto apparire l’uomo più maschio ed attraente per decenni (leggi qualche mio articolo sulle icone di stile: Marlon Brando Stile in divisa: Jeans e T-Shirt ).





Una volta che avrete il nucleo del vostro guardaroba, potrete iniziare ad aggiungere capi che rispecchino più la vostra personalità, quindi come ultimo step, espandere il vostro armadio con quei pezzi più difficili da abbinare, non intercambiabili, ma utili per qualche occasione o situazione particolare, o esclusivamente per sentirvi diversi dalla massa: mocassini con nappine, magari colorati, non necessariamente nei toni del marrone, oppure sneaker bianche da utilizzare con “sprezzatura” sotto un abito elegante (bisogna avere molto coraggio, ma l’impatto visivo non è male), calzini con fantasie molto fresche ed accese (leggi il mio articolo su Red Sox Appeal: Red Sox Appeal al Pitti90: Un Viaggio di Stile ) e chi più ne ha più ne metta.


In conclusione, costruite un guardaroba intelligente, facendo shopping in maniera metodica e ponderata, risparmiando tempo, spazio, ma sopratutto denaro.


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Cars and Coffee è un evento dal format unico, non un semplice ritrovo di auto. E’ il luogo di incontro della passione di numerosi possessori di supercars, supersportive ed auto storiche di prestigio, realizzato su misura “sartoriale”, affinché costoro possano condividere le emozioni trasmesse dal boato di un propulsore ed ammirare una moltitudine di vetture mozzafiato, stringendo nuove amicizie. Una manifestazione “multimarca” e “multiepoca”, un’esposizione speciale sul modello dei concorsi d’eleganza, nel corso della quale è possibile rivivere l’intera storia dell’automobilismo, in un suggestivo susseguirsi di fascino, ricercatezza di design e progresso tecnologico.


Cars and Coffee
Cars and Coffee



Cars and Coffee nasce negli Stati Uniti nel 2006 e in breve tempo diventa un fenomeno mondiale. Eventi sparsi in tutto il mondo, dalla natia Los Angeles percorrendo idealmente tutta la Route 66 fino a Chicago e poi New York, in Europa, Arabia Saudita e Oceania, hanno permesso lo sviluppo di un network internazionale.
Due ragazzi Francesco Canta e Gabriele Morosini, in viaggio in California hanno raccolto la sfida. Perché non trasferire questo evento anche nella patria dei marchi più sportivi, ambiziosi e ricercati al mondo? Così è stato fatto, aggiungendo quell’estro italiano, quella caratteristica unica che rende tutto più speciale. Importato in Italia nel 2012, in poco tempo si è rivelato un successo nazionale per la sua semplicità, ma anche per un’organizzazione sempre meticolosa in cui si mette al centro l’attenzione al partecipante.


Francesco Canta
Francesco Canta



Francesco com’è nato il movimento CarsandCoffee?


“Il movimento è nato per riunire persone che hanno la stessa passione, in questo caso la passione per le supercar. E’ nato negli States e poi via via si è diffuso in tutto il mondo, perché è stato uno dei primi fenomeni a riunire auto multibrand e multiepoca, cosa che prima non esisteva perché vi erano solamente raduni monomarca, questa è stata la chiave che ha decretato il successo. Qui in Italia abbiamo riadattato il format, ovvero una giornata intera con evento privato al mattino, riservato ai driver, stampa ed altri personaggi importanti, mentre al pomeriggio dopo un giro tutti assieme con le macchine, si arriva in una location aperta al pubblico, in modo che sostanzialmente intorno a CarsandCoffee girano tutte le persone che hanno la passione per le automobili, da chi la possiede a chi l’ammira e quindi può vedere l’auto dei suoi sogni.”


Tu giovanissimo, ti sei preso l’incarico di gestire questo movimento qui in Italia.


“Si, noi abbiamo iniziato in Italia, abbiamo registrato il marchio sia in Italia che in tutto il mondo. Ora abbiamo appena lanciato un progetto internazionale, che consiste nel riunire tutti i CarsandCoffee che ci sono in giro per il mondo sotto un unico cappello, quindi creare un vero e proprio movimento globale ed unificato.”



Oggi la giornata come si sviluppa?


“Beh ora come vedi, qui siamo in questa stupenda cornice, location davvero bellissima, dove sono presenti solo i possessori, gli addetti stampa e qualche personaggio illustre. Dopo il pranzo privato, ci dirigeremo all’aeroporto di Biella, dove i driver potranno scatenare i cavalli delle loro supercar sul rettilineo della pista; a differenza degli anni passati dove l’evento al pomeriggio era statico, oggi è la prima volta che abbiamo voluto introdurre questa novità, una cosa di grande attrattiva anche per il pubblico.”


Il prossimo step di CarsandCoffee?


“Sicuramente saranno i primi due eventi internazionali, il primo che sarà il 23 Ottobre a Montecarlo ed infine il secondo ad inizio Dicembre che sarà a Miami. Due eventi che lanceranno il nuovo branding ed il nuovo progetto.”


Nasario Giubergia, Maurizio De Luca, Andrea Levy
Nasario Giubergia, Maurizio De Luca, Andrea Levy



Non solo Supercar ma anche moda e fashion in questo evento suggestivo.
Nizza32, negozio d’abbigliamento di Torino di Maurizio De Luca, ha offerto shoppers particolari, ai presenti.


Maurizio anche tu appassionato di supercar.


“E’ nata una profonda amicizia con Francesco, praticamente siamo nati con un anno di distanza e ci siamo portati fortuna a vicenda. Nelle shoppers ci sono sorprese interessanti. Come sai, il mio negozio è un multibrand, capi di altissima qualità sartoriale, Kiton, Isaia, De Petrillo… La mia presenza qui come Nizza32, mi rende molto orgoglioso, ma in primis è l’amicizia che mi lega con Francesco e Gabriele.”


Tesla "Mole Valentino"
Tesla “Mole Valentino”



Questo incredibile progetto, questa supercar, si chiama “Mole Valentino”, è la Tesla del presidente del comitato Parco Valentino e del Salone dell’Auto di Torino, Mr. Andrea Levy. Imprenditore di successo in un terziario avanzato fatto di turismo, eventi e comunicazione e vero motore dell’iniziativa perché alimentata dalla sua immensa passione per i motori e dalla grande esperienza che ha maturato in questo ambiente.


Andrea parlami della tua splendida Tesla.


“Questa è una Tesla P90D, quindi 770 cv di potenza, 0-100 in circa 3 secondi, davvero molto sportiva.
Questo è un progetto speciale, fatto con tutti i fornitori italiani, il design è stato curato dal designer Umberto Palermo che ha dato anche il nome alla macchina: “Mole Valentino”, perché è stata presentata in anteprima mondiale al Salone dell’Auto – Parco Valentino a Torino nel 2016. La parte esterna dell’auto deve ancora essere ultimata, mentre gli interni sono stati completamente rifatti e sono definitivi, con tutte pelli italiane di Foglizzo, unendo stile e made in italy siamo riusciti a scaldare l’interno della vettura con questo particolare bianco e biscotto. Carbonio ovunque, elemento che dà sportività alla macchina sia negli interni, sia negli esterni abbinato ad una colorazione speciale, un silver metallizzato a triplo strato.”



Quindi si può dire che Andrea Levy, ha unito in sostanza Territorio e Passione.


“Sì, territorio e passione, hanno lavorato diverse aziende italiane, Brembo sta studiando una nuova pinza frenante proprio dedicata a questa macchina, Fonmetal ha curato i cerchi in lega da 22”, le pelli appunto Foglizzo, l’assemblatore ARAS, le componenti in carbonio sono state fatte da Skorpion engineering altra azienda di eccellenza italiana; un progetto tutto italiano per rendere la Tesla, che è già una macchina Hi-Tech, una supercar dal design un po’ più caratteristico, sia negli esterni sia soprattutto nello stile all’ interno.”


Tesla "Mole Valentino"
Tesla “Mole Valentino”



Supercar, Moda, Luxury. Elementi che caratterizzano questo movimento, grazie a tutte queste peculiarità Cars and Coffee oggi è diventato il più grande network di appassionati, possessori e collezionisti in Italia.


Qualche fotografia di questa giornata all’insegna delle quattro ruote:


Cars and Coffee
Cars and Coffee



Cars and Coffee
Cars and Coffee



Cars and Coffee
Cars and Coffee



Cars and Coffee
Cars and Coffee



Cars and Coffee
Cars and Coffee



Cars and Coffee
Cars and Coffee



Cars and Coffee
Cars and Coffee



Cars and Coffee
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Lo StreetStyle alla Milano Fashion Week 2016

Robert Redford : nato nell’anno degli Uomini Alfa

Andiamo verso la stagione autunnale e mi sembra doveroso consigliare agli uomini che vogliono farsi ispirare dalle vere icone di stile, un capo reso celebre da un certo signore, Robert Redford.
Il capo in questione è il Caban, un classico intramontabile, il cosiddetto giaccone da marinaio, diffuso ampiamente fra la gente di mare, pescatori e marinai, fin dal Settecento, dal Nord Europa al Nord America. In panno blu abbastanza pesante (circa 800 gr), presenta questi dettagli classici:


– doppiopetto con sei grossi bottoni;


– ampi revers che si possono chiudere e allacciare con un sottogola;


– maniche a giro;


– due tasche scaldamani verticali;


– linea dritta, confortevole;


– lunghezza a metà coscia.


Robert Redford - Caban
Robert Redford – Caban



Robert Redford - Caban
Robert Redford – Caban



Il 18 agosto del 1936 nasceva Robert Redford, uno degli attori e registi più carismatici e talentuosi di sempre, aiutato anche da un fascino che non passava inosservato… occhi azzurri, capelli biondi e un viso spigoloso che ancora oggi riscuote tanto successo, malgrado qualche ruga e la chioma imbiancata.
È facile dirlo adesso, ché è arrivato a 80 anni e quindi è ovvio tirare le somme, ma i tipi alla Robert Redford sembrano nati per contraddire e per avere, alla fine, sempre ragione loro. Sarà che è nato in un anno da uomini alfa, il 1936, lo stesso di Papa Francesco e di una pletora di fondatori di imperi. Sarà che al cinema ha messo assieme un bel campionario di outsider, personaggi ben determinati a smontare il sistema (da “La stangata” a “I tre giorni del Condor”). Sarà che viene da una famiglia scozzese-irlandese, ma il punto è: in quanti, Redford a parte, sarebbero riusciti ad impiantare un festival cinematografico sotto la neve dello Utah, nella terra dei Mormoni, una cosa nata con 13 volontari e che oggi attira 50 mila spettatori?


Robert Redford
Robert Redford



Redford possiede il fascino della sua terra, la California: indomito, primordiale, ribelle. Un luogo insieme elitario e popolare, con un’atmosfera incomparabile che nasce da un tormento interiore, impetuoso come le onde marine e il vento che smuove le cime dei pini marittimi. Robert Redford è l’esponente perfetto di un’estetica senza fronzoli e orpelli, che si nutre dell’essenziale, donando una luce particolare e personale ad ogni cosa.
In gioventù visse un periodo turbolento: figlio di una casalinga e di un lattaio, quando la madre morì, all’età di 19 anni decise di sperimentare la vita bohèmienne degli artisti europei, girando per l’Italia e la Francia. La delusione scaturita da questa esperienza fu così forte che tornò negli Stati Uniti e dopo l’incontro con la prima moglie, smise di bere e si iscrisse nel 1958 al “Prat Institut” di New York per studiare arte. Nello stesso anno uno dei suoi professori gli affidò il primo ruolo a Broadway e nel 1962, dopo alcune esperienze televisive, fece il suo debutto cinematografico come protagonista in “Caccia di Guerra” per la regia di Denis Sanders.


Robert Redford
Robert Redford



Robert Redford
Robert Redford



Consapevole del suo aspetto, estremamente americano, da ragazzo della porta accanto, è riuscito con il tempo a trasformarlo in un punto di forza, con un tocco di ironia che ha permeato ogni suo personaggio, anche quelli più drammatici. Robert Redford sapeva di essere un cliché vivente, la versione a tre dimensioni del nebuloso “sogno americano”, e su questo lavorava e attraverso questo si divertiva a stravolgere stereotipi e a demolire certezze. Cominciando dallo stile, del tutto diverso da quello che ci si sarebbe aspettati da un uomo con la sua fisicità e la sua presenza: un po’ British, un po’ reporter d’assalto, composto da giacche e berretti di tweed abbinati a jeans leggermente scampanati, completi sartoriali con camicie sportive, occhiali da aviatore con lenti fumé.


Robert Redford
Robert Redford



Robert Redford
Robert Redford



Robert Redford
Robert Redford



Nei suoi film, dava il meglio di sé nelle vesti di gentiluomo rampante, un po’ sprezzante, come il personaggio che interpretò ne “Il Grande Gatsby” nel 1974, vestito interamente da Ralph Lauren con abiti su misura e come non ricordarlo nei panni di John Gage in “Proposta Indecente” con la stupenda Demi Moore.


Robert Redford - The Great Gatsby
Robert Redford – The Great Gatsby



Robert Redford e Demi Moore - "Proposta Indecente"
Robert Redford e Demi Moore – “Proposta Indecente”



Non si può far finta di non vedere.
La moda maschile di questi tempi è zeppa di citazioni prese dal passato. Il lascito è evidente come un tratto genetico. Dal peacoat stile Robert Redford nei “Tre giorni del condor”, al giubbotto di James Dean in “Gioventù bruciata”. E poi il cappotto cammello di Richard Gere in “American Gigolò”, al berretto sempre di Redford nella “Stangata”. Uno stile cha fa venir voglia di aprire i bauli e tirare fuori pezzi d’epoca. Vintage va bene, anche perché potrebbe dare quel quid in più di personale allo stile, che stuzzica la sensibilità (modaiola) femminile, ma non bisogna esagerare. Altrimenti si rischia di sembrare un simpatico signore agé in gita a Las Vegas.
Banditi gentiluomini, miliardari libertini, giornalisti, cacciatori: Robert Redford ha dato volto e stile alle icone maschili di tre generazioni.


Robert Redford - "Proposta Indecente"
Robert Redford – “Proposta Indecente”



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Marlon Brando Stile in divisa: Jeans e T-Shirt

Definito come “il vero ribelle di Hollywood”, Marlon Brando ha rappresentato e rappresenta il simbolo di una cultura giovanile ribelle alle regole e alle convenzioni, un sex symbol di un’America appena uscita dalla guerra, con una forte voglia di cambiamento.
Il suo stile camaleontico è cambiato nel corso degli anni, in un gioco in cui è sempre stato lui a dettare le regole, ad esempio indossando jeans alle prime dei suoi film. Un carisma ed uno charme unici, capaci di rendere il suo iconico biker look fresco come fosse ancora nel suo periodo d’oro. Celebre per la sua rude mascolinità ed il suo sguardo pensieroso, fece sì che ogni ragazzo americano volesse diventare come lui, e ogni ragazza andasse in estasi vedendolo.


Marlon Brando
Marlon Brando



Nato ad Omaha, Nebraska, nel 1924, suo padre era un fabbricante di prodotti chimici di origine francese, mentre la madre era un’attrice. Brando, dopo l’Accademia Militare nel Minnesota, dalla quale fu espulso, frequentò la Nuova Scuola per la Ricerca Sociale e si trasferì poi a New York dove iniziarono i suoi studi in Arte Drammatica, diventando poi membro dell’Actor Studio dove fu allievo della acclamata Stella Alder, da cui apprese la tecnica attoriale del cosiddetto “Metodo Stanislavsky”. La sua grande occasione arrivò con il film “Un tram si chiama desiderio”, del 1951, per il quale ottenne la nomination all’Oscar come Migliore Attore.


Marlon Brando
Marlon Brando



Il suo inconfondibile stile iconico: Jeans e Maglietta


Jeans, T-Shirt bianca e giubbotto di pelle. Gli abiti indossati nel film “Il Selvaggio” del 1954, lo celebrarono Sex Symbol del momento, a fianco di James Dean e Montgomery Clift. Una chiave di lettura che ben riassume il suo essere fuori dagli schemi, un anti-eroe dallo spiccato lato oscuro. Una simbologia ripresa nel corso della storia del cinema e del piccolo schermo, con figure come Fonzie e Dylan McKay, gli anti-eroi di Happy Days e Beverly Hills 90210.
Per l’interpretazione di questo film, decise di frequentare diverse bande giovanili come quelle della pellicola, metodo Stanislavsky VOTO: 10


Marlon Brando "Il Selvaggio"  1954
Marlon Brando “Il Selvaggio” 1954



Così come molti attori del tempo, Brando possedeva uno stile unico, quasi una firma: il binomio T-Shirt bianca e blue jeans fu uno dei suoi principali look, accostato da un pacchetto di sigarette nella mano; la foto celebre in sella alla sua Triumph rossa del film “Il Selvaggio”, rese la giacca di pelle un must per i giovani, tutti volevano apparire con un’immagine mascolina da bad boy, ed ancora oggi se si sceglie di indossare un chiodo di pelle, sono convinto che si debba ringraziare il mood Brando. Con quel suo innegabile appeal, è diventato una Icona di stile senza tempo.


Marlon Brando  "Il Selvaggio" 1954
Marlon Brando
“Il Selvaggio” 1954



Brando conosceva anche l’eleganza, sapeva indossare bene un abito e quando lo faceva appariva terribilmente affascinante; nodo della cravatta stretto sopra, giacca abbottonata con rever a lancia, brillantina nei capelli, insomma, non c’è da stupirsi se ancora oggi il suo stile continui ad essere così influente. Come non ricordare la sua interpretazione nel “Padrino” di Francis Ford Coppola, dove durante il provino improvvisò lui stesso il trucco perfetto per Don Vito Corleone.


Marlon Brando  "Il Padrino" Part I
Marlon Brando
“Il Padrino” Part I



Marlon Brando
Marlon Brando



Il suo è un fascino da gioventù bruciata, molto in voga nel dopoguerra americano, segnato dalla guerra fredda e dall’avvento del nuovo benessere. La genesi di un mito e il ritratto della periferia americana, della sua realtà più vera e della costante voglia di evadere, di andare contro il sistema. Marlon Brando attraversa il XX secolo, riassumendo bellezza e dannazione e si rispecchia nel suo tempo. Il volto della seduzione, della sessualità, del crimine e del male lo rendono uno dei maggiori esponenti del ‘900, lato oscuro che caratterizza purtroppo anche la sua vita privata, i suoi amori, i suoi affetti famigliari e la sua morte nel 2004, solo ed in bancarotta.


Io lo ricordo così:


“Comprendere il pieno significato della vita è il dovere dell’attore, interpretarlo è il suo problema, ed esprimerlo è la sua passione”
Marlon Brando



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Mito nel Mito: Steve McQueen

Non lo trovate su Instagram, non è un fashion Blogger, ma se volete una vera icona di stile da seguire è lui: Steve McQueen, anche detto “the king of cool”.


Moda uomo: siete alla ricerca di ispirazioni per l’estate? Lasciate perdere tutte le presunte icone di stile di oggi e puntate tutto su uno che purtroppo è morto a soli 50 anni, nel 1980, ben 35 anni fa: l’attore americano Steven Mcqueen, detto Steve. Interprete di film indimenticabili (La grande fuga, Bullit, Papillon, solo per citarne alcuni), personaggio carismatico, maledetto, trasgressivo, noto per la sua passione per le corse, in auto e in moto, ma soprattutto icona di stile. A 35 anni dalla sua morte basta guardare le vecchie fotografie per rendersi conto che potrebbero essere state scattate oggi, o domani. Non alla moda, ma fuori dalla moda: non aveva un “consulente dell’immagine” che gli diceva come vestirsi o pettinarsi. Era semplicemente così: personalità da vendere, affascinante, non seguiva lo stile ma era lo stile. E i suoi abbinamenti non sfigurano neanche oggi, anzi.


Ispiriamoci quindi a lui per il look dell’estate (e non solo) attraverso alcune fotografie:


Steve McQueen
Steve McQueen



Sneakers di tela senza calze, minimal, colore unico, pantaloni leggeri slim fit, colori chiari, camicia dal taglio leggero, occhiali da sole che potrebbero essere alla moda quest’anno, capelli taglio “come accidenti voglio io”, orologio e… beh, della pistola potete anche farne a meno. Per il resto, un look perfetto anche per l’estate 2016. Ed erano gli anni ’70.


Steve McQueen
Steve McQueen



Pantaloni chiari con risvolto, sandali gladiatore, camicia di cotone. Praticamente le tendenze dell’estate, però 40 anni fa. Che dite, se lo merita o no l’appellativo di King of Cool?


Steve McQueen
Steve McQueen



Sembra una pubblicità di oggi. Scarpe di tela sdrucite (oggi le vendono già così), jeans slim fit, maglietta bianca stile intimo (lanciata da Marlon Brando), abbronzato, rasatura perfetta, sguardo da duro, capelli probabilmente pettinati da una bella corsa in moto e gli immancabili occhiali da sole. Perfezione.


Steve McQueen
Steve McQueen



Qui si nota la sua abilità nel mischiare elementi eleganti con uno stile leggermente trasandato assolutamente irresistibile.


Qualche tips invernale:


Steve McQueen
Steve McQueen



Anno 1966, film “Quelli della San Pablo”, capottone nero “caban”, tutto incredibilmente moderno.


Con lo stile autunnale-invernale McQueen diventava decisamente elegante ma sempre inevitabilmente cool. Qua una celebre immagine tratta dal film “Bullit”:


Steve McQueen
Steve McQueen



Quando poi andava in moto o in macchina (come sappiamo era un amante delle corse) Steve McQueen dava il suo meglio con abbinamenti che ancora oggi fanno storia, qui in una divertente foto in bianco e nero con gli immancabili occhiali da sole Persol:


Steve McQueen
Steve McQueen



Qui invece in una gara motociclistica con il mitico Barbour che fece storia e che, diciamolo, solo lui poteva portare così:


Steve McQueen
Steve McQueen



Ecco, quando sentite parlare di “iconico”, di moderno, di fashion blogger che fanno tendenza eccetera eccetera, ricordatevi di Steve McQueen, The King of Cool. Per i veri fanatici c’è anche il sito tributo con i vestiti, le scarpe e gli accessori usati dall’attore nei film e nella vita privata e altri vestiti-tributo a questa grande icona di stile, si chiama – ovviamente – thekingofcool.com.

ELEVENTY UOMO SS 2017

UN NUOVO CONCETTO DI FORMALE NELLE SFUMATURE DI UN’AFRICA CHE EMOZIONA.


E’ un nuovo concetto di formale il fil rouge della collezione SS 2017, dove elementi dello sportswear si incrociano con quelli classici, interpretati da tessuti solo all’apparenza tradizionali, perché leggeri, bistretch, no iron.
Il risultato è lo Stile Eleventy che esprime un’eleganza mai impostata per un uomo pratico, giovane e contemporaneo.
Eleventy rivoluziona i codici dell’abito, proponendo il relaxed suit che ha il pantalone jogging con pences e cintura elastica, o quelli spezzati smart casual dove giacche formali sono da indossare su pantaloni baggy, anche in denim giapponesi, o su modelli jogging in lane unite o a micro fantasie gessate.
Nasce da qui il nuovo concetto di giacca, sempre destrutturata ma perfettamente costruita.


Foto Nasario Giubergia
Foto Nasario Giubergia



Nella ricerca della comodità e della leggerezza, diventano baggy i pantaloni nei preziosi cotoni giapponesi o in denim stretch cimosati; e i jeans hanno una mano soffice nel nuovo denim-pashmina. Le maglie e i cardigan sono in lino/cotone goffrato o in cotone piquet bicolore; le felpe si rinnovano nelle versioni bi/tri colore; e le polo piquet tinto capo si alternano a quelle fantasia dall’aspetto vissuto.


Foto Nasario Giubergia
Foto Nasario Giubergia



Completano la collezione, una linea di accessori, di calzature, e di borse realizzate in vitello nappato dalla mano molto soffice; o bi-tri colore in tessuto canvas/pelle. Tra le novità il travel kit in lana Loro Piana anti-macchia e rain system che include una crema viso, crema mani, burrocacao e profumo molecolare Eleventy ed i leggerissimi costumi con stampe cravatteria, tono su tono, in tessuto idrorepellente che asciuga in 120 secondi al sole e in 240 all’ombra.


Foto Nasario Giubergia
Foto Nasario Giubergia



La linea PLATINUM


Tante le proposte di accessori che, nel mood della collezione Platinum, sono prodotti a mano secondo antiche tecniche artigiane, proprie di alcuni territori italiani.
Tessuti preziosi ed esclusivi in Platinum, la linea di alta gamma che esalta il valore delle tradizioni artigiane, selezionate da Eleventy su tutto il territorio italiano prevedendo alcune lavorazioni manuali per capispalla, camicie, maglie, accessori.
Otto sono i passaggi a mano degli abiti sartoriali che, realizzati da maestranze napoletane, vengono proposti in pregiate lana/seta, dalla mano morbida e dal peso leggero, nei colori del deserto africano. Le giacche estive, destrutturate e confortevoli, mostrano una superficie materica nel lino fantasia; hanno effetti hopsack, quelle in lino/cotone; sembrano maglia tridimensionale i modelli casual in seta/lino.
Le maglie Platinum, tessute su vecchi telai Shima, a tinta unita, a righe, con disegni geometrici in cotone, hanno un aspetto polveroso che esalta le lavorazioni dei punti, grazie a un trattamento esclusivo.


Foto Nasario Giubergia
Foto Nasario Giubergia



Foto Nasario Giubergia
Foto Nasario Giubergia



Eleventy per la SS17 veste l’uomo da capo a piedi con una cartella colori che passa dalle sfumature del sabbia, del beige, al nuovo brown-cacao, accostati alle tonalità dell’azzurro cielo fino ai blu più scuri, con una proposta di accessori davvero notevole, nel ricordo di un’Africa che emoziona.


Foto Nasario Giubergia
Foto Nasario Giubergia



Foto Nasario Giubergia
Foto Nasario Giubergia

Red Sox Appeal al Pitti90: Un viaggio di stile

Sulla scia del tema moda lanciato da Pitti Uomo 90, Red,  brand dello storico Calzificio Re Depaolini, lancia una Special Edition legata al tema Lucky Numbers, scommettendo sui numeri ma rimanendo comunque fedele al tema dʼispirazione della prossima collezione SS17 : il viaggio.

Per la SS17, Red come ogni stagione lancia la sua special edition,  decorata con fiches fantasiose e celebrative per distinguersi nell’ordinaria quotidianità. Quindi numbers and Vegas, per non uscire dal mood della manifestazione e dal tema della prossima collezione.

La calza viene prodotta grazie a macchinari di ultima generazione e con materie prime di altissima qualità, che permettono la realizzazione di disegni e grafiche anche molto complesse.

redLucky
Calza in cotone Red – Sox Appeal con motivo fiches Lucky Numbers. Pitti90 Special Edition


Gioia, spensieratezza ed ironia, queste le parole chiave della nuova collezione P/E 17 di RED, colori vitaminici, rubati da paesi d’oltreoceano. Come da tradizione, il brand cerca di rappresentare uno stile di vita e nella prossima collezione introduce una sfumatura dello stile urbano: il traveller, il giramondo che ama distinguersi in occasioni formali tanto quanto in quelle più casual, dando importanza alla calza quanto al resto degli accessori.

64658G
Calza lunga in cotone con tacco punta in contrasto e motivo fenicotteri.


I colori sono un mix dei profumi di Cuba e Miami Beach, mentre le grafiche prendono spunto dalla streetart di Philadelphia con un richiamo ai graffiti, o ancora s’ispirano alla natura tropicale: ananas, palme, animali come fenicotteri e tucani, sempre pronti a ricordarci di prendere la vita quotidiana con un pizzico di leggerezza ed ironia.

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Calza 3/4 in cotone motivo zig-zag psichedelico.


64F56G
Calza 3/4 in cotone motivo tucano carioca e tacco punta a contrasto.


L’universo Red per la prossima stagione primavera/estate ruota attorno all’idea di sentirsi liberi di esprimersi e a proprio agio con se stessi, in qualunque occasione. Eʼ così che il gentlemen moderno dovrà scegliere fra jacquard tipicamente anni ʼ20 e motivi zig-zag psichedelici, intrecci ad alveare e fenicotteri multicolor, fiches direttamente dai casinò di Las Vegas e aeroplani in partenza per mete lontane.

64F32G
Calza 3/4 in cotone motivo alveare con lavorazione jacquard.


64638G
Calza 3/4 in cotone motivo aereo multicolor.


Il DNA traveller della prossima collezione accompagnerà lʼuomo Red lungo nuovi percorsi, lʼimportante è saper scegliere il giusto dettaglio che lo accompagnerà durante la giornata: la calza.

 

Doriani Cashmere al Pitti Uomo 90

Al Pitti90 un tocco Hi-tech alle eleganti proposte Doriani Cashmere per la P/E 17

Lo stile Doriani per la primavera-estate 2017, conferma la filosofia di “cashmere appeal” che il marchio sviluppa per comunicare un concetto di qualità, abbinata ad un’ampia palette di colori per un’eleganza unica e contemporanea.

Il marchio che ha fatto del colore e dell’eccellenza produttiva una filosofia di prodotto, presenta per la P/E 17 molteplici colori e filati pregiati con un occhio alle nuove tecnologie.
Accanto ai classici toni del marchio, si nota una forte presenza del colore verde nella tonalità green bottle e del marrone medio.
Il protagonista della nuova stagione è il Denim, versatile e comodo che viene proposto anche con particolari stampe fiorate.

Doriani Cashmere
Doriani Cashmere


 

Per la stagione estiva, vengono proposte varie combinazioni di filati per ottenere un effetto light, realizzando capi in cashmere super leggeri: modelli in seta e cashmere estremamente morbidi, con effetto pettinato per il 70% cashmere e 30% seta, al contrario, per un effetto cardato.
L’abbinamento con il cotone è perfetto per i momenti di eleganza dégagé, comodo e raffinato.

Le molteplici combinazioni sono disponibili in oltre 40 colori e fino a 20 modelli di pull, dal girocollo alla felpa con cappuccio staccabile. L’expertise Doriani Cashmere nella lavorazione dei filati si tramanda da oltre 40 anni, utilizzando metodi di produzione d’avanguardia per esaltare la naturalezza del capo.

Doriani Cashmere
Doriani Cashmere


 

Tra le nuove tecnologie inserite nella lavorazione dei capi, la wash&wear delle wind jacket, un must del brand, in nuovi materiali traspiranti ed impermeabili; la stessa tecnologia viene applicata anche sulle polo e le camicie in piquet super light dove per la stagione estiva si fanno largo fantasie liberty.

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Doriani Cashmere


 

Doriani Cashmere è ricco di proposte per un total look maschile e tra le numerose novità elencate, troviamo una nuova linea di calzature casual e sneaker, perfette per i momenti di relax, in suede e cervo che grazie ad uno speciale trattamento risultano impermeabili.

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Doriani Cashmere


 

Infine, per la stagione calda, non potevano mancare i costumi da bagno, anche questi trattati con una particolare tecnologia brevettata, che consente un’asciugatura immediata appena usciti dall’acqua, e gli occhiali da sole, totalmente Made in Italy, realizzati a mano con lenti infrangibili ed antigraffio con una montatura in resina di ultima generazione, proposti in ben 18 varianti.

Doriani Cashmere
Doriani Cashmere