Guy Bourdin è stato sicuramente uno dei fotografi di moda e pubblicità più influenti del ventesimo secolo. Seppur meno noto rispetto al collega Helmut Newton, il suo stile ha profondamente cambiato il linguaggio pubblicitario della moda, tanto da influenzare molti dei fotografi successivi.

Nacque a Parigi il 2 dicembre 1928 al 7 di Rue Popincourt. Abbandonato dalla madre all’età di un anno, fu Madame Maurice Désiré Bourdin che se ne prese cura e lo allevò affettuosamente. Sviluppò una particolare passione per la fotografia durante il servizio militare, a Dakar. Quando ritornò a Parigi, conobbe il grande Man Ray che incise indubbiamente sul suo stile conferendogli un tono inusuale. Nel 1961 sposò Solange Marie Louise Gèze, che morì suicida nel 1971. Dal 1955 al 1987 le sue immagini furono pubblicate su Vogue Paris; fu proprio un editore della rivista a presentare Guy Bourdin allo stilista Charles Jourdan, per il quale realizzò le campagne pubblicitarie delle sue calzature dal 1967 al 1981.

Il fotografo parigino, che rifiutò nel 1985 il Grand Prix National de la Photographie, desiderava che le sue opere venissero distrutte dopo la morte. Durante il corso della sua vita, invece, rifiutò spesso di organizzare mostre o pubblicare libri. Si mantenne sempre ben lontano dalle lusinghe dei suoi tempi e sembra che fosse molto frustrato per la notorietà che aveva acquisito nel settore fotografico. Non fu soltanto un fotografo, ma anche un bravo artista: si dedicò alla pittura fino alla fine.

Guy Bourdin ha sviluppato nel corso degli anni uno stile provocatorio, caratterizzato da immagini dai toni forti e da accostamenti surreali, in grado di spiazzare ed inquietare profondamente l’osservatore. I corpi femminili appaiono spesso sdraiati disordinatamente o frammentati; gambe che passeggiano, mani che si ripetono, corpi alienati ed elementi allusivi conferiscono una generale freddezza emotiva all’intera immagine che sfocia quasi nella crudeltà. Tale visione femminile deriva quasi probabilmente dal trauma infantile legato all’abbandono da parte dalla madre: sia con le donne a intorno a lui che con le modelle dei suoi shooting, si atteggiava con modi di fare spietati. Le modelle che egli seleziona, inoltre, sono quasi sempre dalla chioma rossa, dalla pelle chiarissima e truccate in maniera esagerata come la madre.

La personalità enigmatica e ambigua di Guy Bourdin si riflette perfettamente nell’atmosfera onirica delle sue immagini, a tratti disturbante. E’ stato il primo fotografo a frammentare fino all’estremità il corpo della donna e a costruire un linguaggio ricco di metafore sensuali . L’artista francese è stato in grado di assorbire l’influenza di Man Ray e dei surrealisti Magritte e Balthus, creando uno stile complesso, provocatorio, stupefacente e difficile da decifrare nel settore pubblicitario della moda.

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Piero Gemelli: la fotografia di moda racconta un mondo e modi in “apparizione”
Attualmente, Piero Gemelli è considerato uno dei fotografi italiani più importanti a livello internazionale. È noto come fotografo di moda grazie alle innumerevoli campagne e immagini pubblicitarie che ha curato per marchi prestigiosi come Coveri, Shiseido, Revlon, Gucci e Ferrè. L’esperienza a Parigi, New York a Londra è stata particolarmente incisiva per la definizione e il maturare di un linguaggio proprio.
Le sue fotografie trasmettono un senso di solennità ed equilibrio. Qual è o quali sono gli aspetti a cui presta più attenzione mentre fotografa?
Solennità ed equilibrio sono due “sentimenti” che vorrei davvero mi appartenessero. Li sento miei anche se li inseguo e cerco in ogni mia visione e in ogni soggetto che si offre o che scelgo davanti ai miei occhi, ai miei desideri.
La mia formazione è nell’Architettura anche se, appena agli inizi della professione, è stata messa in disparte per la Fotografia; quest’ultima si è offerta come strumento più agile, di grande soddisfazione, di scoperta e racconto di sé.
Io credo che l’attenzione che dai al lavoro che fai debba essere naturale, istintiva e non troppo controllata. L’unico controllo che è giusto e doveroso operare è quello relativo all’esecuzione tecnica di ciò che si produce. Se l’idea ha un valore è anche grazie alla tecnica, corretta e controllata, con cui è prodotto.

Quando e come nasce la sua passione per la fotografia? Ce ne può parlare?
Ho iniziato a fotografare da ragazzino per ricordare viaggi, momenti di festa, genitori, per poi passare al liceo, a fotografare compagni di scuola e le prime fidanzatine. In quei ritratti ho introdotto l’emozione e il coinvolgimento emotivo. Oggigiorno, anche nel lavoro più strettamente professionale, cerco di mantenere sempre quello stesso coinvolgimento affinché l’atto fotografico possa essere occasione di conoscersi e raccontarsi.
Quali sono i fotografi che attualmente reputa fonte d’ispirazione?
L’ispirazione credo che nasca da una sintesi di tutto quanto è visto e vissuto, e fare nomi di possibili artisti come fonte di ispirazione non credo sia esaustivo; alla fine, tutto e tutti possono ispirare così come nessuno può risultare fonte d’ispirazione. Ogni lavoro, ogni fotografia, così come ogni prodotto artistico anche di non fotografi, lavorano nel tuo inconscio, ma è solo la tua personale coniugazione che dà a loro un valore nuovo; allo stesso modo, il mio stesso lavoro è stato sin dagli inizi occasione di emozioni e suggestioni per molti che, in un meraviglioso gioco di ping-pong, poi diventano essi stessi fonte d’ispirazione per me ed altri.
Che posizione occupa la creatività nei suoi lavori?
Senza di essa, nessun lavoro potrebbe essere definito creativo.

Che posizione occupano, invece, i dettagli nelle sue immagini?
L’opera, ossia il prodotto del proprio lavoro di creativo e di artista, contiene nient’altro che i dettagli che tra molti possibili sono stati selezionati ed enfatizzati per comporre il proprio personale racconto.
Come crede che sia possibile conciliare la libertà e la creatività con le richieste dei clienti?
Il valore del professionista dipende proprio dalla capacità di farlo; egli sa fare propria una commessa di lavoro e la sviluppa caratterizzandola con il proprio stile e la propria linguistica; diversamente, sarebbe solo un abile tecnico e un semplice, pur bravo, esecutore di creatività altrui. Infatti, non avrebbe alcun senso scegliere e pagare un professionista.

Il suo modo di concepire la fotografia è rimasto inalterato negli anni o ha subìto cambiamenti?
La fotografia, come ogni altra cosa della vita, è concepita in modo sempre dinamico perché la conoscenza, l’esperienza, le gioie, i dolori della vita fanno vedere e valutare ogni cosa in modo sempre diverso ed interessante. Tutto ciò è bello e difficile: coniugare chiarezza e coerenza di pensiero con nuove e diverse opinioni in un modo evolutivo e non condizionante.
Quanto hanno influito le sue esperienze all’estero nell’elaborazione di un linguaggio fotografico personale?
Voglio essere sincero: la mia fotografia, il mio linguaggio personale, la qualità del mio lavoro mi hanno offerto l’occasione di essere apprezzato all’estero, e quindi è forse più giusto dire quanto il mio lavoro e la credibilità professionale abbiano influito nel modo di vivere l'”estero”. Sicuramente molto.

Dove si dirige l’attuale fotografia di moda?
La fotografia di moda, come tutta la fotografia non pedissequamente descrittiva, racconta un mondo e modi in “apparizione“. sa leggere i segnali del cambiamento, li cavalca e li comunica fino a diventare racconto di una realtà prossima, di nuovo gusto ed orientamento culturale. Così fa oggi e così farà sempre. L’unica vera evidente novità è che il digitale, gli smartphone, tablet vari hanno dato accesso alla fotografia a tutti, permettendole di divenire un nuovo linguaggio globale e senza eccessivi filtri; tutto ciò da una parte, comporta una valanga di immagini sovrapposte e spesso confuse e non sempre di alta qualità; dall’altra, ha dato però la possibilità di far emergere talenti, quando validi, e di offrire loro un modo migliore di farsi strada e conoscere. Personalmente, seguo i social come Facebook e Instagram poiché sono convinto della loro forza di aggregazione e informazione.
Quali sono i prossimi appuntamenti di questo 2017 che la vedranno protagonista?
Gli appuntamenti migliori sono spesso quelli al buio, dove la sorpresa si arricchisce dell’attesa. Il 23 ottobre, all’interno del programma “Archivi aperti“, ci sarà un evento organizzato da Rete Fotografia (http://www.retefotografia.it/) in occasione della settimana della fotografia a Milano, dal 23 al 29 ottobre.
Gli ultimi mesi di quest’anno saranno invece dedicati all’organizzazione e preparazione di eventi, mostre, interventi e talk che sono in calendario per il 2018. Per aggiornamenti su questi appuntamenti e non perdere le novità si può fare riferimento ai miei account sui social e ai comunicati stampa in rete.

La fotografia di Piero Gemelli si contraddistingue per una straordinaria eleganza: in ogni sua immagine è, infatti, evidente la ricerca di equilibrio e geometria dettata dai suoi studi in Architettura. I suoi ritratti sono solenni e intimi al tempo stesso. Egli è creativo ma rispetta la tecnica, e ciò gli dà vanto affermando la sua impronta personale nel mondo della fotografia di moda internazionale.
http://www.pierogemelli.com/
https://www.facebook.com/Piero-Gemelli-1287913677984528/
https://www.instagram.com/pierogemelli/
La donna esotica di Cristiano Burani – collezione SS 2018
La collezione Cristiano Burani Primavera Estate 2018 è l’esperienza di un viaggio, come quella che fece Paul Gauguin quando fuggì a Tahiti per coltivare l’arte come lui la intendeva: selvaggia e primitiva, come le donne dell’isola. Una missione artistica, una collezione che la ricorda con i colori vivaci dei fiori, con la florida bellezza delle donne locali.

La Primavera Estate 2018 di Cristiano Burani sfugge alla fatica e si rifugia tra le braccia di Madre Natura, godendone a pieno le libertà, la donna veste leggera con i tulle plissettati, le nuance vitaminiche la accendono, i cow boy boots la portano a spasso per le foreste inesplorate.

I colori neon, come l’azzurro delle gonne plissé, ricordano i cieli oliosi dell’isola polinesiana cara a Gauguin, le stampe floreali la sua nuova casa, le frange multicolor dei maxi marsupi sono le code dei pappagalli.
La maglieria è lavorata a mano ed è la tessitura di reti che lasciano intravedere il corpo della donna, quasi fosse un peccato coprirla; ciò che appare pelliccia in realtà è denim, ciò che sembra non è, una collezione carica di energia e mistero, quasi fosse un messaggio di nuova speranza.
Che sia questa la strada Cristiano Burani?

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Addio a Pierre Bergé: ex socio e compagno storico di Yves Saint Laurent
Lutto nel mondo della moda: si è spento, all’età di 86 anni, il celebre imprenditore francese Pierre Bergé. Malato da anni di miopatia, si è spento nella sua residenza a Saint Rémy-de-Provence, in Francia. A darne la triste notizia è stata la stessa fondazione Pierre Bergé-Yves Saint Laurent.
Bergé, nel 1961, è stato cofondatore della rinomata Casa Yves Saint Laurent Couture. Dopo la sua chiusura, è divenuto presidente della Fondazione Pierre Bergé-Yves Saint Laurent. Oggigiorno, l’imprenditore francese viene ricordato soprattutto per la sua lunga relazione sentimentale con il socio Yves Saint Laurent. Anche dopo la sua fine, avvenuta in maniera ufficiale nel 1976, Bergé rimarrà al fianco del compagno fino alla sua morte avvenuta nel 2008 per colpa di un tumore al cervello. La sua passione per il grande couturier è durata innumerevoli anni, nonostante i vizi risaputi di YSL. In merito al suo amore folle, diceva: «Yves aveva bisogno di fare le esperienze anche estreme che si facevano nella Swinging London. A me diceva sempre che ero noioso, troppo preciso. Mi amava molto, su questo non ho mai avuto dubbi, però io non bevevo, non mi drogavo, facevo una vita molto normale».
Pierre Bergé è stato nel corso della sua vita un uomo provocatorio, amante dell’arte e della cultura. Egli stesso si autodefiniva un “artista mancato”. In occasione di un’intervista, durante la quale gli è stato domandato cosa avrebbe fatto se avesse avuto 20 anni, ha affermato: “Non lo so. Forse farei il terrorista. Poi guardo a quello che succede oggi e capisco l’inconsistenza di questa affermazione. Però ne apprezzo la provocazione. Viviamo in un’era di politically correct, termine odioso che per me rappresenta la morte dell’intelligenza. Bisogna tornare a essere radicali e a seguire le proprie convinzioni senza paure, fino in fondo”.
In vita, si è molto battuto per la difesa dei diritti degli omosessuali, lottando sempre al fianco del compagno. Sempre durante un’intervista, egli ha dichiarato: “L’omosessualità è quello che è, non è una deviazione o una malattia. Yves aveva un po’ paura a parlare di questo, era un giovane timido venuto dall’Algeria. Ma io l’ho aiutato ad andare avanti per la sua strada. Volevo che diventasse il centro del mondo“.
ALTAROMA 2017 – PASSATO E FUTURO IN PASSERELLA
Rani Zakhem torna a sfilare sulle passerelle di AltaRoma all’insegna delloStudio 54, dei colori, dei ricami e della audacia. La palette è una costante mutazione di colori, dal giallo al bluette, che si susseguono negli abiti in organza di seta, chiffon, tulle o raso prezioso.
La donna di Rani Zakhem è una donna coraggiosa che si mette in mostra senza mai essere volgare.






Dopo le sfilate di alta moda autunno-inverno 2017 /2018 della Haute Couture di Parigi, Antonio Grimaldi apre le porte del suo nuovo atelier, presentando la sua collezione nella suggestiva scenografia di Palazzo Besso a Largo di Torre Argentina. la sua proposta è quella di sottolineare forme e pregi della donna.
“Vivo e lavoro a Roma, Palazzo Besso è la mia seconda casa e sono felice di festeggiare l’apertura del nuovo atelier nella Capitale. In questa città sono nato professionalmente e qui ho imparato l’arte della Couture e i segreti dell’alta moda” dichiara Antonio Grimaldi.





L’Accademia Koefia ha presentato una collezione realizzata dai 46 studenti del terzo anno ispirata alla “STRADA”: ai suoi stili, ai suoi ritmi e i suoi artisti circensi di Felliniana memoria. Tema dominante è il Denim che, personalizzato, ricamato, dipinto e mixato con altri materiali, crea un filo conduttore tra le storie raccontate in passerella.
I blue jeans vengono contaminati da preziosi dettagli, accostamenti di tessuti come il tulle, la seta oltre a molteplici trattamenti.
La strada narra, anche oggi, il grande circo della vita e del quotidiano, come quello di Roma: città eterna, amata e maledetta. Un racconto che parla di lei, dei suoi usi e costumi perché, in fondo si sa, tutte le strade portano a Roma.





ALTAROMA 2017 – NON SOLO ALTA MODA
Continuano le sfilate nella capitale…
Sylvio Giardina presenta la sua collezione autunno / inverno 2018 ispirata allo sconosciuto mondo degli insetti. I tessuti della collezione sono stati disegnatI partendo da una ispirazione geometrica Art Deco con preziosi ricami a filo. Particolare attenzione ai singoli dettagli di ogni abito che richiamavano ali di insetti immaginari, per questo capolavoro Sylvio ha saputo osare ed usare benissimo l’accostammo di tessuti e colori come il velluto, broccato, tulle e organza.





Dopo alcuni anni lontano dalle passerelle Renato Balestra fa il suo ritorno raggiante, nel suo splendido giardino del suo atelier a Roma, presentando la collezione Autunno/inverno 17/18 l’alta moda che gioca sulle trasparenze e sulla sensualità femminile, facendo sentire le donne come delle vere regine.






Per la collezione REWIND autunno / inverno 2018 di Sabrina Persechino, è stato il movimento dell’acqua ad ispirarla, illustrando e interpretando questo fenomeno fisico sulle sue creazioni tramite colori e forme. Collezione che risalta la silhouette femminile in maniera delicata ed elegante.





Figlio di Antonio Marras, Efisio Rocco Marras diventato direttore creativo della linea nel 2007, lancia nello stesso anno come alternativa una collezione più accessibile alla linea del suo fondatore, I’M ISOLA MARRAS la linea contemporary della famiglia. Efisio Marras racconta: “la nuova I’M Isola Marras rappresenterà per le giovani generazioni uno spazio illimitato dove creatività e nuove idee si incontrano”.
La collezione primavera / estate è ispirata a Mathilda Lindo, l’eroina del film Lèeon di Luc Besson e ai manga di Masamune Shirow, presentando diversi pezzi contrastanti e all’avanguardia, creando un mondo dove gli ideali romantici della gioventù incontrano l’estetica punk underground.






ALTAROMA – ALTA MODA
Dal 6 al 9 Luglio la città eterna splenderà di stile, glamour e alta moda, accogliendo non solo i brand già affermati ma anche giovani talenti, in un continuo rimando tra passato, presente, futuro.
In questi giorni saranno presentate le tendenze per le collezioni primavera / estate e autunno / inverno 2018, oltre a premiazioni e concorsi importanti. Da non sottovalutare anche la presenza del cinema, della musica e dell’arte.
Per questa edizione le proposte sono state la leggerezza e la raffinatezza abbinate a una palette di colori vivaci mescolati con quelli più tenui.
MORFOSIS ha aperto le danze, brand finalista di “who is the next? 2008”, nato dalla creatività e maestria di Alessandra Cappiello. Che ci ha portato in un mondo di abiti con colori vivaci mescolati con quelli più sobrie, per una collezione sofisticata e incisiva.
Vediamo i colori come il rosa e il blu che sfiorano gli oro, rame e argento, mentre il verde, il giallo e il viola che si sposano con le combinazioni di neri e bianchi.






Torna a sfilare sulle passerelle della città eterna MOI MULTIPLE brand della designer Anna Francesca Ceccon, presentando la sua collezione primavera / estate 2018 “Plus-que-parfait”.
Una collezione vivace di effetto solare ispirata negli anni ’60 ma allo stesso tempo contemporaneo. MOI MULTIPLE propone accostamenti inediti tra arancio, pesca, cedrata, rosa e il verde tiffany con dettagli come l’argento e l’oro e pezzi che possono essere abbinati con diversi looks.






Per concludere la giornata è scesa in passerella la purezza, la sensualità e un’eleganza semplificata e raffinata di GRETA BOLDONI. Lo fa sovvertendo i codici stilistici, intersecando abbigliamento di ispirazione clericale e outerwear tecnico, sartorialità e sportswear, dove semplice magliette lavorate con carré in bava di nylon con effetti trasparenti e l’abito lungo diventa un capo da giorno.
Il must have della collezione sono i ricami che conferiscono un raffinato tocco etnico.
I capi sono tutti adatti per una passeggiata in città dopo il lavoro a concludere con un aperitivo con gli amici.






Pourquoi me: La camicia Gioiello di Elena Montagano
“Ogni volta che qualcuno mi domanda che cosa caratterizza le mie creazioni, qual è, se esiste, l’elemento decisivo che le rende uniche e preziose, rispondo immancabilmente: i dettagli.”
Elena Montagano

L’idea di una camicia gioiello nasce dall’idea di rendere ‘prezioso’ ogni istante della giornata di una donna, che deve indossare capi che ne esaltino la bellezza e la cura di sé, distinguendola senza mai renderla inadeguata. “Gioiello” perché ogni singolo elemento che compone la camicia nasce dall’amore per il dettaglio: è percepibile la cura che viene messa dalle piccole aziende italiane che artigianalmente creano i tessuti, generati da filati naturali e con motivi esclusivi. Ogni singolo bottone, ricamo e accessorio sono frutto di ricerca del bello, generati singolarmente da mani esperte italiane.

Basti pensare, ad esempio, che alcune frange in vetro utilizzate su preziose camicie in seta sono create con minuscole perline, che sapientemente infilate a mano, creano disegni luminosi e unici; ancora, i ricami sono realizzati a mano su ciascun capo e le inevitabili diversità che presentano, riescono ad esaltarlo e valorizzarlo.
Il 2017 sarà proprio l’anno della camicia gioiello anche perchè in un momento di estrema globalizzazione, di conformismo e di appiattimento commerciale, l’eleganza si manifesta con la ricerca di ciò che è sobriamente esclusivo, privo di ostentazione ma estremamente curato.

La donna a cui si è ispirata è una donna dinamica, impegnata, indipendente ma sempre, estremamente e rigorosamente curata. Di solito la donna non ha tempo per i cambi d’abito e la sua giornata è un tour de force in cui le è richiesto di essere sempre impeccabile, in qualunque circostanza e ad ogni genere di incontro.
“L’ho immaginata molte ore al lavoro, poi mentre corre in auto a fare la spesa o a partecipare alla lezione di yoga, mentre accompagna i figli ad equitazione e viene invitata ad un aperitivo con le amiche. Sarà sempre impeccabile, sorridente, profumata, nella sua camicia in tessuto naturale che non la tradisce mai e poi ad una festa tra amici, elegantissima, con un capo gioiello esclusivo in edizione limitata, indossato solo da lei, ammirata e…perché no, invidiata!” – Elena Montagano

Per molti, la praticità spesso non si sposa con la femminilità; la camicia pensata da Pourquoi me, invece, riesce a rendere il capo comodo per antonomasia, la camicia, la giusta cornice per un corpo seducente e femminile, poiché la sartorialità dei modelli rende la vestibilità di ciascun capo adatta alle sinuosità del corpo di una donna.


“Tutto questo e molto altro ancora, perché nulla mai è casuale ed ogni cosa è sempre il risultato straordinario di un cammino denso di momenti, persone, sguardi, sentimenti, pensieri, emozioni, sorrisi, risate, pianti, grida, fatica, gioie, ricompense, regali, frammenti piccoli e grandi di una storia che è già importante e che però è appena cominciata.”

“Questo cercare la rappresentazione dei miei sogni, e allo stesso tempo incontrare i desideri delle donne e degli uomini che personalizzeranno con il loro stile il mio, rendendolo ancor più unico, è una soddisfazione immensa.” – Elena Montagano
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Paris Fashion Week 2017/18: eleganza e sensualità da Giambattista Valli
Il mood di Giambattista Valli per il prossimo A/I 2017/18 è un tributo allo stile parigino.
Una collezione ricca di pizzo, organza, velluto, chiffon e metallo; tubini con ruches e abiti con larghe balze tracciano una femminilità forte e decisa, che però non tradisce lo spirito e la tradizione che da sempre contraddistingue la maison.
Gli outfit sono un susseguirsi di eleganza, leggerezza, glamour, cappotti bianchi come nuvole, gonne strette, corsetti, gilet di lana lavorati a uncinetto, stampe floreali, a pois e ricami con frutti rossi.

La passerella è stata calcata da modelle con ai piedi stivaletti alti con lacci in pizzo.
Giambattista Valli non ha tralasciato il lato forte della figura femminile, e in passerella è stata evidenziata da donne avvolte in leggins Nike, in tessuto tecnico, portati elegantemente con top in taffetà o box jacket sartoriale con borchie piatte in rilievo, mixando un look perfetto tra sportswear e sensualità.
Colori predominanti: rosso, rosa, bianco e nero.
Anche questa volta il designer non ha sbagliato un colpo!
Photo Credit: Vogue
Milano Moda Donna: Amato Daniele presenta la sua nuova collezione
A.D. classe 1997
Una storia che ha inizio nel cuore di Milano, all’interno della fabbrica dei celebri artigiani Leu Locati e che muove i suoi primi passi dalla tradizione e dalla sapienza di oltre cent’anni di attività nelle creazione di borse esclusive.
Un’antica tradizione portata avanti con originalità e coraggio, per dar vita nuova ai suoi modelli attraverso materiali esclusivi e lavorazioni uniche, il tutto per coronare una storia che va ben oltre alla giovane età del designer.

Rivoluzionario e stratega, come Napoleone Bonaparte, protagonista decisivo della storia europea tra il XVIII e XIX secolo, mood della sua nuova collezione A/I 2018.

L’aria che si respira è intrinseca di grandezza e lusso; un lusso accentuato ed enfatizzato dai preziosi rasi e gli straordinari velluti che compongono i pezzi della sua collezione. I colori principali sono quelli più tipicamente associati alla figura del generale francese, come il blu ed il bordeaux, che si accompagnano al cangiante tessuto notturno con sfumature che oscillano tra il nero, il silver ed il gold. Il particolarissimo velluto viene decorato con delle finissime rose, simbolo di bellezza e perfezione.

La collazione è impreziosita da ricercatissimi accessori che vengono applicati sia sulle borse che sulle calzature, rappresentando quel particolare in più che riesce a colpire oltre che ad enfatizzare ancora di più il cenno al generale francese.
Cocche decorate con strass che richiamano i colori della bandiera francese, elaborate fibbie e api dorate si fanno spazio sui pezzi della collezione; non solo un omaggio allo stemma ed al manto imperiale napoleonico che ne erano ornati, ma anche in un’accezione più ampia come simbolo di regalità e laboriosità.

Impossibile tralasciare la componente militare che trova anch’essa spazio, insieme a lusso ed eccessi, in questa collezione caleidoscopica.
E’ così che un elegante velluto trapuntato viene accompagnato da pelli dorate; e ancora mostrine impreziosite da un unico cordino realizzato attraverso l’esclusiva lavorazione di filati d’oro, vanno a completare dei pezzi unici ed audaci.

Amato Daniele si rifiuta di giocare secondo gli schemi, ed ancora una volta realizza una collezione che vuole essere un canto di vittoria per tutti coloro i quali sono pronti ad osare e ad affrontare la vita armati di determinazione e voglia di distinguersi dalla massa.


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Torna Out of Fashion, per una moda etica
Torna a gennaio 2017 Out of Fashion, corso di formazione dedicato alla moda eco-sostenibile. Un progetto ideato da Connecting Cultures in collaborazione con London College of Fashion, CNA Federmoda, CNA Milano Monza Brianza e Fondazione Gianfranco Ferré.
Il corso, giunto alla terza edizione, prevede sei masterclass relative alla sostenibilità fashion: tanti i professionisti coinvolti, designer ma anche esperti in tecnologie tessili. Una formazione che riguarda diversi campi: in primis verrà indagato il rapporto tra moda e arte e l’impatto ambientale di alcuni materiali utilizzati in ambito di moda. Out of fashion si rivolge a giovani professionisti intenzionati ad avviare una propria attività o a lanciare il proprio marchio nell’ambito della moda sostenibile.
Si discuteranno inoltre i valori etici che coinvolgono tracciabilità della filiera, responsabilità e giustizia sociale. Non mancheranno workshop su autoproduzione e Fab-Lab, sistema della moda globalizzato, l’alto artigianato e il recupero della tradizione, le innovazioni e le nuove tendenze.
Il corso si terrà da gennaio a giugno 2017 presso la Fondazione Gianfranco Ferré di Milano. Al termine dei 6 Moduli previsti seguirà un corso di pre-incubazione di impresa per la costituzione di una start-up. Tra i docenti la stilista Marina Spadafora e Rita Airaghi, direttore della Fondazione Gianfranco Ferré.








