Marisa Berenson: icona di stile e bellezza

Due occhi da cerbiatto verde smeraldo, la pelle ambrata, l’ovale perfetto; una bellezza naturale, ritratta acqua e sapone su spiagge assolate o nel sole di location esotiche, capace di trasformarsi un attimo dopo in una diva dall’allure sofisticata, tra abiti haute couture e party esclusivi: Marisa Berenson è stata una delle modelle più pagate al mondo e ha alle spalle una lunga e prolifica carriera cinematografica, in cui spiccano i film di Visconti e Kubrick.

Definita da Yves Saint Laurent “the girl of the Seventies”, Marisa Berenson ha incarnato la quintessenza del glamour a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta. Presenza fissa dell’International Best Dressed List, impossibile dimenticare le foto di Slim Aarons che la immortalano a Capri in turbante anni Venti, bella e carismatica, o con i suoi celebri look boho-chic, ritratta dall’amico di una vita, Andy Warhol. Non solo attrice e modella, ma anche icona di stile e protagonista assoluta del jet set internazionale e delle riviste patinate, testimone di una New York fatta di glamour ed eccessi.

Nata a New York il 15 febbraio 1947, Marisa Berenson discende da una famiglia blasonata: il padre è Robert Lawrence Berenson, diplomatico americano di origini ebraiche e lituane, che si era distinto per aver diretto i cantieri navali di Onassis, e che sotto la presidenza Kennedy divenne ministro per i paesi in via di sviluppo. Berenson era nipote del grande esperto d’arte Bernard Berenson, bisnonno di Marisa. Il cognome originario della famiglia era Valvrojenski. La madre di Marisa è la contessa Maria Luisa Yvonne Radha de Wendt de Kerlor, meglio conosciuta come Gogo Schiaparelli, socialite di origini italiane, svizzere, francesi, polacche ed egiziane, figlia della celebre stilista Elsa Schiaparelli, storica rivale di Chanel.

Marisa Berenson in uno scatto di Irving Penn
Marisa Berenson in uno scatto di Irving Penn
Marisa Berenson in una foto di Irving Penn, Vogue, 1965
Marisa Berenson in una foto di Irving Penn, Vogue, 1965
Marisa Berenson in Mila Schön, foto Henry Clarke, 1968
Marisa Berenson in Mila Schön, foto Henry Clarke, 1968
Marisa Berenson con gioielli Bulgari, foto di Gian Paolo Barbieri, 1969
Marisa Berenson con gioielli Bulgari, foto di Gian Paolo Barbieri, 1969
Marisa Berenson ritratta da Bert Stern per Vogue, 1966
Marisa Berenson ritratta da Bert Stern per Vogue, 1966

Marisa Berenson in uno scatto di Irving Penn, Vogue 1970
Marisa Berenson in uno scatto di Irving Penn, Vogue 1970


Se tua nonna si chiamava Elsa Schiaparelli lo stile non può che far parte del tuo DNA. È così che la piccola Marisa finisce sulla cover di Vogue America che è ancora in fasce, mentre ad appena cinque anni viene immortalata sulla cover di Elle, insieme alla sorella Berry. Tanti sono gli aneddoti raccontati dall’icona di stile in cui viene fuori un ritratto di Elsa Schiaparelli, da lei affettuosamente chiamata “nonna Schiap”: dai viaggi insieme a Venezia alle amicizie negli ambienti della Parigi intellettuale, dove la piccola Marisa conobbe Salvador Dalí e Alberto Giacometti.

Ma non finisce qui: il nonno di Marisa è il conte Wilhelm de Wendt de Kerlor, teosofo e medium, mentre il bisnonno era Giovanni Schiaparelli, astronomo scopritore dei canali di Marte. La sorella minore di Marisa, Berinthia Berenson, detta Berry, diventerà anche lei modella, attrice e fotografa, e morirà nei tragici attentati dell’11 settembre 2001 al World Trade Center.

Nonostante le prime cover risalgano alla sua infanzia, la lunga e prolifica carriera di modella di Marisa Berenson inizia ufficialmente nei primi anni Sessanta. È Diana Vreeland, celebre fashion editor di Harper’s Bazaar e direttrice di Vogue America, ad intuire per prima l’impressionante fotogenia di quel volto. Venerata da fotografi e stilisti, Marisa Berenson posa per i più grandi, da Richard Avedon a Patrick Lichfield, da Irving Penn a Bert Stern fino a Robert Mapplethorpe e Henry Clarke, che la immortala in foto dal fascino esotico, esaltandone lo spirito gipsy e il carisma. In pochissimo tempo Marisa Berenson ottiene fama internazionale e diviene la modella più pagata al mondo, come lei stessa dichiara in un’intervista al New York Times. Il suo fisico incarna perfettamente gli anni Sessanta: è un’epoca ricca di ribellione. “Noi modelle ci truccavamo da sole. Giravo con un borsone enorme pieno di toupet e cianfrusaglie”, ricorderà più avanti la modella. La consacrazione avviene nel luglio del 1970, quando ottiene la cover di Vogue, e nel dicembre 1975, quando è sulla copertina del Time.


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In seguito la modella si avvicina alla recitazione. A lanciarla nel cinema non è uno qualsiasi ma Luchino Visconti, che la vuole nel suo Morte a Venezia, nel 1971, dove Marisa interpreta il ruolo della moglie di Gustav von Aschenbach. L’anno successivo recita in Cabaret, nel ruolo di Natalia Landauer, interpretazione che le vale una nomination ai BAFTA e due nomination ai Golden Globe. Impossibile dimenticare la sua interpretazione di Lady Lyndon nel celebre film Barry Lyndon, del 1975. Tra crinoline settecentesche ed estenuanti ore di trucco, è la consacrazione come attrice. Per incoraggiarla, il regista della pellicola, Stanley Kubrick, le dice: “Nessuno, in tutta la tua vita, ti raffigurerà così bella”.

Negli anni Settanta la Berenson diviene famosa grazie ad un nuovo soprannome: “The Queen of the Scene”. Un po’ come il prezzemolo, la Berenson è ovunque, sempre nel posto giusto e al momento giusto, regina della vita notturna e dei nightclub, onnipresente in ogni occasione mondana, seguita da uno stuolo di corteggiatori. Ma non ci sono solo lustrini e paillettes nella sua vita: dietro agli abiti da sera e alle ciglia finte c’è una profonda introspezione. La meditazione cambia la sua vita, come lei stessa dichiara. Si avvicina alla spiritualità nel 1968, quando i viaggi in India divennero l’ultimo fashion trend per celebrities annoiate: dai Beatles a Mia Farrow fino ai Beach Boys, il viaggio in India era l’ultima moda dei protagonisti del jet set. E Marisa Berenson non poteva certo mancare. Di quel viaggio alle pendici dell’Himalaya la diva ricorderà la sua amicizia con George Harrison e Ringo Starr, con i quali trascorreva le giornate in meditazione e le notti seduti per terra a suonare la chitarra.

La modella indossa collier Bulgari in una foto di Gianni Turillazzi, circa September 1970 –  Condé Nast Archive/Corbis
La modella indossa collier Bulgari in una foto di Gianni Turillazzi, settembre 1970 –Condé Nast Archive/Corbis
Marisa Berenson a Capri, in una celebre foto di Slim Aarons, settembre 1968
Marisa Berenson a Capri, in una celebre foto di Slim Aarons, settembre 1968
Marisa Berenson immortalata da Arnaud de Rosnay per Lui Magazine, gennaio 1971
Marisa Berenson immortalata da Arnaud de Rosnay per Lui Magazine, gennaio 1971
Marisa Berenson in una foto di Andy Warhol, anni Settanta
Marisa Berenson in una foto di Andy Warhol, anni Settanta
Foto Getty Images
Marisa Berenson è una delle più grandi icone di stile viventi (Foto Getty Images)

Marisa Berenson in Ungaro Couture, foto di Jean-Marie Périer, 1995
Marisa Berenson in Ungaro Couture, foto di Jean-Marie Périer, 1995


La vita privata di Marisa Berenson è ricca di liaison e corteggiamenti da film: nei primi anni Settanta fu la compagna del barone David René de Rothschild. Celebre la sua relazione con il collega, il bellissimo ed efebico attore Helmut Berger. Lei ed Helmut sono la coppia ideale: bellissimi e fotogenici. Luchino Visconti li incitava a sposarsi, come lei stessa racconta nell’autobiografia Momenti intimi, pubblicata nel 2010 da Barbès editore.

Il suo primo marito fu James Randall, detto Jim, sposato a Beverly Hills nel 1976, da cui divorziò due anni più tardi. Il matrimonio fu regale, l’abito era firmato Valentino e lo stesso stilista si aggirava per casa per dare gli ultimi colpi di ferro da stiro al vestito mentre l’altro inseparabile amico Andy Warhol era intento a fotografare i preparativi delle nozze. Dal matrimonio nel 1977 nacque una figlia, Starlite Melody Randall. Il secondo matrimonio nasconde retroscena dal sapore cinematografico: se in genere le donne ricevono rose rosse, Marisa Berenson ricevette dall’avvocato Aaron Richard Golub due immensi camion per traslocare da Los Angeles a New York, dove lui abitava. Il matrimonio tra i due venne celebrato nel 1982, mentre nel 1987 i due divorziarono.

Marisa Berenson è nata a New York il 15 febbraio 1947
Marisa Berenson è nata a New York il 15 febbraio 1947
marisa berns
Quando Marisa Berenson era ancora in fasce ottenne la prima cover per Vogue America
(Foto Vogue)
La classe di Marisa Berenson (Foto Vogue)

Marisa Berenson nel 1973  (Foto di Tony Kent per Vogue Paris)
Marisa Berenson nel 1973 (Foto di Tony Kent per Vogue Paris)


A New York Marisa Berenson diviene musa ed intima amica di Andy Warhol e Truman Capote, collega di Liza Minelli, con la quale recita in Cabaret, cognata di Anthony Perkins, che sposa sua sorella Berry. Dopo un breve periodo lontano dai riflettori, riprende a recitare: la ritroviamo nell’indimenticabile spaccato di vita mondana Via Montenapoleone, ma anche in pellicole impegnate, diretta da maestri del calibro di Clint Eastwood. Nel 2001 il debutto a Broadway, mentre tra i suoi ultimi film spicca Io sono l’amore, di Luca Guadagnino, e Matrimoni e altri disastri.

Foto di Patrick Lichfield
Foto di Patrick Lichfield
Marisa Berenson in una foto di Arnaud de Rosnay, anni Sessanta
Marisa Berenson in una foto di Arnaud de Rosnay, anni Sessanta
Marisa Berenson negli anni Sessanta, foto di Jeanloup Sieff
Marisa Berenson negli anni Sessanta, foto di Jeanloup Sieff
Su Vogue Italia 2001, foto di Steven Meisel
Su Vogue Italia 2001, foto di Steven Meisel

Marisa Berenson immortalata da Robert Mapplethorpe, 1983
Marisa Berenson immortalata da Robert Mapplethorpe, 1983


La sua vita ha visto anche momenti molto difficili, come l’incidente automobilistico avvenuto in Brasile in cui la diva è rimasta coinvolta, che le ha sfregiato la parte sinistra del viso. Ma quello che poteva essere un dramma irreparabile, per Marisa Berenson, ha visto invece un lieto fine: l’ex top model è stata infatti una peziente di Ivo Pitanguy, pioniere della chirurgia estetica, che le ha ridato la bellezza. Un’altra tragedia invece ha scosso la sua vita, stavolta senza il lieto fine: l’amata sorella Berry ha perso la vita l’11 settembre 2001, a bordo dell’aereo che da Boston si è schiantato contro la Torre Nord. Lei stessa invece si trovava in volo da Parigi a New York. Una perdita che l’ha aiutata a riscoprire la fede, come raccontato dalla stessa Berenson nella sua autobiografia. Un anello appartenuto a Berry verrà ritrovato a Ground Zero un anno dopo la tragedia.

(Foto cover Irving Penn per Vogue, settembre 1967)


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I migliori backstage di Milano Moda Donna: Vivetta

L’orientalismo e gli anni 20 incontrano l’estro della designer che per la prossima stagione si ispira ad Ertè


Gli anni Venti e Trenta e il trionfo dell’Art Decò contestualizzano la prossima collezione della designer umbra Vivetta, oramai catapultata sulle passerelle milanesi. Uno show, il cui styling è curato dall’editor di fama internazionale Leith Clark, tributo ad Ertè, artista noto per le sue illustrazioni come quelle presenti sulle cover di Harper’s Bazaar.



L’Oriente e il military, ispirazioni e temi cari ad Ertè, si riconoscono nelle lunghe vestaglie stampate e negli alamari presenti sugli abiti, senza disdegnare la fusione con l’arte surrealista di Vivetta.
I colletti e gli abiti bon ton, core business della designer, si arricchiscono di minuscoli bouquet ispirati alle tappezzerie di un tempo.
Con un salto di cinquanta anni si approda agli anni ’70 grazie alle lunghezze mini e midi e alle silhouette smilze.
L’organza, il tulle di seta, il velluto di cotone e il delicato frisottino sono i tessuti scelti per la collezione che vanta cromie messe a contrasto: il cammello, il nero, il celeste “Ertè” e il rosso intenso incontrano i colori pastello, l’oro, il bianco e il verde inglese.
Uscita da ritratti e illustrazioni d’epoca vezzose e opulente la donna Vivetta della prossima stagione è destinata all’eleganza senza tempo.


Fashion editor: Alessia Caliendo
Video: Christian Michele Michelsanti
Photo: Matteo Di Pippo


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I migliori backstage di Milano Moda Donna: Stella Jean

A accompagnare la sfilata di Stella Jean, nel segno della rappresentazione degli avi, tra ritratti e maschere etniche, un coro gospel soul


La designer di origini creole, che vive e lavora a Roma non delude i suoi affezionati che ritrovano anche nella collezione Autunno Inverno 2016 2017 la fusione tra la cultura del vecchio e la verve del nuovo continente. Il Ritratto e la Maschera e il parallelismo socio-antropologico delle due facce della stessa medaglia, una sorta di Dr Jekyll e Mr Hyde che rivive nell’albero genealogico, è la tematica affrontata in passerella.
I manufatti etnici dell’Africa Subsahariana incontrano il gusto dei grandi artisti come Modigliani, Giacometti, Picasso e Gauguin, affascinati dal primitivismo, dando vita a un viaggio attraverso la galleria degli avi.
A supervisionare il fluire delle ispirazioni la figura del carabiniere in qualità di rimando immediato all’Italia, terra del cuore per Stella Jean.



I volti del passato, quindi, visti come riferimento della propria identità sociale nonché legame con il vissuto e le tradizioni, in modo da preservarne il culto.
Il classico rivive nei cappotti, nelle giacche e nei trench arricchiti di stampe e ricami, le lunghezze scelte per gonne e abiti ladylike sono variegate e i pantaloni con le bande laterali richiamano la divisa dei carabinieri per affermarsi come tuxedo rivisitati.
Per la prima volta, inoltre, la stilista utilizza una sofisticata tecnica di recupero e lavorazione, il Fluffy, tessuto interamente estrapolato dagli scarti industriali del mass market.
Gli accessori hanno le fogge più svariate: dalle clutch in plexiglass con applicazioni di piume colorate alle doctor bag in tessuto e dalle ciabattine piatte ricche di pietre ai sandali in cavallino maculato.
A completare il tutto i gioielli dei designer dell’Elisabetta Cipriani Gallery, con sede a Londra, che esaltano l’eclettismo suggerito anche dalla colonna sonora prescelta per la sfilata: i brani del coro soul gospel Soul Voices.


Fashion editor: Alessia Caliendo
Video: Christian Michele Michelsanti
Photo: Matteo Di Pippo


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I migliori backstage di Milano Moda Donna: Richmond

Una killer queen placcata in oro calca le passerelle di Richmond sulle note della cantante americana, nonchè testimonial d’eccezione, Eve



Opulenza VS evanescenza sono i due mondi che si incontrano e scontrano nella nuova collezione Richmond.
Un viaggio al cardiopalma tra cromie decise, pelli, sete stampante, pellicce, broccati e grafiche raffiguranti gotici corvi.
Mille culture e credo si incontrano nel segno di preziosi e ricercati dettagli accompagnati dai migliori successi di Eve, cantante rap americana, che ha deciso di supportare la collezione con la propria performance.


Fashion editor: Alessia Caliendo
Video: Christian Michele Michelsanti
Photo: Matteo Di Pippo


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Brunello Cucinelli inventa il bonus cultura per i suoi dipendenti

È il re del cachemire, leader assoluto dell’artigianato italiano amato anche all’estero: ora Brunello Cucinelli si rende protagonista di una lodevole iniziativa. I dipendenti dell’azienda italiana sono infatti i fortunati destinatari di un bonus cultura: da oggi le spese per libri, cinema, teatro e gite al museo verranno infatti interamente rimborsate dall’azienda. Trattasi di un’iniziativa che premia la cultura del Bel Paese ed auspica la riscoperta dell’immenso patrimonio culturale ed artistico italiano.

“Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”: i celebri versi danteschi fanno capolino sul sito web della maison italiana leader del cachemire, summa della filosofia imprenditoriale di Brunello Cucinelli, da sempre in prima linea nel valorizzare la cultura italiana. Non solo un’estetica fondata sulla tradizione classica ma anche un’etica incentrata sul rispetto dei dipendenti: l’imprenditore-filosofo umbro, fautore di una nuova strategia di marketing di tipo “umanistico”, che pone al centro di tutto l’individuo, nel borgo trecentesco di Solomeo ha creato non solo un’azienda ormai quotata in Borsa ed apprezzata a livello internazionale, ma ha anche istituito un teatro, a Solomeo, la cui stagione teatrale viene direttamente finanziata dalla fondazione.

Un’eleganza unica, che unisce la magia dei filati pregiati italiani con un gusto sofisticato ed evergreen, che viene esportato con successo anche all’estero: Brunello Cucinelli punta ancora una volta sulla cultura, con l’istituzione di un fondo interamente pensato per i suoi dipendenti.

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Brunello Cucinelli


Il bonus prevede un fondo di 500 euro per i single e 1000 euro per chi ha famiglia. Per usufruirne basterà portare in azienda lo scontrino e tutte le spese inerenti attività culturali verranno interamente rimborsate. Un’idea geniale, che, dopo la quotazione in Borsa del marchio, avvenuta lo scorso dicembre, pone l’accento sull’importanza della cultura. Brunello Cucinelli non è nuovo ad iniziative che coccolano i suoi dipendenti: lo scorso Natale li ha infatti premiati distribuendo 6385 euro a testa.

(Foto cover Forbes)

Cividini sposa l’imperfezione – Milano Fashion Week 2016

SFILATA CIVIDINI ALLA MILANO FASHION WEEK 2016 

COLLEZIONE AUTUNNO-INVERNO 16/17 

 

Uno dei cantautori più famosi della storia cita: “C’è una crepa in ogni cosa. E’ da lì che entra la luce.
Si tratta di Leonard Cohen, che esalta l’imperfezione come forma di bellezza.

Imperfetta anche la collezione Cividini F/W 2016/17, che calca il concetto con un mood minimale, scarno, ma non privo di dettagli.

In un periodo storico dove il prototipo di bellezza non vuole più modelle magre ma curvy, anche la moda stravolge i suoi canoni: niente più abiti fascianti, no a sexy trasparenze, via libera alla comodità, alla morbidezza, all’antico scopo del vestirsi, che è quello di coprirsi.

Copertura a strati per la collezione Cividini Autunno Inverno 2016/17, sovrapposizioni di capi e tessuti diversi, il maschile si mescola al femminile, gli accessori si riducono ai minimi termini e diventano indispensabili.

Le frivolezze sono bandite, rimane l’essenza!

Guarda qui la collezione Autunno Inverno 16/17 di Cividini: 



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Gigi, Kendall e le altre: le nuove top model

Le chiamavano supermodelle. Erano gli anni Novanta e i personaggi più amati venivano dalle passerelle. Non più modelle dai volti anonimi, eteree quanto intercambiabili mannequin che si alternavano sui défilé: adesso top model come Claudia Schiffer, Cindy Crawford, Linda Evangelista, Naomi Campbell si imponevano all’attenzione dei media come dei personaggi, ognuna con la propria personalità, ognuna diversa, amatissime e idolatrate. Segni particolari: bellissime.

Se la dicotomia tra modelle e top sembrava essere superata, nel corso degli anni Duemila, oggi il fenomeno sembra essere tornato prepotentemente alla ribalta. Protagoniste indiscusse del fashion biz internazionale oggi sono volti come Gigi Hadid e Kendall Jenner: giovanissime, seguitissime dai paparazzi e bellissime, sono loro le nuove top.

Gigi Hadid, bionda e dal viso perfetto, classe 1995, è nata in California da padre palestinese e madre olandese (è figlia dell’ex modella Yolanda Foster). All’anagrafe Jelena Noura “Gigi” Hadid, la modella ha una sorella, Bella, anche lei modella di successo, e tre fratelli, più svariate sorellastre nate dalle precedenti unioni dei genitori. La sua carriera nella moda è iniziata nel 2011, con un contratto per la IMG Models. Nel 2012 viene scelta come testimonial di Guess, da sempre pigmalione di autentiche bombshell, da Eva Herzigova a Claudia Schiffer. Comparsa su Sports Illustrated e sul Calendario Pirelli 2015 (dove faceva capolino in una tutina in latex in scatti ad alto tasso erotico), la bomba sexy si è fatta strada nelle principali fashion week, da Milano a Parigi a New York, dove ha sfilato per i più grandi, imponendosi in poco tempo come la regina assoluta delle passerelle.

Gigi Hadid
Gigi Hadid
Kendall Jenner
Kendall Jenner

Gigi Hadid e Kendall Jenner nel backstage della sfilata Victoria's Secret 2015, foto Getty Images
Gigi Hadid e Kendall Jenner nel backstage della sfilata Victoria’s Secret 2015, foto Getty Images


La consacrazione ufficiale avviene con la cover di Vogue e con il contratto come nuovo angelo di Victoria’s Secret. Gigi Hadid oggi è la top model più amata, icona di stilisti del calibro di Olivier Rousteing, Karl Lagerfeld, Giambattista Valli, Donatella Versace e molti altri: non c’è praticamente défilé in cui lei non faccia il suo ingresso trionfale. Dopo alcune polemiche sulla sua fisicità morbida, oggi rara nella moda, grazie a lei sta finalmente tornando alla ribalta un nuovo ma quantomai antico ideale di bellezza femminile, che vede le curve in primo piano.

Viene dal mondo del gossip e dagli eccessi di casa Kardashian l’altra top model di nuova generazione, Kendall Kenner. Occhi da gatta e lunghi capelli bruni, anche lei nata nel 1995, Kendall Jenner è figlia di Caitlyn Jenner e di Kris Jenner e sorellastra dell’ormai celebre Kim Kardashian. Da sempre sotto i riflettori, Kendall inizia la carriera nella moda nel 2014, quando viene scelta da Riccardo Tisci come volto di Givenchy, accanto a Mariacarla Boscono. Nello stesso anno sfila alla settimana della moda di Parigi, Londra e Milano. Impostasi in appena un anno come una delle 50 modelle più richieste al mondo, nel 2015 ottiene la cover di Vogue e sfila per Victoria’s Secret, mentre la rivista Forbes la elegge la sedicesima modella più pagata al mondo.

Gigi Hadid e Kendall Jenner (Foto Getty/Jean Catuffe
Gigi Hadid e Kendall Jenner (Foto Getty/Jean Catuffe)
gigi kendalll
Le due top model sono tra loro intime amiche

Gigi Hadid e Kendall Jenner insieme per Vogue
Gigi Hadid e Kendall Jenner insieme per Vogue


Kendall e Gigi Hadid sono tra loro intime amiche: soprannominate Kengi, quando non sfilano le vediamo ridere e scherzare, come qualsiasi teenager. Protagoniste indiscusse dei rotocalchi rosa e del gossip, con loro si torna ad una svolta: non si parla più di modelle ma si torna ufficialmente nell’era delle top model, non più anonimi manichini ma personaggi amatissimi e ben noti al pubblico.

(Foto cover Vanity Fair)

Torna il Ballo della Rosa, l’evento più glamour dell’anno

È l’evento più atteso ed esclusivo del Principato di Monaco: occhi puntati sul Ballo della Rosa, giunto quest’anno alla 62esima edizione. L’evento mondano voluto dalla principessa Grace quest’anno si tinge di atmosfere caraibiche e di colori accesi: il tema scelto è infatti Cuba, con la sua allegria e la sua musica.

I look delle padrone di casa non hanno deluso le aspettative neanche quest’edizione: ingresso trionfale per Beatrice Borromeo, neo sposa di Pierre Casiraghi, che ha monopolizzato l’attenzione grazie ad uno sfarzoso abito firmato Giambattista Valli Haute Couture. Rosso passione e strati di tulle per un abito principesco. Dieci e lode.

Beatrice Borromeo riesce così a rubare la scena all’altra bellissima di Montecarlo, Charlotte Casiraghi, che per quest’anno ha optato per una mise più sobria ma non meno elegante, firmata Chanel Haute Couture. Arrivata al fianco del nuovo fidanzato, il regista italiano Lamberto Sanfelice, la bella Charlotte ha sfoggiato una jumpsuit in satin con mantello di tulle color madreperla. Anche la madre, la sempreverde Carolina, ha optato per un abito in tinta nude firmato Chanel Haute Couture.

Beatrice Borromeo e Pierre Casiraghi (Foto SGP)
Beatrice Borromeo e Pierre Casiraghi (Foto SGP)
Alberto e Carolina di Monaco con Karl Lagerlfed (Foto Getty Images)
Alberto e Carolina di Monaco con Karl Lagerlfed (Foto Getty Images)
(Foto Getty Images)
(Foto Getty Images)
(Foto Getty Images)
(Foto Getty Images)

(Foto Getty Images)
(Foto Getty Images)


Spicca la giovanissima Alexandra di Hannover, la figlia più giovane di Carolina ed Ernst di Hannover, anche lei in Chanel. Belli e fotografatissimi anche Andrea Casiraghi e Tatiana Santo Domingo, in una mise fucsia en pendant con il mood della serata. Ospite d’onore dell’evento Karl Lagerfeld. Grande assente Charlene Wittstock, rimasta a casa a prendersi cura della figlia Gabriella, ammalata.


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Lo stile di Chiara Ferragni

È la regina indiscussa della moda mondiale, la più famosa in assoluto tra le fashion blogger, l’icona di stile forse più copiata in assoluto nel fashion biz. Chiara Ferragni non ha termini di paragone: un fenomeno di costume vivente, trendsetter nel più autentico significato del termine, è stato il suo blog, The Blonde Salad, ad inaugurare la più sconvolgente rivoluzione che ha investito la moda negli ultimi anni, spodestando i vecchi creativi e conferendo nuova autorità alle fashion blogger.

Ma Chiara Ferragni ha saputo gestire l’incredibile successo che l’ha travolta in maniera eccellente, tanto da imporsi all’attenzione dei media internazionali come un’icona di stile imitatissima. Bionda, bella, famosa, ormai la blogger brilla di luce propria nell’universo del fashion: acclamata come una star nelle fashion week di tutto il mondo, immortalata come una diva nelle cover dei magazine patinati e celebrata come il personaggio più influente del fashion biz.

Dopo aver sbaragliato ancora una volta la concorrenza confermandosi in testa alle classifiche dei blog più famosi ed influenti, solo pochi giorni fa, grazie al suo The Blonde Salad, Chiara è da poco diventata, assieme alla sorella Valentina, ambasciatrice internazionale di Pantene.

MarieClaire
Chiara Ferragni immortalata su MarieClaire México
Vogue
La regina delle fashion blogger in uno scatto per Vogue
Foto tratta da ferragni The Blonde Salad by Chiara Ferragni, abito Valentino
Foto tratta da The Blonde Salad, abito Valentino

Chiara Ferragni in Blumarine al Festival di Cannes 2015
Chiara Ferragni in Blumarine al Festival di Cannes 2015


Nata a Cremona il 7 maggio 1987, la bionda Chiara eredita dalla madre la passione per la moda e la fotografia. Appena adolescente diviene già popolare in rete per i look che condivide. Poco tempo dopo il lancio del suo blog, TheBlondeSalad.com: è il 2009 e fino a quel momento i fashion blog sono una realtà pressoché sconosciuta. Pioniera di quello che si imporrà di lì a breve come uno degli strumenti più rivoluzionari della Rete, in pochi anni Chiara Ferragni diviene famosa a livello internazionale. Una popolarità ottenuta grazie al consenso popolare, grazie ai milioni di followers che quotidianamente attingono dal suo blog consigli di stile e perle di saggezza per amanti della moda.

L’ascesa da quel lontano 2009 è stata inarrestabile: appena l’anno successivo la giovane bocconiana veniva indicata dalla rivista New York come la nuova star dello street style. Nel 2011 era la Bibbia della moda, Vogue, ad incoronarla Blogger del momento, grazie alle esorbitanti cifre di visitatori ottenute quotidianamente dal suo blog. Nel 2013 per The Blonde Salad si attesta la cifra storica di 1,6 milioni di followers solo su Instagram, che oggi è cresciuta in modo esponenziale fino a superare i 3 milioni.

Foto The Blonde Salad
Foto The Blonde Salad
Chiara indossava look di Philosophy by Lorenzo Serafini, calze Calzedonia e occhiali da sole di Gucci. Foto The Blonde Salad
Chiara Ferragni alla Paris Fashion Week 2016 in Philosophy by Lorenzo Serafini. Foto The Blonde Salad
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Chiara Ferragni è nata a Cremona il 7 maggio 1987
Foto tratta da The Blonde Salad
Vogue Espana, foto di Coke Bartrina
Getty Images, Paris Fashion Week, marzo 2015 Elie Saab
Chiara Ferragni alla Paris Fashion Week, marzo 2015 (Foto Getty Images)
Paris, Chanel
A Parigi in total look Chanel
Vogue
Foto tratta da Vogue

Vogue México
Come una diva patinata per Vogue México


The Blonde Salad si è imposto sempre più come una vera Bibbia dello stile, inesauribile fonte di ispirazione per milioni di persone in tutto il mondo. Forse il segreto dell’inarrestabile successo di Chiara Ferragni sta tutto qui, nella capacità di farci sognare, nel farci ancora credere che una ragazza comune possa realizzare un grande sogno grazie ad un blog. È grazie a The Blonde Salad che la fashion blogger riesce ad imporsi nel mondo dell’imprenditoria. Una sfida che la giovanissima Chiara ha vinto, annoverando nel suo curriculum collaborazioni con le case di moda più prestigiose al mondo, da Christian Dior a Louis Vuitton, da Max Mara a Chanel e Tommy Hilfiger. Inoltre la Ferragni ha anche firmato una sua linea di scarpe interamente prodotta in Italia, che ha riscosso notevole successo.

It-girl per antonomasia, uno stuolo di followers nei principali social network, Chiara Ferragni a dispetto della giovane età è ormai un’imprenditrice di successo, tanto che nel 2015 è stata annoverata da Forbes nella classifica dei 30 Under 30 più influenti al mondo, dopo aver firmato anche un libro in cui racconta il segreto del suo successo.

Chiara Ferragni wearing Louis Vuitton before the Louis Vuitton Fall 2015 fashion show in Paris
Chiara Ferragni in Louis Vuitton, durante la settimana della moda
Ny Settembre 2015
Chiara Ferragni alla New York Fashion Week, settembre 2015
Harper's Bazaar Singapore, giugno 2015
Chiara Ferragni per Harper’s Bazaar Singapore, giugno 2015
cfw
Chiara Ferragni per Elle Olanda, novembre 2015
Vogue
Chiara Ferragni ritratta da Nico Bustos per Vogue Spagna, aprile 2015

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Chiara Ferragni in uno scatto di Nico Bustos per Vogue Spagna, aprile 2015


Ma, ancora più eloquenti di ogni altro commento sulla fenomenologia di un successo senza precedenti, sono i look con cui la bella blogger continua ad impressionare ad ogni fashion week. Uno stile versatile e colorato, che fiuta le tendenze del momento e le interpreta secondo i propri canoni. Sofisticata ed eccentrica, ma anche romantica e glamour: i look di Chiara Ferragni mettono d’accordo tutti. Dalle mise più colorate ai lunghi abiti da diva, con cui la vediamo presenziare agli eventi più esclusivi, fino ai dettagli più ricercati, il suo stile le permette di passare con disinvoltura da outfit casual a mise estremamente ricercate. Protagonista indiscussa delle fashion week, l’abbiamo vista qualche settimana fa a Parigi stupire tutti con una pelliccia dalle proporzioni over firmata Philosophy di Lorenzo Serafini. Come una nuvola, come lei stessa ha commentato il suo outfit dalle pagine di The Blonde Salad, la protagonista della settimana della moda parigina è stata ancora una volta lei.

Bellissima e fotogenica, Chiara non ha nulla da invidiare alle modelle professioniste quando la vediamo posare come una diva consumata per i servizi fotografici delle principali riviste di moda. La ritroviamo ora anche in tv nella nuova veste di ambasciatrice internazionale di Pantene. Una carriera in continua ascesa ed un successo tutto da vivere. Astenersi detrattori.

(Foto cover tratta da Marie Claire México)


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Lo stile di Eleonora Carisi

Le creazioni surrealiste di Delfina Delettrez

Suggestioni surrealiste, visioni oniriche che ricordano l’arte dei più grandi, da Picasso a Salvador Dalí, si uniscono a dettagli pop art, per creazioni moderne, futuriste e sofisticate: Delfina Delettrez non ha certo bisogno di presentazioni. Artista apprezzata a livello internazionale, la giovane rampolla di casa Fendi ha già alle spalle tanti successi.

Personalità esplosiva e rara sensibilità artistica, Delfina è l’ultima erede della dinastia Fendi, di cui rappresenta la quarta generazione. La ragazza ha carattere da vendere, e rifiutare un posto nell’azienda di famiglia per inseguire la propria strada è solo fisiologico sbocco di un’esigenza naturale che si impone attraverso la spontanea e dirompente creatività dell’artista. È il 2007 quando Delfina esordisce come designer, presentando la sua prima collezione da Colette, a Parigi, tempio dello stile. Le sue creazioni catturano immediatamente l’attenzione, grazie ad un’estetica nuova, caratterizzata fin dagli esordi da un vasto uso di iconografie surrealiste e naturaliste: mani, occhi, bocche fanno capolino da collane e monili pregiati, insieme ad api ed elementi naturali.

Gioielli dal fascino ieratico, quasi degli amuleti declinati in chiave rock, talismani dal sapore vittoriano e dal design futurista; scenografici e al tempo stesso intimisti, a volte ermetici, più spesso ironici, i gioielli firmati Delfina Delettrez si caratterizzano per un appeal originale e per il forte impatto visivo, in un continuo gioco di rimandi e citazioni. Grandi occhi scuri dall’espressività struggente, Delfina ci porta nel suo immaginario, tra teschi e mani scheletriche, che sembrano indagare l’Unheimlich, il perturbante, il lato oscuro che alberga in ognuno di noi.

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Delfina Delettrez è l’ultima erede della dinastia Fendi
Photo by Danko Steiner
Delfina Delettrez in uno scatto di Danko Steiner

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Suggestioni surrealiste ed oniriche caratterizzano le creazioni di Delfina Delettrez


Alla base della ricerca stilistica della giovane designer vi è un sapiente connubio di antiche tecniche orafe ed una costante ricerca attraverso l’uso di materiali innovativi. Sperimentazione sembra essere la parola chiave delle ultime collezioni, che vedono la pietra preziosa tornare alla ribalta, protagonista assoluta di collezioni che ancora una volta si ispirano ad un surrealismo indagato in chiave cyber, attraverso un audace gioco di illusioni ottiche, per gioielli che sembrano sospesi sul corpo, grazie ad appositi cantoni fantasma. L’antica tradizione artigianale italiana si sposa ad una visione post atomica, senza rinunciare alla cura per il dettaglio realizzato a mano. Creazioni cinetiche dal fascino atemporale e dalle suggestioni post-apocalittiche, come i bracciali e gli anelli “Tourbillon”, costituiti da centri concentrici in metallo prezioso che roteano in maniera autonoma l’uno dall’altro, ma anche bracciali e collane estendibili, che inaugurano una nuova visione del gioiello, che ora è possibile manipolare e trasformare a seconda dell’occasione. Via del Governo Vecchio, a Roma, è la sede dell’atelier di Delfina, una fucina di idee e progetti sempre nuovi, per una carriera in continua ascesa.

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Foto Vogue.it
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Occhi, mani e bocche fanno capolino da gioielli che uniscono l’antica tradizione orafa ad un’audace sperimentazione

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Visioni post atomiche si impongono tra tocchi futuristi e citazioni vintage


Tanti sono i riconoscimenti che la giovane è riuscita ad ottenere, affermandosi come una dei più promettenti designer della nuova generazione. Sicura di sé, forte di una personalità dirompente, nel 2010 le creazioni di Delfina Delettrez sono entrate a far parte della collezione permanente del Museo delle Arti decorative del Louvre di Parigi. Innumerevoli le personali dedicate alla sua opera, tra installazioni futuriste e tocchi vintage, nel segno dell’antica tradizione orafa italiana. I suoi gioielli sono tra i più amati dalle celebrities, a partire da Madonna, Anna Dello Russo e molte altre. Elegante ed impeccabile, Delfina non sbaglia un colpo e con i suoi look si è imposta anche come icona di stile, mentre una sua boutique è stata inaugurata a Mayfair, Londra. Le sue creazioni sono online sul sito www.delfinadelettrez.com.

Viaggio nello stile parigino: Krasnova, modista tra vintage e futuro

Parigi, la capitale della moda, da sempre crocevia di artisti e fucina di talenti provenienti da tutto il mondo; Parigi con il suo charme ed una storia di couturier che hanno reso la moda francese unica nel mondo. Eccomi qui, ad assaporare le intrinseche contraddizioni dello stile parisien, attraverso le sfilate del pret-à-porter, nostalgica di tempi d’oro forse ormai andati.

È una giornata uggiosa, con una pioggerellina che non vuole saperne di smettere, la settimana della moda si è appena conclusa e progetto un nuovo tour de force alla scoperta di atelier che sappiano ancora stupirmi. A Parigi può anche capitare di restare chiusi fuori di casa, ritrovandosi ad osservare la realtà circostante con occhi nuovi e curiosi, ripercorrendo gli itinerari delle foto di Doisneau o perdendosi dentro i bouquinistes, sfiorando la carta invecchiata di antiche stampe e volumi a due passi dalla Senna.

La incontro così, in una via tipicamente parigina, tra il profumo di una boulangerie e il romanticismo dei tetti bianchi delle case: il viso pulito, lunghi capelli castani e il passo svelto di chi nella Ville Lumière a neanche 30 anni ha già costruito un proprio business, partendo dallo studio e da una severa disciplina. Io, notoriamente appassionata di vintage, probabilmente avrei fatto carte false per scoprire le sue creazioni, le velette dall’aria retrò, i cappellini in stile deliziosamente Fifties, l’allure misteriosa e sofisticata che profuma di antiche tradizioni sartoriali, di laboratori e retrobottega nascosti in mezzo al lusso delle strade parigine. Piccole fucine in cui anziane modiste francesi tramandano ancora oggi le loro tecniche segrete, perse dietro manichini e stoffe da confezionare.

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Modello “Patchouli” in feltro di pelo di coniglio e ricami realizzati a mano
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Un particolare della collezione Autunno/Inverno 2016
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Dietro Krasnova c’è l’estro creativo di Evgeniya Guilhot Fomina, nata in Russia
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Charme, femminilità e suggestioni vintage nelle creazioni Krasnova
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Fascia per capelli in pelle e velluto con veletta di ispirazione retrò

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Allure ricca di mistero per la donna Krasnova, tra velette e pregiate decorazioni artigianali


Dietro Krasnova e le sue collezioni accattivanti c’è l’estro creativo di una giovane ragazza: si chiama Evgeniya Guilhot Fomina e viene da lontano. Nata a Soči, nel sud della Russia, trasferitasi a Parigi nel 2007, appena terminati gli studi, da sempre appassionata della cultura francese in toto, con il suo savoir-vivre, l’arte e la moda. Evgeniya si specializza presso la scuola privata di moda e design Creapole, situata nel cuore di Parigi. Qui studia per 5 anni Art Design: la sua formazione comprende scenografia, bozzetti di moda, interior design, scultura e altri progetti. Solo al quarto anno del corso si rende conto che il suo cuore batte per gli accessori, in particolare i cappellini, i cosiddetti couvre-chef, meglio se dalle forme bizzarre e particolari.

Dopo due stage presso i brand di bijoux haute couture Coralie de Seynes e Garnazelle, Evgeniya capisce che Parigi le può offrire una preparazione invidiabile, se solo andrà alla riscoperta delle tradizioni sartoriali più antiche. Inizia pertanto a prendere lezioni da una vecchia modista francese, maestra nella confezione di cappellini. Sempre più innamorata di quell’arte antica eppure quantomai attuale, frequenta un tirocinio presso l’Opéra Garnier: qui si respira magia allo stato puro, tra lo sfarzo dei costumi e le costruzioni ardite e scenografiche dei copricapi che le sarte e le modiste confezionano per i balletti e le opere liriche. Sicura di sé e della propria formazione, Evgeniya si sente ormai matura per creare il proprio brand: nasce così Krasnova, la linea con cui la modista cerca un proprio posto nel mondo del fashion biz, riportando in auge il fascino della creazione artigianale e le tecniche sartoriali della tradizione francese. Dopo vendite private ed eventi esclusivi con una clientela già entusiasta per quei cappellini così chic, la giovane creativa si sente finalmente pronta per mostrare ad un pubblico più vasto le proprie creazioni, che comprendono cappelli dall’appeal contemporaneo, fedora, borsalino in feltro di lana dai dettagli realizzati interamente a mano, come ricami e passamanerie preziose, e lavorazioni artigianali.

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Suggestioni urban per lo stile parisienne di Krasnova
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Decorazioni in pelle per il cappello modello fedora
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Eleganza contemporanea nei modelli firmati Krasnova
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Cura per il dettaglio e selezione di materiali di pregio
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Bijoux con nappina e dettagli glitterati su feltro di lana
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Appeal futurista che si sposa con l’antica tradizione artigianale degli atelier parigini

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La tradizione delle modiste francesi si coniuga ad ispirazioni fortemente contemporanee


Nel dicembre 2015 il lancio della prima capsule collection per l’Inverno 2016. Di impronta fortemente parisienne, lo stile Krasnova è personalissimo e ricco di suggestioni: lo charme del glorioso passato si sposa mirabilmente a dettagli attuali e ispirazioni urban, per una donna sofisticata. Nappine e gioielli scendono giù dai cappelli fedora, ad impreziosire linee classiche con dettagli moderni che tradiscono una grande ricerca stilistica. Ricami realizzati interamente a mano e grande cura per la scelta dei materiali usati, provenienti dalla Francia, con forme in legno realizzate da scultori e feltro di pelo di coniglio proveniente da allevamenti francesi.

Accanto ai modelli per il giorno, ecco il coup de théâtre di deliziosi couvre-chef di ispirazione vintage, hatinator e velette che, come un déjà-vu, ci riportano indietro nel tempo, ad una Parigi imperiale ricca di sfarzo rococò. Tutti i processi di creazione si rifanno ad antiche tradizioni, palpabile è la precisione e la massima cura per il dettaglio, per un lusso contemporaneo ed un’eleganza evergreen. Sta per uscire la collezione Primavera/Estate 2016, che sarà caratterizzata da un mood più romantico, tra motivi floreali e leggerezza. Intanto per acquistare i capi su misura Krasnova basta ordinarli. Per veri hatlovers.