Hair Trend – Parting Braids

Le trecce sono irresistibili, è risaputo. Per questo motivo, il trend delle cosiddette parting braids ha subito conquistato tutti. Ma… cosa sono?


Le parting braids sono delle trecce molto piccole realizzate al posto della riga. Quindi, possiamo trovarle al centro o ai lati, come più preferiamo.


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Quasi un piccolo accessorio, un decoro vero e proprio per una capigliatura che potrebbe risultare semplice a prima vista. Possiamo impreziosire una semplice piega liscia o delle onde molto morbide. Beyond cute!


Tra le celebrità che hanno sperimentato questo hair trend troviamo Cara Delevingne, che le ha sfoggiate agli MTV Awards del 2016. Anche Chiara Ferragni ha optato per una piccola treccia al posto della riga nel mezzo.


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Tuttavia, se siete amanti delle trecce voluminose ed importanti, vi è una soluzione anche per voi! Ed è la stessa che hanno scelto Gigi Hadid ed Iggy Azalea! Si tratta di una treccia più spessa al centro della testa. Il suo volume è volutamente contrapposto ai lati, che sono piuttosto piatti.


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Come realizzare un’acconciatura con una parting braidSemplicissimo. Iniziamo da una piega liscia o leggermente mossa, a seconda del vostro gusto. Ricordate di vaporizzare una piccola quantità di Spark Up di Kadus Professional per capelli di seta!
Una volta eseguita la piega, creiamo una piccola (o grande, a seconda di quello che preferite) divisione ed intrecciamo.


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Consiglio dell’hairstylist: per avere una treccia sicura, pulita e senza quei piccoli capelli che svolazzano, passate tra le dita un po’ di Polish It, una crema lucidante che vi aiuterà a realizzare la treccia al meglio.


Ed ecco fatto! Un look semplicecurato, ma allo stesso tempo ricercato trendyWhat are you waiting for?




 

ENGLISH VERSION


Braids are that thing we cannot resist trying. Therefore, this new hair trend of the so-called parting braids is everywhere. But… what are these braids?


The parting braids are tiny braids sitting on the parting of your hair, either in the middle or on one side, as you prefer.


Basically, it is a cute accessory, it is a sort of decor for your hairstyle, which might seem rather simple at first sight.  That is how we can make straight or slightly wavy hair even more specialBeyond cute!


Among the celebrities who rocked this hairstyle, we cannot help mentioning Cara Delevingne, who wore this hair look at the 2016 MTV Awards. Chiara Ferragni went for this look as well, replacing her natural parting in the middle.


However, there is an alternative for those of you who like voluminous and big braids! And this alternative is the one Gigi Hadid and Iggy Azalea opted for. It consists of a bigger, thicker braid sitting on top of your head. Its volume is meant to be in contrast with the sides, which are rather flat.


How can we recreate a hairstyle including a parting braid? Easier than ever. Let’s start by making our hair straight or slightly wavy, at your choice. Remember to spray a little bit of the Spark Up spray by Kadus Professional for silky hair.
Once you are done, section out a small (or big, as you wish) strand of hair and start braiding.


Hairstylist’s tip: in order to have a secure, neat and polished braid, make sure to put a little bit of the Polish It cream on the tip of your fingers. It is a shine cream which helps you braid your hair with no flyaways at all.


And here you are! A simplepolished yet trendy look! What are you waiting for?




 

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Sulle cime innevate di Etro

Una ventata di aria pulita inonda la Milano Moda Uomo grazie ad Etro: la sfilata autunno/inverno 2017-2018 del brand si ispira ai paesaggi innevati delle montagne. Sulle note di Franco Battiato sfila una collezione intrisa di fascino: un racconto quasi fiabesco, quello portato in scena da Kean Etro: «La montagna è un luogo sacro… Sulle cime c’è qualcosa di mistico, che assiste nell’ascesa», così il direttore creativo della maison ha commentato l’ispirazione alla base della collezione.

I paesaggi montuosi, con la loro silenziosa poesia e il senso di struggimento rispetto alle meraviglie del creato, ispirano una sfilata che, alle consuete stampe patchwork, cifra stilistica della maison, unisce preziose ed antiche tecniche di lavorazione della maglia. Largo a morbidi capi in velluto, che si alternano a capispalla in lana. #EtroSkyIsTheLimit: il cielo è l’unico limite per l’uomo che calca la passerella, un montanaro in chiave luxury, che traccia esperto i confini di un sentiero di montagna, stretto in cappotti stampati con raffinati motivi floreali.

Dalle maglie e dalle fodere dei capi fanno capolino orsi, lupi e cervi, mentre suggestioni psichedeliche si uniscono al menswear più classico. Kean Etro afferma di essersi ispirato alla regione dell’Himalaya, per una collezione che celebra le forze della natura più selvaggia ed atavica, che però accoglie l’uomo in un abbraccio gentile.

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Barba incolta e capelli lunghi, ricorda quasi Messner l’uomo che calca la passerella. Tripudio di Chevron su giacche dal fascino evergreen, in un inedito quanto suggestivo mix di tecnologia digitale e contatto primigenio con la natura. Non mancano i bomber e giacche kimono impreziositi da dettagli 3D; trionfo di knitwear nei maglioni in lana da indossare sopra kilt scozzesi rivisitati. L’accessorio cult è il backpack, must have per scalare le vette più insidiose e perdersi nella bellezza della natura. Le giacche in velluto cachemire sono l’unica nota glam in una collezione ricca di charme, in cui prevale il lato più wild dello stile. Etro si lascia trasportare in una dimensione quasi onirica, vivendo il suo contatto più autentico con la natura. «Frequentando le nostre campagne imparo ogni giorno cose nuove. Dall’influenza della luna sulle potature, fino al rigore dello spirito», ha commentato il designer.



(Foto: WWD)

Gli echi rivoluzionari di N°21

Molteplici le immagini da cui Alessandro Dell’Acqua si lascia ispirare per la collezione autunno/inverno 2017-2018 di N°21: sullo sfondo gli echi del Sessantotto e le manifestazioni dei giovani rivoluzionari degli anni Settanta. Una moda ribelle, la sua, che ridefinisce i codici del momento culturale attuale, imprimendovi suggestioni inedite tratte dal passato.

La collezione N°21 per la prossima stagione invernale celebra non solo un’estetica forse oggi démodé ma un modus vivendi, uno spirito fieramente rivoluzionario, utile per elaborare anche oggi una nuova protesta, necessaria all’uomo per riportarlo al centro della scena culturale e politica. Tanti sono gli accenni a correnti eterogenee che ispirano al direttore creativo di N°21 una collezione ricca di spunti: tripudio di camouflage all over declinato su giacche e blouson dal piglio aggressivo, classico tartan di ispirazione British che si alterna a suggestioni biker e dettagli sportswear.

La moda di Dell’Acqua è impegnata e non lesina in riflessioni filosofiche sul presente: dimenticatevi tuttavia nostalgici déjavù, lo stilista preferisce fomentare una nuova rivoluzione, nel segno dello stile. «Sono partito dalle atmosfere delle foto delle manifestazioni e delle riunioni nei circoli degli Anni 70. Di quelle immagini, più che il modo di vestire o le scritte degli striscioni, mi ha colpito l’atmosfera, molto permeata da quello spirito di libertà che corrispondeva sia al pensiero sia alla vita degli uomini e delle donne di quegli anni. Uno spirito libero che si rifletteva anche nell’abbigliamento. Così, in questa collezione, più che ripetere i canoni della moda, mi sono lasciato trasportare proprio dalle associazioni libere dei pensieri, delle parole, delle azioni e dei modi di vivere che creavano quelle atmosfere», così Alessandro Dell’Acqua ha commentato la collezione.

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Largo a parka in nylon e montone, a caban in tartan rivisitato, a cappotti che mixano lana e neoprene, fino al tripudio di camouflage, che domina la passerella. Non mancano cappotti dal taglio sartoriale, che rivelano inediti dettagli in nylon, e bomber oversize, che si alternano a giacche in montone e nappa e pellicce a pelo lungo. L’uomo N°21 affronta il rigore invernale avvolto in candidi cardigan in mohair a righe e morbide maglie norvegesi.



Suggestioni sporty nelle scarpe con borchie e suola a carrarmato. Must have il cappuccio impreziosito da paillettes, accessorio culto perfetto per accompagnare ogni outfit. Sfilano anche giubbotti biker e pantaloni sartoriali dal piglio quasi esistenzialista, declinati in nuance calse come beige, cammello e marrone, con tocchi di giallo e rosso. L’uomo che calca la passerella ricorda un giovane studente impegnato in una delle manifestazioni di protesta che caratterizzavano gli anni di piombo. La sfilata si pone come un inno alla libertà e un monito rivolto ai giovani per esprimersi e non sottostare alle regole preconfezionate. Chapeau.

Giorgio Armani: comfort in chiave luxury

Nell’odierno panorama della moda internazionale, in continuo mutamento e in perenne evoluzione, uno status quo intriso di coerenza e personalità fa da sempre la differenza, specie se a detenere lo scettro è Re Giorgio Armani. Sulla passerella della Milano Moda Uomo sfila un tripudio di classicità rivisitata in chiave contemporanea: l’uomo visto da Armani per l’autunno/inverno 2017-2018 sfoggia morbidi capispalla che gli offrono un caldo riparo dal gelo invernale.

Tripudio di comfort in chiave luxury in passerella, tra capispalla dal taglio sartoriale ed audace sperimentazione nei tessuti e nelle forme che abbracciano il corpo. Tra i tradizionali capispalla si fa largo la cappa in maglia che attraversa con caleidoscopici giri a zig zag la figura, offrendo morbidezza e charme all over. Tra pregiato knitwear ed accessori come cappelli e sciarpe, sfila un uomo equipaggiato alla perfezione per affrontare i rigori invernali, senza mai perdere di vista lo stile. Non mancano sapienti tocchi sportswear, come gli stivali e le scarpe ispirate all’atletica.

Garbo e classe allo stato puro dominano il défilé, che indugia in capispalla preziosi e texture elaborate. La sfilata, che chiude la Milano Moda Uomo, intende rivoluzionare il menswear a partire dall’uso dei materiali, ridisegnando la figura maschile con lavorazioni preziose. I maglioni spesso sostituiscono la giacca, accostati a pantaloni a gamba larga declinati in una palette cromatica che abbraccia il verde e i toni del blu.

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La giacca torna alla ribalta sia per l’uomo che per la donna, caratterizzata da spalle importanti e velluti preziosi. I capispalla sono i protagonisti assoluti della collezione, tra volumi nuovi e materiali innovativi. Largo al tradizionale cappotto in mohair fino all’anorak e al bomber. Pelle e pelliccia si alternano sapientemente sulla passerella accanto ad un cappotto stile Yeti che chiude il défilé con una vena ironica.



La rivoluzione firmata Armani parte dal più classico dei capi, il completo maschile, rivisitandolo nelle proporzioni e nelle texture: largo a pantaloni morbidi e a giacche doppiopetto, sfoggiate da lui e da lei. Il must have incontrastato di questa collezione è l’inedita sciarpa/cappa che avvolge il collo e si lascia andare a caleidoscopici incroci sul petto: morbidezza in chiave ecologica nell’uso della pelliccia. I capispalla dominano la seconda parte del défilé, in bilico tra classicità ed ironia. Una magistrale interpretazione dello stile dell’uomo contemporaneo.

Romanticismo in chiave streetwear per Tim Coppens

Note post apocalittiche e ribellione giovanile sono lo sfondo su cui si sviluppa la collezione Tim Coppens AI2017-18 che ha sfilato a Pitti Uomo 91. Lo stilista belga elabora un’estetica inedita che trae ispirazione da Mad Max: una sfilata ricca di contrasti tra scenari urbani, dettagli biker e note grunge.

Coppens, al suo ritorno in Europa dopo cinque anni trascorsi a New York, presenta una collezione dall’anima grunge: largo a capispalla in montone e lana merino. Non mancano suggestioni streetwear intrise però di una sartorialità sofisticata che trova espressione nelle scritte che campeggiano su maglie e bomber. Il designer belga per il suo debutto a Pitti Uomo racconta una storia d’amore moderna ambientata in uno scenario post-atomico. Un ragazzo europeo in visita per la prima volta negli States si innamora di una ragazza dall’anima ribelle, fedele solo al suo cavallo bianco.

Romanticismo in chiave 2.0 per la collezione Coppens, che trascende i confini del mero streetwear per lasciarsi andare a dettagli delicati, come gli uccelli stampati o i ricami sui capi, che aggiungono una nota dolce al mood prevalente. Influenze biker negli stivali con suola in gomma, frutto della collaborazione con Under Armour Sportswear. Gli occhiali da sole sono invece stati realizzati in partnership con il brand berlinese Mykita.



Largo a bomber, giacche in tartan e intarsi knitwear. La palette cromatica non lesina in colori fluo, dal giallo canarino al blu elettrico. Elementi sartoriali fanno capolino insieme a suggestioni Youth mentre la ragazza Coppens incarna una femminilità oggi in disuso. Non mancano inoltre i riferimenti alla cultura rave e ai Nineties, evidenti nelle mise dall’approccio futurista.

Il sincretismo stilistico di Edward Crutchley

La collezione AI2017 di Edward Crutchley è stata presentata nell’ambito della London Fashion Week Men’s. Oriente e Occidente si incontrano, tra stampe patchwork e tapestry floreale, in un crogiolo di ispirazioni eterogenee in costante bilico tra passato e presente. Una collezione emblematica, che riesce a districarsi con incredibile nonchalance alternano suggestioni elisabettiane e dettagli pop, mixando mirabilmente streetwear e sportswear con virtuosismi barocchi di stampe che omaggiano la pittura rinascimentale. Tripudio di broccati di seta pregiati, di richiami alle vestigia greche che lasciano il posto al grunge di pantaloni cargo e di volumi Nineties, in bilico tra un quadro pre-raffaellita e un programma di MTV.

Chic e contemporaneo, l’uomo Crutchley ama mixare, dando vita ad un sincretismo iconico che non teme audaci accostamenti e bizzarri mix & match stilistici. Sembra di scorgere il celebre Rainbow Portrait di Elisabetta I eseguito da Isaac Oliver accanto ai tessuti preziosi di Anna Maria Garthwaite fino ai dipinti di Bruegel: un simbolismo denso che travalica i capi sporty per lasciarsi andare a suggestive epifanie stilistiche. Largo a sete jacquard in stampa tecnica e iridescente, tra nylon funzionale e cashmere: tra bomber oversize e sapienti dettagli sartoriali, veniamo proiettati in una realtà sospesa nel tempo, dai rimandi quasi onirici.

I gioielli sono firmati da Hannah Martin, mentre gli occhiali da sole sono realizzati in collaborazione con Blyszak. Volumi rilassati per capi oversize dalle sovrapposizioni audaci: non mancano tute in velluto declinate in cammello e cioccolato, come anche capi che ricordano i pigiami in seta. Eleganza disimpegnata e intarsi preziosi ispirati al Giappone dominano tra le maglie stampate.

Blood Brother omaggia Londra

Blood Brother, il brand londinese di streetwear, presenta alla London Fashion Week Men’s una collezione di capi basic dalle linee sartoriali: texture iconiche e ricche caratterizzano capispalla e pezzi dal mood sporty-chic. I designer Nicholas Biela e James Waller rendono omaggio ai ragazzi di strada che nel 18esimo e nel 19esimo si riversavano sulle sponde del Tamigi: mercanti, spazzini, traghettatori. Una collezione ricca di charme, per un AI2017 che guarda anche alla cartografia di Londra, esplorandone scorci iconici e segreti.

Ecco sbucare tra le stampe un riferimento alla Battersea Power Station, che viene trasfigurata in una giacca nera, attraverso stampe dalle linee geometriche, da indossare con un berretto da baseball. I pantaloni sono caratterizzati da silhouette oversize da indossare con magliette blu. La mappa rivive anche in un cappotto nero impreziosito da dettagli iconici. Non mancano dettagli knitwear con logo intarsiato sulle maniche di una maglia da indossare con gilet e pantaloni arancioni. Ispirazioni astratte dominano l’intera collezione, che guarda anche agli edifici londinesi e al passato della città. Non mancano suggestioni biker nelle giacche da motociclista in nylon declinato in tinte neon. Forte e sublime, la collezione omaggia e rivisita la sartorialità, unendola ad inediti giochi stilistici, per un’anima bifronte.

Il brand Blood Brother presenta collezioni di menswear, footwear ed accessori dall’anima British. I fondatori Nicholas Biela e James Waller, entrambi diplomati presso il London College of Fashion, vantano nel loro curriculum collaborazioni con Jean Pierre Braganza, Diesel, CSM Design Lab e J. Lindeberg. L’estetica del brand è forte e ben definita e unisce un mood funzionale a costruzioni sartoriali e alla sperimentazione nell’uso di materiali innovativi.

Qasimi: la rivoluzione nel segno dello stile

Pacata e sofisticata la collezione Qasimi, presentata nell’ambito della settimana della moda uomo di Londra. Il brand, alla sua quarta stagione nel calendario della fashion week londinese, trae ispirazione dai movimenti giovanili: ma il nuovo rivoluzionario ha l’aria di un dandy. Stretto in lunghi cappotti dal piglio sartoriale e in morbidi capi in filato di lana, il giovane mette in scena una protesta dai toni eleganti e pregni di fascino.

Charme allo stato puro nel trionfo di minimalismo che caratterizza la collezione AI2017 di Qasimi. “Il punto di partenza era l’idea di buttare i ragazzi giù dal letto e catapultarli nelle strade a protestare”, ha dichiarato Khalid bin Sultan Al Qasimi durante la presentazione.

Nella sua estetica alla base della collezione vi sono John Lennon e la sua indimenticabile Bed-In, una forma di protesta non-violenta contro la guerra in Vietnam messa in atto nel 1969 dal cantante e dalla moglie Yoko Ono. Inoltre ad ispirare Qasimi anche Black Lives Matter, movimento internazionale di attivisti originario della comunità afro-americana, e le proteste del Dakota Pipeline.

“Penso che stiamo tutti protestando”, ha affermato Qasimi.”Penso che non si va più nelle strade perché non cambia nulla. Abbiamo bisogno di farlo quotidianamente”. Un giovane impegnato politicamente che tuttavia sceglie di non rinunciare a pregiate suggestioni luxury per uno stile iconico. Influenzato dai graffiti visti negli Emirati Arabi, lo stilista indugia in toni pastello, come il rosa baby, accostati a verde, kaki e mostarda. Suggestioni grunge anche nei materiali usati, per cappotti classici. Il giovane dandy non teme di apparire ieratico in velluti e sete preziose, che si alternano ad iconico knitwear, mentre lunghissime sciarpe sfiorano il pavimento.



La rivoluzione auspicata da Khalid Al’Qasimi parte da riflessioni di tipo estetico: proprio dall’estetica si parte per affermare una nuova etica e una nuova politica. Delicata e soft la collezione, che indugia in capi sartoriali e pantaloni cargo. I cappotti ricordano le vesti da camera e si accostano a ciabatte ricamate in arabo. Suggestiva ed affascinante, la collezione ristabilisce i codici di un rinnovato minimalismo, per veri intenditori.

Back to Sixties per Daniel W. Fletcher

I favolosi Swinging Sixties rivivono nella collezione di Daniel W. Fletcher, presentata durante la London Fashion Week. Un tuffo indietro nel tempo per una collezione iconica, che trae ispirazione da echi rivoluzionari sessantottini e da suggestioni in chiave Seventies. Una moda impegnata, un po’ beat e un po’ esistenzialista, quella prediletta dallo stilista, da sempre stimolato dalla realtà e dalla politica.

“Il 2016 è stato un anno turbolento per la politica”, ha commentato Fletcher, riferendosi agli eventi che hanno segnato l’anno appena conclusosi, dalla Brexit all’elezione di Trump alla presidenza degli Stati Uniti d’America fino ai crescenti sentimenti di xenofobia e alla massiccia ondata di immigrazione. Il designer si rivolge alle giovani generazioni offrendo loro un importante monito a non arrendersi e a non accettare i diktat precostituiti, stimolandone la criticità. A proposito degli anni Settanta, che ispirano la sua collezione, Fletcher ha commentato: “Si trattava di un periodo in cui vi erano contrasti politici e la gente era infelice. Sento che ora ci troviamo in una situazione simile”.

La collezione AI2017 verte su inediti mix cromatici che sbucano da elementi sartoriali. Una collezione che lo stesso designer definisce “un po’ più elegante e più matura”. Lo stilista, che debutta alla London Fashion Week Men’s, è noto per i suoi iconici pigiami in seta e per le stampe patchwork che caratterizzano le sue creazioni.



Largo a giacche in pelle impreziosite da iconiche stampe patchwork: blocchi di colore che indugiano nei toni della terra, tra beige, marrone e rosso. Una palette cromatica dalle tinte autunnali. Inoltre su cappotti e capispalla spiccano dettagli ispirati alle Olimpiadi degli anni Settanta.

Back to Eighties in passerella da Martine Rose

Un sovvertimento generale degli archetipi maschili è quello che ha avuto luogo sulla passerella di Martine Rose: una collezione che ridefinisce i canoni di maschile e femminile, rendendo i confini tra i due sessi labili. Elegante e a tratti rétro l’uomo che calca la passerella, tra suggestioni Eighties e guizzi di American Style.

“Volevo un banchiere, quasi un American Psycho”, ha commentato la stilista. La sfilata ha avuto luogo al Seven Sisters Indoor Market, vicino lo studio della designer, sito a Tottenham: una location originale, che ha visto sfilare la collezione AI2017 di Martine Rose tra gli occhi entusiasti dei barbieri e dei commercianti che lavorano lì. “Volevo che la gente avesse un’esperienza il più vicina possibile ad un mercato vero”, ha aggiunto la designer.

In passerella modelli pettinati alla Phil Oakey indossano cravatte e abiti sartoriali: tripudio di camicie di seta e citazioni Eighties. A metà tra un banchiere e un agente immobiliare, l’uomo Martine Rose è dinamico ed eclettico: autenticità e rimandi alla realtà caratterizzano la collezione, che non lesina in tocchi vintage. La stilista 36enne sfila fuori dal calendario ufficiale della London Fashion Week Men’s e propone una collezione ricca di caleidoscopici virtuosismi stilistici, in bilico tra passato e presente.



Martine Rose gioca con la tradizionale uniforme che da sempre contraddistingue certe professioni: cravatte d’ordinanza perfette per Wall Street ma anche per l’impiegato più comune, vengono impreziosite da tocchi androgini e da suggestioni sartoriali. Volumi esagerati e teatrali specie nei pantaloni. Ispirazioni vintage negli impermeabili. Tra i materiali usati tripudio di satin e pelle ma anche lana. Una collezione che non lascia indifferente lo spettatore, colpito da una fucina di idee ricche di brio ed originalità. Sapiente uso del flashback per riportare in auge trend che spopolavano nei favolosi anni Ottanta, per un uomo dalla personalità esplosiva.

Sobrietà in chiave country per E. Tautz

Educata e sobria la collezione AI2017 E.Tautz, che ha sfilato nell’ambito della London Fashion Week dedicata al Menswear. Patrick Grant si perde in suggestioni Eighties per una collezione ricca di stimoli sempre nuovi. Proporzioni generose e giacche quadrate si alternano sul défilé: sfila un uomo educato e perbene, che non ha bisogno di eccentricità per attirare l’attenzione.

Si intitola Scarecrows, la collezione disegnata da Patrick Grant: lo stilista si ispira prevalentemente all’universo fotografico di Peter Mitchell: il fotografo, nato a Manchester nel 1943, ha immortalato per decenni la brughiera dello Yorkshire, con i suoi spaventapasseri e i suoi colori iconici. Non mancano citazioni Eighties, come i look che rimandano a Judd Nelson nel celebre film di John Hughes “The Breakfast Club” o ancora quelli che ricordano Richard E. Grant in “Withnail and I”. Tripudio di flanella, tweed, denim e velluto a coste.

Uno stile che inneggia al più iconico British style senza però perdersi in alcun eco nostalgico del passato: improntato alla contemporaneità, l’uomo Tautz sfila in abiti in tweed e tartan, tra languidi cappotti più simili ad accappatoi e quadretti vichy dalle suggestioni Eighties. Grant esplora il lato country dello stile, tra capispalla pesanti dal piglio grunge, che si uniscono alla sublime eleganza di un gentiluomo di campagna. Sofisticato e dandy, l’uomo Tautz affronta la vita dall’alto dei suoi valori, anche estetici, che si fondano su tradizioni mai passate in disuso.



La palette cromatica punta ai toni scuri, come mostarda, oliva, rosso scuro e grigio, tra tocchi di blu e indaco. Proporzioni over dominano la sfilata, specie nei pantaloni. Suggestioni workwear nel denim d’ordinanza, sapientemente alternato a tessuti e materiali pregiati. Una collezione ricca di charme, che ripropone i pezzi cult del brand, fondato ad Oxford Street nel lontano 1867 da Edward Tautz. Tautz, già sarto alla corte di Edoardo VII, inventò uno stile altamente riconoscibile che vantava tra i suoi ammiratori più illustri anche Winston Churchill.