Sempre più italiani si approcciano all’antica disciplina scegliendola come propria filosofia di vita. Per questo motivo D-Art sceglie di portarvi alla scoperta delle ultime tendenze e curiosità inerenti lo yoga.
A qualche giorno dalla conclusione dello Yoga Festival Milano 2015, edizione particolarmente significativa, trattandosi di quella decennale, si è sancito un punto sulla situazione dei praticanti della disciplina in Italia. E’ una comunità che cresce giorno dopo giorno, fatta di persone affascinate dal suo valore millenario, intente a trovare il proprio equilibrio interiore attraverso la filosofia.
Nello spazio di circa 4500 mq, presso il Superstudio di via Tortona, sono state ospitate oltre 80 scuole di yoga e vari espositori, 5 sale per le pratiche, 2 sale conferenze, un ristoro biologico e una sezione speciale per i più piccoli.
Un’occasione per scoprire tutte le novità per gli yogi, molte delle quali ancora in fase di startup.
Ed ecco che D-Art va alla ricerca delle 5 più innovative curiosità, dentro e fuori dal festival, per garantire ai propri lettori la possibilità di essere al passo con i trend anche in fatto di benessere psicofisico.
1. Approdato nel 2012 a Milano, grazie a Antonio Spera, il Bikram yoga a caldo si pratica in pochissime altre città. Presso il suo centro, che ha sede in via Spontini, si svolgono anche laboratori di hatha yoga, hot flow e workshop di aggiornamento e perfezionamento periodici. Le lezioni durano 60 e 90 minuti e si sviluppano attraverso 26 āsana, vale a dire posture, e 2 particolari esercizi di respirazione a 40 gradi. Ogni sistema del corpo umano insieme agli organi interni lavora profondamente. Di lezione in lezione si impara a concentrare la mente sulle proprie capacità di resistenza, a controllare il respiro e a acquistare consapevolezza del collegamento tra mente e corpo perfezionando forza e flessibilità. Il Bikram prende il nome dal suo ideatore Bikram Choudhury, pluripremiato campione internazionale di yoga e mentore di molte celebrities hollywoodiane, conosciuto dallo stesso Spera nel 2010. Una pratica che può essere svolta dai 9 ai 99 anni, che può ridurre i sintomi di molte malattie croniche ed è un’ottima attività di prevenzione.
2. E’ proprio nella programmazione annuale dei workshop di Spera Bikram Yoga che si incrocia l’insegnante statunitense Benjamin Sears, ideatore di LuxYoga, uno spazio aperto a tutti gli appassionati, nel cuore della Provenza, che mixa una full immersion nella disciplina a una vacanza nel segno del luxury. Aperto nel 2007, la villa che lo ospita vede lo svolgimento di classi giornaliere e consente ai propri ospiti di essere coccolati dallo chef residente intento a preparare solo pasti con prodotti bio. Al termine di ogni classe viene offerto un drink ayurvedico da gustare prima di tuffarsi in piscina. Gli ospiti, inoltre, possono usufruire di massaggi sul patio con una splendida vista sul Mediterraneo e gustare selezionati vini rossi locali. Escursioni e lezioni di cucina non mancano per completare il confronto con gli altri yogi, provenienti da ogni parte del mondo. Un modo per incrementare la pratica, massimizzare il proprio potenziale e ricevere nozioni extra rendendo LuxYoga un’esperienza unica nel suo genere e impossibile altrove.
3. Lusso e esclusività personalizzata anche per My Ginny, il servizio “à porter“ di ginnastica femminile a corpo libero, fortemente ispirata dallo yoga, atta a modellare la figura di ogni donna. Partendo anche dai principi della ginnastica Vedres, della danza, del pilates e della ginnastica posturale, si riescono a creare piccole coreografie mirate all’allungamento, stiramento, scioglimento degli accumuli di grasso, rassodamento e benessere della schiena e cervicale. A idearla è la poliedrica trainer Costanza Sibio che, con l’utilizzo di un tamburello scandisce il ritmo da seguire durante le lezioni che sono sempre diverse e mai annoianti. Le possibilità di svolgimento sono tante e tutte personalizzate, da sole, a casa o a lavoro, la Sibi vi raggiungerà ovunque vogliate per consentirvi di essere in forma e di rilassare lo spirito e il corpo.
4. Dal personal trainer al personal food coach, specializzato in consigli per coloro che vogliono affiancare alla pratica yoga uno stile alimentare in linea. Dopo essersi formata sulla tematica, Gioia Camillo, già food blogger e chef vegana di Bacche di Gioia, è in grado di dare suggerimenti personalizzati su come nutrirsi evitando tutto ciò che è tossico per l’organismo. In quattro settimane, tempo idoneo per sviluppare un nuovo stile di vita a tavola, attraverso chiacchierate informali e consulenza illimitata, porta i suoi assistiti alla scoperta della loro essenza e dei loro desideri, nel segno dell’armoniosità del proprio organismo.
5. Ma chi sono e che volto hanno i maestri che diffondono la disciplina nel nostro Paese? E’ l’arcano che viene svelato da Georgia Nuzzo, fotografa ufficiale della Federazione Mediterranea Yoga dal 2008, per la quale realizza reportage fotografici.
“Equilibri Yoga” è la sua ultima personale nella quale si focalizza su ritratti di 16 maestri in āsana.
Presentata proprio allo Yoga Festival questi ultimi sono colti in differenti posizioni che lasciano captare la personale determinazione spirituale. Un connubio di forza fisica e mentale che sancisce la perfezione raggiunta da chi svolge la pratica da anni. La naturalezza dei loro movimenti supera, per chi osserva i magici scatti su sfondo nero, la reale difficoltà.
Negli eleganti ritratti ritroviamo i maestri: Jacopo Ceccarelli, Perumal Koshy, , Willy Van Lysebeth, Roberto Miletti, Antonio Nuzzo, Walter Ruta, Gualtiero Vannucci, Piero Vivarelli, Jayadev Jac e Barbara Woehler.
Nomi noti settorialmente ai quali si aggiungono quelli meno conosciuti ma ugualmente appassionati e coinvolgenti. Secondo le statistiche , infatti, nel 2016 si prevede un incremento di praticanti e insegnanti intenti a approcciarsi alla disciplina nelle sue varianti classiche e in quelle sperimentali, pronti a alimentare un mercato satellite fortemente in crescita.
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Le 4 migliori location della Milano da bere
Con l’avvento del social sharing i luoghi di tendenza per l’happy hour vengono presi d’assalto non solo per deliziare il palato con l’ultima variante del Moscow Mule ma, grazie alla particolare attenzione nei confronti dell’interior design, diventano ambite mete per immagini da condividere sui network. Scoprite, quindi, insieme a D-Art, quali sono le 4 imperdibili location milanesi dove dare appuntamento agli amici o organizzare un meeting nel segno delle ultimissime tendenze del lifestyle.
Nella centrale Porta Venezia sorgono Eppol e il Bar Basso.
Il primo, riaperto da poco, prende vita in una delle più belle strade della capitale lombarda, Via Marcello Malpighi, culla dello stile Liberty. In linea con ciò che lo circonda è arredato con una particolare attenzione ai dettagli. Nato come liquor bar, adesso Eppol offre variegati menù da gustare a tutte le ore, senza dimenticare le intolleranze e la scelta vegetariana. Il locale è anche luogo d’arte visiva e musicale, infatti, nei suoi angoli più intimi, troviamo i testi e i quadri di SOLO vinili | libri da consultare e ammirare.

Spostandosi verso Viale Abruzzi ecco sorgere un altro iconico bar meneghino.
La ricerca che, da anni, rende il Bar Basso unico nel suo genere conduce il cliente alla scoperta dei primi drink degli anni 30 fino a quelli delle mode più attuali.
Nato nel 1967, nel pieno dei moti rivoluzionari, ai suoi esordi offriva proposte esclusive in bicchieroni dall’aria pop mixandole alla tradizione alcolica italiana.
E’ qui che sono nati gli esperimenti in puro stile “Milano da bere” come il Rossini, il Negroni Sbagliato e il Fragolino.
Frequentato assiduamente dai baluardi dello stile e dell’ intelletto è il luogo prescelto da designer, giornalisti, stilisti e da chi lavora nel mondo della comunicazione per i propri incontri lavorativi e il tempo libero. La particolare attenzione e il rispetto per la creatività hanno ispirato il Bar Basso nella produzione di oggetti di design, come la collezione di bicchieri di vetro soffiato a mano e il maxi cubettone di ghiaccio che, per merito del designer Jacopo Pavesi, che ne ha progettato lo stampo, è inserito nei drink come firma esclusiva del bar.

Andando verso Porta Romana si giunge in uno spazio che, con le sue proposte gourmet, ci invita a vivere il fascino di un’antica drogheria intenta a vendere tabacchi.
A ideare la Tabaccheria Giacomo è l’omonimo chef Bulleri, da oltre 50 anni uno dei più rinomati in città, che propone una formula easy per degustare le sue prelibatezze.
Dalla colazione all’aperitivo, i grandi classici della cucina italiana, scoperti dallo stesso nei meandri della Penisola, sono accompagnati dai migliori vini senza tralasciare la vendita diretta. Ottime le idee regalo da esporre e fotografare, corredate di un elegante packaging con l’effige di Giacomo, che spaziano dalla colatura di alici di Cetara al pecorino bagnolese alla passata di pomodoro giallo, dal burro al tartufo bianco di Gubbio al profumato olio extravergine di oliva di Spello.

Dal fascino della tradizione italiana al glam di ispirazione newyorkese dell’American bar Ceresio7 diretto da Dario Gentile e situato sul tetto dell’ ex palazzo Enel, oramai divenuto sede del gruppo Dsquared2.
E’ lo skyscraper della nuova Milano, quella sorta grazie all’Expo, a accompagnare uno dei luoghi più cool della città. Due le piscine sulla sua terrazza, tante le preziose selezioni di super alcolici e drinks miscelati nel migliore dei modi grazie alla lungimirante esperienza dei barman.
Aperto dalle 18,30 alle 1,00, è ideale per lo sharing del dopo lavoro di coloro che vogliono concedersi momenti di lusso informale, lontani dallo stress ma sempre connessi grazie allo smartphone.

Un panorama in evoluzione, quindi, quello degli ambienti curati nei minimi dettagli per mettere a proprio agio gli ospiti 2.0, intenti non solo ad esaltare il gusto personale ma anche a catturare l’apprezzamento dei propri followers.
Un week-end culinario al verde
D-Art vi porta alla scoperta dei 4 ristoranti “green” più in voga nella Milano dell’Expo. Tra sperimentazioni culinarie e stili di vita sani siete pronti per una 48 ore da vegetariani?
Una popolazione al verde e non parliamo del PIL ma dei cittadini che scelgono sempre più l’alimentazione vegetariana e vegana. A oggi, secondo i dati Eurispes, sono circa 4,2 milioni gli italiani che decidono di non mangiare carne.
Una tendenza alimentare che, nel centro nevralgico dell’Expo, ha visto nascere realtà satellite interessanti e sperimentali dal punto di vista culinario e visivo.
Luoghi da visitare nei weekend estivi e autunnali, per avvicinarsi all’alimentazione “green” o semplicemente per deliziare il palato già forte della sua scelta.
Per il pranzo con gli amici del sabato, tra una retata di shopping e l’altra, essendo collocato in una delle rare zone pedonali in città, si consiglia Radice Tonda. Un luogo in cui si esaltano i sapori e i colori degli alimenti provenienti da agricoltura biologica e biodinamica. Gli utensili sono totalmente biodegradabili così come l’arredo di recupero sapientemente studiato. Vasta è la scelta tra le specialità dolci e salate con una particolare selezione di zuppe e vellutate. Le combo proteine, verdure e cereali vi consentono di scegliere tra deliziose opzioni intente a sfatare il mito che la cucina vegana, quindi addirittura senza alcun ingrediente di origine animale, è triste e poco gustosa.
Anche le bevande sono proposte con cura, vini e birre bio, tisane, caffè, cappuccini con latte di soia, digestivi alle erbe e centrifugati di frutta e verdura completano il menù per chi vuole fermarsi da Radice Tonda pure per la colazione e le brevi pause.
Se l’intenzione è stupire gli amici con originali idee per il sabato sera Mantra Raw Vegan è il posto che fa per voi. Parliamo del primo ristorante vegano crudista in Italia, la cui filosofia è intenta a fornire un’esperienza culinaria alternativa e a trasmettere una sensazione di benessere spiriturale attraverso piccole opere di food design.
I crudisti vegani consumano solo cibi crudi o preparati a temperature al di sotto dei 45 °C, affinché gli enzimi e le proprietà nutritive degli alimenti non vengano perse.
Mantra, però, non è affatto integralista, il suo spirito di condivisione si estende al mini market, alla caffetteria e al laboratorio culinario, dove è possibile vedere la preparazione dei piatti grazie a innovativi macchinari statunitensi. Un viaggio per gli occhi che esplode nel minimalismo del design interno, caratterizzato da linee semplici, pulite e colori pastellati.
Spaghetti di zucchine al pomodoro e lasagne con ricotta di Macadamia sono solo alcuni degli alimenti, della cucina tradizionale italiana, rivisitati dallo chef Alberto Minio Paluello. Diplomato come Raw Vegan Chef alla Matthew Kenney Accademy di Santa Monica, con all’attivo significative esperienze nell’ambito internazionale, Paluello opera mirando alla conoscenza dell’alimentazione crudista nel nostro Paese.
Il brunch domenicale in un’atmosfera che sa di casa può aver luogo solo da Orto Erbe e Cucina.
Un bistrot focalizzato sulle immense proprietà delle piante aromatiche che dà ampio spazio ai vegetariani e al rispetto delle materie prime.
Orto è un progetto nato dall’estro di alcuni professionisti di origini siciliane, appassionati nel mixare le erbe di stagione con i piatti tradizionali dell’isola più profumata del Belpaese. Un excursus plurisensoriale che guida il cliente a toccare, odorare e gustare le erbette che si ritrovano nei piatti, composti al massimo da quattro ingredienti.
E tra le idee più originali ci sono il premio fedeltà, vale a dire una piantina in omaggio a seguito di 3 pranzi, e il picnic da Orto. Da settembre, infatti, ogni domenica sarà animata da giochi, cestini di vimini e tovaglie a quadretti.
Per concludere in bellezza il week end l’ideale è rifugiarsi in un angolo country presente nella cintura urbana. Parliamo di Erba Brusca, un’ ex cascina del 1600, sulla sponda del Naviglio Pavese, circondata dal proprio orto, con la vista che spazia sul verde dei campi e un’area relax sulla sponda del fiume.
Il ristorante, opera prima di Danilo Ingannamorte, sommelier, e di Alice Delcourt, chef, nasce dall’istintività fresca e passionale di chi lavora nell’eccellenza da molti anni.
La Delcourt, forte della sua nazionalità mista e delle innumerevoli esperienze professionali, rivisita la cucina italiana con richiami francesi, inglesi e americani.
Massimo il rispetto per la stagionalità dei prodotti, molti dei quali coltivati presso la cascina stessa, con ampia dedizione nei confronti dei vegetariani, senza disdegnare, però, chi mangia la carne che è prevalentemente bianca e proveniente da allevamenti controllati.
Vegetariani e non alla ricerca di suggestioni per il palato e per gli occhi, di sicuro non resteranno delusi dai luoghi proposti e saranno pronti per altri week end tematici all’insegna del gusto.
Chiara Biasi indossa “Junkfood”, la nuova capsule collection Bikini Lovers
In anteprima, la nuova capsule collection Bikini Lovers, qui indossata dalla testimonial d’eccezione Chiara Biasi, volto e “corpo” del brand di costumi più divertente del momento.
Bikini Lovers ci regala, con quel tocco di magica ironia, costumi dalle stampe food: pizze, cioccolato, marshmallows, ciambelle, ce n’è per tutti i gusti.
Dalle splendide spiagge di Ibiza, Chiara Biasi posta le foto in anteprima. La collezione sarà disponibile online dal 10 giugno.
Stay tuned!
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Ellen von Unwerth fotografa gli chef italiani per L’Uomo Vogue
Ellen von Unwert, la nota fotografa che immortala l’erotismo e fa del voyerismo la sua firma, stupisce per il servizio sugli chef italiani. Lo shooting è stato pubblicato su L’Uomo Vogue e ritrae i più grandi chef stellati, che ci rendono orgogliosi di appartenere a questa terra.
Sono i “ritratti della salute”, direbbero le nostre nonne, da Antonio Cannavacciuolo, Chef Patron del ristorante Hotel Villa Crespi, ora impegnatissimo in programmi televisivi dedicati alla cucina, a Carlo Cracco, chef dell’omonimo ristorante milanese, che cavalca l’onda del successo grazie al seguitissimo Master Chef Italia e parodiato da numerosi comici.
Giocosi e divertenti nelle immagini che li ritraggono insieme, ogni chef si presta poi per il singolo ritratto che forse ha un’unica pecca: la scelta del bianco e nero. Ananas, insalata, zucchine, radicchio, pomodori, caffè, privi del loro splendido colore; perché i preziosi frutti della terra, che tutto il mondo ci invidia, non hanno di buono solo il gusto, ma la bellezza e il piacere degli occhi.
E allora quel rosso El Greco del pomodoro, il giallo miele dell’ananas e della sua meravigliosa cresta verde che s’innalza tronfia, il violaceo radicchio, così trendy nelle sue sfumature dal rosso a righe bianche, e il nostro caffè napoletano con quella deliziosa schiuma color nocciola che fa “risveglio”, perché nasconderli??? Perché privarli della loro magnificenza?
E allora, cara Ellen, pitta i visi delle belle donzelle, ma prenota una tavolozza anche quando stai a tavola!