Matrimonio e look da favola per Beatrice Borromeo, neo sposa di Pierre Casiraghi

Si sono appena conclusi i festeggiamenti, a Monaco, per le nozze più attese dell’anno, che hanno visto il terzogenito di casa Grimaldi, Pierre Casiraghi, unirsi in matrimonio alla contessina Beatrice Borromeo.

Giovani, biondi, belli e blasonati: c’erano tutti gli ingredienti perché questo fosse atteso da mesi come l’evento dell’anno. E le attese non sono state di certo deluse. Mondanità, jet set internazionale e atmosfere bucoliche hanno contribuito a rendere l’evento indimenticabile. Protagonista assoluto è stato il vestito della neo sposa. La sofisticata eleganza di Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli per Valentino hanno ancora una volta fatto sognare: una cascata di fiori rosa antico, una lunga gonna in chiffon di seta tempestata di decorazioni applicate rappresentanti fiori e, a suggellare la perfezione del tutto, una coroncina di fiori en pendant con il bouquet di fiori bianchi e spighe di grano che la sposa stringeva tra le mani.

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Un tripudio di giovinezza ed innocenza, a metà tra il boho chic di ispirazione hippie e suggestioni romantiche,Valentino ha saputo rendere omaggio alla fresca bellezza della Borromeo, che appare quasi botticelliana in questa mise.

I due stilisti, a capo della maison dal 2008, hanno diffuso i bozzetti del vestito, in perfetto stile Valentino Haute Couture.

I novelli sposi hanno lasciato Palazzo Grimaldi, sede della cerimonia, a bordo di una Bentley bianca. Il rito civile, che sarà seguito il mese prossimo da quello religioso, si è concluso con un picnic, in linea con il mood provenzale già suggerito dal look dei due neo sposini. La freschezza si unisce al glamour, in un matrimonio blindatissimo che ha visto, tra gli invitati, il giornalista Marco Travaglio, collega della Borromeo ad Annozero e al Fatto Quotidiano, e Peter Gomez.

Grande attesa anche per i look delle invitate, tra cui spicca la bellissima Charlotte Casiraghi, in un abito bianco e rosso Missoni.

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Si è spento Elio Fiorucci, il padre dello street style

Da domenica non dava sue notizie, facendo allarmare i parenti che solo lunedi 20 luglio, lo hanno ritrovato privo di sensi nella sua casa milanese in viale Vittorio Veneto.

Elio Fiorucci aveva ottant’anni, di cui quasi cinquanta passati a mantenere alto l’orgoglio della moda made in Italy ma soprattutto democratica, perché un capo Elio Fiorucci era alla portata di tutti, con poche pretese ma con tanta personalità. Ancora oggi è il nome d’alta moda che si ricollega ad un filone tutto pop, street, colorato, esageratamente giovane che ha ispirato tantissimi altri designer a venire. Questa filosofia libera dai dettami che le passerelle d’alta moda avevano sempre imposto, si era riflessa anche nelle strutture dei suoi negozi, partendo da quello aperto in Piazza San Babila nel 1967.

Lo stesso Elio Fiorucci aveva raccontato quanto fosse stato un azzardo, ma anche una fortuna: quelle vetrine luminose e sgargianti che avevano portato un tocco british in una Milano ancora troppo seriosa e borghese, avevano dato vita ad una carriera che da nazionale si trasformò in un impero internazionale negli anni ’70, quando furono aperti altri due store a Londra e New York. Quest’ultimo aveva addirittura affascinato un genio artistico quale Andy Warhol, che usò quelle stesse vetrine per sponsorizzare il suo giornale Interview.

Elio Fiorucci aveva iniziato come semplice creatore di una linea di galosce molto colorate – riprese poi anni più tardi, dopodiché erano stati i jeans, i cherubini, gli gnomi e la Love Therapy – per citare alcuni punti saldi della sua carriera, a mandare avanti un nome che ancora oggi fa pensare ad una moda allegra, semplice ma curatissima, adatta ad ogni persona, età e circostanza.

Non solo designer ma anche persona attenta alle questioni più sociali, si era attivato a favore del Parco Canile di Milano, scelta che incentivò poi la volontà di diventare vegetariano a settant’anni come segno di rispetto per gli animali.

AltaRoma 2015: al via il progetto sperimentale “5+5” firmato da AltaRoma e Vogue Talent

AltaRoma e Vogue Talents firmano il progetto sperimentale “5+5”, 5 designer affermati per 5 designer emergenti

Sono 5 i designer emergenti  affiancati da 5 affermati che hanno pienamente sposato e sostenuto il progetto presentato in occasione di AltaRoma 2015.

L’obiettivo del progetto (sperimentale) è dare spazio al talento, una vetrina (nata in collaborazione tra AltaRoma e Vogue Talents) a metà tra mostra statica e atelier che vede protagonisti le nuove leve della moda internazionale: Carlo Volpi, Maria Sole Cecchi, Fernando Jorge, Martine Rose, Matteo Lamandini.

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I talentuosi sono stati affiancati da: Thomas Tait, Marco De Vincenzo, Nicholas Kirkwood, MSGM Massimo Giorgetti e Paul Andrew.
Marco De Vincenzo (vincitore nel 2009 del contest “Who Is On Next”?) sostiene la creatività di Carlo Volpi, MSGM (Massimo Giorgetti) sostiene Matteo Lamandini (vincitore dell’edizione 2014 del concorso Designer for Tomorrow) giovane designer talentuoso.

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Thomas Tait ha invece sostenuto lo stile underground e giovanile della londinese Martine Rose (designer già conosciuta all’estero).
L’esposizione è durata tre giorni e l’iniziativa ha avuto un notevole successo.

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AltaRoma 2015: Le dame di Anton Giulio Grande alla Galleria d’Arte Benucci


Anton Giulio Grande ha portato in scena le sue dame settecentesche alla Galleria d’Arte
Benucci di Roma per la presentazione della sua Haute Couture

Uno scenario d’altri tempi per Anton Giulio Grande, lo stilista calabrese che in occasione di AltaRoma 2015 ha portato in scena dame e cortigiane avvolte da splendidi abiti monumentali che hanno fatto rivivere il ‘700 tra le sale della Galleria d’Arte Benucci di Roma.

Lo stilista ha scelto di aprire così AltaRoma per presentare la collezione Haute Couture, i visitatori si sono destreggiati tra letti a baldacchino, una moto d’epoca, specchi settecenteschi e grandi tavolate di legno intarsiate sapientemente.

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Su ogni pezzo d’epoca apparivano con aria eterea e sensuale dame dal piglio malizioso che giocavano con abiti dagli spacchi e scolli generosi, tessuti leggeri, impalpabili, impreziositi da cristalli, macramè, velluti, swarovsky.

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Donne fasciate da bustini, abiti in pizzo, taffetà plissettato, creazioni realizzate dalle sapienti mani dello stilista calabrese Anton Giulio Grande.

Anche il make up e i capelli sono stati curati nel minimo dettaglio, realizzando acconciature settecentesche e trucco alla Maria Antonietta di Sofia Coppola.

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Una kermesse piacevole, ricca ed elegante. Uno stilista di grande talento che ha reso possibile un perfetto connubio tra modernità e tradizione in modo impeccabile.

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AltaRoma 2015: Ettore Bilotta e le donne degli anni Trenta

Per AltaRoma 2015 Ettore Bilotta propone una collezione ispirata agli anni Trenta con tessuti preziosi e allure senza tempo

Sono gli anni trenta e le dive dei telefoni bianchi, i protagonisti della collezione A/I 2016 del talentuoso Ettore Bilotta, abiti sinuosi e colorati che rappresentano donne dall’incarnato roseo e dalla figura sensuale.

Ettore Bilotta già in precedenza collaboratore di Pino Lancetti in occasione delle sfilate di AltaRoma 2015 ha presentato una collezione unica, raffinata ed elegante al Palazzo delle Esposizioni di Roma.

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Tessuti preziosi, damascati, lana mohair, organza e satin, texure uniche, colorate; maniche a sbuffo, abiti dai toni metallici o tenui come il rosa, il verde malva, rosso carminio o petrolio.

Camicie in tripla organza, cappottini in duchesse con maniche a tre quarti, taglio a sbieco per le gonne e stile pigiama per i pantaloni.

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Dettagli preziosi, ricami, micro pailettes o gioielli, impreziosiscono i colli delle giacche, il tulle di seta degli abiti da sera, i corpini in velluto e la sposa color champagne.

La passerella di Ettore Bilotta ha preso vita grazie ai passi di un tip tap introdotti dai ballerini Federico Pisano e Vanessa Cokaric.

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AltaRoma 2015: Sfumature di “Grigio” da Renato Balestra

Scala di grigio da Renato Balestra per la nuova collezione A/I 2016, capi lussuosi, tessuti palpabili e leggeri, dettagli preziosi in stile art nouveau.

La collezione è stata presentata in occasione di AltaRoma 2015, che ha visto ancora una volta la capitale romana protagonista e scenario di punta dell’alta moda italiana.

Renato Balestra che insieme con altri grandi nomi rappresenta un’autentica eccellenza italiana per la moda nel mondo, si è lasciato sfuggire qualche affermazione riguardo al futuro della moda italiana:

“Alta Roma vuole puntare sui giovani? Ben venganoha affermato Balestrama non devono essere buttati allo sbaraglio. A Roma devono presentare una vera alta moda, se vogliono fare il pret-a-porter che vadano a Milano. Sono d’accordo nell’insegnare ai giovani, ma per farli sfilare devono mostrare talento, conoscere il glamour, sapere che cosa vuol dire rendere belle e chic le donne”.

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Nel suo atelier a Prati lo stilista ha presentato una donna dalla silhouette sofisticata e longilinea i cui tessuti preziosi accarezzano il corpo con dettagli a spina di pesce, Swarovski, strisce di velluto, tulle ricamato, pellicce composte di fili lurex. Una collezione dedicata ad una donna sensuale e ultraglam ma anche alle più giovani che amano il vero lusso.

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Grigio pallido, madreperla o platino sono solo alcune delle tonalità che ha scelto Balestra per la nuova collezione.

Glamour, eccellenza sartoriale, bellezza e storia hanno completato il quadro di questa fantastica passerella!

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Save the Arctic, 60 star per salvare l’Artico

Ancora una volta le star scendono in campo a scopo benefico, lasciando momentaneamente da parte il proprio ego a favore di una causa ambientale.

 

Sessanta star si sono fatte immortalare da Andy Gotts per rientrare in una mostra fotografica allestita presso le scale mobili della stazione metropolitana londinese di Waterloo, con indosso una maglietta a sostegno della campagna “Save the Arctic” di Greenpeace, ovvero salvare l’Artico dalle trivellazioni petrolifere.

 

La maglietta è stata disegnata per l’occasione dalla designer inglese Vivienne Westwood, che rientra poi fra le sessanta personalità ritratte; ad aggiungersi George Clooney, Pamela Anderson, Hugh Grant, Kate Moss, Chris Martin, Stella McCartney per citarne alcuni, tutti uniti affinché la Shell venga ostacolata nell’iniziare le trivellazioni dell’Artico. La stessa Vivienne Westwood ha dichiarato quanto sia importante aderire per non essere più ignorati, perché la fusione dei ghiacchi interessa tutti e ci riguarda da vicino.

 

Oltre a questi nomi importanti bisogna segnalare quanti ancora si sono già mossi a favore della campagna: si contano quasi sette milioni di persone fra le firme arrivate alla petizione mossa appunto da Greenpeace attraverso il sito web savethearctic.org/it.

 

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(foto: corriere.it)

Givenchy a Parigi esalta la femminilità

Alle sfilate parigine dedicate alle collezioni autunno – inverno 2015 / 2016 di certo non poteva mancare Givenchy e il tocco di Riccardo Tisci.

 

In soli undici capi il direttore creativo della maison francese ha dato vita ad una collezione ultra femminile capace di risaltarne la sensualità della donna fasciata sia in abiti lunghi ricamati in pizzo ed arricchiti di piume, che in capi prettamente maschili come il gessato, che tirano fuori tutta la forza e vitalità della donna del ventunesimo secolo.

 

La donna Givenchy osa con i bustier abbinati a gonne lunghe a sirena, suit d’alta sartoria, sottovesti che per l’occasione diventano abiti haute couture, il tutto giocato con accessori esagerati in forme, come gli orecchini a cerchio e i rosari da portare al collo.

 

Per l’autunno / inverno 2015 / 2016 Givenchy propone giochi di trasparenze e pizzi per un tocco di vedo – non vedo che suscita un velo di malizia, alternati a tessuti molto eleganti come lo chiffon, il tulle, il Sangallo e ancora lana e maglia, arricchiti di Swarovski, perline e cristalli per una collezione preziosa, tinti in rosa antico, nero, azzurro e giallo che invece ne conferiscono una vena romantica.

 

Ai piedi, stivali open toe da abbinare anche al gessato.

 

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(foto: vogue.it)

Atelier Versace incanta Parigi

Parigi ha ospitato le sfilate per le collezioni d’alta moda autunno / inverno 2015 / 2016, in rassegna dal 5 al 9 luglio.

 

Fra le maison francesi hanno sfilato anche case italiane importanti quali Atelier Versace, seguita da una Donatella Versace che ha dato vita ad una collezione meno aggressiva e più romantica. Questo passaggio è stato esplicato dalla scelta di creare abiti leggeri in chiffon dal taglio sfrangiato, bustier in Swarovski, mini tuniche ricamate, maxi robe in organza, abiti da sera drappeggiati con nodi in tessuto.

 

Quella vena romantica riportata sugli abiti è stata accompagnata da graziose coroncine fiorate che hanno dato più la sensazione di una sbocciata primavera che di un prossimo autunno a venire, così come i sandali e i rami di edera in organza.

 

I colori hanno un sapore nostalgico che ben si concilia con l’intera collezione, cosicché il grigio perla, rosa, color carne, celeste, glicine si possano accostare all’arancione, verde, giallo, più autunnali e consoni alla stagione rappresentata dalla collezione.

 

Tutte queste tonalità tingono i mini dress, le camicie, i leggings fit e abiti da sera giocati su chiffon, georgette, velluto, maglia di metallo, organza, pizzo, piume.

 

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(foto: vogue.it)

ESPN mette a nudo Alexandra Raisman

Alexandra “Aly” Raisman, classe 1994, è una ginnasta statunitense che a soli ventun’anni vanta un palmarés da manuale, con tanto di undici ori raggiunti di cui due durante le Olimpiadi di Londra nel 2012.

 

Alta 157 cm per 54 kg, specializzata nel corpo libero, membro ufficiale delle “Fierce Five” – secondo team statunitense ad aver vinto la medaglia d’oro durante le gare a squadre, Aly Raisman è apparsa sul magazine ESPN – The body issue mettendo a nudo la sua anima da ginnasta.

 

Le foto sono assolutamente reali, fisiche, di grande impatto: mettono in risalto la vera essenza della ginnasta che, senza alcun body e chignon che invece la accompagnano da sempre, si mostra in tutta la sua naturalezza. I muscoli e il fisico praticamente perfetto non sono il punto centrale di una semplice sessione fotografica, ma diventano la chiave di lettura per capire cosa si cela dietro un’infanzia ed adolescenza dedicate ai volteggi, ruote, salti mortali, parallele, che se per molti sembrano solamente dei movimenti accurati, precisi e affascinanti, per Alexandra Raisman rappresentano ore di fatiche e sacrifici a cui, comunque, non rinuncerebbe mai.

 

 

Come la stessa ginnasta ha riportato al giornale, tutto ciò che fa è per la ginnastica, sebbene l’anno prossimo compirà ventidue anni e dunque sarà già vecchia per la sua disciplina, perché il corpo cambia e i tempi di recupero diventano mano a mano più lunghi, ma non per questo smette di allenarsi; certo, trova che dedicare sette ore al giorno alle preparazioni atletiche non sia più così salutare, tanto che non pensa proprio di portare avanti la carriera da ginnasta fino ai trenta o quarant’anni, ma sicuramente si sta impegnando per le Olimpiadi di Rio De Jainero in programma per l’estate prossima.

 

Dietro un body colorato, il capo che indossa la maggior parte delle volte, Alexandra nasconde un mondo che agli occhi degli spettatori è rimasto celato fino ad oggi: l’addome piatto contrasta la muscolatura in evidenza su gambe e braccia che assolutamente non rendono mascolina la figura ma anzi, dimostrano come una donna possa raggiungere obiettivi fisici molto importanti al pari di un uomo allenato. I capelli lunghi poi, rendono giustizia alla sua femminilità talvolta nascosta dietro un’acconciatura molto casta. A furia di doversi presentare così, Alexandra Raisman afferma quanto per lei sia difficile mettersi un tacco dodici e un abito molto elegante, contrariamente alle colleghe che durante alcuni eventi mondani molto importanti quali i Golden Globes, hanno sfoggiato tacchi vertiginosi con grande disinvoltura. Lei invece non potrebbe mai farcela, ma datele una sbarra di 4cm di spessore e saprà incantarvi.

 

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Un’anima pura e semplice, dunque, quella di Alexandra Raisman, che per quanto sia un’atleta fortissima e preparatissima, confida di condurre una vita fatta di cibo sano e riposo giusto ed equilibrato. Lei, che non ha mai avuto problemi alimentari né con il mondo delle droghe dopanti, è un mix di adrenalina da competizione e isolamento dal mondo quando c’è da concentrarsi. E’ costantemente alla ricerca della perfezione e considera ogni traguardo, un semplice step raggiunto da aggiungere agli altri.

 

Ecco perché Alexandra Raisman può essere considerata un chiaro esempio di come l’umiltà spinga costantemente avanti e non ad adagiarsi su ciò che si ha già. Ogni giorno è una conquista e il corpo in tensione immortalato lo dimostra chiaramente.

 

(foto: espn.go.com)

25 anni di Photoshop

Quest’anno Photoshop compie 25 anni, il suo primo quarto di secolo fra critiche ed esaltazioni.

Nato nel 1990 dopo essere stato sviluppato tre anni prima dai fratelli Knoll – figli di un fotografo che ne idearono il software per agevolarne il lavoro, ha sempre fatto il buono e cattivo tempo a seconda del suo utilizzo, soprattutto in campo pubblicitario, della moda e dello spettacolo.

Adobe Photoshop è infatti impiegato spesso e volentieri nel ritoccare le immagini che ritraggono modelle o personaggi dello spettacolo che, dovendo sempre e comunque apparire bellissimi senza sbavature, non possono permettersi di farsi vedere con quella ruga in più, la cellulite sulle cosce, la pancetta che nasconde l’addominale e così via. Insomma, l’uso di Photoshop è impiegato, per la maggior parte delle volte, nel rendere più sottili, snelle e perfette le persone che vengono ritratte, sebbene preveda tanti altri impieghi.

La primissima foto ‘photoshoppata‘ della storia (verbo oramai in uso quotidiano dal 1992 diventato sinonimo di “alterare la realtà delle immagini” in senso quasi prettamente negativo) ritrae la futura moglie di John Knoll in topless ma di spalle, seduta su una bellissima spiaggia paradisiaca, tanto che la foto era stata ribattezzata “Jennifer in paradise” (in copertina): era stato il primo esempio di ritocco servito per constatare la potenza del software, non tanto per rendere più longilinea la donna fotografata. Da lì in poi, invece, una serie infinita di scatti passati fra le mani di Adobe Photoshop è servita per far constatare quanto fosse stato possibile alterare la realtà spacciandola per tale.

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Terry White al proposito, fotografo professionista e uno dei maggiori divulgatori del programma, ha affermato che non bisogna fare un abuso di Photoshop, quanto utilizzarlo per togliere piccolissime imperfezioni come bernoccoli o tagli, ma una cicatrice, per esempio, andrebbe lasciata perché fa parte della persona, è un suo segno distintivo. Terry White dunque si fa portavoce di un utilizzo etico del programma, come dimostra la fotografia da lui stesso ritoccata che apparentemente pare rimanere la stessa, in realtà la foto di destra (ritoccata) presenta una luce maggiore su braccia e viso, meno ombra sul collo e meno capelli fuoriposto.

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Ma l’esempio di Terry White è solo uno. Un altro caso in cui l’uso di Photoshop non è per niente invasivo riguarda il ritocco dell’effetto ‘mosso’ che a volte può risultare in una foto se il soggetto fotografato o chi ha scattato la foto si sono mossi, così come la correzione di prospettiva o per aggiungere uno sfondo particolare.

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Photoshop può essere utilizzato anche per creare paesaggi inesistenti, così come impiegato nella pittura (David Hockney, artista inglese, fu il primo a provarlo ed oggi lo considera ‘noioso’ perché ‘appiattisce la realta’) o nel cinema (come in The Abyss di James Cameron per esempio) o addirittura per accostare persone, cose, animali che in realtà non erano previste nello stesso scatto di partenza.

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Nonostante questi esempi, nell’immaginario comune Photoshop è un programma che sbugiarda la realtà e riesce a superarla e l’idea non è nemmeno così tanto sbagliata considerando i grandi esempi da copertine patinate che potremmo riportarvi. Per una volta, invece, vogliamo mostrarvi l’altro lato di Photoshop per festeggiarne i primi 25 anni.

(foto: corriere.it)