Cambio di look in casa Louis Vuitton: la maison francese ha appena presentato il nuovo packaging che dal prossimo 16 agosto troveremo nelle boutique di tutto il mondo. Ritorno al passato per lo storico brand, che rispolvera uno dei passepartout dei suoi archivi: il colore scelto per il nuovo packaging è infatti il fatidico Imperial Saffron, una particolare sfumatura di ocra che nel lontano 1923 veniva scelta da André Citroen per equipaggiare le automobili che avrebbero partecipato alla Crosière Noire, con un esclusivo set di 150 bauli firmati Gaston Vuitton declinati nella medesima nuance.
La storia ci tramanda di un viaggio avventuroso che, dall’Algeria, sarebbe poi giunto in Madagascar nel 1925: cinque veicoli a bordo dei quali vi erano ricercatori, medici e professionisti, mentre i bauli col logo della maison contenevano farmaci, munizioni e generi di prima necessità.
Il nuovo packaging in Imperial Saffron sarà contraddistinto da dettagli blu elettrico: anche qui la maison fa un tuffo nel suo glorioso passato, riportando in auge gli storici motivi che accompagnavano un modello di Cabin Trunk risalente al 1928, anch’esso nella medesima tonalità di giallo, contraddistinto da un’elegante banda blu elettrico. Eleganza allo stato puro per uno dei marchi storici tra i più amati di sempre per borse e bagagli.
Il nuovo packaging Louis Vuitton, disponibile da fine agosto nelle boutique del celebre marchio
Il baule commissionato nel 1924 da Citroen. (Courtesy: Louis Vuitton)
Visionaria, eclettica, creatrice di un’arte primordiale e moderna, intensa e affascinante: nell’opera di Carla Mura innumerevoli sono le suggestioni e i riferimenti ad un mondo interiore ricco di pathos. Rimandi onirici nei pattern cromatici, virtuosismi e visioni sfocate e cesellate in una realtà ricostruita attraverso percezioni visive.
Lunghi capelli biondi su un viso pulito e su uno sguardo trasparente, la sensibilità dell’artista Carla Mura ci porta in astrazioni caleidoscopiche attraverso mondi sommersi e intarsi che tradiscono un mondo interiore pregno di spunti. Autentica, spontanea, libera da ogni forma di costrizione, la tecnica dell’artista l’ha resa illustre rappresentante dell’arte moderna, esponente di spicco della corrente aniconica contemporanea e artefice di opere versatili e poliedriche.
Nata a Cagliari nel 1973, Carla Mura inizia a dipingere nel 1998, dopo avere mosso i primi passi nell’ambito pubblicitario. Dopo appena pochi anni di attività arrivano le prime mostre ed esposizioni, dapprima nella sua terra d’origine, la Sardegna, e poi nel resto d’Italia e all’estero, dove la sua arte ottiene numerosissimi riconoscimenti. Nomi illustri tra i curatori, da Luca Beatrice ad Alessandro Riva. Non si contano gli attestati di ammirazione alla sua opera, apprezzata da Achille Bonito Oliva, Enzo Cucchi, Alberto Biasi, Ferruccio Gard, Giosetta Fioroni. Successivamente la giovane artista si trasferisce a Roma, dove vive e produce opere per dieci anni, per poi spostarsi in Veneto, sua residenza attuale.
Un ritratto di Carla Mura
Olà fucsia, serie Metropoli, filo di cotone su legno, cm 80 x 80
I pappagalli- filo di cotone su tela, cm 50 x 50
Container- Filo di cotone su legno, cm 60 x 60
Politica- Filo di cotone su tela, cm 50 x 50
Audacia, sensibilità e sperimentazione costituiscono il fil rouge del suo lavoro, a partire dall’uso di materiali innovativi, tra cui il filo di cotone. L’amore per questo materiale nasce nel 2001, quando Carla si trova a Roma e il suo occhio vinne catturato da una rocca di filo ecru, trovata per caso in un mercato di antiquariato. L’artista si avvicina istintivamente alle nuove possibilità offerte dall’inedito materiale, mixandolo dapprima con acrilico, per poi prediligerlo ed ergerlo quasi a sua controfigura: l’artista si riconosce pienamente nel nuovo strumento, al contempo delicato e resistente. Carla Mura fiuta immediatamente le immense potenzialità del nuovo materiale, che si pone al centro della tecnica spontanea che sta alla base delle sue opere, insieme a supporti che variano dalla tela al legno, dal marmo alle pietre, dal travertino fino al plexiglass. Incroci, intarsi, nodi e grovigli ineluttabili, ghirigori estetici e ardite geometrie per composizioni astratte e libere da ogni schema, sequenze delineate solo dall’istinto dell’artista; caleidoscopiche trame di un disegno di cui solo lei, indomita e ribelle, sa tessere le trame e detiene la verità ultima. Libere interpretazioni di un disegno astratto ed indecifrabile, che si aprono talvolta in suggestioni metropolitane: è da scorci come finestre socchiuse che si intravede l’infinito, astrazioni grazie alle quali lasciare a briglia sciolta la fantasia per spiccare in voli pindarici che solo l’artista, deus ex machina della situazione, può controllare, forte del suo genio, iconoclasta della pittura e vestale di una mistica fatta di codici segreti e primigeni.
Ponte- filo di cotone su tela, cm 70 x 70
Entourage- filo di cotone su tela, cm 60 x 60
Carla Mura nasce a Cagliari nel 1973 (Foto: Facebook)
L’innovazione e la sperimentazione della sua arte, grazie a materiali poveri come il filo di cotone (Foto: Facebook)
Tantissimi i riconoscimenti ottenuti a livello nazionale ed internazionale per Carla Mura (Foto: Facebook)
Visionaria e sperimentatrice, la sua arte travalica l’uso dei tradizionali mezzi pittorici per avvalersi magistralmente di materiali poveri: ed è proprio grazie al pregiato filo di cotone, cifra stilistica delle sue opere, che l’artista Carla Mura si è imposta sulla scena artistica internazionale grazie alla grande riconoscibilità delle sue opere, che costituiscono un unicum stilistico intriso di suggestioni arcaiche e di una sensualità primordiale. Carla Mura tesse le trame di un canto antico che sembra risuonare nei meandri della psiche, un’eco misteriosa e affascinante che attraverso percezioni tattili ci prende per mano riuscendo a vincere il caos della retorica e della realtà.
Ma nelle sue opere non c’è solo questo: attraverso una sapiente opera di creazione, il genio artistico forgia una nuova visione del mondo. Gli stessi titoli di molte delle sue opere rimandano sovente al mondo dell’architettura – Windows, Light, Margine, Il palo, Container, La casa azzurra, Metropoli ecc. Il colore gioca altresì un ruolo fondamentale nella metamorfosi di codici tradizionali che vengono radicalmente rivoluzionati dai fili di tessuto di cotone, i cui riflessi cangianti creano caleidoscopici giochi di luce.
Corde e sfumature che trascendono quasi in pittura: ricorda quasi una tela espressionista il colore che si deposita a sprazzi. Visioni istintive ed immaginazione, ma anche un velo di sofferenza dietro la sua opera. Tante le combinazioni di colori, dal bianco e nero iniziale l’eclettica artista si è aperta ad un uso generoso della tavolozza, per opere uniche.
Bionda, bella e blasonata, Bianca Brandolini D’Adda è una delle it girl più amate. Classe 1987, esperienze da modella in curriculum, grazie al suo stile sofisticato e fresco la giovane socialite si è imposta come una delle icone d’eleganza contemporanee. Nelle sue vene scorre sangue blu, dal momento che Bianca è figlia della Principessa Georgina de Faucigny-Lucinge et Coligny e nipote dell’indimenticabile avvocato Gianni Agnelli.
Balzata agli onori delle cronache per la sua storia d’amore con Lapo Elkann, è poi stata scelta come musa da Dolce & Gabbana, prestando il volto a numerose campagne pubblicitarie del brand. Successivamente la sua carriera da modella è decollata, e tante sono state le collaborazioni illustri, da Sergio Rossi a Cartier.
Il suo stile eclettico e moderno coniuga l’eleganza effortlessy-chic della giovane rampolla ad un tocco di modernità. Attrice e designer (ha firmato una linea di costumi da bagno per Osklen), Bianca Brandolini D’Adda non smette di incantare per la sua bellezza.
La socialite è nata nel 1987 da una famiglia aristocratica
Bianca Brandolini D’Adda in Dolce & Gabbana, di cui è stata testimonial (Foto: Cosmopolitan)
Altezza svettante su un fisico atletico, lunghi capelli biondi e sorriso da copertina, il suo stile è versatile e accattivante. Influencer ed icona contemporanea, la vediamo nei front row delle sfilate più importanti e negli eventi più esclusivi. Tante le cover ottenute, grazie ad una fotogenia unica.
SFOGLIA LA GALLERY:
Bianca Brandolini D’Adda in Dolce & Gabbana
Bianca Brandolini D’Adda alla sfilata Valentino P/E 2016, Parigi
(Foto Vogue)
Nel guardaroba dell’icona di stile non mancano camicie fluide e skinny jeans
Eclettica e moderna
Nude look nero per la it girl
Bellissima e fotogenica, Bianca Brandolini D’Adda lavora da anni come modella
Pellicce e sovrapposizioni
Acqua e sapone ma sempre sofisticata
Uno stile fresco e giovane per la socialite italiana
Bianca Brandolini D’Adda alla sfilata Giambattista Valli Primavera/Estate 2013, Parigi (Photo by Julien Hekimian/WireImage)
(Photo by Jacopo Raule/Getty Images)
Animalier e tocchi couture nello stile della it girl
Sfarzo e opulenza nell’outfit sfoggiato da Bianca Brandolini D’Adda (Photo: TIMOTHY A. CLARY/AFP/GettyImages)
Compongono il suo guardaroba camicie fluide e pantaloni skinny, ma anche capi da gran soirée: quando non veste Dolce & Gabbana, la bionda socialite apprezza le stampe patchwork e le sovrapposizioni. Largo ad un animalier rivisitato e a maxi gonne dal mood Seventies, che la bella Bianca indossa con sandali flat. Bellissima ed acqua e sapone in total white, la giovane it girl alterna sapientemente un’eleganza gipsy a suggestioni couture. La classe non è acqua, ça va sans dire.
Si è conclusa nei giorni scorsi Altaroma. Come di consueto occhi puntati su A.I., Artisanal Intelligence, da anni tappa fondamentale ed imperdibile nell’ambito dell’haute couture capitolina. La manifestazione, nata allo scopo di promuovere la creatività contemporanea, unisce mirabilmente arte, artigianato e moda, con particolare attenzione al made in Italy ma aprendosi anche ai talenti internazionali. Fucina di talenti e crocevia culturale, A.I. è un progetto unico nel panorama del fashion biz contemporaneo, che, attraverso un itinerario che abbraccia gallerie, luoghi d’arte e atelier d’autore, sottolinea la bellezza imperitura della Città Eterna andando a scoprirne vicoli inusitati in cui la vocazione alla manualità è ancora fortemente radicata.
È un Grand Tour quello che è stato presentato nell’edizione appena conclusasi: a 200 anni dalla pubblicazione di “Viaggio in Italia” di J.W. Goethe designer, artigiani ed artisti si sono confrontati interpretando lo stesso tema attraverso visioni oniriche e stili multiformi. Il topos del viaggio in Italia è stato sviluppato attraverso mostre ed installazioni in cui l’arte è stata protagonista indiscussa. Presente e passato si intersecano in giochi caleidoscopici, mixando la tecnologia dei pixel alle tessere di un micromosaico dal gusto classico. Tema cardine nella letteratura, il Bildungsreise costituisce da sempre esperienza fondamentale per la costruzione del proprio Io: impossibile non fare tappa nel Bel Paese, con le vestigia romane, le ville palladiane o gli scavi di Pompei: la bellezza italiana rivive nelle testimonianze lasciateci da H. C. Andersen, Goethe, il barone di Montesquieu e Charles Dickens, fino al cinema, che trova illustri esponenti in Rossellini, James Ivory e la sua “Camera con vista” e Peter Greenway. Il Grand Tour come ricerca intima dentro di sé è il tema su cui si sono misurati artisti viaggiatori, per una moda errante e vagabonda, pregna di un suggestioni etniche e di elementi che creano un melting pot culturale. Esplorazione e cronaca si snodano attraverso un percorso affascinante ed intenso che unisce accessori, gioielli e collezioni di designer provenienti da tutto il mondo, uniti dal comune denominatore dell’amore per l’Italia.
Tra i designer esposti l’ungherese Boglàrka, formatosi all’Accademia di Belle Arti di Roma e alla Moholy Nagy di Art and Design di Budapest con una tesi su Roma; Celeste Pisenti e Stefano Russo, autori della “Chimica Romantica”, un progetto composto da abiti, accessori e immagini che uniscono la moda a discipline quali la scienza e la filosofia. Non sono mancati nomi dell’eccellenza del Made in Italy, come lo storico Lanificio Cesare Gatti. I tesori di Roma sono stati al centro dell’opera di Gergei Erdei, che le ha riprodotte attraverso nuance e giochi cromatici per riprodurre il guardaroba ideale di un viaggiatore dandy del XIX secolo.
Gergei Erdei protagonista dell’ultima edizione di A.I.
Il topos del viaggio è stato al centro di A. I.
L’installazione firmata Maria Sole Ferragamo
La gorgiera rivisitata attraverso lo stile di Maria Sole Ferragamo
Geniale la creatività di Haetts, cappellai olandesi che hanno sposato la filosofia eco-friendly utilizzando per i loro copricapi crochet e fibre naturali, riproducendo fedelmente alcuni modelli settecenteschi. Lusso e femminilità allo stato puro nelle scarpe di Manfredi Manara. Nato a Monaco nel 1990 da madre argentina e padre italiano, formatosi al London College of Fashion, il suo universo femminile riporta in auge un lusso evergreen che rivendica l’artigianalità attraverso l’uso di elementi inusuali quali le passamanerie. È stata poi la volta di Maria Sole Ferragamo, protagonista di “Eppur si muove”, un progetto fortemente voluto dalla giovane creativa laureata in Architettura ed erede di una delle famiglie più importanti della storia della moda italiana. I suoi accessori ricalcano fedelmente elementi rinascimentali, come gorgiere e crinoline, ma anche gabbie naturali che, attraverso un sapiente gioco di intrecci e geometrie in pelle, circondano ed esaltano il collo ed i fianchi.
Period Features Brand nasce dall’estro dello stilista giapponese Masakatsu Tsumura, artista e designer rimasto fortemente affascinato dall’arte della tessitura a mano, che ha conosciuto durante un viaggio in India. Anche qui largo ad un uso massiccio di materiali ecosostenibili per forme contemporanee. La cappa, celebre capo passepartout nel guardaroba di ogni viaggiatore che si rispetti, viene rielaborata da Maria Federica Bacchiddu di Theodora Bak. La creatività artigiana si snoda poi attraverso i micromosaici e nelle installazioni di Ophelia Finke Art Catlin, artista ed antropologa che traduce i ricordi psicologici in grandi “disastri onirici” fatti di assemblaggi completamente bianchi di cose.
Le suggestioni etniche di Boglàrka
Le vestigia romane rivivono in Roman Micromosaic
A.I. Artisanal Intelligence nasce da un progetto firmato Clara Tosi Pamphili ed Alessio de Navasques. Laureatasi in Architettura a Roma con Giorgio Muratore, storica della moda e del costume, Clara Tosi Pamphili ha al suo attivo numerose mostre e pubblicazioni. Da anni svolge attività di ricerca delle arti applicate alla moda, vantando collaborazioni con le più importanti sartorie teatrali e di moda italiane e internazionali. Dopo aver diretto didatticamente l’Accademia di Costume e di Moda dal 2005 al 2007, ha insegnato Storia del Design di Moda e Tecniche di Ricerca all’Accademia di Costume e di Moda e alla Facoltà di Architettura di Roma Ludovico Quaroni fino al 2011. Attualmente lavora con Altaroma e collabora con il Maxxi e altre istituzioni per la creazione di eventi culturali sulla moda. Alessio de Navasques nasce a Brindisi il 10 maggio 1985. Dopo aver conseguito la maturità classica inizia subito la sua attività di scouting, partendo dallo showroom di famiglia ed appassionandosi a tematiche quali il recycling e il vintage. Amante della contaminazione tra le arti, in particolare Arte e Moda, si trasferisce a Roma, dove studia architettura e diviene curatore indipendente di mostre che riscuotono enorme successo, a partire dalla creazione del museo D’Annunzio Segreto, che raccoglie il guardaroba del famoso scrittore. Il duo continua a macinare successi.
Come ogni anno è arrivata la fatidica prova costume, il momento per cui ci prepariamo da tempo allenando il fisico. Dimenticate la “tartaruga” e gli addominali scolpiti a cui eravamo abituati: l’estate 2016 verrà infatti ricordata per l’ab crack, il nuovo trend sfoggiato sui social da modelle e starlette.
Ma di cosa si tratta esattamente? L’ab crack è la linea verticale che divide la muscolatura addominale, dalla parte inferiore del décolleté fino al ventre, ottenuta solo dopo ore ed ore di intenso allenamento in palestra.
Ed è ancora una volta la splendida Emily Ratajkowski ad inaugurare la nuova tendenza, sfoggiando sul suo profilo Instagram nuove foto in cui la bellezza mozzafiato della top model viene messa in risalto dai suoi addominali perfetti.
La bellissima Emily Ratajkoswki sfoggia l’ab crack sul suo account Instagram
La top model immortalata l’anno scorso nella Costiera Amalfitana (Foto: Instagram)
La Ratajkowski è stata apripista del nuovo trend estivo (Foto: Instagram)
Già lo scorso anno la modella era apparsa in alcuni scatti hot sulla costiera amalfitana sfoggiando la moda fitness che vuole l’addome con la riga. Ma quest’anno non sarà la sola: tantissime sono infatti le modelle che hanno sfoggiato il nuovo trend, da Stella Maxwell a Jourdan Dunn, da Bella Hadid alla svedese Nina Agdal, la nuova fiamma di Leonardo Di Caprio.
Non solo un regime alimentare sano dietro l’ab crack ma ore di duro allenamento sono necessarie per ottenere quella linea verticale tra l’ombelico e il seno, che divide quasi simmetricamente i due quadranti dell’addome. Un’ulteriore celebrazione della magrezza più estrema, per la nuova moda sfoggiata dalle star. Sembrano ormai assai lontani i tempi in cui la burrosa Marilyn incarnava l’ideale di perfezione femminile, sfoggiando orgogliosamente in spiaggia le sue curve prorompenti. Resta da chiedersi se cavalcare o meno la nuova tendenza.
Dettano tendenze, si ergono ad arbiter elegantiae e a trendsetter contemporanee: sono le fashion blogger. Protagoniste assolute della moda, onnipresenti ad eventi e sfilate, immancabili nei front row e sui magazine patinati. Un fenomeno in continua crescita, che ha reso le it girl i volti più autorevoli del fashion biz.
Nomi divenuti noti non solo agli addetti ai lavori ma anche alla massa. Belle, fotogeniche ed eleganti, le fashion blogger sono divenute negli ultimi anni un vero e proprio fenomeno di costume: corteggiate dai brand e copiate dalle fashion addicted per i loro look, sono divenute le nuove dive della moda.
1. CHIARA FERRAGNI
Chiara Ferragni è forse il nome più famoso a livello internazionale: fu lei a cimentarsi per prima con il fenomeno dei fashion blog, divenendo un personaggio del web e inaugurando il filone cavalcato poi da tutte le altre. Correva l’anno 2009 quando la bionda Chiara fondava The Blonde Salad. Il resto è storia. Oggi la ritroviamo ai primi posti delle classifiche delle fashion blogger più influenti del mondo. Testimonial Pantene, la vediamo posare come una diva per le copertine dei magazine più prestigiosi.
Il suo stile è fresco, giovane e sofisticato. Incursioni nell’haute couture e full immersion nel colore per Chiara Ferragni, protagonista indiscussa di ogni settimana della moda. Femminilità esuberante, la blogger alterna outfit minimali a capi extra lusso.
Chiara Ferragni (Foto Facebook)
La fashion blogger è in testa alle classifiche sui blog più influenti al mondo
Chiara Ferragni (Foto Facebook)
The Blonde Salad è nato nel 2009
La Ferragni in total look Chanel alla haute couture parigina
Un altro outfit della blogger più famosa
2. CHIARA BIASI
Un altro nome degno di nota è la bellissima Chiara Biasi. Volto dai lineamenti perfetti e fisico da modella, la giovane blogger colleziona contratti e nuovi amori. Bellezza disarmante e grinta da vendere, Chiara Biasi è nata a Pordenone nel 1990. Il suo stile affascina milioni di ragazzine, che la venerano come un modello. Nonostante le polemiche sulla sua magrezza, ritenuta da alcuni eccessiva, la bella Chiara è sempre in pole position e il blog che porta il suo nome (chiarabiasi.com) ottiene quotidianamente milioni di visite. Il suo stile è grintoso e ricco di sex appeal.
Chiara Biasi (Foto Facebook)
Chiara Biasi è nata a Pordenone nel 1990
Bellezza mediterranea e grande fotogenia per la giovane blogger
Chiara Biasi in uno scatto di Nima Benati
La bella blogger è spesso attaccata per la sua magrezza, ritenuta da alcuni eccessiva
Chiara Biasi ritratta da Nima Benati
3. GALA GONZALEZ
Allure europea e stile minimal-chic per Gala Gonzalez: la blogger, nata il 16 marzo 1986 a Coruña, in Galizia, è considerata la capostipite delle fashion blogger spagnole. La moda le scorre nel DNA, essendo nipote del designer spagnolo Adolfo Domínguez. La fama a livello internazionale arriva nel 2007, quando Gala fonda amlul.com, il suo blog in cui condivide quotidianamente consigli di stile e pillole di eleganza. Il suo stile è minimale e ricercato: una ventata di freschezza per un’eleganza all’insegna dell’effortlessy-chic.
Gala Gonzalez è la più famosa fashion blogger spagnola
Stile minimal-chic per Gala Gonzalez
Suggestioni Nineties in quest’outfit sfoggiato dalla Gonzalez
Fascino europeo e bellezza acqua e sapone per la fondatrice di Amlul
Uno scatto bucolico (Foto Facebook)
4. ELEONORA CARISI
Sofisticata, affascinante e bellissima, Eleonora Carisi è la it girl italiana per antonomasia. Sempre impeccabile nelle sue mise, la fashion blogger è ricercatissima dai brand più famosi. Allure d’altri tempi e charme senza pari, Eleonora Carisi cavalca l’onda di un successo senza precedenti. brillante manager di se stessa, ha saputo gestire mirabilmente una carriera in incredibile ascesa che l’ha portata a divenire una vera diva. Nata a Torino, classe 1984, nel 2010 Eleonora apre il suo blog Jou Jou Villeroy, un canale di lifestyle e tendenze. Grazie ad esso in poco tempo si è imposta come una delle voci più autorevoli nel fashion biz. Il suo stile è ricercato e femminile: largo a capi da gran soirée che la blogger alterna sapientemente a mise casual, in un caleidoscopio di colori. Eleganza innata e classe da vendere.
Eleonora Carisi è la it girl più autorevole
Ricercatissima da brand e designer, la bella blogger torinese è nata nel 1984
Eleonora Carisi nel 2010 ha fondato Jou Jou Villeroy, il blog che l’ha resa celebre
Allure d’altri tempi e stile sofisticato per la bellissima Eleonora
Eleonora Carisi in Versace (Foto Facebook)
La bellissima blogger è recentemente convolata a nozze
Eleonora Carisi ad Ischia (Foto Facebook)
5. KRISTINA BAZAN
Bellezza unica e sensualità da vendere per Kristina Bazan. La splendida blogger svizzera, fondatrice di Kayture.com. Modella, stylist, influencer e cantante, Kristina Bazan è nata in Svizzera 22 anni fa. Classificatasi seconda nel concorso Miss Svizzera, si è fatta notare per la sua bellezza e il suo stile, iperfemminile e versatile. Grazie a lei Ginevra è diventata la nuova capitale dello stile. Il suo stile non lesina in tocchi hot e suggestioni dark: le curve vengono enfatizzate da corsetti e tubini mentre la bella blogger alterna capi minimal a mise perfette per calcare il red carpet.
Bellissima e sensuale Kristina Bazan
Stile mitteleuropeo per la splendida blogger svizzera
Modella, influencer e trendsetter, Kristina Bazan è nata a Ginevra
La blogger ha fondato Kayture.com, il blog che l’ha resa famosa
Un outfit sfoggiato dalla bellissima blogger
Kristina Bazan all’ultima settimana della moda di Parigi
Stile versatile ed iper femminile per la blogger svizzera
Ha sfilato nell’ambito dell’haute couture parigina l’ultima collezione Armani Privé. Giorgio Armani si è ispirato ancora una volta alla bellissima Antonia Dell’Atte, sua musa prediletta: capelli all’indietro, viso scoperto e allure d’altri tempi per le modelle che si sono alternate sulla passerella, che ricordavano la top model nei celebri scatti realizzati per Giorgio Armani da Aldo Fallai.
È una donna bellissima quella a cui Re Giorgio si ispira per la sua collezione haute couture Autunno/Inverno 2016-2017: sofisticata, misteriosa, affascinante, la donna Armani sfodera ricercatezza e charme, proprio come Antonia Dell’Atte, musa storica e amica dello stilista. Quotidiani sottobraccio e tailleur d’ordinanza, la bellissima Antonia veniva ritratta da Aldo Fallai in scatti che sono entrati di diritto nella storia della moda: correvano gli anni Ottanta e lei incarnava alla perfezione lo stile asciutto ed essenziale della maison. Una carriera sfolgorante per lei, ultima vera diva contemporanea.
C’è un’aura di mistero nel suo volto dai lineamenti perfetti e nel suo charme, unico nel panorama della moda: la blasonata musa di Re Giorgio (che ha sposato Alessandro Lecquio di Assaba y Torlonia, imparentato con i reali di Spagna), ha collezionato esperienze anche come attrice, cantante e personaggio televisivo conteso dalla tv italiana e da quella spagnola. Ironica ed eclettica, Antonio Ricci la vuole nel Drive In, dove forgia a sua immagine e somiglianza il personaggio dell’algida top model che si lascia andare ad irresistibili exploit in dialetto pugliese: indimenticabile il suo “momento casual”. Intanto Helmut Newton la immortala in scatti ad alto tasso di seduzione e Re Giorgio si innamora del suo taglio di capelli e della sua bellezza, perfetta per incarnare i tailleur pantalone e le giacche maschili, emblema dello stile Armani.
Antonia Dell’Atte per Giorgio Armani in un celebre scatto firmato Aldo Fallai
La top model Antonia Dell’Atte in uno scatto della campagna pubblicitaria Giorgio Armani Primavera/Estate 1985. Foto di Aldo Fallai
Antonia Dell’Atte per Giorgio Armani, Autunno/Inverno 1984-1985, foto di Aldo Fallai
A lei si ispirano le mannequin che si alternano in passerella. Un défilé ricco di suggestioni per una haute couture che torna alle radici della creatività, per toccare vette eccelse che ribadiscono l’abissale distanza che intercorre tra haute couture e prêt-à-porter (qui un pezzo sulla sfilata).
“Qui c’è la mia essenza: sono tornato alla grande alla Couture e ripartito alla ricerca di una donna bellissima che avete appena visto in passerella. Mi ha ispirato una foto d’arte che riproduceva appunto una bellissima creatura. L’alta moda ha le sue regole che non vanno travisate con il prêt-à-porter, seppur di lusso. Qui nell’Armani Privé c’è solo esclusività! Spesso si parla di alta moda con troppa faciloneria, per indossare questi vestiti bisogna anche fare un certo tipo di vita”: così si è espresso lo stilista, a proposito della collezione che ha appena sfilato a Parigi. Una donna sofisticata e composta, chic ed ammaliante, ad ispirarlo, proprio come la bellissima Antonia Dell’Atte.
Un momento della sfilata Armani Privé
Giorgio Armani e la sua musa prediletta Antonia Dell’Atte
La bellissima top model immortalata da Aldo Fallai
Ha monopolizzato l’attenzione della Milano Fashion Week: con il suo stile eccentrico e retrò, è impossibile non amare Alessandro Michele. Ma il nuovo direttore creativo di Gucci non lesina in stravaganza: a sfilare alla Milano Moda Uomo è stato un uomo che ai piedi sfoggia delle inedite ballerine declinate in chiave maschile.
Dandy ed efebico, stravagante ed irriverente, l’uomo Gucci ha sorpreso tutti con ballerine che ricordano molto da vicino quelle sfoggiate dalle donne. Colori fluo e lacci sul collo del piede, le ballerine per lui stanno facendo molto discutere gli addetti ai lavori e i fashion addicted: ci si interroga sull’effettiva necessità di tale scelta stilistica mentre imperversa il più ovvio dibattito circa la totale perdita di virilità dell’uomo presentato sulle passerelle.
Le ballerine, emblema dell’eleganza femminile, simbolo del bon ton, rappresentano da sempre uno stile evergreen che fa subito pensare ad Audrey Hepburn e a certe icone degli anni Sessanta: ma cosa succede se è l’uomo ad indossarle, rubandole al guardaroba di lei? Il dibattito resta aperto. Ma agli occhi dei più la scelta di Alessandro Michele appare azzardata.
Le ballerine per uomo viste in passerella da Gucci (Foto: Grazia.it)
L’uomo Gucci by Alessandro Michele sfoggia delle ballerine rubate al guardaroba di lei
Attrice hollywoodiana, modella, icona: Anjelica Huston festeggia oggi 65 anni. Viso dai lineamenti inconfondibili, charme da vendere, la celebre Morticia Addams è stata anche una modella famosa. Musa di Yves Saint Laurent e Valentino Garavani, nel corso della sua carriera come modella ha posato per Irving Penn, Richard Avedon, David Bailey, Bob Richardson e molti altri.
Figlia del regista John Huston e della ballerina italiana Enrica Soma, nelle sue vene scorre sangue scozzese, irlandese, gallese ed inglese. Nata in California, a Santa Monica, l’8 luglio 1951, trascorre buona parte della sua infanzia in Inghilterra. Dalla fine degli anni Sessanta prende parte ad alcune pellicole con la regia paterna. Successivamente vola a New York, dove inizia una carriera come modella, sfruttando la sua bellezza fuori dai canoni. Nel 1969 inizia una storia d’amore con il fotografo Bob Richardson, di 23 anni più vecchio. La loro relazione durerà 4 anni.
All’inizio degli anni Settanta si trasferisce a Los Angeles, dove nel 1973 si innamora del collega Jack Nicholson. La relazione tra i due tra alti e bassi (e numerosi tradimenti da parte di lui) dura 16 anni, fino al 1990, quando l’attore ha un figlio da un’altra donna. Nel frattempo Anjelica prende parte ad alcune pellicole di successo, come Qualcuno volò sul nido del cuculo e Il postino suona sempre due volte, film in cui è protagonista lo stesso Nicholson. Per la sua interpretazione ne L’onore dei Prizzi (1985), Anjelica Huston riceve l’Oscar come miglior attrice non protagonista. In famiglia è la terza a vincere un Oscar dopo il padre John Huston e il nonno, l’attore Walter Huston. Ha ricevuto altre due candidature agli Oscar come migliore attrice non protagonista per Nemici-Una storia d’amore (1989) e come migliore attrice protagonista (1990) per Rischiose abitudini.
Anjelica Huston, foto di Helmut Newton, 1973
Anjelica Huston in uno scatto di Bob Richardson per Vogue Italia, 1971
Anjelica Huston per Valentino, foto di Bob Richardson, Vogue 1972
Anjelica Huston in uno scatto di Richard Avedon, 1970
Musa di Woody Allen, gira con lui Crimini e misfatti (1989) e Misterioso omicidio a Manhattan (1993). Negli anni Novanta è Morticia Addams, celebre interpretazione che vede anche un sequel nel 1993. Per questo ruolo ha ricevuto una nomination ai Golden Globe. Diverse le collaborazioni con il regista Wes Anderson, che la vuole nei film I Tenenbaum (2001), Le avventure acquatiche di Steve Zissou (2004) e Il treno per il Darjeeling (2007). Nel 2005 vince un Golden Globe per il suo ruolo di supporto nel film televisivo Angeli d’acciaio. Inoltre nel corso della sua carriera l’attrice ha ricevuto tre candidature ai Premi Oscar (con una vittoria), otto candidature ai Golden Globe (una vittoria), tre candidature ai BAFTA, tre candidature agli Screen Actors Guild Award e cinque candidature agli Emmy.
SFOGLIA LA GALLERY:
Anjelica Huston in uno scatto di Arnaud de Rosnay, 1968
La modella in passerella per Halston, 1972
Anjelica Huston in una foto di Irving Penn, Vogue, 1972
Anjelica Huston in uno scatto di Philippe Halsman, 1968
Anjelica Huston e Yves Saint Laurent, foto di David Bailey, Vogue UK, 1973
Foto di Andrea Blanch per Vogue US, 1985
Anjelica Huston in Valentino, foto di Bob Richardson per Vogue Italia, 1972
Foto di Bob Stone, 1972
Anjelica Huston in uno scatto di Chris von Wangenheim, Harper’s Bazaar, 1972
Foto di Craig McDean per Interview Magazine, 2009
Foto di David Bailey per Vogue UK, 1971
Anjelica Huston in una foto di David Bailey, anni Settanta
Foto di Eve Arnold, 1968
Foto di Eve Arnold, 1968
Foto di Gianni Penati, 1970
Foto di Philippe Halsman, 1968
Anjelica Huston e Manolo Blahnik, foto di David Bailey, 1973
Anjelica Huston in una foto di Richard Avedon, 1973
Anjelica Huston in passerella (foto di Terry O’Neill/Getty Images)
Anjelica Huston ne “La famiglia Adams”, 1991
Nel maggio del 1992 Anjelica Huston convola a nozze con lo scultore Robert Graham. La coppia vive insieme in California fino al dicembre 2008, quando Graham muore. La coppia non ha avuto figli. L’attrice ha scritto le sue memorie in un libro di oltre 900 pagine, diviso in due volumi. Attiva in politica, nel 2007 la Huston ha inviato una lettera all’Human Rights Action Center indirizzata al segretario generale delle nazioni unite Ban Ki-moon, con cui ha sostenuto Aung San Suu Kyi durante la sua candidatura al Nobel per la Pace. Inoltre l’attrice ha donato 2,000 dollari per sostenere il liberal-democratico John Kerry e anche Dick Gephardt. Infine, la Huston ha registrato un annuncio per il PETA, contro lo sfruttamento degli animali nelle produzioni Hollywoodiane.
L’attrice in uno scatto di Bob Richardson, 1973
Anjelica Huston, foto di Richard Avedon, 1970
Anjelica Huston in abito Valentino, foto di Gian Paolo Barbieri, 1972
La Huston in uno scatto realizzato da David Bailey per Vogue, 1973
Ha chiuso la settimana dell’haute couture parigina la sfilata Valentino. È tempo di addii per la storica maison italiana: la collezione Autunno/Inverno 2016-2017 chiude infatti il sipario sul prolifico sodalizio artistico tra Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli.
Sono confermate le voci secondo le quali la stilista sta per abbandonare la direzione artistica del brand italiano per ricoprire- prima donna nella storia- lo stesso ruolo in casa Dior. I due stilisti -diplomati presso l’Istituto Europeo del Design di Roma- si separano dopo ben 26 anni di sodalizio artistico: correva l’anno 1990 quando i due iniziavano la loro carriera da Fendi, per poi passare a Valentino, dove hanno trascorso insieme ben 18 anni.
Ma quello che è andato in scena nella mirabile cornice dell’Hôtel Salomon de Rothschild di Parigi è stato uno spettacolo emozionante, direttamente ispirato al teatro elisabettiano. In tempi in cui i social media divengono palcoscenico digitale delle relazioni umane, l’omaggio a William Shakespeare e al palcoscenico della vita diventa fonte d’ispirazione originale e quantomai suggestiva.
In passerella si alternano ben 40 outfit, con cui Chiuri e Piccioli omaggiano Shakespeare in occasione del quarto centenario dalla sua morte. Tra gorgiere elisabettiane e corazze, sfila un Amleto in gonnella dall’animo ribelle e dal portamento fiero. Ogni outfit diviene un’allegoria dei sentimenti umani: Onore, Invidia, Fiducia, Regalità, Segretezza, Magnanimità, Innocenza, Eccentricità ecc. sono quasi ancelle di un disegno più grande che coinvolge la natura umana e la sua anima multiforme.
La donna Valentino Haute Couture è una valorosa combattente che sfoggia calzamaglia e corazza: austera ed enigmatica, ma anche moderna, alterna maxi dress dal piglio solenne e teatrale a pantaloni da indossare rigorosamente con stivali al ginocchio in cuoio nero e suola carrarmato uniti a blazer aderenti. Non mancano suggestioni punk, tra intarsi di pelle e tulle e nero all over, ma anche borchie. Gotica e ribelle, la collezione alterna linee monastiche allo sfarzo di una couture che torna ad emozionare.
La camicia bianca ritorna in auge come capo passepartout. Prevalgono colori neutrali, ma anche viola, oro e bronzo. Sul finale tripudio di rosso cardinalizio per mantelli solenni da papessa: a metà tra Anna Bolena ed Elisabetta I, lirica e animo dark si mixano in un gioco di ispirazioni e rimandi. Largo anche a nude look e capispalla preziosi decorati con patchwork di stoffe antiche e pregiate e ricamati con motivi fantastici, che ricordano i bestiari medievali ma anche creature mitico-leggendarie come draghi e unicorni. In passerella largo a lana e velluto e perle e jais, per abiti preziosi, la cui complessa realizzazione è maturata in migliaia di ore di laboriosa tecnica artigianale. L’alta sartoria diviene anche per Valentino, come già accaduto per Chanel Haute Couture, protagonista assoluta nonché deus ex machina per realizzare giochi e passamanerie preziose. Tra i nomi dei capi Thanatos, che ricorda una corazza, e la Valorosa, a cui il duo di stilisti è particolarmente legato. Cinquecento e anche mille ore di lavorazione sono state necessarie per confezionare questi capi.
Citazioni shakespeariane impreziosiscono lunghi abiti scuri, che si alternano a mantelli ove prevale il black & white, tra insoliti maxi pois e decorazioni; broccati preziosi omaggiano l’età elisabettiana, tra ricami e giochi di organza e taffetà.
Al collo l’Amleto in gonnella sfoggia ricchi gioielli e medaglioni d’oro, realizzati con la collaborazione di Alessandro Gaggio. Superbo il make up firmato Pat Mcgrath con pettinature realizzate da Guido Palau.
Ha sfilato a Parigi la haute couture firmata Tony Ward. A calcare la passerella una diva che sembra uscita direttamente dalla Dolce Vita: sfarzo, opulenza e delicata eleganza nei lunghi abiti a sirena che si alternano sul défilé.
Tripudio di piume all over e trionfo di delicata eleganza, ricca di tagli couture, istrionismi e giochi che rivelano la maestria del couturier libanese, che ci ha da tempo abituati al suo estro creativo.
Mantelli impreziosiscono abiti da gran soirée, quasi come ali di un cigno: la donna Tony Ward è regale e principesca. Dettagli studiati con certosina precisione illuminano la sofisticata couture che strizza l’occhio alla vecchia Hollywood. Suggestioni Fifties nelle gonne a ruota di certi capi. La palette cromatica abbraccia toni neutri spezzati qua e là dal nero e dal rosso scarlatto e da un blu illuminato da intarsi e ricami preziosi.