Dopo il successo della prima edizione, il formato vincente di “Something À La Mode” trunk show creato dalla Fashion Curator Veronica Sheynina, è tornato a Milano durante la MFW con due nuovi stilisti.
Presentando una collezione eco-sostenibile realizzata completamente in lino il brand made in Russia VOLTRY.
E la stilista Italiana SOFIA ALEMANI che dopo la Montecarlo FW e Alta Roma ha scelto l’evento “Something À La Mode” per presentare le sue nuove eclettiche creazioni.
VOLTRY è un brand Russo eco-sostenibile specializzato da più di 50 anni nella lavorazione del filato di lino ecologico, trasformando i capi in veri trend. Il brand è stato il primo in Russia a utilizzare il filato di lino ecologico per la produzione di maglieria ed è diventata il leader assoluto del settore in Russia.
La produzione è focalizzata sui capi in tessuto di lino con l’uso dei vari metodi di lavorazione a mano che rendono ogni capo VOLTRY unico ed esclusivo.
La visionaria Designer SOFIA ALEMANI presenta la sua collezione “XXL vs XXS Capsule”, dove il concetto curvy esplode finalmente nella gioia di mille colori e luci di paillettes esibite nel segno del massimalismo.
SOFIA ALEMANI presenta un approccio spontaneo e curioso al tessuto, dove nulla è scontato. Così il diritto lascia il posto al rovescio, creando inedite percezioni e suggestioni tattili inesplorate.
“Con questa speciale capsule di capi prêt a couture ad ispirazione sport chic – spiega Sofia Alemani – desidero ringraziare le mie clienti che sono tutte donne vere e di tante età e taglie diverse. Le ringrazio perché credono ancora nella qualità e nella creatività dei capi sartoriali, fatti su misura e immaginati per valorizzare al massimo la bellezza di ciascuna”.
Colori fluo e ispirazioni punk per la passerella di Dassù Y Amoroso, che nella seconda giornata di Altaroma ha dato vita a una passerella irriverente e fuori dagli schemi.
Inneggia alla rivoluzione la nuova collezione di Dassù Y Amoroso, un invito volto a sconfiggere il pregiudizio e la diversità, non con l’uso della violenza, ma con l’affermazione verso se stessi e gli altri attraverso una potente arma: la Moda!
Il brand “Dassù Y Amoroso” formato dal duo Stefano Dassù e Pasquale Amoroso, dopo aver conseguito un buon successo alla partecipazione di Showcase nell’edizione Gennaio 2019, ha deciso di calcare la sfida della passerella di Altaroma presentando la collezione P/E 2020 “I Am What I Am”, ottenendo grandi consensi positivi da parte del pubblico.
Il duo, nato nel 2015, dopo una formazione artistica, svariate esperienze come costumisti per cinema e teatro e l’insegnamento presso l’Accademia del Lusso di Milano, approda nel mondo della moda in punta di piedi ma facendo un gran rumore!
Parola d’ordine: Colore!
“I Am What I Am”, rappresenta l’anima del brand, ispirandosi alla cultura Street/Punk e Dark, al mondo anglosassone e alle subculture londinesi, ma con una propria identità, pronta ad abbattere ogni forma di pregiudizio a colpi di pennellate verdi e rosa fluo, vernice nera e nylon.
Non bisogna dimenticare inoltre il must have che contraddistingue la particolarità del brand, ovvero lo “stile tartan”, elemento icona che viene personalizzato, reinterpretato e digitalizzato in chiave
contemporanea, presente a ogni collezione del duo.
Una passerella carica di emozioni, colori contrastanti ma armoniosi, tessuti tecnologici e sguardi futuristici, hanno preso il via dopo una presentazione video che inneggiava: “Amore”, “Rispetto”, “Speranza”, “Orgoglio”!
La collezione di Dassù Y Amoroso è giovane, fresca, rivoluzionaria, un inno a lasciarsi andare senza paure, a essere se stessi e pronti a sconfiggere ogni ostacolo!
La Maison Romana Aline Oliveira Couture in collaborazione con LSS PARIS, scoperta da Fashion Curator Veronica Sheynina, sbarca nella serata opening della Milano Fashion Week Event Savò dedicata ai Designers emergenti.
Il Brand. Per Aline Olivieira, stilista brasiliana naturalizzata romana, la moda è sempre stata un riferimento importante nella vita. Nata in una città nel Nordest del Brasile, da piccola Aline osservava, con ammirazione, le ricamatrici locali che facevano un lavoro scrupoloso, immaginando quei ricami applicati sugli abiti che lei stessa sognava di creare.
Aline Oliveira prendi spunti da un MoodBoard creato durante un suo viaggio in Messico e dal Castel Sant’Angelo di Roma. La sua collezione è dedicata alle donne determinate e di grande personalità, ispirata dai colori caldi e dal famoso vento Messicano, che lì è molto piacevole perché è gentile, ti accarezza, così come accarezza le numerose palme.
“Dedico questa collezione a donne che, come me, portano avanti le loro famiglie, le case, il lavoro, senza mai arrendersi, credo fermamente che le donne abbiano i superpoteri. Questa collezione è creata per migliorarli “.
Helmut Neustädter, il vero cognome del corrispettivo inglese Newton, nasce a Berlino il 31 ottobre del 1920.
All’età di solo otto anni, il fratello lo accompagna ad un quartiere a luci rosse dove lavora anche la nota Red Erna. La frequentazione di questi ambienti degradati segnerà profondamente la visione di Helmut e la sua passione fotografica.
Gli inizi fotografici risalgono, in particolare, al 1961 quando si trasferisce a Parigi e ha la fortuna di collaborare per French Vogue. I suoi scatti faranno in breve il giro di tutto il mondo, affascinando per il loro grande potere provocatorio per l’epoca. Collaborerà, inoltre, con le riviste di moda più importanti di sempre.
Fin da subito, dimostra un interesse per le donne: alte, slanciate, spesso sui tacchi alti, forti, sicure di sé e del proprio corpo. Il corpo femminile è catturato dal suo sguardo in pose provocatorie, ma al tempo stesso estremamente eleganti. Helmut è il primo fotografo a introdurre il nudo nel mondo della moda, non senza polemiche.
Immediatamente, ci prese gusto a costruire intorno a sé l’immagine di colui che intende provocare. Lo spettatore diviene, pertanto, un voyeur involontario intento a spiare centimetri di pelle scoperta di modelle e donne note. A distanza di anni, Helmut resta uno dei fotografi più noti e interessanti, continuando a incantare e ad essere emulato.
Nonostante ciò, egli resta unico nel suo genere: ogni singolo scatto continua incessantemente a coinvolgere, a raccontare e a sprigionare tensione erotica, anche in un mondo dove il nudo è a portata di mano e la capacità immaginativa scarseggia.
Alta Roma celebra Renato Balestra, 94 anni, nato a Trieste ha studiato ingegneria, con la passione per la moda, ancora giovanissimo si trasferisce prima a Milano poi a Roma dove ha aperto il suo primo atelier nel 1961.
Nello scenario più autentico dell’antica Roma Renato Balestra ha aperto la serata con il suo famoso Blu Balestra, seguito poi dai abiti per le prime della scala a concludere con abiti da sposa.
In totale sfilano 70 outfit che riassumono l’eleganza del maestro della haute couture italiana, una notte magica che neanche la pioggia è riuscita a fermare, ispirazione alla bellezza pura della donna, riprende uno stile principesco adattandolo alla raffinatezza dei suoi gusti.
Stampa, critici , blogger e ospiti, hanno assistito alla sfilata di una collezione ispirata al mondo principesco, più che una sfilata, una notte da fiaba.
Il 9 e il 10 giugno ritorna, alla sua 19° edizione, l’evento pugliese Lecce Fashion Weekend, organizzato dall’Agenzia Alta Voce e patrocinato dal Comune di Campi Salentina e da CNA Federmoda.
Come spiega l’organizzatrice Elisabetta Bedori, “LFW non è solo una sfilata di moda, ma è occasione di visibilità per i giovani talenti e promozione della cultura e dell’artigianato del territorio, nonché possibilità di lavoro per tante persone: più di cento quelle coinvolte in ogni edizione della rassegna. Dieci anni, quelli di LFW, spesi con passione, sacrificio ed investimenti personali che hanno portato, numeri alla mano, grosse opportunità e soddisfazioni agli stilisti”.
Questi gli stilisti che si susseguiranno nel corso delle due giornate sulle passerelle salentine : Antonio Franco, Palma Maria Ligorio, Annarita Polito, Miriana Presicce, Sara Lolli, F&P Occhiali con la sua prima collezione moda donna Palascìa, Giulia Lezzi, Giulia Rizzo, Le Sete di Monica Papadia, l’Accademia Calcagnile, Pietro Paradiso, Antonella Resta, Fiorella Salierno, Joly Monte per Alba Rita Metrangolo e Daniela Taddeo, l’Accademia dei Volenterosi, che comprende il gruppo Le Borsedonnagiusi, Michy Hande Made Accesories, Muchimoo, Foulard Bamboo by Inn Bamboo. Presenza speciale grazie a Cristian Stenti, con una performance dedicata alle moto e alla collezione moda Ducati.
Oltre all’assegnazione del Premio LFW19, che andrà a Maria Luisa Capasa, sarà effettuata una selezione di stilisti per un’iniziativa che li vedrà protagonisti in un evento del tutto dedicato al Made in Puglia, in occasione della prossima edizione invernale di Alta Roma Alta Moda.
Lecce Fashion Weekend è, senza ombra di dubbio, una vetrina importante per gli stilisti salentini che ogni anno s’impegnano a crescere con costanza e dedizione, e che hanno voglia di confrontarsi col panorama nazionale e internazionale.
Janelle Monáe ha spiazzato tutti indossando nell’ultimo videoclip Pynk(features Grimes) dei bizzarri pantaloni rosa a forma di vagina in seta e tulle, destinati ad entrare nella storia di moda. Janelle appare con una schiera di ballerine al suo fianco, in una location western dai colori sabbia e rosa.
Il videoclip, girato da Emma Westenberg, è colmo di allusioni e simboli femministi ed è una vera celebrazione del “pussy power“. Di uomini non ce n’è nemmeno l’ombra. Già in occasione dei Grammys 2018 , la cantante-femminista aveva affermato: «Sono orgogliosa di manifestare la mia solidarietà, non solo come artista ma anche come giovane donna, alle mie sorelle che in questa stanza lavorano nell’industria della musica: cantanti, autrici, segretarie, uffici stampa, amministratori delegati, produttori, ingegneri e donne di ogni settore del business. Siamo anche figlie, sorelle, mogli ed esseri umani. Veniamo in pace, ma sappiamo che cosa sono gli affari. E a quelli che osassero silenziare le nostre voci noi offriamo due parole: Time’s up».
Nel 2018 si può davvero ancora parlare di femminismo? Sarebbe più corretto parlare di post-femminismo? Nonostante siano passati alcuni anni dalla pubblicazione dei Monologhi della Vagina a cura di Eve Ensler, le donne continuano a battersi per la propria libertà sessuale e a rivendicarla, anche in maniera originale e insolita. In ogni caso, la provocazione di Janelle è stata recepita in maniera altamente positiva dal pubblico e dai social, dove i suoi pussypants stanno circolando con entusiasmo. Tuttavia, in Italia, risulta ancora improbabile e scandaloso vedere allusioni apertamente sessuali in un videoclip tutto al femminile.
Prada Spirit è il nome del nuovo e originale progetto retail lanciato da Miuccia Prada e Patrizio Bertelli a Macau, presso lo store cinese Galaxy Mall. Da oggi in poi, è infatti possibile acquistare dei capi firmati Prada in tutto relax, in un comodo angolo appositamente ricostruito come un Bar-Caffé e ideato per la socializzazione dei clienti.
Come un vero e proprio bar tradizionale, è fornito di menu tramite il quale il cliente può ordinare ed acquistare il prodotto desiderato in un’atmosfera rilassata e lussuosa. Il bancone centrale è rivestito completamente da una teca trasparente ed è circondato da alti sgabellirossi. Il fondale, invece, consiste in una parete-chandelier, con delle lame in perspex sfaccettato.
Il centro Galaxy Mall aveva d’altronde già ospitato un altro progetto di Prada intitolato Silver Line dove era possibile acquistare accessori da viaggio per donna, direttamente all’interno di una porzione di treno. Il nuovo progetto Prada Spirit, in occasione del Capodanno Cinese, farà ben presto tappa in altre importanti città: Pechino, Shanghai, Hong Kong, Taipei, Singapore, Seoul, Vancouver e Costa Mesa.
Gian Paolo Barbieri nasce nel centro di Milano, da una famiglia di grossisti di tessuti dove, proprio nel grande magazzino del padre, acquisisce le prime competenze inerenti la fotografia di moda. Muove subito i primi passi nell’ambito teatrale diventando attore, operatore e costumista; in seguito, gli viene affidata una piccola parte non parlata in ”Medea” di Luchino Visconti. Ed è proprio il cinema noir americano ad incuriosirlo sulla gestione della luce e il senso di movimento, che rende gli attori e i personaggi ancora più affascinanti e dotati d’immensa autorità. A Parigi, inoltre, assiste il celebre fotografo di Harper’s Bazaar, Tom Kublin. Le campagne commerciali di Barbieri contribuiscono a definire la moda degli anni ’80 e ’90 dei marchi più famosi: Yves Saint Laurent, Chanel, Givenchy e Vivienne Westwood, Gianni Versace, Valentino, Giorgio Armani, Gianfranco Ferré.
I suoi ritratti si differenziano per una naturale e straordinaria eleganza. Cos’è, per lei, l’eleganza?
L’eleganza si può paragonare alla bellezza. L’eleganza è cultura. I greci dicevano: “Dove nasce la bellezza nasce la cultura”. L’iconografia della bellezza si fonde sulla visione radicale della libertà. La libertà come la bellezza, non si concede, si prende. Come diceva A. Camus, “La nostra epoca ha nutrito la propria disperazione nella bruttezza e nelle convulsioni”. Noi abbiamo esiliato la bellezza; i greci hanno preso le armi per essa.
Tra le donne che ha ritratto vi è anche la raffinata Audrey Hepburn. Cosa ricorda di lei?
Era il 1969 quando ho fotografato Audrey Hepburn. Eravamo a Roma nello studio di Valentino per Vogue Italia. Lei era molto gioiosa, mi disse che si era appena sposata con il Dott. Andrea Dotti. E’ arrivata con delle pantofole perché così, mi disse, non avrebbe sporcato il fondale bianco. Mi ricorderò sempre della sua estrema eleganza, quell’arte che nasceva dai suoi studi di danza, prima di approdare nel teatro e nel cinema.
Le sue immagini spiccano per un grande rigore formale. Come si pone rispetto all’errore?
Da ogni errore vedo un’opportunità, infatti, molte delle mie fotografie più belle nascono dai miei stessi errori.
Come nasce il suo interesse per la fotografia?
Attratto dal cinema e dal teatro sono andato a Roma. Per pagarmi la pensione, facevo i test ai ragazzi di Cinecittà con la mia prima macchinetta fotografica, poi sviluppavo la pellicola. Nella pensione mi davano il permesso di usare il bagno di notte, dove stampavo le mie foto e al mattino seguente le consegnavo dopo averle posizionate sotto il letto per farle asciugare. Poi un conoscente di mio padre, Gustave Zumsteg, nonché proprietario dell’azienda Abraham di tessuti di Zurigo, mi chiese di fargli vedere le mie fotografie, anche se erano totalmente amatoriali, gliele ho fatto vedere e mi disse: “Tu hai una sensibilità pazzesca e sei tagliato per fare la moda”. Io sono rimasto allibito, non sapendo nemmeno cosa fosse la moda. Dal momento che in Italia non esisteva ancora, le riviste compravano dei servizi fotografici già pronti, confezionati dalla Francia. Da lì, andai a Parigi per lavorare con Tom Kublin: un’esperienza che segnò decisamente l’inizio della mia carriera come fotografo.
Qual è l’aspetto a cui presta più attenzione mentre ritrae in particolare una donna?
Una donna deve essere estremamente femminile, non importa se presenta dei difetti poiché il più delle volte aiutano la fotogenia. Deve attrarre e sedurre chi osserva l’immagine. Lo sguardo è molto importante per me.
Creatività e fotografia di moda. Come si conciliano nei suoi lavori?
Tutte le arti influiscono sulla creatività fotografica. Una buona conoscenza della pittura, scultura ma anche cinema e letteratura, aiutano sicuramente il fotografo a conciliare la moda con la creatività. Per me non esiste la fotografia senza la propria capacità di invenzione. Molti pittori hanno influenzato la mia creatività unendola al mondo della moda come Gauguin, Michelangelo, Hockney, Holbein, Bacon e Rothko.
L’avvento dei social quanto ha influenzato la fotografia di moda?
Completamente. La fotografia di moda, intesa come lo era qualche anno fa, non esiste più in seguito all’avvento dei social. Con essi, infatti, si è persa quella poesia che c’era nell’utilizzare il negativo. E’ cambiato anche lo stile, non essendoci più la moda come era concepita una volta, ossia con dei temi ben precisi che la fotografia rispecchiava. Con i social oggi, ognuno fa quello che gli pare; non viene più rappresentato uno stile, un’eleganza o un modo di essere.
Se dovesse associare una parola alla sua fotografia, quale sceglierebbe?
Metafore della visione.
Fotograficamente parlando, si reputa soddisfatto di ciò che ha ottenuto finora?
Mi reputo abbastanza fortunato perché la fotografia è una profonda testimonianza della condizione umana. Fotografare è guardare in faccia la vita e fare della propria esistenza un’opera d’arte, come citava D’Annunzio.
Ci può accennare i suoi prossimi rendez-vous fotografici?
Sto lavorando su un nuovo progetto fotografico ispirato al poeta inglese Shakespeare, proprio in occasione della celebrazione dei 400 anni dalla sua morte. Prendo infatti ispirazione dalle più famose tragedie e dai sonetti del drammaturgo britannico, per poi trascriverle attraverso il mio occhio.
Inoltre, da quest’anno, è stata costituita la Fondazione Gian Paolo Barbieri; si tratta di un’istituzione culturale no-profit che promuove l’arte, la fotografia e ogni forma di espressione culturale nelle sue diverse realizzazioni attraverso workshop, collaborazioni con istituzioni e attività formative. (www.fondazionegianpaolobarbieri.it).
Gian Paolo Barbieri, tramite la sua sapiente fotografia, la collaborazione a riviste di grande importanza come Vogue America, Vogue Paris e Vogue Germania e grazie ai suoi eccellenti contributi a Vogue Italia con le campagne pubblicitarie dei marchi più noti, ha rinnovato profondamente la fotografia di moda italiana. Il senso di equilibrio, proporzione ed estrema armonia di derivazione classicistica sono il punto di forza del suo linguaggio personale e il riflesso di uno spirito di ricerca artistica, dovuto ad un’incessante curiosità. La sua Fondazione, costituita nel 2016 dallo stesso artista, è un’istituzione culturale che opera nel settore delle arti visive e che persegue finalità di promozione della figura artistica del Fondatore, delle sue opere fotografiche, dell’attività artistico-creativa nonché, più in generale, di promozione della fotografia storica e contemporanea.
Il fashion brand TOPTREND finalmente anche in Italia
L’abito perfetto a costi accessibili esiste, e grazie a TOPTREND il sogno si è tramutato in realtà!
Il brand britannico TOPTREND sbarca in Italia con la nuova capsule collection, presentato con un cocktail party di benvenuto, l’evento ha destato curiosità tra i fashionisti della movida romana, 12 straordinari abiti che hanno sbalordito i presenti alla serata, celebrities incluse. Daniele Morena insieme a Paola Caruso Premiato nella categoria “Moda e Accessori”, dedicato alla migliore “esperienza d’acquisto digitale” sul mercato europeo al NETWEB AWARD 2016, TOPTREND ha superato notevolmente le aspettative e fatto schizzare le vendite on line anche nel 2017.
Il valore del brand per un’azienda è tutto, se poi si parla di moda, nell’insieme, tutto assume un valore indefinito, generando fenomeni in forte crescita tra i giovani e i meno giovani, TOPTREND promette tutto questo e grazie a una costante analisi delle tendenze, al lavoro di designer qualificati e alla creatività, è possibile sempre trovare nell’e-shop l’outfit giusto, quello che magari non si riesce a trovare nei negozi.
L’e-commerce è un settore in forte crescita, basta pensare che dal 2016 le vendite on line sono aumentate del 18%, ogni azienda deve essere in linea con le tendenze del momento e sono diversi i brand che si sono aggiudicati primati importanti, come ad esempio TOPTREND, un e-commerce di moda e beauty nato nei primi mesi del 2016 che ha già fatturato numeri importanti.
Il brand sta conquistando una fetta importante di mercato, offrendo ben presto la possibilità di nuovi posti di lavoro anche in Italia.
Seguitissimo anche sui social come Instagram, il brand garantisce spedizioni celeri e fornisce un’interfaccia semplice, veloce e creativa; scopo del brand è di acquistare l’outfit dei propri sogni (magari indossato da personaggi famosi) a prezzi accessibili: “Riteniamo che lo shopping sia un diritto, non un lusso – afferma Daniele Morena, Brand Manager Europa TopTrend – quindi puntiamo a fornire le migliori tendenze a prezzi accessibili”.
Per essere delle vere It Girl basta poco grazie a TOPTREND!
La capitale del design e della moda celebra, come ogni anno, l’autunno a suo modo, con spumeggiante energia: per l’ottava edizione, porte aperte nel quadrilatero per “La Vendemmia”, evento che vede coinvolti showroom e spazi del cuore milanese dello shopping. La manifestazione, è stata organizzata da MonteNapoleone District, presieduto da Guglielmo Miani, in collaborazione con il comitato Grandi Cru d’Italia.
Jaeger-LeCoultre e il Brut Premier di Louis Roederer
Nella Boutique di Jaeger-LeCoultre, si è degustato un grande classico dall’anima contemporanea: punto di equilibrio tra giovinezza e maturità, tra seduzione e carattere, tra freschezza e vinosità, il Louis Roederer che è un vino di assemblaggio ampio e strutturato, elegante ed energico, incredibilmente vibrante. La sua trama strutturata, la sua ricchezza e persistenza sono decisamente vinose. Completo, complesso, moderno e possente al tempo stesso, rimane pur sempre un grande classico.
Brut Premier – Louis Roederer
Una visita alla Manifattura Jaeger‑LeCoultre è sempre un viaggio.
Per l’occasione nella storica boutique di Jaeger-LeCoultre è stato presente un Mastro Orologiaio, che ha potuto mostrare la perfezione dei movimenti dei grandi classici della maison, un vero privilegio per i veri appassionati di alta orologeria.
Storie e incontri si succedono in una scoperta continua. Ogni laboratorio ha i suoi suoni, la sua atmosfera, la sua anima. La passione è ovunque, in ogni dettaglio, in ogni parola pronunciata.
Una matita, un foglio di carta bianco e soprattutto la filosofia Jaeger‑LeCoultre: ecco tutto ciò di cui i designer della maison hanno bisogno per disegnare i quadranti degli orologi destinati a entrare nella leggenda. Prima vengono gli schizzi. Il loro ruolo primario è quello di delineare le idee, rivelare una funzionalità o visualizzare un nuovo concetto. Sono gli interpreti del linguaggio delle forme della Manifattura. Sempre attenti ai gusti più attuali, ma con un occhio rivolto verso il futuro, rimangono fedeli alla tradizione. È proprio questa fusione di epoche, questa alchimia tra passato, presente e futuro, che caratterizza il design di un orologio Jaeger‑LeCoultre.
Jaeger-LeCoultre – Montenapoleone
Jaeger-LeCoultre – Montenapoleone
Così per le strade del Quadrilatero hanno apprezzato il connubio moda-vino milanesi e turisti, un pubblico di anno in anno crescente che vede gli stessi proprietari dei più importanti marchi italiani accogliere i propri clienti nelle rispettive boutique nonché la partecipazione di molti VIP tra cui Renzo Rosso, Martina Colombari e Billy Costacurta, Oliviero e Rocco Toscani, l’avvocato Cesare Rimini, Inge Feltrinelli, Natalia Aspesi, Maria Venier.
Jaeger-LeCoultre – Montenapoleone
Jaeger-LeCoultre – Montenapoleone
Si Ringrazia Erminia Cutrì, Boutique ManagerJLC e Roberto Balsamo